CHIUSI: L’ARRESTATO PER STUPRO ERA ISCRITTO AL PD. AI FINI PROCESSUALI NON SIGNIFICA NIENTE, MA IL PD PUO’ RIMANERE IN SILENZIO?
CHIUSI – In un articolo pubblicato ieri su queste colonne, a proposito del presunto stupro avvenuto in una discoteca situata nella zona industriale Cardete nel comune di Città della Pieve, ma contigua alla zona industriale di Chiusi scalo, parlando della persona indagata per violenza sessuale si leggeva che il soggetto “53 anni, di Chiusi… risulta iscritto almeno fino al 2021 al Pd chiusino, un anno fa prima delle elezioni comunali era molto attivo nella chat del partito, uno dei più accesi detrattori del sindaco uscente Bettollini. Una figura attiva, insomma. Ovviamente il fatto che sia o sia stato iscritto al Pd, non coinvolge in alcun modo quel partito nella vicenda, ma serve a far capire che si tratta di una persona del luogo, non di uno arrivato da chissà dove”.
Qualcuno sui social e nella chat del Partito Democratico di Chiusi, alla quale fino ad un anno fa almeno partecipava attivamente anche il presunto stupratore, si è risentito, ritenendo quel richiamo al Pd lesivo della reputazione del partito. Non è così. Quel richiamo non è lesivo di alcunché, perché è un dato di fatto incontrovertibile e verificabile (l’iscrizione al Pd). Non accusa il Pd di niente, al contrario si dice che “il fatto che il soggetto sia o sia stato iscritto al Pd, non coinvolge in alcun modo quel partito nella vicenda, ma serve a far capire che si tratta di una persona del luogo, non di uno arrivato da chissà dove”. E per dire – come si dice in altra parte dell’articolo – che certi fatti possono capitare anche in realtà tutto sommato tranquille e periferiche come Città della Pieve o Chiusi e in ambienti insospettabili.
Ovvio che uno non è un presunto stupratore perché è iscritto al Pd. Ci mancherebbe, chi può pensarlo? Non è questo il punto. Però se un presunto stupratore è iscritto al Pd, il Pd, quel circolo che gli ha dato la tessera, qualcosa forse dovrebbe dire. E magari dovrebbe sospendere il soggetto in questione in via cautelativa. Tanto più che a poche ore dall’uscita dell’articolo di primapagina, l’uomo è stato arrestato e portato nel carcere di Capanne a Perugia, a disposizione del magistrato. L’accusa è pesante: “violenza sessuale aggravata dall’utilizzo di sostanze alcoliche e continuata nei confronti di 4 ragazze”. Un reato grave punito dalla legge con pena detentiva da 6 a 12 anni.
Il Pd è un partito che si è speso molto, giustamente, nelle battaglie contro la violenza sulle donne e contro la violenza sessuale, contro gli atteggiamenti maschilisti. Si difese, giustamente, quando Di Maio, allora capo politico dei 5 Stelle, urlava contro “il partito di Bibbiano” accusando il Pd di sottrarre i bambini alle madri legittime per venderli… Poi ha accettato di fare alleanza con Di Maio, dimenticando tutto molto in fretta, ma questo è un altro discorso. Dove governa il Pd ha fatto piazzare, giustamente, panchine rosse come “pro memoria” per non abbassare la guardia contro le violenze di genere e i femminicidi, ha sostenuto e sostiene iniziative come il Gay Pride, difende, giustamente, la legge 194 sulla possibilità di abortire in sicurezza; si batte contro l’omofobia…
Meno di due mesi fa Albino Ruberti, il capo di gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri (Pd), si è dovuto dimettere perché immortalato in un video in cui urla e minaccia di morte due persone. Intervenne anche il segretario nazionale del Partito Enrico Letta che condannò la violenza verbale di Ruberti e dichiarò le dimissioni “una scelta doverosa”…
Tutti i reati sono odiosi, dalla corruzione all’evasione fiscale, dalla truffa al furto, ma quando c’è di mezzo la violenza lo sono ancora di più. E nel caso specifico del presunto stupro non siamo in presenza di semplici mormorii, di “si dice”, siamo in presenza di una denuncia circostanziata presentata da una ragazza di 22 anni che sostiene di essere stata violentata da un uomo di 53, e di almeno altre tre denunce di altrettante ragazze che dicono di aver subito avances e molestie nello stesso luogo, dalla stessa persona. Che adesso è in carcere.
Il fatto che quella persona fosse iscritta al Pd e avesse partecipato attivamente all’attività del partito, almeno fino alle comunali del 2021, è sicuramente ininfluente e irrilevante sulla vicenda in sé e anche ai fini processuali. Non lo è per il partito, però, che si trova esposto, suo malgrado, ad accostamenti poco edificanti. Per questo, secondo noi, due parole a chiarimento dovrebbe dirle. E dovrebbe anche prendere le distanze da quella persona e magari esprimere solidarietà e vicinanza alla vittima della violenza sessuale. Che dai riscontri e dalle dichiarazioni della Procura pare ci sia stata. Il Pd a Chiusi ha pure una segretaria donna, sensibile e attenta a questi temi. Possibile che non abbia niente da dire?
Il fatto accaduto nella notte tra sabato e domenica in quella discoteca nella zona industriale è grave. E ci rammenta che nessuno è immune o senza peccato. Anche nelle famiglie migliori e nei paesi tranquilli possono albergare figli degeneri, violenti, depravati. E che i ragazzi e soprattutto le ragazze sono esposte a rischi cui forse si pensa tropo poco. Su questo – pur attendendo che la giustizia faccia il suo corso – anche i Comuni dovrebbero aprire delle riflessioni. Non solo i partiti…
Quanto a quel richiamo all’iscrizione dell’arrestato al Pd di Chiusi fatto su queste colonne, noi avremmo scritto le stesse cose se fosse stato un iscritto alla Lega, ai 5 Stelle, o a qualunque altro partito, se fosse stato un volontario della Misericordia, un accompagnatore o ex giocatore del Chiusi Calcio o della Vitt. Lo avremmo scritto anche se fosse stato un redattore o collaboratore di primapagina e in tal caso noi avremmo già preso le distanze. Il solo sospetto basta e avanza. L’arresto, in questa fase, è ancora un sospetto, non una condanna, ma un sospetto abbastanza circostanziato e molto pesante. Purtroppo per il Pd, però, l’arrestato è/era iscritto a quel partito e non faceva parte di altri sodalizi o della redazione di primapagina. E dunque tocca al Pd dire qualcosa. Per la sua stessa tutela.
Il silenzio in questi casi non è d’oro. E’ un metallaccio di bassa lega che puzza di imbarazzo e alimenta congetture sottotraccia. Simona Cardaioli e il Pd chiusino l’imbarazzo possono evitarlo solo prendendo pubblicamente posizione su una vicenda grave, molto grave, che vede un iscritto al partito coinvolto pesantemente. Altra strada non c’è.
m.l.
Si però anche il sindaco di Chiusi dovrebbe dire qualcosa. Poi andando a vedere meglio risulterà che il soggetto in vita sua è entrato in chiesa un paio di volte: il sacerdote non ha nulla da dire? Ma ci faccia il piacere!!! Leggo la notizia quasi per caso su una selezione del telefono non essendo del luogo ma come polemica mi sembra molto tirata per i capelli…
Signor Ettore, l’iscrizione ad un partito non è uno scontrino d’acquisto di un paio di scarpe. E in un caso del genere il partito in questione ha l’obbligo politico e anche l’interesse a prendere le distanze, magari sospendendo in via cautelativa il soggetto in questione, per tutelare la propria immagine. Questo articolo non fa polemica con il PD, tutto al più lo difende e lo invita a tutelarsi.