FESTIVAL ORIZZONTI, MARCO BRINZI SI PRESENTA. E INTANTO DAI SOCIAL PARTE IL BOMBARDAMENTO VERSO COMUNE E FONDAZIONE PER LA DEFENESTRAZIONE DI POLIZIANI
CHIUSI- “Festus (gioioso, felice) di poter creare e ideare come direttore artistico il festival Orizzonti-Fondazioe Orizzonti d’Arte” assieme a una grande squadra!
Quest’anno il festival cade all’incrocio di due anniversari importanti: i suoi vent’anni e dieci anni dalla nascita della fondazione. Sarà quindi una Festa poliedrica: teatro, incontri letterari, cinema all’aperto, laboratori…
È un legame forte quello tra Chiusi e il suo festival che rilanceremo nuovamente per valorizzare un patrimonio culturale e naturale stupendo. In sintesi: Sarà festa!”
Con questo breve messaggio via social il neo direttore artistico Marco Brinzi si presenta al pubblico chiusino (e non solo) in vista della sua nuova avventura al timone del festival estivo nella città di Porsenna. Non svela niente sui programmi, né sui nomi. Si limita a dirsi felice. Ed è comprensibile. Anche da parte sua nessun cenno a chi l’ha preceduto. Ormai a Chiusi è una moda.
Dopo due anni di tribolazioni, di restrizioni e chiusure improvvise causa covid, ci auguriamo tutti che il festival Orizzonti torni ad essere davvero una festa e non si riveli una “festicciola”, giusto per mantenere la tradizione. Vent’anni non sono un traguardo da poco. E’ un compleanno tondo che merita di essere “festeggiato” come si deve.
Intanto però l’articolo di primapagina di due giorni fa, sulla defenestrazione di Gianni Poliziani e l’arrivo di Brinzi ha suscitato un discreto dibattito e anche una serie di commenti sui social. Una serie di commenti che di fatto è un “bombardamento” nei confronti della Fondazione e del Comune, ovvero di chi ha scelto di cambiare il “manico” del festival.
Decine di persone hanno espresso e continuano ad esprimere solidarietà a Gianni Poliziani e a domandarsi il perché non sia stato confermato. E fin qui, diciamo che la cosa era pure prevedibile. Poliziani è un artista del luogo, apprezzato e stimato, ha fatto un buon lavoro nonostante i budget risicati e le difficoltà dovute all’emergenza covid, ha ricreato un clima positivo e riportato gente a teatro e al festival estivo, ha dato spazio ad esperienze teatrali e culturali del territorio. Normale che la gente si rammarichi della sua sostituzione.
Solo che nei vari commenti, non c’è solo apprezzamento per Gianni Poliziani, ci sono anche bordate pesanti, battute velenose, veri e propri siluri all’indirizzo della Fondazione e della nuova Amministrazione chiusina. Bordate, siluri e battutacce che arrivano peraltro non da semplici lettori o cittadini-spettatori, ma da gente con le mani in pasta, da addetti ai lavori, persone del mestiere e del settore, che con il Festival Orizzonti di Chiusi hanno avuto legami profondi e non solo qualche frequentazione… Sono infatti intervenuti in modo assai duro Manfredi Rutelli che del festival è stato l’ideatore e il direttore artistico per una decina d’anni; Silvia Frasson che vi ha partecipato più volte con vari spettacoli, sia come attrice che come regista; Riccardo Lorenzetti, anche lui autore di testi e spettacoli più volte rappresentati. Tutti amici e in qualche modo sodali di Gianni Poliziani, vero. Ma anche persone che se ne intendono. Che hanno dato molto e possono dare ancora molto al teatro e alla cultura di questo territorio e a Chiusi in particolare. Trovarseli messi totalmente di traverso o contromano, in vista del festival del ventennale, non è una bella sensazione. Perdere in partenza l’appoggio di figure come Rutelli, Frasson, Lorenzetti e lo stesso Poliziani, oltre ad una buona fetta di opinione pubblica (spettatori potenziali) potrebbe essere rischioso per Orizzonti… E la mossa del cambio di cavallo rivelarsi un boomerang. Un autogol… Tra i vari commenti apparsi sui social, ce n’è anche qualcuno in cui si chiedono le dimissioni a certi membri del Cda della Fondazione per aver avvallato “una decisione scellerata”.
Senza nulla togliere a Marco Brinzi e senza avercela minimamente con lui, anche noi non siamo convinti che sia stata fatta una scelta oculata e ponderata. Quantomeno andava spiegata meglio e motivata. Invece, anche su questa questione il silenzio regna sovrano e le poche spiegazioni sono arrivate solo a cose fatte. Tardi.
Ha ragione l’amico Lorenzetti, quando dice che le squadre che cambiano allenatore dicendo che lo fanno per ottenere un salto di qualità, spesso finiscono male… A volte retrocedono. Perché al di là delle qualità e dei titoli del direttore artistico, manifestazioni come il Festival Orizzonti hanno bisogno anche di altro: hanno bisogno di “anima”, di humus e radici ben piantate nel territorio, di coinvolgimento sia delle eccellenze che delle pianticelle che l’orto di casa propone… Il che non vuol dire essere provincialotti, fermi al localismo o al “piccolo è bello” senza pensare in grande… vuol dire avere coscienza di ciò che si vuol fare e del luogo in cui si opera…
Marco Brinzi ha lavorato e si è formato con Ronconi, magari ci stupirà con effetti speciali e smentirà tutti gli scettici, non tanto su di lui, quanto sulla strada che la Fondazione ha intrapreso. Ce lo auguriamo.
Adesso però, il sindaco Sonnini, che è anche il presidente della Fondazione Orizzonti, crediamo debba prendere in mano un microfono (lui non altri) e spiegare bene perché è stata fatta la scelta di cambiare e quali sono gli intenti e i programmi per la stagione in corso e quelle future. Che contratto è stato stipulato con Brinzi? Per quanti anni? Un anno o un triennio non sono la stessa cosa in termini di programmazione…
In assenza di chiarimenti chi sospetta che si sia trattato di una piccola vendetta, di un taglio dei ponti con la vecchia amministrazione, potrebbe anche avere motivo di pensarlo.
m.l.