MENTRE I POTENTI PARLANO DI GUERRA, I BAMBINI COSTRUISCONO LA PACE (ANCHE TRA RUSSI E UCRAINI)

venerdì 27th, gennaio 2023 / 16:05
MENTRE I POTENTI PARLANO DI GUERRA, I BAMBINI COSTRUISCONO LA PACE (ANCHE TRA RUSSI E UCRAINI)
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CHIUSI –  Una nostra collaboratrice ha postato delle foto sui social parlando della sua quotidianità. Una di queste foto, mi ha colpito molto. Mi piacerebbe pubblicarla, perché ha una forza straordinaria, ma non si può, perché ritrae due minori con meno di 14 anni e per farlo occorrerebbe il consenso dei genitori che non conosciamo di persona, sappiamo che non parlano italiano e dunque sarebbe complicato mettersi lì a spiegare…

La foto però è bellissima e in questi giorni in cui si parla con sempre maggiore frequenza e insistenza di una possibile guerra mondiale, a seguito del conflitto Russia-Ucraina, mi è sembrata che quella sia la risposta da dare ai potenti della terra che soffiano sul fuoco. La risposta, implicita, semplice, senza parole, di due bambine.

Ne abbiamo parlato in redazione: non la pubblichiamo, quella foto, ma ve la raccontiamo.

Lo scatto ritrae due bambine di 7-8 anni, intente a fare i compiti, con quaderni, matite, pennarelli, colla e forbici per ritagliare delle figure. Hanno occhi vispi, una ha un cappellino di lana. l’altra delle treccine bionde. Sorridono, i compiti li fanno insieme, si aiutano l’una con l’altra. Abitano entrambe in un paese della zona. Si chiamano Regina e Angelika. Regina è russa di San Pietroburgo, è arrivata qui a novembre. Da pochissimo. Angelika invece è Ucraina, di Kiev, è arrivata nella primavera scorsa. Entrambe sono qui con le loro madri. I padri sono rimasti nei loro rispettivi paesi. Forse stanno combattendo. Entrambe parlano russo. Si capiscono benissimo. Sì anche Angelika, che è di Kiev, parla russo. Se lo viene a sapere Zelensky le toglie la cittadinanza. Il presidente ucraino è il capo di un Paese che è stato aggredito, certo, il 24 febbraio del 2022, ma dal 2014 ai russi del Donbass ha fatto dare la caccia come ai rinoceronti nei safari proibiti…

Le due bambine che fanno i compiti insieme, non sono in guerra. Si capiscono e si danno una mano. Tra loro è più facile per via della lingua, che con gli altri compagni e compagne di classe che parlano italiano o magari rumeno. Ma tra bambini non c’è guerra, né diffidenza. Oggi, una classe di scuola elementare anche a Chiusi, a Cetona, a Città della Pieve è un mappamondo. Non ce n’è una nella quale non ci siano alunni stranieri o figli di genitori stranieri arrivati qui dall’Est Europa, dall’Ucraina in guerra, ma anche dal nord Africa, dal Sudamerica o dal sud est asiatico… I bambini si aiutano, cooperano tra loro, e ci insegnano come si fa. E quanto sarebbe semplice farlo.

Chi comanda il mondo sta tradendo soprattutto loro. Giocano alla guerra, i potenti, con la pelle dei soldati che mandano a combattere e con quella dei bambini che si ritrovano improvvisamente privati del futuro. Nella peggiore delle ipotesi sotto le bombe, nella migliore sradicacati e sbattuti altrove. Ma anche in questo “altrove” loro non si perdono d’animo. Sorridono e si aiutano, anche a imparare una lingua nuova. E questa  è una grande lezione, per tutti, anche per Zelensky che ha fatto cancellare le parole russe dal vocabolario, che ha fatto cambiare nome a un elemento chimico scoperto da poco e inserito nella “tabella degli elementi” come Moscovio e che adesso in Ucraina si chiama Ucranio.

Zelensky ha il diritto di difendersi da una invasione imperialista e ad una soluzione giusta del conflitto, che non sia una resa incondizionata, ma non può pretendere di rovesciare la storia (celebrando un criminale nazista come Bandera), la letteratura (cancellando e mettendo al bando gli autori russi), la scienza (cambiando i nomi della tabella degli elementi)…  Queste sono cose che neanche Adenoid Hynkel il grande dittatore interpretato da Charlie Chaplin avrebbe mai pensato…

E oggi, 27 gennaio, anniversario dell’arrivo dell’Armata Rossa ad Auschwitz, celebrare il Giorno della Memoria ricordando le migliaia di bambini trucidati o comunque rinchiusi nei Campi di concentramento nazisti, come la senatrice a vita Liliana Segre, che aveva 13 anni quando fu internata, è cosa buona e giusta, ma diventa un rito ipocrita e privo di senso se il ricordo non si accompagna ad una riflessione sull’oggi, sulla guerra in atto in Ucraina e sul rischio incipiente di guerra nucleare globale…

“Vedremo soltanto una sfera di fuoco,
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà e solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo…

(…) E il vento d’estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città, fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà,
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
ma noi non ci saremo, noi non ci saremo…

Questo testo è parte di una canzone del 1966, scritta da Francesco Guccini e portata al successo dai Nomadi. Ha 57 anni. Allora c’era la guerra fredda e il rischio di una escalation nucleare, ma c’era anche tanta gente preoccupata, c’erano poeti, scrittori, musicisti, cineasti che sentivano il pericolo e lanciavano l’allarme coi loro mezzi,  c’erano fiumi di persone nelle piazze di tutto il mondo a gridare peace and love… Oggi no. Il pericolo è lo stesso, anzi è amplificato dalla maggiore potenza e diffusione delle armi atomiche, dalla tecnologia che fa sembrare tutto un videogioco, forse è addirittura più vicino di allora, ma non c’è rimasto nessuno a protestare.

m.l.

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