L’INGANNO DEI 5 REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA DEL 12 GIUGNO: NOI ANDREMO AL MARE. PER SCELTA POLITICA

Domenica prossima,12 giugno, saremo chiamati alle urne anche nei comuni che non hanno le amministrative, per esprimerci su 5 quesiti referendari. Quesiti che i promotori hanno definito “per una giustizia giusta”. Si tratta infatti di questioni che riguardano la magistratura e la gestione della giustizia, questioni sulle quali la politica e il Parlamento non sono stati in grado di legiferare. E così qualcuno ha pensato di far pronunciare il popolo sovrano. Come se dovessero essere i cittadini a togliere le castagne dal fuoco ad una politica inconcludente.
A proporre i referendum sono state le 9 regioni guidate dal centro destra. Gente che con la magistratura ha avuto spesso a che fare e vorrebbe in qualche modo metterle un freno. Più i soliti Radicali, per motivi di “garantismo”, dicono loro.
Tra i quesiti proposti c’è anche quello che riguarda l’abrogazione o meno della Legge Severino, quella che sancisce l’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche pubbliche elettive di chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per delitti di una certa gravità. Detto che per la Costituzione e per l’ordinamento giuridico italiano una persona è innocente fino a condanna definitiva (terzo grado di giudizio), “il quesito non punta ad eliminare quegli aspetti critici della Severino che hanno suscitato dubbi di costituzionalità, come la sospensione di diritto degli amministratori locali che abbiano riportato condanna non definitiva, ma travolge l’intero Testo Unico. Dal punto di vista del nostro ordinamento costituzionale il Decreto Severino dà attuazione all’art. 54, secondo comma che prevede che: “i cittadini a cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di esercitarle con disciplina ed onore”. Non si comprende per quale motivo i cittadini italiani dovrebbero sbloccare a corrotti e corruttori la strada del Parlamento, del Governo e delle istituzioni politiche locali”. Questo lo dice Domenico Gallo, ex deputato e magistrato, su Micromega.
Gli altri 4 quesiti sono ancora più “oscuri”, almeno per quanto riguarda il grande pubblico. Sono tutti materia da parlamento e Corte Costituzionale e tutti è 5 si prestano, secondo Gallo e molti altri, e anche secondo noi, ad un voto influenzato da pregiudizi e slogan ingannevoli. Come può un cittadino comune decidere con un sì con un no decidere su materie come “la separazione delle carriere” o la “limitazione delle misure cautelari”? In quest’ultimo caso “il quesito non interviene sui possibili abusi della custodia cautelare, ma travolge tutte le misure cautelari, sia quelle detentive (come la custodia in carcere o gli arresti domiciliari), sia quelle non detentive, come l’allontanamento del coniuge violento dalla casa familiare o il divieto per lo stalker di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Esclusi i delitti di mafia e quelli commessi con l’uso delle armi, l’abolizione delle misure cautelari, nel caso sussista un pericolo concreto ed attuale di reiterazione dei reati, avrebbe l’effetto di smantellare qualsiasi forma di contrasto alle attività criminali in itinere, esponendo le persone offese a rischi non altrimenti evitabili. Si pensi agli atti persecutori che possono durare all’infinito, se non viene posta nessuna limitazione alla libertà dello stalker di perseguitare la sua vittima. Si pensi a reati particolarmente odiosi come i furti in abitazione, il traffico di droga o la pornografia minorile”. Sempre Gallo su Micromega che poi conclude così: “In conclusione, con i referendum non si opera alcuna riforma della giustizia, bensì una riforma contro l’amministrazione della giustizia, contro l’eguaglianza e i diritti delle persone. Tutto ciò allo scopo di maggiormente tutelare il ceto politico e i colletti bianchi dagli effetti negativi del controllo di legalità”.
In sostanza i 5 referendum puntano non a migliorare l’amministrazione della Giustizia, ma ad assoggettare la giustizia al potere politico, in piena violazione del dettato costituzionale. La sede per fare le riforme è il Parlamento, chiamare a decidere il popolo, con slogan populisti e garantisti solo per i soliti noti, è un inganno.
Non è bello e non lo facciamo a cuor leggero, perché il voto è un diritto-dovere e il referendum uno strumento fondamentale dell’ordinamento democratico, ma di fronte ad un inganno e ad un tentativo di forzare le maglie dei controlli di legalità e l’indipendenza della magistratura, crediamo che la risposta più efficace sia il NON VOTO. L’astensione per far saltare il quorum e dunque rendere inutile la consultazione. Votare NO potrebbe non bastare ad arginare il tentativo di cui sopra. Noi il 12 giugno andremo al mare. O a fare una bella gita. Per scelta politica, non per indifferenza.
M.L.
Personalmente non la penso proprio come dici tu anche se sono d’accordo con le ragioni che hai espresso. Il tuo discorso è un discorso strategico che punta a rigettare il referendum e a on far raggiungere il quorum per il quale possa essere valido in entrambi i casi sia se vincessero i no o vincessero i si. Sono ugualmente d’accord con te che è cosa difficile da parte del grande pubblico stabilire quale possa essere la linea giusta sulle probabili ”riparazioni” di ciò che non funziona ma a volte basta solo guardare e politicamente dandogli un significato ed un peso” ai proponenti che sono per la maggior parte della parte politica della destra che vorrebbero stravolgere le colonne portanti espresse sia dalla Costituzione sia dalle procedure parlamentari che si sono avute negli anni che hanno seguito la formazione delle disposizioni prese dal Parlamento. Io credo che basterebbe solo guardare chi se ne possa avvalere di più come parte politica di queste che loro chiamano ”innovazini per riparare quello che secondo loro sia cosa storta” oppure ” messe in regola” perchè come vedi è sempre quella parte politica che ha noia che vi siano strutture che possano condannare le congreghe politiche e le distorsioni soprattutto mafiose di quello che è stato tentato di fare all’Italia anche con il tentativo del referendum costituzionale che hanno per fortuna perso.Ed oggi ritornano all’attacco perchè non gli và giù ed io invece credo che soprattutto a loro si debba dare un alto là e non andare al mare ma far vedere loro che certe cose ed istituzioni votate dal Parlamento non possano essere cambiate nella loro interezza, stravolte od eliminate come possa convenire ad una parte (gli esempi del passato non mancano davveroi nella storia d’Italia, Craxi. Berlusconi e tantissimi altri della prima e della seconda repubblica) perchè sarebbe come buttare l’Italia nelle braccia lunghe delle mafie e guarda bemne che non stò dicendo che le parti proponenti siano mafiose ma con il valore ed il concetto della liberalità si darebbe agli individui ed ai gruppi lo strumento per essere più liberi di non incontrae resistenze per gli avvenimenti ed i fatti delinquenziali che la legge decide di valutare come tali. Alle persone comuni ed ai cittadini comuni non fa paura e non temono le tante paventate ingiustizie verso chi possa essere innocente ed invece inquisito e sottoposto al torchio della giustizia perchè ai cittadini ”normali” non viene l’autorità giudiziaria a cercarli a casa. Loro si preoccupano di poter avere un terreno sul quale evitare le probabili accuse e dico di più che se paragonassimo le ingiustizie sociali ed anche quelle individuali di questo sistema economico e di come sia organizzato si vedrebbe che nella maggioranza de casi chi risulta inquisito lo è tale perchè ha commesso qualcosa e certamente credo che non si debba puntare al farne di questi dei martiri della giustizia-ingiustizia.Male non fare e paura non avere recita un proverbio ed allora stai tranquillo che a casa non ti vengono a suonare il campanello detto brutale brutale…..Non c’è bisogno-aggiungo- di indire tali tipi di referendum ma c’è bisogno invece di giustizia sociale e lo stato invece di produrla tale giustizia sociale si occupa di eliminare i vincoli per i quali non ci possa essere più giustizia.Sono tutti ”liberali”capito ? Liberali quando si tratta degli interessi propri, di casta o di gruppo politico a cui corrispondono classi sociali ben definite, ma che gridano all’illiberalità dello sttao quando vengono colti con le mano nella marmellata.Ecco il perchè personalmente a votare ci vado e voterò di certo NO invece di andare al mare, che avrebbe il significato che tutti possiamo intendere. I problemi vanno affrontati con un chiaro intento e si risolvono in Parlamento, ma la propria idea deve essere espressa, comunque.Non posso dare a questi aspetti un significato ”strategico” come dici tu di non far raggiungere il quorum, non sarebbe nemmeno ”democrazia” questa ma democrazia è quella della partecipazione ad esprimere le proprie idee.I bagni al mare possono aspettare anche un giorno che non cade il mondo.E se i No saranno in numero minore (spero che non accada) sarebbe sempre una pesante lezione che quando le cose si decidono tu lì ci debba essere ed i problemi li devi affrontare quando si pongono e non andare al mare, perchè se per caso andassi al mare e vincessero i si, avresti addosso tutta la responsabilità di aver permesso tale sconfitta,semprechè sconfitta tu la possa riconoscere come tale, perchè c’è anche caso che per tanti sarebbe una vittoria. Oggi, purtroppo si ragiona come il titolo dell’articolo credendo che possano esistere scappatoie, ma non è nemmeno un segno di bene verso le istituzioni, ed allora quando ci si lamenta io non vorrei sentire che mi si dicesse quando si sarebbe potuto ribadire il senso di giustizia per i più (e non per questa classe politica deleteria è bene dirsele certe cose) che io c’ero lì presente perchè mi sono opposto a ciò che volevano far passare…e… tieni ben conto che chi li voglia far passare è un arco grande e lungo oggi in Italia che parte da Fratelli d’Italia, per passare per Forza Italia,Lega, e per tutte quelle forze e rami e ramoscelli attorno al calendismo, al renzismo, ed anche a qualche partito che in parte regge il governo Draghi, e che purtroppo sono la maggioranza o che diciamo riscutono il voto della maggioranza degli italiani e che fanno finta di essere sinistra.Si è già capito di chi si parli e di chi faccia spesso il doppio giuoco.Questa è l’Italia, il sole del mare fa male…..e colgo l’occasione per rifarmi ad un manifesto del 1948 della Spes e cioè dell’Ufficio di Stampa e Propaganda della vaticano ed anzi diciamolo pure della vecchia DC che non è mai tramontata e che oggi ha assunto caratteri e vesti fumose guardando a sinistra avendola tutta assorbita: era evidenziato il manifesto con il Comunista con un bavaglio rosso alla ”Bandito” e col mitra sotto il braccio e l’appello ai fedeli che andavano a sentire in chiesa l’Omelia del Prete dhe declamava. ”vai a votare perchè anche lui vota.I comunisti votano tutti”.Non siamo al 1948 ma la via attraverso la quale si dipana la democrazia e quelle attraverso le quali la si vorrebbe limitare sono sempre le stesse.Basterebbe avere un po’ di memoria talvolta altro che quella del mare.Il referendum è stato indetto da quelle forze di centro destra e di destra, basterebbe solo questo a chi si sente di sinistra per andare a votare e votare contro.L’esercizio del voto è costato sacrifici e talvolta anche sangue.Mi sembrerebbe di rinnegare tali prezzi che la gente semplice ed umile ha pagato e continua a pagare vedendo anche oggi ciò che succede intorno grazie all’uso di continue campagne per defenestrare le istituzioni.Su questo le destre ci hanno campato ed hanno proliferato e visto che ancora la spinta per abolire delle fondamentalità costituzionali gli è andata male, ci provano sempre ad erodere la mela e non gli deve essere permesso ai mister impunità.Questo tanto per essere chiari.
Carlo nei referendum il NON VOTO per far saltare il quorum è una delle opzioni possibili e previste e quanto al risultato è decisamente più sicura del VOTO NO…