IL PD SI E’ GIOCATO ANCHE LA TOSCANA. LETTA PRONTO A LASCIARE. IL SEGRETARIO SENESE VALENTI SPIEGA CHE PARTITO VORREBBE
SIENA- Diciamolo chiaramente, se l’ex presidente della Regione, candidato con il partito che governa ancora la maggioranza dei comuni e ha governato il territorio per decenni, perde le elezioni contro il candidato del centro destra, che è il vicesindaco di Grosseto (e niente di più), il problema è grosso. “Una catastrofe” l’ha definita il suddetto ex presidente di regione, ovvero Enrico Rossi. E ne ha ben donde, direbbe il vecchio Pizzul… Stessa sorte è toccata nel collegio uninominale del Senato a Silvio Franceschelli, ex presidente della Provincia di Siena, e nel collegio aretino a Vincenzo Ceccarelli, capogruppo in Regione, che paga quasi 10 punti nei confronti di Tiziana Nisini della Lega… Pd e centro sinistra si sono giocati anche la Toscana. Il Pd vince in un solo collegio uninominale, con Ilaria Cucchi, candidata in quota Sinistra Italiana-Verdi, e forse non è un caso… Il terzo polo Renzi-Calenda non si è neanche avvicinato alle vette (basse) di centro destra e centro sinistra e si è fermato intorno al 9%, con un picco del 12% a Siena. In sostanza Stefano Scaramelli pur non avvicinandosi neanche alla quota del centro destra e del centro sinistra ha riportato ancora una volta un buon risultato. Invirtù della legge elettorale non aveva possibilità alcuna di essere eletto, ma il suo lo ha fatto e adesso quel 12% lo giocherà sul piano locale, magari per spuntare la candidatura a sindaco di Siena nel 2023. Questo era il suo obiettivo.
Nella sua città, Chiusi, Scara ha un plafond consolidato di 400 voti. Alla Camera, è andato meglio del M5S (11,5% contro il 10,15). Nela città di Porsenna, che ha votato nel 2021 per il Comune, il Pd resta primo partito con 1.240 voti pari al 32%. Seconda forza Fratelli d’Italia con 900 voti e il 23%. Centro destra però, nel complesso sotto al centro sinistra di soli 100 voti, uno più uno meno… Anche a Sarteano, dove s è votato nel 2022 il Pd è primo partito (699 voti pari al 31,5%), ma il centro destra è sopra al centro sinistra: 948 voti (41,6%) contro 859 (37,7%). Stessa situazione a Chianciano, cittadina governata dal centro destra: Pd 887 vori e 28,8%, Fratelli d’Italia 824 e 26,7.ma coalizione di centro destra sopra ai “progressisti” di 100 voti circa. Non fa eccezione Montepulciano con il Pd al 30,2 e Fratelli d’Italia al 26,2, ma coalizione guidata da Giorgia Meloni sopra dei soliti 100 voti e 2 punti percentuali. Insomma anche la Valdichiana conferma il trend nazionale e lo conferma pure nell’inconsistenza totale della sinistra a sinistra del Pd, ridotta a presenza minima più che marginale. Con l’1% difficile ipotizzare una qualche ripartenza.
Per quanto riguarda il Pd, Enrico Letta ha già detto che lascia. «Faremo un congresso di profonda riflessione, sul concetto di un nuovo Pd che sia all’altezza di questa fida epocale, di fronte a una destra che più destra non c’è mai stata. Assicurerò con spirito di servizio la guida del Pd fino al congresso a cui non mi presenterò da candidato». Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa al Nazareno. Tutto sta a vedere quando il partito vorrà fare il congresso e se il segretario rimarrà a bagnomaria. Nei panni di Letta non avremmo aspettato neanche un minuto. La sconfitta è tale che non ammette tergiversazioni.
Su che tipo di cogresso serve al Pd è decisamente più chiaro il segretario senese Andrea Valenti:
Ma chi non c’è non c’è perchè lo si deve al Pd, per molti motivi, ma uno di questi è quello che quando ”o pesce feta, feta da a’ capa” ed allora la riflessione che ci deve essere non sarà breve, ma lunga, lunghissima e…..detto fra noi se nelle condizioni in cui precedentemente era ed è arrivato fino a questi punti in cui si trova, ciò che serve credo che serva una bella spazzola di ferro di quelle con le quali si strigliano i cavalli e che elimini insieme a qualche crine ormai infangato anche parecchi di quegli insetti saprofiti che a regola dovrebbero apparire di più su altre criniere di altra composizione sociale, più vicine ed affini a Forza Italia o Italia viva, di quelle per andare con precisione a ritroso nel tempo di togliattina memoria. Mi sembra che per un partito che è stato da sempre dalla sua creazione alla guida, abituato al potere, al governo ed anche al sottogoverno tutto questo sia sempre più difficile che faccia parte di un proprio discorso di redenzione.Vedremo, intanto ritengo che un po’ di sana opposizione e di marcatura da stomaco affamato e vuoto la ci voglia perchè è nell’ordine delle cose e se avrà dimenticato anche come si protesta vuol dire che al paese non serve più,anche se fin’ora secondo il mio punto di vista è servito a poco ma è servito a parecchi dei suoi rappresentanti alle Regioni ed al Governo per ingrassare i loro conti correnti con stipendi da favola.
Alla fine, per il gioco dei resti su base nazionale, il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli è risultato eletto al Senato. Nel collegio uninominale era uscito sconfitto dalla candidata del centro destra Simona Petrucci, anche lei come Fabrizio Rossi (il candidato alla Camera che ha battuto Enrico Rossi) assessore al Comune di Grosseto. Per il centro sinistra senese l’elezione di Franceschelli è una buona notizia e anche una piccola soddisfazione, ma non cambia di una virgola la portata della sconfitta rimediata da Pd e cespugli vari. Quella rimane tutta e dovrà essere analizzata a fondo, perché gli errori sono stati tanti e madornali. Per il Pd si apre una fase “rifondativa” anche perché fino ad ora, per una ragione o per l’altra, l’opposizione non l’ha mai fatta ed ha sempre governato. Ma soprattutto perché per un partito nato sull’onda della “vocazione maggioritaria” ritrovarsi con il 19% (del 63% degli elettori) non deve eessere una bella sensazione…
Per il PD deve per forza aprirsi una fase nuova, credo però al tempo stesso che sarebbe richiesta anche un minimo di coerenza da parte di chi ha responsabilità, ogni tanto un passo indietro da parte di qualcuno sarebbe un segno forte della volontà di ripartire in modo diverso, se a curare la malattia saranno gli stessi medici che l’hanno provocata o trascurata credo che possa esserci poca credibilità.
Per quanto riguarda l’aspetto locale noi di Possiamo lo scorso anno non abbiamo avuto la puzza sotto al naso e come sinistra a sinistra del PD ci siamo spesi in maniera forte affinché nascesse la coalizione che ha poi vinto le elezioni. Come abbiamo affermato in campagna elettorale, è stata grande la delusione nel vedere che il PD a livello nazionale non abbia voluto, in grande, ripercorrere i passi di quello che a Chiusi avevamo definito un laboratorio politico da prendere ad esempio per le elezioni di domenica scorsa. E’ chiaro che a questo punto emergano forti perplessità su chi ha sostenuto quella scelta.
E senza una svolta vera sono grandi le perplessità su un partito che ha deciso di sostenere in maniera forte il governo Draghi e la cosiddetta agenda Draghi, il rigassificatore di Piombino, il sostegno alla politica coloniale americana con l’invio di armi all’Ucraina, il sostegno alle sanzioni che hanno avuto l’effetto di sanzionare i cittadini italiani, la candidatura e l’elezione in parlamento di personaggi come Casini.
x Luca Scaramelli. Luca, e hai detto nulla quando elenchi queste differenze… si tratta di differenze grandissime sulle quali qualsiasi partito che si reputasse serio non può sorvolare, accomodandosi e stringendo una alleanza perchè di cose in comune non c’è nulla nelle cose e nei fatti che elenchi. Visioni divergenti perchè si parte in entrambi i casi da questioni ”storiche” dove esistono dei pesi diversi e dei comportamenti diversi in ambedue i piatti della bilancia.Se così fosse si rischierebbe di ricreare a tavolino una alleanza della natura di quella che è intrinseca odierna nel PD e cioè una alleanza senza i fondamenti perchè si andrebbe a creare una alleanza fatta a tavolino che si regge sul nulla.Qui occorre credo esaminare le fondamentalità, gli interessi che si difendono e la composizione della società e la visione che si abbia di una società e capire perchè un fatto evolutivo di quest’ultima possa portare a perorare interessi o in un modo oppure in un altro ed è chiaro che ciò che debba pesare sia il contenuto e la visione che si possa avere del mondo che ci circonda. Loro dovrebbero fare un congresso,risolvere all’interno le loro beghe, poi percorrere strade per le quali si propongono alla società che vogliono rappresentare,con la consapevolezza che tale società debba contenere istanze progressiste e non rifagocitate dal sistema dove si opera e dove operano altre forze,che faranno di tutto per portare e cancellare le istanze di cambiamento dentro il partito. Scatterebbe allora il concetto di che cosa sia ”la modernità” ma non la modernità come è stata fin’ora intesa che ha portato acqua ai soliti noti ed alle solite classi note. Se nell’evoluzione della sinistra socialdemocratica e riformista ci debbano essere dei punti fermi , questi sono punti che riguardano il rispetto umano e l’ambiente, la coniugazione di forze che si oppongono ad una visione che possa stringere col mondo circostante delle intese e delle alleanze e continuare a succhiare risorse per ripartirle al nostro interno. Fin’ora questo è successo, anche dentro la sinistra e proprio questo aspetto ne ha segnato le difficoltà perchè quel partito non ha reputato opportuno di riconoscere nella politica applicata nei fatti ma solo a parole la necessità di cambiare giuoco e si è adagiato guardando ad espandere le alleanze non verso sinistra ma verso il centro, pienandosi di gente che smanettava e sgambettava per assicurarsi un posto al sole e per fare volutamente gli interessi di altre classi che a parole non trovavano spazio dentro di esso ma nei fatti era proprio quel partito a risolvere i problemi complessi di una società dove affioravano contrasti ed incomprensioni, volontà di non vedere e volontà di nascondere la polvere sotto i tappeti. Alla fine la gente che l’aveva sostenuto non lo sostiene più e lo si è visto.Anche perchè non mi sembra che ci voglia una intelligenza ed una sensibilità di livello superiore ad avere la visione del mondo che ho citato ed alla quale dovrebbe tendere un partito che si fa chiamare di ” centro sinistra ”.L’economia è una grande scienza e non è mai stata ”neutra” e quando mette in atto le proprie istanze ed obiettivi, alla fine o privilegia o condanna e tale applicazione comandata dalle classi al governo di qualunque tipo siano (destra, sinistra, centro destra o centro sinistra ecc. ecc)ripercuotono la loro utilità o meno sulle persone e sulle categorie di persone quindi all’analisi di tutto questo non si può sfuggire e la concezione dello sviluppo dove fin’ora ci siamo dimenati è quella dello sviluppo capitalista e keynesiano, altre visioni non sono esistite se non in fasi sperimentali durate anche decenni ma che non hanno retto al confronto con questa di cui si parla. Allora, l’appartenenza ad un partito come è il PD, e di quali e come siano le sue scelte segna valorialmente e riassume tutta questa condizione da
”impero di mezzo” dove nel divenire di rapporti economici specialmente nei periodi di crisi come qualla che attraversiamo,si rivelano visioni che portano a non avere novità, a non decidere in un senso o nell’altro, trovandosi però all’interno di un sistema produttivo dinamico che abbisogna di essere costantemente spinto da un motore che non ce la fa più a far spostare la macchina e che nello stesso tempo rifiuta il ricambio e l’applicazione di pezzi nuovi se non quelli che continuerebbero a produrre la materia che veniva prodotta prima. Ed è chiaro che questo può essere un sistema solo fallimentare perchè innanzitutto è subalterno alle scelte di altri, alle scelte della globalizzazione e delle multinazionali verso le quali per opporsi ha solo armi spuntate e non servono i proclami dell’autonomia dell’Europa nei confronti dell’approvigionamento delle materie prime ed energetiche perchè l’abbiamo visto cosa succede quando si è dipendenti da un padrone che ordina comportamenti che vengano solo a produrre utilità a lui stesso. Ma forse questa è una visione falsificata e mozza di concetti che dovrebbero operare per il bene di tutti e che invece fino ad oggi ci hanno recato problemi ed in futuro-qualsiasi sarà la politica del nuovo governo- sia tendente ad avere una maggiore autonomia all’interno dell’Europa sia a porsi nelle questioni internazionali in modo da diminuire la pressione del mondo circostante-sarà sempre una politica tesa purtroppo a mettere sotto l’osservazione dell’opinione pubblica pezzetti di realtà e a dargli impostazioni e visioni ” embedded” che servano utilitaristicamente a chi tira le fila da oltre atlantico. Il mondo oggi- e soprattutto le grandi potenze-sono arrivati anche a far a meno di riconoscere principi di fratellanza umana,di comportamenti umanitari, di progettare uno sviluppo che serva ad un futuro di pace bensì si stà richiudendo a riccio di fronte ai problemi che ci circondano e la cosa più grave è quella di non aver più materia di discussione critica sulle cose poichè ogni pensiero ed ogni idea che ci si possa formare sugli avvenimenti sono tutte cose viziate dall’interesse di circuiti più in alto di noi, falsate e piegate al volere di una conoscenza parziale ed anche al non riconoscimento del mondo visto anche con gli occhi degli altri. Quest’ultima condizione è la molla principale della guerra per la quale una delle parti debba prevalere con l’esclusione e la messa al tappeto dell’altra. E’ questa la visione pazzesca e velenosa per la quale qualsiasi evento si possa affermare- anche quello atomico- e se l’altro si trovi al punto di dover soccombere alle condizini imposte dall’altro contendente. E’ qui che credo occorra lavorare, su questo punto da parte di un partito che si richiama agli interessi generali di una gran parte della collettività e che non dimentica e che non si vende ad una di queste due istanze che si combattono al giorno d’oggi sia dentro di noi ma anche al di fuori. Ed allora se diamo uno sguardo alla carta geografica e teniamo presenti gli interessi dei popoli vorrei capire quale possa essere la risposta che si possa dare osservando tale carta geografica mondiale quando vediamo una nazione, anzi uno stato che invia armi ad un altro stato situato a 15000 Km di distanza(USA-Ucraina) e lo pone come bastone vicino ad un altro stato che si ritiene di dover bastonare in nome dei diritti umani che non sono mai stati rispettati da ambo le parti ma dei quali soprattutto in occidente non si è mai parlato. La stessa visione della Cina che reclama Taiwan e la considera proprio territorio non mi sembrerebbe tanto campata in aria e senz’altro questo deve rimanere a piè fermo che non debbano essere usate condizioni ed azioni di forza bruta o militare per riprendersela, ma anche in quel caso basterebbe dare un occhiata alla cartina e capire a chi possa appartenere quell’isola che ha ospitato storicamente un generale fascista come Chang kai Shek pagato al soldo degli Americani e degli inglesi che si rifugiò in quel territorio preparato alla sua accoglienza mesi e mesi prima che Mao prendesse la Cina-cosa questa che ormai era nelle condizioni divenute insostenibili anche per gli americani che hanno voluto piazzare un riferimento loro e dare la libertà a quel popolo basata sui loro soldi e sulla loro concezione di sviluppo, contravvenendo ad ogni disposizione della carta delle Nazioni Unite nel riconoscimento della repubblica Popolare Cinese finchè gli è stato possibile con l’aiuto di tutti gli occidentali.Ce lo ricordiamo chi era che si opponeva per il riconoscimento in sede ONU della Cina che allora contava un miliardo di persone oppure la memoria è talmente corta che si può dire ciò che s voglia? Alora se la storia su certi fatti è una indagine oggettiva e rappresenta appunto una condizione esente da osservazioni interessate di parte, probabilmente si vedrà che le ragioni di tali considerazioni a rappresentare Taiwan come una parte di territorio cinese da parte della Cina Popolare siano fondate. Andando a testa bassa e misconoscendo il metodo del dialogo pacifico c’è solo uno sbocco: quello della guerra ed è inevitabile che ci si arrivi. Allora in una economia globalizzata ma soprattutto oggi interdipendente vediamo quali siano le asperità per le quali si creino costantemente attriti, tagli alle materie prime da parte di uno stato verso altri stati, sanzioni, inibizioni alle relazioni, eliminazione del parlarsi costantemente.E’ la strada inevitabile per l’ecatombe d tutti. Gli errori li fanno tutti e non sono solamente di una parte ma quando si inizia una politica nella quale si dice da parte di un Presidente del Consiglio che sentiamo sia nelle speranze di Renzi, Calenda, del PD fondamentalmente come propria politica , di un Berlusconi and Co. di poter essere rieletto, le precise parole pronunciate che ”Putin deve perdere” ci si allinea per fila e per segno dietro gli interessi americani che sono quelli di venderci il loro gas ai prezzi che loro stessi vogliono,di inviare armi ad una parte già sostenuta da anni ormai dagli USA ma anche come alleati dalla Nato, senza curarsi delle conseguenze di questi gesti anche perchè direttamente loro non sono gli interessati diretti dalla guerra,ma vorrebbero fruire delle conseguenze una volta affossata la russia.Forniscono le armi più sofisticate all’ucraina mentre quest’ultima sta facendo la guerra per delega e noi italiani dietro di loro. Il fine di tutto questo è il poter mettere le mano sulle immense risorse naturali della Russia, abbattere il loro governo dall’interno e sostituirlo con un governo più prono ai loro interessi. Agli americani della libertà degli altri nella loro storia non gli è mai interessato nulla, nemmeno durante la guerra di liberazione dal nazismo che è stata da loro condotta sul nostro territorio perchè era automatico che secondo i patti di Yalta si erano spartiti le sfere di influenza con gli altri che avevano condotto la guerra e cioè con la Russia,l’Inghilterra e la Francia, trattando col Giappone la sua resa dopo averlo messo in ginocchio con Hiroshima e Nagasaki ma accettando le condizioni espresse platealmente del loro Re Hiro Hito di mantenerlo al potere con tutta la sua famiglia e preservarlo da ogni situazione di ribellione possibile del suo popolo. Questi sono i veri traditori del proprio popolo oggi portati dallo stesso popolo su un vassoio d’argento, usati come un monito-quello nucleare e quello militare al tempo dell’URSS che aveva avuto ben 20 milioni di morti.Una nazione sotto terra, prima con i guasti della rivoluzione interna del 1917 poi con l’invasione hitleriana.Allora, se tutta questa politica è giunta fino a noi oggi a me sembra che soprattutto sia una politica imperiale e sanguinaria che si è riversata soprattutto sula schiena dei popoli coloniali del mondo applicata da chi li comandava senza lesinare nulla al sangue, alla forza, al dominio perchè era la rivoluzione mondale di tali popoli che faceva paura e così è stato per tutto il ‘900. Crollato l’URSS e ricostruita su basi prettamente nazionaliste e capitaliste e non senz’altro socialiste imperfette -se vogliamo così chiamarle- soprattutto da un pugno di uomini che hanno mafiosamente messo le mani sulle sue grandi ricchezze e delle quali se ne sono assicurata la spartizione, il confronto è andato avanti e un altra yalta non c’è più stata poiche gli stati occupati dall’Unione Sovietica via via sono stati smantellati e passati alla concezione del mercato nella quale sono stati culturalmente ed economicamente investiti da parte degli Stat Uniti miliardi di dollari, non ultima appunto l’Ucraina spingendosi fino a rappresentare una testa di ponte ai confini della Russia che gelosa della sua indipendenza nazionalista ha ritenuto opportuno dopo anni di guerra armata delle popolazioni russofone ed a lei legate di intervenire militarmente ed eccoci arrivati al dunque,dove il dunque è solo un paravento fatto di parole e di concetti che non sono mai stati rispettati perchè non è vero che siano stati da una parte sola non rispettati quando si parla di diritti umani, di politiche repressive, di guerra alle etnie, di nazismo militare perchè è un discorso da ragazzi a capire che dietro tutto questo c’è una guerra mediatica innanzitutto tesa a coinvolgere l’Europa che ha le basi Nato nei suoi territori e le chiavi delle rispettive valigette atomiche non pensiate che siano date in uso alle forze militari di paesi instabili politicamente come l’italia perchè se lo pensaste vi sbagliereste di certo.Noi copriamo il ruolo di meri esecutori, di meri ospitanti nel proprio territorio di basi militari americane, obiettivi di guerra diretta in caso di conflitto atomico che diventa ogni giorno più possibile. Quindi la situazione quesa è ed a questa ci siamo arrivati perchè si è perseguita una politica intimamente legata agli interessi di una delle due grandi potenze e questo non è un segreto per nessuno. E’ interesse nostro tale comportamento ? Me lo domando, perchè il contrario di questo sarebbe il cadere sotto le grinfie dell’Orso Russo ? Mai la russia ha osato dar segni di scatenare una guerra verso l’Europa ma altrettanto non tollera ai suoi confini che gli si puntino addosso armi di lunga gitata che possano raggiungere il suo territorio.Provate ad immaginare cosa succederebbe al Messico se ospitasse nel propri territorio armi rivolte verso gli Stati Uniti ? Beh, se mi leggete e non vi siete stancati vi dico che sicuramente succederebbe quello che è già successo a luoghi come Panama, Guatemala.Honduras per non nominare Cile e Brasile,Bolivia e tentativi reiterati verso il Venezuela di riprendere il comando della situazione e del suo petrolio e se uno di questi paesi osi alzare la testa se ne abbatte il governo o con i soldi e con la corruzione oppure manu militari.Per non parlare poi dell’Africa dove la decolonizzazione prima che si affermasse ha visto le ex potenze coloniali Francia, Inghilterra, Portogallo ostacolare con ogni mezzo dal politico al militare l’autonomia di quelle popolazioni.Nel Medio Oriente gli alleati di ferro come Arabia Saudita, Kuwait, Qatar in buona compagnia di israele hanno visto interventi dominanti la politica di questi paesi proteggendo gli emirati e le nazoni produttrici di petrolio, anche se qualche pedina gli è andata storta come in Iran. Nel sud est asiatico e nelle sfere di influenza della Cina le cose si erano messe non tanto bene e per molte ragioni hanno dovuto fare retromarcia comunque sostenendo guerre durate più di venti anni con milioni di morti e dividendo intere nazioni sia sul piano politico e civile sia sul piano mlitare, come Vietnam, Cambogia, Laos. Ma se si va’ a vedere nello specifico come oggi siano cambiate certe relazioni vedremo che la Cina abbia esteso la propria influenza anche nel sud est asiatico ed anche in Africa e nel Pacifico che sostanzialmente resta in mano americana.Allora quando parliamo di diritti umani e di libertà parliamone con cognizione di causa perchè tali espressioni sottintendono condizioni che tante popolazioni non sanno nemmeno cosa siano ma che la propaganda ha talmente elevato a scopi emulativi di condizioni di vita che a popolazioni che escono da uno sfruttamento coloniale durato secoli e decenni appaiono conquiste irrinunciabili. Il mondo cambia velocissimamente e pensare che a tal proposito per citare un esempio pensiamo che l’odierno Vietnam a conduzione di governo Comuinista compera armi americane dagli stessi Stati Uniti per cautelarsi contro la Cina.Acerrimi nemici in un recente passato degli americani invasori quali agenti divisori delle loro comunità ed identità nazionali, oggi sono ”mercanti assieme” nell’acquisto di dotazioni militari dimenticando che i bombardamenti americani hanno prodotto nell’intero Vietnam più di 5 milioni di vittime. Ecco perchè-tanto per farvi intendere quale sia il diverso comportamento delle menti degli uomini- che si adeguano sin da subito alle situazioni, che magari alle generazioni precedenti sono costate milioni di morti per diventare indipendenti. Una volta il pagare costi umani per la propria indipendenza significava essere un sicuro baluardo interno alla smantellamento degli stati nazionali e la migliore garanzia che contro la perdita della propria libertà il popolo lottava unito. Ogi la globalizzazione dei mercati ha spazzato via tale concetto e tale condizione e non si lotta più per difendere la patria nazionale ed il partito guida ma si scappa e si fugge davanti all’avanzare del nemico accettando poi le conseguenze che non vi sia più patria e nazione ma che questi concetti sia sostituiti nel silenzio e nella indifferenza dai valori globali del mercato.Sono le ragioni dei soldi che hanno conquistato le menti ed il mondo che la fanno da padrone, che hanno distrutto le ideologie ma anche le idee e delle quali oggi ci si lamenta che non esistano più, soprattutto da chi ha vissuto i fatti della storia dove lottare per una idea era un titolo di credito per assurgere a concetti di indipendenza e di progresso su scala nazionale, di valorizzazione delle proprie risorse ed intelligenze. La globalizzazione che non hanno voluto le classi subalterne ma i partiti legati agli interessi di quelle dominanti che hanno trasformato anche quelli delle classi popolari modificando artficialmente anche il concetto della ” lotta della classi” e sostituendolo con ”l’invidia di classe” e l’hanno raggiunto tutto questo con la prevalenza e la proprietà mediatica ed il suo uso a questo finalizzato e cioè di far ragionare la mente umana a seconda degli interessi che gli hanno mostrato di fronte e che si potessero raggiungere.Una pia- e più che pia- una velenosa illusione… Credo che veramente vi sia bisogno di una nuova rifondazione seguendo tali concetti da parte dell’espressione dei partiti delle classi subalterne,per non ricadere negli stessi errori commessi ed essere impermeabili all’azione costante e continua ed anche silente di chi ci vuole schiavi, magari con frigorifero e televisione e auto sotto casa ma sostanzialmente schiavi ed ubbidienti alle leggi del capitale che hanno sconvolto l’equilibrio mondiale.Ecco quella che dovrebbe essere l’anima di un nuovo PD e non quella con cui è stato animato fin’ora per effetto della scalata e della presa di un partito prettamente democristiano che credo affronti il problema non curandosi prettamente dell’indipendenza da certe leggi economiche-anzi le ha favorite e sempre protette come sua visione generale del mondo- ma con lo sguardo invece rivolto altrove ed a questioni più attinenti alla condizione umana senz’altro, ma viste più prettamente dal lato della trascendenza e dell’individualismo personale dietro la facciata della libertà. Estremizzando i concetti nel senso di non ” ritornare all’illuminazione a candela” ma a contribuire a creare un sistema di cultura che possa essere critico su tali argomenti e scegliere la propria strada ed a non chiamarlo nazionalismo ma ”universalità”. Solo una cultura completa può fermare la guerra nel concetto della politica e solo una cultura completa e comprendente tali concetti può garantire il successo e l’avanzamento dei diritti e delle libertà delle classi meno abbienti, ma la vedo dura perchè ormai è il sistema dei soldi che ha soggiogato anche le possibilità della conoscenza e le ha piegate all’utilizzo delle classi che l’adoperano a loro esclusivo diretto ed indiretto vantaggio.Quindi se non si ha una profonda revisione delle fondamentalità, il tempo che rimane davanti è poco e porta sicuramente se non ad una vera e propria estinzione sicuramente ad un fallimento politico,cosa questa che stà già avvenendo in termini di rinuncia al progressismo di fronte allo scorrere della complessità moderna. Scusate la lunghezza.
A mio avviso, il dibattito che si va aprendo nel PD dopo la cocente sconfitta, parte con il piede sbagliato. Giunti a questo punto del disfacimento politico di un partito, che non ha mai avuto una sua anima, sarebbe davvero da incoscienti seguitare a pensare alla politica come alla conquista di poltrone. Quello che voglio dire, è che mettersi a discutere sul nome del futuro segretario, è un modo di intendere la politica da tifoserie. Il nome sarà il risultato di un confronto sulle idealità da riscoprire, sui programmi per cui battersi.
Per quanto mi riguarda io voglio contribuire a ricostruire un partito, che sappia riscoprire a pieno lo spirito del Dettato Costituzionale, per tornare ad essere di nuovo un soggetto politico partecipativo. Un partito che deve scegliere da che parte stare, da non confondersi con il lontano operaismo, sia chiaro. Un partito che torni a discutere di economia e a proporne un modello al Paese e per il quale intende battersi. Io voglio battermi per un modello di economia certamente di mercato però su basi solidaristiche: si chiama SOCIALDEMOCRAZIA. Cosa ben diversa dal Liberismo a cui abbiamo dato troppo ascolto negli ultimi decenni, contribuendo così al diffondersi di quell’unica narrazione che recita così: “Meno Stato, più mercato”. Gli effetti nefasti li abbiamo davanti. Io sono per il ritorno di uno Stato protagonista, non notaio, ruolo a cui la relegato il Liberismo.
Mi angoscia ascoltare gli appelli di papa Francesco (io voglio sottolineare che sono un ateo), sulla necessità di costruire altri modelli economici, che mettano gi esseri viventi, la natura, in primo piano. Parla di economia cooperativa e solidaristica. Parla di un Sud del mondo che sta subendo gli effetti devastanti di questa globalizzazione, così come li ha subiti lo stesso Occidente. Delocalizzazioni, bassi salari, precariato, ritorno dello schiavismo e noi silenti, anzi abbiamo pure cancellato l’articolo 18 e votato la Legge Fornero.
Non si sente un intellettuale, un nostro dirigente, esprimere un parere, un apprezzamento. Lasciato solo. Noi dobbiamo tornare a parlare con gli artigiani, con gli imprenditori, con tutto quel ceto medio produttivo, che è stato ammaliato dalla favola dei bassi salari, che ha subito l’invadenza tracotante delle multinazionali, offrendo loro una prospettiva diversa. Così dobbiamo parlare di un Europa che negli ultimi tre anni è cambiata notevolmente, dall’austerità agli investimenti. Ma non basta. Bisogna che non discuta più della lunghezza dei cetrioli, del mettere in discussione l’olio d’oliva, il parmigiano.
Questa è la strada per ridare fiato ai nazionalismi. Un Europa che torni ad essere protagonista sullo scenario internazionale, attraverso una strategia di cooperazione e non di rapina, come è stato fino ad oggi. Un Europa che certo sta dentro l’Alleanza Atlantica, ma con spirito critico. Insomma la vicenda Afghana, ha messo in luce tutto un atteggiamento troppo supino agli USA. Ecco una sinistra europea e italiana, che torni a posizionarsi su questi principi, rappresenterebbe senza dubbio un’altra sponda, a cui i popoli potrebbero guardare.
X Renato. Forse è troppo tardi e le cose se cambieranno cambieranno solo al prezzo di grandi tragedie perchè il corpo sociale non ha più la forza di opporsi alla tracotanza del sistema. Qui non c’entra l’operaismo ma non c’entra nemmeno la socialdemocrazia in un mondo che ha quasi tre miliardi di poveri, un miliardo sotto il minimo biologico e noi pensiamo alla socialdemocrazia o ad essere trainanti su codesto terreno ? Se non si rifonda su altre regole il partito delle classi subalterne è finito e finirà anche il concetto di una europa attenta al sociale che già da adesso scricchiola sotto il peso delle materie prime che non trova e che è guardata dagli USA con occhi che una volta venivano definiti strabici e cioè ”un occhio che giuoca a biliardo e l’altro che conta i punti” e questo come atteggiamento se pensiamo che possa cambiare ci sbagliamo ndi certo perchè gli stati Uniti come nazione più potente a capo della Nato non tenderà mai che noi si possa abbandonare tale recinto ma nello stesso tempo veniamo ”mazzolati” dalla sua politica energetica che si annuncia ancora più pesante nei nosri confronti. In questo senso l’autonomia europea è un miraggio perchè questa si realizza solo con una totale indipendenza politica ed economica e quindi con la collaborazione mondiale e non solo con lo zio Sam. Socialdemocrazia ? la socialdemocrazia anche quella degli stati contenuti nell’europa fin’ora è servita a detti stati perchè gli egoismi naziomnali non fanno paria manifestarsi ad ogni occasione. Anche con la rifondazione di un PD come lo è oggi ci vorrebbe la rifondazione di un europa che sia dei popli e non dei mercanti, della finanza e delle borse e che la stessa produca benenessere essendo aperta al mondo e non con i veti di chi stà a 15000 kilometri sennò ogni cosa che diciamo sono solo discorsi e basta.Ed infatti è questo che si stà verifiando fin’ora sia nel PD ma anche nel cuore etico ed amministrativo dell’Europa dove il segnale è quello dell’aumento dei nazionalismi mentre dovrebbe essere il contrario..
Io parlo di cooperazione Nord Sud del mondo. E l’Europa, se le forze progressiste sapranno guidarla, dovrebbe svolgere una funzione primaria. Non più quindi il vecchio colonialismo, che sta di nuovo strozzando continenti come quello africano. Per fare un esempio, riscoprire l’esperienza di Mattei, potrebbe essere utile. Certo bisognerebbe appoggiare i movimenti che puntano ad una democrazia in quegli Stati, e non ripetere l’errore che si fece negli anni cinquanta e sessanta, quando l’Occidente a guida Americana, lavorò per affossare quei movimenti. Penso all’Iraq e all’Iran. Oggi forse non avremmo tutti questi integralismi.