ADIOS CALENDA, IL CENTRO SINISTRA TORNA VERGINE… E ADESSO? SI RIAPRE IL CAMPO LARGO?

lunedì 08th, agosto 2022 / 10:56
ADIOS CALENDA, IL CENTRO SINISTRA TORNA VERGINE… E ADESSO? SI RIAPRE IL CAMPO LARGO?
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Allora il prode Calenda, che fino ad ora aveva provato in tutti i modi a dettare a Letta la lista degli invitati, per il matrimonio, ieri in diretta Tv ha gettato la spugna e ha rotto il patto chiamandosi fuori dall’alleanza con il Pd, i socialisti, i radicali, Brunetta e la Gelmini, Di Maio e pure Bonelli e Fratoianni. Motivo: non ci voleva Sinistra Italiana e i verdi. Letta è rimasto così col cerino in mano. “Per Calenda l’unico alleato possibile è… Calenda” ha scritto in un post il segretario Dem, dimenticandosi però di dire che fino alla mattinata di ieri, Calenda era l’alleato più affidabile per lui e per il Pd.  Ora, senza Calenda (e probabilmente senza gli ex Forza Italia che lo seguiranno per poi allearsi con Renzi) il Pd tornerà per forza di cose e per scelta altrui a guardare a sinistra e all’area ecologista, con Sinistra Italiana che senza Calenda, non ha più remore e ha disdetto pure la consultazione on line degli iscritti come richiesto da 4 componenti la segreteria nazionale. Il quesito proposto infatti riguardava proprio l’alleanza con Calenda, venendo meno il soggetto, la domanda decade…

Spettacolo generale da teatrino di periferia.  Ora il Pd proverà a dire che il centro sinistra si ricompone e non è solo “centro”, ma lo farà, come dicevamo, per scelta altrui e tardivamente. Pur di allearsi con Calenda aveva messo in un cassetto la transizione ecologica, il reddito di cittadinanza, il superbonus, aveva rispolverato il nucleare, dato l’ok ai rigassificatori…

Sui social adesso sono in molti anche tra gli elettori Pd, a chiedere che Letta si faccia immediatamente da parte e prenda il primo aereo per Parigi. Fare il segretario di partito non è mestiere per lui. Farlo del Pd meno che mai.

Molti chiedono che adesso, dopo l’accordo con Sinistra Italiana e Verdi, il Pd provi a ricucire anche il “campo largo” coi 5 Stelle di Conte. Operazione anche questa che sarebbe tardiva e tirata su per i capelli, ma anche – diciamolo – l’unica che possa far sperare il centro sinistra di giocare la partita o quantomeno di non perderla a rotta di collo.

Peggio di così il Pd e tutti gli altri del centro sinistra la fase pre elettorale non la potevano giocare. E la colpa non può essere data solo alle velleità e alle bizze di Calenda. Enrico Letta che già con il collegio di Siena che lo ha eletto 10 mesi fa, si è comportato male, abbandonandolo dopo aver promesso ai 4 venti e in tutti i comuni impegno per il territorio, ci ha capito poco o niente anche come leader del maggior partito: prima rompendo con i 5 Stelle dopo aver parlato di “campo largo” per mesi, poi imbarcando Calenda, Di Maio e gli ex ministri di Berlusconi, rimangiandosi anche i punti programmatici socialdemocratici portati avanti dal governo Conte II, ora per esser rimasto anche senza Calenda… In sostanza non ne ha azzeccata una.

Una pessima figura l’ha fatta anche Fratoianni, che dopo essere stato all’opposizione del Governo Draghi, pur di ottenere uno strapuntino, neanche troppo sicuro, per se stesso e pochi intimi ha preferito forzare la mano per giocare con Letta, quando avrebbe potuto e dovuto cercare sponda nel resto della sinistra rappresentata da Unione Popolare (Potere al Popolo, Rifondazione, e De Magistris) per adombrare un polo a sinistra del Pd, anche in prospettiva futura, o cercare un accordo con il M5S depurato ormai dalla componente destrorsa, populista e sovranista…

Questa sinistra incapace di trovare una sintesi e una prospettiva comune, sarà ricordata come quella che ha spianato la strada e consegnato il Paese a Giorgia Meloni e agli eredi dei fascisti. Con il rischio dal 25 settembre, di dover festeggiare il 28 ottobre invece del 25 aprile…

Comunque, a questo punto, sia pure sul filo del gong, e in modo rabberciato, noi un tentativo di rimettere insieme i cocci del campo largo lo faremmo. Chiedendo scusa per tutto quello che è successo in queste ultime settimane e fissando 4-5 punti programmatici ben chiari su cui provare a chiedere il voto. Per campo largo intendiamo il centro sinistra imperniato sul Pd, il M5S e sebbene sia ormai molto tardi, anche Unione Popolare. Perché il rischio non è solo la debacle elettorale e la vittoria della destra a guida neofascista (perché Giorgia Meloni, pur essendo molto giovane, da lì viene e non ha mai disdegnato i saluti romani ai suoi comizi), ma anche quello di vedere un’astensione alle stelle, proprio per mancanza di credibilità della politica. Solo una proposta in qualche modo unitaria a sinistra, può evitare la deriva del non voto di massa e della fuga dalla politica.

Intanto però anche il centro destra, che tutti danno vincente, non è così unito come sembra: sulla proposta del “blocco navale” per fermare gli sbarchi dei migranti nel Mediterraneo (siamo sempre lì) avanzata da Giorgia Meloni, Forza Italia si smarca e dice che è una sciocchezza. In effetti sembra che Meloni e Salvini non sappiano parlare d’altro. Siamo ancora al nemico che arriva dal mare… In effetti per i fascisti, nel ’43 il nemico arrivò proprio dal mare, giù in Sicilia…

Ma la risposta più efficace a Giorgia Meloni, sul tema l’ha data qualche giorno fa il comandante Gregorio De Falco, senatore ex M5S ora “Centro democratico”, uno che di legge del mare ne sa abbastanza:

“Ci risiamo. L’On. Giorgia Meloni rispolvera e rilancia, a sproposito, l’idea del blocco navale, evidentemente senza avere la minima contezza di ciò di cui parla.
Il blocco navale è disciplinato dall’articolo 42 dello statuto delle Nazioni Unite ed è un’azione militare finalizzata ad impedire l’accesso e l’uscita di navi dai porti di un Paese o di un territorio. Esso non è consentito al di fuori dei casi di legittima difesa.
Il blocco navale è un atto di guerra, fosse pure fatto in accordo con qualche autorità libica o di altro Paese, ed alla guerra non è certo estranea la morte. Esso ha un inevitabile punto di caduta: le regole d’ingaggio devono contemplare anche l’ammissibilità in concreto di dare attuazione all’impedimento del passaggio, attraverso la facoltà, in extrema ratio, di aprire il fuoco sulle persone, pure se vi siano tra di loro bambini di sei mesi. È chiaro che nessuno darà mai l’ordine di uccidere, ma è altrettanto chiaro che l’impedimento al passaggio può causare la perdita di vite umane.
Immaginare blocchi navali è, in realtà, attaccare il diritto al soccorso, che è parte del più ampio diritto alla vita. E se s’inizia a colpire questo diritto, negandolo a qualcuno che non siamo noi, si intraprende una china che precipita sempre di più, e che prima o poi coinvolge tutti, anche coloro che si sentono al sicuro, indifferenti alla sorte delle persone che muoiono in mare. Persone, appunto, non numeri o “clandestini”. Giorgia Meloni, il blocco navale è illegale. Se non lo capisci, fattelo spiegare”.
Basterebbe questo per non votare il centro destra a trazione Meloni. Purtroppo non basterà. ma teniamolo a mente.
m.l.

 

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