DESOLAZIONE NELLA PARTE TERMALE, CENTRO STORICO RINATO: CHIANCIANO, PAESE DOUBLE FACE
CHIANCIANO TERME – Sono anni, decenni ormai, che Chianciano non è più… Chianciano. I tempi della “dolce vita”, delle vetrine sfavillanti, delle insegne al neon che pareva di essere a Las Vegas, dei bar sempre pieni e del viale della Liberà intasato dalle auto, dei pomeriggi sulla pista da ballo del Sant’Elena e delle serate nei night club sono ormai un ricordo sbiadito. Non ci sono più neanche i “vitelloni” a caccia di tardotte disponibili. Non c’è più niente a Chianciano. Alberghi, pensioni e bar chiusi, vetrine sbarrate e polverose, il che significa che son chiuse da anni, saracinesche arrugginite, anche le aiole, un tempo vanto e biglietto da visita impeccabile di Chianciano, non sono più quelle di una volta. Chianciano Terme dalla zona Rinascente al bivio per Montepulciano, passando per Piazza Italia, via Roma e viale della Libertà, è una desolazione. Un deserto dei tartari, triste solitario y final… Fa male al cuore e alla memoria vedere Chianciano, fino a 30 anni fa una sorta di mecca de turismo estivo, ridotta in queste condizioni e viene anche da chiedersi chi, come e quando potrà metter mano ad una “riconversione” che possa invertire la tendenza. Il cambio della guardia alla guida dell’Amministrazione Comunale, con la destra al posto della sinistra, non ha portato benefici tangibili. Non nella parte termale, in quei due chilometri punteggiati da alberghi e pensioni, bar e negozi sempre più desolatamente vuoti e chiusi…
Ma, appena si varca l’arco di ingresso al centro storico (Porta Rivellini) cambia il mondo. In quei 100 metri poco più dalla Porta alla torre dell’Orologio, la sera sembra di essere se non proprio a Saint Tropez, almeno a Porto Ercole. O a Montepulciano o Cortona, per rimanere ai dintorni. Una decina di locali e localini: ristoranti, bar, bistrot, antiche macellerie riadattate a osteria… Tutti aperti e tutti pieni di gente. In parte del posto, in parte dei dintorni, ma per lo più turisti. La gente chiama gente, questo si sa. Ma a chiamare gente è anche la proposta gastronomica, la qualità di ciò che si mangia, per dirla in soldoni. E, naturalmente, se oltre alla qualità dei piatti, c’è anche un contesto piacevole, che gioca pure con la tradizione e con la storia del luogo, con la rivalorizzazione dei ambienti che rischiavano di finire nel dimenticatoio, o di rimanere ostaggio del tempo, dell’abbandono ecco che esce fuori l’uovo di Colombo.
A Chianciano paese hanno fatto, in sostanza, la stessa operazione fatta a Cetona coi i 5 locali in piazza, uno attaccato all’altro. Nessuno fa concorrenza all’altro. Tutti attraggono clientela ed è la somma che fa il totale… L’estate certamente aiuta, ma ad occhio e croce, i localini di Chianciano (a differenza di quelli di piazza a Cetona) sono fruibili anche d’inverno e questo non guasta. Fidelizza la clientela…
Difficile che la soluzione escogitata e messa in pratica a Chianciano centro storico possa da sola ridare fiato e linfa all’altra parte della cittadina termale, quella bombardata e messa fuori uso dalla crisi. Ma è una soluzione interessante, che intanto può far rivivere (e ripopolare) il paese vecchio, che non è brutto e ha un suo fascino. Ma è anche “esportabile” come modello virtuoso. Come idea vincente.
A Cetona, a Montepulciano, a Pienza qualcosa di simile è stato fatto, anche prima che a Chianciano. A Sarteano c’è qualche movimento in tal senso. A Chiusi no e Chiusi potrebbe essere per caratteristiche del centro storico una realtà adattissima ad una soluzione del genere… Che è e resta una soluzione affidata all’inventiva, alla creatività, alle scommesse di operatori privati. Il Comune può incentivare, favorire tali scommesse, facilitando certi investimenti, creando le condizioni per…
Attualmente invece Chiusi somiglia più alla parte termale di Chianciano. Non è a quel livello di “desolazione”, ma poco ci manca e una sterzata servirà… Intanto noi agli amministratori e agli operatori chiusini una visita al centro storico di Chianciano, una di queste sere, la consiglieremmo caldamente.
m.l.
A Chiusi la via centrale del paese è divenuta da un paio d’anni un parcheggio, la sera regna la desolazione. Siamo ormai a metà Giugno, il chioschetto è chiuso e con le macchine in fila parcheggiate per tutta via Porsenna, più che in un centro storico sembra di essere nella periferia di un paese, e il tutto sembra non interessare a chi amministra. Un eterno coprifuoco.
Pensa che il sindaco di Chianciano si è pure arrabbiato per questo articolo, che mi sembrava piuttosto “benevolo” pur evidenziando i problemi ormai strutturali della “parte termale” della città del fegato sano… A Chiusi i locali aperti sono spesso pieni, ma sono pochi e dislocati qua e là… il problema delle auto, poi è serissimo. Sia in via Porsenna che in Piazza del Comune. Tra posteggi selvaggi e posteggi regolari lo spazio per le persone è limitato e con tutte quelle macchine nei pressi anche poco invitante… Ci vorrebbe un po’ più coraggio da parte degli amministratori. A Siena il traffico lo chiusero nel 1965 (prima città in Italia a farlo), a Montepulciano nel 1988. A Chiusi (Scalo) il Comune ci provò nel 1989, poi però tornò subito indietro per le pressioni dei commercianti che all’epoca erano parecchi di più. Fu il primo e forse unico comune a rimangiarsi la scelta… Luca, a Chiusi i Podemos adesso fanno parte della maggioranza, hanno possibilità di incidere più che dall’opposizione, si facciano sentire e propongano loro i passi da fare…
Sulla possibilità di incidere potremmo aprire un bel dibattito
L’anno scorso Bettollini, che per cinque anni ho combattuto dai banchi dell’opposizione, un tentativo di organizzare il centro storico per l’estate lo fece, prevedendo la chiusura della piazza del comune e la chiusura al traffico dopo le 19 e 30, quel tentativo aveva a mio avviso dei limiti e alcuni errori, peggio però l’inerzia di quest’anno.
sì, anche le fioriere e gli alberelli in piazza del comune la rendevano più “consona” all’atmosfera da movida estiva… In via Porsenna co vorrebbe ancora meno: basterebbe eliminare e sanzionare la sosta selvaggia. E magari incentivare l’apertura di qualche attività in più. Già la riapertura del Caffè e Venezia avvenuta tre mesi fa sta ridando un po’ di fiato e di luce a quell’angolo di città… Cioè basterebbe fare come hanno fatto a Chianciano e a Cetona. Quanto al dibattito sulla possibilità di incidere si può aprire. Primapaina è come sempre a disposizione. Possiamo e M5S che erano all’opposizione hanno deciso di allearsi con Pd e Psi per “incidere di più”, no? Adesso non c’è più un sindaco decisionista come Bettollini e dovrebbe essere anche più facile. Poi, che Bettollini sia stato forse sbolognato e liquidato un po’ troppo frettolosamente e che alcuni suoi atti non erano da buttare via, su queste colonne lo abbiamo semp0re sostenuto…