42 ANNI FA LA STRAGE DI USTICA, UN AEREO CIVILE ABBATTUTO DURANTE UN EPISODIO DI GUERRA NON DICHIARATA

lunedì 27th, giugno 2022 / 17:20
42 ANNI FA LA STRAGE DI USTICA, UN AEREO CIVILE ABBATTUTO DURANTE UN EPISODIO DI GUERRA NON DICHIARATA
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Nel 1980 l’Italia non era in guerra con nessuno. C’era, in corso, da una decina d’anni, la sanguinosa guerra interna dichiarata da terrorismo rosso e nero. Una guerra fatta di stragi, di sparatorie, di attentati, gambizzazioni, pestaggi e pure di violenza poliziesca durante le manifestazioni di piazza, frequentissime. Giannino Zibecchi a Milano, Giorgiana Masi a Roma, Pier Francesco Lo Russo a Bologna furono alcune delle vittime di azioni sconsiderate o “mirate” di forze dell’ordine certamente stressate, ma anche fortemente indottrinate da una cultura fascistoide di fondo. Quella tra Stato e terrorismo, tra stato e forze antagoniste era una guerra che sapeva di guerriglia, che si combatteva nelle piazze, nelle fabbriche, nelle università…

Poi un giorno, il 27 giugno del 1980 si scoprì che la guerra, forse un’altra o forse sempre la stessa, si era spostata anche nei cieli. Un Dc9 dell’Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, all’altezza dell’isola di Ustica scompare dai radar. Il giorno dopo vengono avvistate le prime vittime. Alla fine se ne conteranno 81. Tutte le persone che erano a  bordo. Nessun superstite. Il velivolo si è spazzato in due, è esploso. Forse una bomba come quelle che esplodevano sui treni, o forse un missile…

A distanza di 42 anni dal fatto, nonostante varie inchieste e rogatorie internazionali ancora non si sa cosa sia successo. Non è stato nessuno.

Il presidente Mattarella parla di “profonda ferita”.  “La memoria delle sofferenze – dice Mattarella – è stata tenuta viva anche grazie all’impegno civile dei familiari e così è per Ustica. La loro sofferenza è divenuta patrimonio comune mentre è responsabilità della Repubblica custodire la memoria delle tragedie che hanno caratterizzato il percorso della storia italiana per scongiurare che possano ripetersi”. Bomba, missile, cedimento strutturale o battaglia tra jet militari.. Tutte ipotesi che si sono avvicendate e sovrapposte  su uno sfondo di reticenze e depistaggi. Alla fine di agosto del 1999, il giudice Rosario Priore concludendo la più lunga istruttoria della storia giudiziaria del nostro Paese dice che “l’incidente al DC9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento”. Nessuno però ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto.  Inchiesta chiusa, poi riaperta. Indagini su indagini, ipotesi, tutto e il contrario di tutto. Documenti spariti. Testimoni o comunque persone che avrebbero potuto fornire delle spiegazioni (tio gli addetti ai radar) morti, alcuni in circostanze strane e improbabili. Sono tutti elementi che scandiscono questi 42 anni.

 

I familiari delle vittime non hanno mai smesso di lottare per arrivare alla verità. “E’ il momento di chiedere ai giudici una parola definitiva e di chiedere, allo stesso tempo, un impegno forte e chiaro al Governo e alla diplomazia affinché forniscano agli inquirenti ogni tipo di informazione dagli Stati amici e alleati che avevano aerei in volo quella sera”, dice la presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti, ricordando proprio oggi la strage.

Su questa vicenda “è sempre sceso un muro di silenzi, menzogne e depistaggi, ma bisogna fare i conti, in maniera definitiva, con quella che è sempre stata una ferita profonda alla dignità di un Paese”. Per Bonfietti “fu propriamente un atto di guerra, di fatto e non dichiarata e nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto”, aggiunge Bonfietti.  che parla di depistaggi, come di una costante delle indagini sulle stragi, e a questo proposito cita il lavoro della Procura generale di Bologna che, in sede di requisitoria (nel processo a Paolo Bellini e ai mandanti della Strage di Bologna, ndr), ha sostenuto che la Strage di Ustica ha anticipato ed è stata causa di accelerazione di quella del 2 agosto 1980 in stazione a Bologna. “Quello che sappiamo dalla sentenze – dice ancora la presidente Bonfietti – è che il DC9 è stato abbattuto nell’ambito di un episodio di guerra aerea. Dopodiché mancano ancora gli autori. Visti i drammi di questo momento nel mondo sarà difficile ricreare attenzione su Ustica, ma visto che quelli a cui ci rivolgiamo sono Paesi alleati che fanno parte della Nato, devono avere il coraggio etico e civile di raccontare  ciò che quella notte hanno deciso fosse quello che dovevano fare”.

Oggi, con la guerra in corso in Ucraina, il ricordo della strage di Ustica ci rammenta che in guerra succedono cose indicibili, che episodi di guerra (o errori, comunque possibili) possono coinvolgere civili innocenti e inconsapevoli. Che la guerra, così come la mafia, è una montagna di merda, e che ci sono le guerre dichiarate e quelle non dichiarate, che però si combattono lo stesso sotto false flag o in segreto, guerre che si combattono anche in tempi di pace e basta poco, pochissimo, per fare disastri immani.

Teniamo bene a mente ciò che successe ad Ustica 42 anni fa e come la vicenda è stata gestita in questi 42 anni, teniamo bene a mente come si sono comportati con l’Italia i Paesi alleati cui sono state chieste spiegazioni sugli aerei militari in volo quella sera…  E teniamo anche a mente che un mese dopo a Bologna, la stessa città da cui era partito il Dc9 Itavia, un’altra bomba, piazzata ala stazione ferroviaria di morti ne fece altri 85…

M.L.

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