ALESSANDRO LANZANI (ISCRITTO ANPI): “LA FESTA DI TREQUANDA TROVI UN MODO PER PARLARE DELLA GUERRA!”
La festa dell’Anpi Valdichiana è un evento di estrema importanza e di rilevanza nazionale. L’organizzazione di un evento di questo genere implica un lavoro lungo difficile meticoloso che mette a dura prova le organizzazione stesse. Appunto per questo va considerato il risultato finale che è un ottimo lavoro di programmazione soprattutto in tempi normali, ma in questo periodo non siamo in un tempo normale, siamo in una situazione di emergenza perché la guerra iniziata quasi in sordina 8 anni fa nel perimetro nel Donbass è esplosa a livello nazionale tra Ucraina e Russia e si è espansa a livello internazionale coinvolgendo strategie e risposte belliciste a livello Europeo, con l’entrata in gioco degli USA e della Nato. Su di noi incombe il rischio di una escalation dai risvolti sicuramente inquietanti fino a quello peggiore di tutti e definitivo, ovvero un conflitto nucleare. Al tempo stesso ci siamo accorti che il mondo nella sua tessitura economica, commerciale, strategica, militare, è estremamente fragile e al di là degli aspetti umanitari legati alle morti di civili e soldati e alle distruzioni di abitazioni e infrastrutture, la guerra genera altre tensioni: energetiche, alimentari, speculative che mettono in fibrillazione l’intero pianeta. Il rischio è di avere effetti collaterali gravissimi ovvero milioni di morti per fame, milioni di morti per mancato accesso all’energia milioni di morti per il combinato composto di questi elementi. Credo che questo sia il motivo che ha spinto il direttore di primapagina a criticare, mi auguro costruttivamente, il programma della festa dell’Anpi. Le argomentazioni addotte dal responsabile sono legittime, ma credo che si possa trovare una situazione compositiva perché oltre agli articoli a tema del programma, c’è anche l’articolo 11 della Costituzione che è esploso prepotentemente in questi mesi, messo a rischio dalle note posizioni europee e Italiane. Un articolo su cui il congresso nazionale Anpi e il presidente Pagliarulo hanno preso posizioni chiare e come tutti sanno molto contrastate da altri soggetti politici. Credo quindi che organizzare un momento di confronto che dia spazio alle idee dell’Anpi, ai suoi iscritti e simpatizzanti, con al centro “idee e azioni di pace” possa essere istituito anche senza ospiti illustri, magari chiedendo a Pagliarulo, in coda alla sua presenza di ascoltare idee e proposte di cittadini e iscritti. Non credo sia complicato trovare un’ora nel programma per permettere a iscritti cittadinanza o soggetti politici che vogliano intervenire su “idee e azioni di pace”. Noi iscritti all’Anpi sappiamo che non é facile trovare nel presente nuove strade per attuare la Costituzione. Sono sicuro che se gli organizzatori vorranno ricevere questo modesto suggerimento fatto da un semplice iscritto Anpi, ci sarebbero le condizioni per superare positivamente critiche che non devono diventare polemiche inutili e dannose in un momento come questo. Da parte di tutti e nessuno. La pace ci impone uno scatto oltre l’ostacolo e purtroppo l’ostacolo stavolta si chiama guerra.
Alessandro Lanzani, iscritto Anpi (sezione Barona Milano, gemellata con la “Tiradritti” di Chiusi).
NOTA A MARGINE: L’amico Lanzani dice, in sostanza, quello che il sottoscritto ha detto nei due articoli precedenti sull’argomento. Uno spazio e una iniziativa sull’art.11 della costituzione e sulla guerra nella Festa si poteva e si può tranquillamente trovare. Anche a programma stabilito e chiuso. Personalmente non ho criticato il programma della festa, ma solo l’assenza, a mio aviso non giustificabile e non sostenibile, di ogni riferimento esplicito alla guerra in corso in Ucraina. La spiegazione fornita a nome dell’Anpi Valdichiana da Gianpiero Giglioni (il programma era già stabilito da prima del 24 febbraio) mi è sembrata risibile. Come risibile è l’affermazione che “il tema affiorerà comunque perché alcuni partecipanti hanno già fatto sapere che ne parleranno”. Il buco nel programma resta. L’Anpi per ciò che rappresenta non meritava un “buco” del genere in una iniziativa così rilevante. E meritava di poter spiegare le sue posizioni sul conflitto, anche in risposta agli attacchi politici e mediatici che ha subito. Spero vivamente che tutto ciò sia dipeso effettivamente da un gap organizzativo e non dalla paura di mettere in imbarazzo qualcuno degli ospiti e degli interlocutori nazionali e locali. E spero vivamente che, come dice Lanzani, un modo per colmare il buco venga trovato, anche in corso d’opera. Volendo si può fare, non è difficile. In caso contrario la Festa della Costituzione 3 rischierà di deragliare continuamente dai binari prefissati, andando continuamente fuori tema rispetto alla “scaletta” predisposta dagli organizzatori e scritta sui manifesti. (m.l.)
Nella foto: Alessandro Lanzani, con il fazzoletto ANPI al collo, insieme a Tatiana, profuga ucraina portata in Italia con una missione umanitaria.
Sulla guerra è stato creato subito un fronte monolitico che ha diffuso solo una parte della verità. Chi ha provato a ragionare su motivazioni diverse e più profonde è stato subito bollato come sostenitore di Putin, ho sentito addirittura qualcuno accostare chi non accettava le verità preconfezionate ai no vax. Evidentemente chi prova a ragionare con la propria testa fa paura e deve essere emarginato. In questo giochino sono caduti in molti, a Chiusi per esempio, per paura che emergessero considerazioni fuori dal coro, contrariamente a quanto inizialmente affermato, non è stato svolto un consiglio comunale aperto sull’argomento. Si tocca con mano la paura del confronto, ad ogni livello.
Concordo con Luca Scaramelli e parecchi dovrebbero far dericvvare le proprie considerazioni di come le associazioni siano la cinghia di trasmissione di istanze che riflettono il pensiero dominante presente nel complesso mediatico.Chiedetevi il perchè tutti quanti, e prendetene le necessarie distanze, ma anche quelle organizzative e fattive,pena la credibilità. Anche quelle del tipo che si vedono affisse a Chiusi nei luoghi pubblici, che siccome pubblici dovrebbero portare anche un contenuto di imparzialità rispetto agli avvenimenti della guerra, spesso presi come oro colato.Mi insegnate tutti che rispetto alle notizie pervenute da solamente una parte e delle più disparate ne abbiamo sentite di tutte, sulle stragi, sul teaotro di mariupol, sui cadaveri che prima non c’erano e poi sono apparsi a Bucha, le cui apparizioni poi sono state smentite,le cui presenze dopo sono state certificate in una ridda di ipotesi sulle quali non è più possibile arrivare in fomndo alla verità, nemmeno da commissioni internazionali. Ed allora quando è guerra si sà bene cosa possa succedere e sarebbe bene andarci con i piedi di piombo, specialmente se si leggono i resoconti dell”’other side”, che riguardano il mai apparso dissenso in una nazione di 42 milioni di persone, dove non si sente fiatare nessuno, nemmeno uno contro il governo Ucraino che ha imposto la legge marziale, dove si corre il rischio che quando qualcuno che si trovi a mal partito intensifichi l’uso di armi fornite a miliardi di dollari e sempre più sofisticate, non si sente quasi più neppure il Papa tuonare contro l’invio di armi.Ma sarebbero tanti gli aspetti che vengono evocati prima di glorificare gli eroismi nazionali di una partte o dell’altra.
Purtroppo però, a criticare l’assenza di ogni riferimento alla guerra in atto nel programma della Festa dell’ANPI (dell’Anpi, non della bocciofila), il che è segno di paura del confronto, è stata solo primapagina e a chiedere una correzione in corso d’opera Sandro Lanzani, da Milano. Possibile che nessun altro abbia notato quel “buco” nel programma della festa della Costituzione?
Tanto per rimanere dentro ai fatti relativi alla resistenza dell’esercito di Zelensky, nel primo mese di guerra sono state mandate in onda dalla TV di stato italiana le immagini di militari ucraini che in Piazza con la banda suonavano Bella Ciao, salvo poi capire-ma lo si sapeva ormai da tempo- che anche lì dentro a quell’esercito erano stati incorporati ed approvata dal Parlamento Ucraino la presenza a pieno titolo dei reggimenti operativi Azov che poi si sono arresi nella fabbrica di Azovstal a Mariupol che mi sembra che tanto partigiani proprio non fossero, o meglio non davvero con il significato che ha Bella Ciao.Come si vede i tentativi mistificatori sulle cose vengono messi in atto perchè per far schierare le menti dei giovani ma non solo di questi, e ridurle a merce da vendere basta poco nella terra della libertà.E questa secondo me è una cosa indegna che nulla c’entra col patriottismo quando questo è a senso unico e si tenta di colorarlo dandogli un significato più largo e paragonarlo a quanto successo nella resistenza in Italia. Ve lo figurate un drappello con le croci uncinate che canta ” Bella Ciao” con i riferimenti al nazifascismo ? Anche su queste cose l’ANPI dovrebbe riflettere e dirle.Ma sento tanto silenzio intorno ed è un segno poco bello che per me significa che è stata tagliata tanta erba da chi ha il decespugliatore in mano che poi è quello che spesso lo sentiamo anche lamentare per le situazionie condizioni odierne dell’italia e fare i discorsi grondanti di ristabilimento del senso della giustizia, della libertà, della democrazia.