CHIUSI, L’ALTRA META’ DEL CIELO (QUELLA BELLA) RACCONTATA DA LELLA COSTA

lunedì 08th, agosto 2022 / 11:08
CHIUSI, L’ALTRA META’ DEL CIELO (QUELLA BELLA) RACCONTATA DA LELLA COSTA
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CHIUSI – Sabato sera Piazza Duomo era stracolma di gente per assistere al monologo di Lella Costa, mattatrice anti-conformista ed istrionica, una delle “signore del teatro” italiano.
Il suo Se non posso ballare … Non è la mia rivoluzione (progetto drammaturgico di Serena Sinigaglia liberamente tratto da Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini) ha fatto quasi sold out.
Una sola donna sulla scena, Lella, alter ego di molte altre, ha animato il palco per un’ora e mezza circa trasportando lo spettatore attraverso secoli di storia sommersa, tutta al femminile, perché il tempo, si sa, è abituato a celebrare e compiacere in modo esclusivo quel genere eletto come superiore.
In un ordinato succedersi di parole, versi e musica, attraverso la voce della protagonista si sono legittimate al cospetto di un pubblico attento 97 donne valorose che non solo hanno fatto la storia ma l’hanno anche notevolmente cambiata.
Nulla o poco dicono di loro i testi scolastici, nominate soltanto quando è proprio impossibile evitarlo, ombre leggere che si muovono in un parterre tutto al maschile, gli angeli del focolare cominciano a brillare di luce propria attraverso la figura raffinata della protagonista
Né una via, né mai una piazza è stata intitolata ad una di loro eppure di strada ne hanno fatta, hanno abbattuto i muri del pregiudizio e a denti stretti, con le loro mani nude, hanno costruito il loro destino cambiando le sorti del mondo.
Alfonsina Strada, Rosa Parks, Virginia Woolf, Eleanor Roosvelt, Coco Chanel, Maria Callas, Eleonora Duse, Marie Curie, Rita levi Montalcini, Edith Piaf, Mileva Maric, Artemisia Gentileschi e tantissime altre si sono alternate sull’arena usando il corpo di Lella Costa, sovvertendo canoni, inclinando clichès, stravolgendo stereotipi e combattendo la tradizione.
Ognuna a suo modo, attraverso l’arte o la scienza, la matematica, lo sport, la moda o la letteratura , è stata strega a modo suo.
Ogni essere umano intelligente e capace ha il potere che ha la terra quando le viene affidato un seme , con calore e acqua in abbondanza, germoglia.
Le donne della piece hanno dato fiducia ad un sogno, lo hanno protetto esattamente come fa la terra con la semenza; non lo hanno ostracizzato quanto piuttosto lo hanno accolto e venerato con dedizione facendo, attraverso di esso, spuntare i segni del cambiamento sociale.
Nel quindicesimo secolo le ragazze belle e capaci, che conoscevano i segreti dell’alchimia e che si interfacciavano con situazioni legate alla vita (come la nascita) o alla morte (malattie terminali ecc…) venivano talvolta accusate di stregoneria e per questo gettate in mare con le mani e piedi legati, quelle che riuscivano a liberarsi e a nuotare venivano dichiarate streghe e per questo condannate a morte.
Di acqua ne è passata sotto i ponti dal Processo alle streghe di Salem, specchio di un periodo buio e controverso , e grazie anche alla rivoluzione culturale compiuta dalle 97 voci sommerse della piece sono stati fatti diversi passi in avanti nel lungo percorso dell’emancipazione femminile.
Forti, libere e instancabili; unite e ferme nella convinzione che gli esseri umani, nelle loro reciproche unicità hanno pari dignità umana e sociale, queste donne ci hanno ampiamente dimostrato che anche se qualcuna di loro viene gettata in acqua non soltanto nuota ma dignitosamente balla.
Un progetto importante quello che nasce dal connubio Costa-Sinigaglia, un’occasione per riflettere e per buttare un occhio in più su dei clichès che purtroppo ancora oggi non sono del tutto superati , dove la donna è madre oppure è strega … (anche se a voler essere onesti fino in fondo, per quanto le viene giornalmente richiesto in termini di figli, casa, lavoro e fairplay un po’ di magia in tasca e qualche incantesimo le farebbero piuttosto comodo).
Ancora una volta il teatro ci ha rivelato un’altra grande verità: la donna, chiunque essa sia, fata o fattucchiera, principessa o cameriera è in grado, esattamente come un uomo, di far muovere i meccanismi del modo usando grazia e sapienza, comprensione ed intelligenza e soprattutto (quasi sempre) facendo a meno del calcio.

Paola Margheriti

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