L’ACQUA E L’ASIA NELLE FOTO DI CARLO SACCO. UNA MOSTRA A CHIUSI. GLI INSOLITI APPLAUSI DELL’OPPOSIZIONE AD UN EVENTO PATROCINATO E PRESENTATO DAL COMUNE
CHIUSI – E’ stata inaugurata sabato 28 maggio, nei locali ex Pro Loco, in Piazza Duomo a Chiusi città, la mostra fotografica “La sacralità dell’acqua in Asia”, autore degli scatti Carlo Sacco noto fotografo locale, appassionato di viaggi e soprattutto di Asia, titolare di un archivio fotografico e documentale sconfinato. L’esposizione rimarrà aperta fino al 26 giugno, che per Chiusi non è una data qualsiasi, essendo il giorno della liberazione della città dal nazifascismo.
Chi, come noi conosce Carlo Sacco, conosce anche buona parte delle foto esposte, che non sono inedite, ma in questo caso sono state messe in fila secondo una logica, un punto di vista, un tema particolare. La sacralità dell’acqua nel continente asiatico, appunto.
C’è molta India in quegli scatti, con gli indù che si bagnano nel Gange, ma c’è anche il sud est asiatico, il Nyanmar, il Viet Nam…
Una quindicina di anni fa Sacco andò in India per fare un ampio reportage sul Kumbh Mela, il pellegrinaggio di massa che gli indù compiono ogni 12 anni ad Allahabad per immergersi in un fiume sacro. Almeno 80 milioni di persone in movimento, per alcuni più di 100… Il più grande raduno di massa al mondo. E Sacco ci andò come reporter “inviato speciale” di Primapagina. Con tanto di apposito tesserino…
Alcune delle foto della mostra furono esposte in una analoga esposizione, con tema diverso, a Cronache Italiane a Città della Pieve nel 2009. Si tratta di scatti straordinari sia per l’argomento, che per la tecnica dell’autore e la qualità delle immagini. Una visita alla mostra è dunque consigliata.
Ad inaugurare l’esposizione sabato scorso, sono stati il sindaco Sonnini e la Vicesindaco Valentina Frullini. Sui social l’iniziativa ha però trovato sostegno, condivisioni e apprezzamenti anche tra le opposizioni, in particolare da parte della lista Chiusi Futura e dei suoi esponenti.
Non si sa se per amore dell’arte fotografica o più semplicemente e prosaicamente per il fatto che la mostra l’hanno proposta loro o perché Carlo Sacco, pur avendo un passato da militante comunista, negli ultimi anni si è avvicinato prima ai 5 Stelle, poi in occasione delle ultime elezioni amministrative, proprio a Chiusi Futura.
Qualunque sia il motivo (forse tutti e tre) gli applausi degli esponenti della minoranza ad un evento patrocinato e presentato dal Comune, ovvero dalla giunta di centro sinistra che fa capo a Sonnini, sono un segnale se non proprio di disgelo, quantomeno di buon vicinato.
E visto che recentemente sia Chiusi Futura con interrogazioni consiliari, sia lo stesso Sacco, con post e commenti su Primapagina, hanno posto l’accento ed esternato qualche perplessità su come il Comune spende i soldi per le iniziative culturali, facendo trasparire (nel caso di Sacco, in modo più esplicito) critiche al sostegno al Lars Rock Fest, per dirne una, questa corrispondenza di amorosi sensi su una mostra fotografica lascia intendere che quando si tratta di arte e cultura si può anche andare d’accordo e si può remare dalla stessa parte. Ovviamente se applausi e amorosi sensi sono sinceri e non sono solo piaggeria o sostegno ad un artista solo perché è della propria parte. Ci auguriamo di no.
m.l.
Ho visto ieri la bella mostra fotografica di Carlo Sacco, la bravura di cogliere l’attimo e la luce particolare che è riuscito a catturare.
Che dire merita veramente di essere vista e pubblicizzata.
Anche se solo in foto (quella dell’articolo) rivedo con molto piacere l’amico Carlo Sacco. Fa piacere che la comunità chiusina, nella sua massima rappresentanza istituzionale, valorizzi un professionista della qualità come Carlo. I miei migliori auguri per l’iniziativa.
X Raffaele Battilana.Grazie comunque degli auguri ma hai usato la parola ”professionista”.Non lo dico per falsa modestia ma non sono tale. Sono solo un vero amante della fotografia di reportage alla quale ho dedicato la ricerca di gran parte dei miei anni.Mi ritengo non bravo ma fortunato perchè ho fatto un lavoro che mi ha permesso questo anche se con qualche ”alto e basso” che nella vita non manca a nessuno,ma l’epoca nella quale abbiamo vissuto sia io che te sono sicuro che la possiamo definire di grande apertura e di grandi aspettative delle quali la nostra fascia generazionale ha potuto fruire.E quando è all’ultimo sia i fatti sia la vita appaiono una continuità che determina l’oggi.Ecco perchè nei miei interminabili e prolissi discorsi che faccio solo su Primapagina dico sempre che la fotografia dell’oggi rispecchia ed è la continuazione di ciò che è stato ieri e se te lo ricordi bene lo diceva anche mio zio Solismo che hai ben conosciuto ”che la storia non la si faceva con le forbici… ”.Ciao Lele !