CHIUSI – Oggi è l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, che qualcuno – equivocando – definisce festa della donna e la riduce ad un’apericena tra signore e signorine, magari con dopocena a base di streep maschile… Qualcosa del genere è andata in onda anche in locali gloriosi come la Casa del Popolo di Moiano, qualche anno fa, in epoca prepandemica e prebellica, con i fondatori di quella “Casa del popolo” e le combattive “donne dell’Udi” degli anni ’50-60 che si rivolteranno nella tomba (la maggior parte se n’è andata purtroppo) e quelle più giovani degli anni ’70, che si chiederanno come tutto ciò sia potuto succedere.
Questa mattina, a Chiusi, un gruppo di “donne del Pd” capeggiate dalla segretaria del partito Simona Cardaioli si è fatto fotografare ad usum social, nell’aiola di piazza Dante. Tutte con le calze a rete. Il che non è un vezzo, ma un richiamo alla polemica che al Festival di Sanremo ha visto oggetto Emma Marrone, accusata di aver esagerato, lei che ha “gambe importanti”, con l’esposizione, diciamo così, sexy del proprio corpo. E poi, oltre le calze a rete, la mascherina anticovid coi colori della bandiera dell’Ucraina.
“Noi donne del PD di Chiusi: nonne, mamme, figlie, mogli, compagne, amiche, casalinghe, operaie, impiegate, imprenditrici, pensionate (chi più ne ha, più ne metta) quest’anno abbiamo adottato due simboli per questa giornata: – le calze a rete… abbiamo indossato le calze a rete e siamo scese nella nostra piazza della stazione. Nessuno si può permettere di criticare come ci vestiamo o accusarci di essere provocanti per uno spacco più lungo o una gonna più corta; talvolta anche a giustificazione di chi ci infligge violenze, non solo fisiche ma anche verbali.
– mascherina azzurra e gialla…per esprimere un pensiero di vicinanza alle donne Ucraine così come a tutte le donne che loro malgrado si trovano a vivere in luoghi di guerra con la preoccupazione di garantire un futuro ai propri figli, difendere i propri anziani e il pensiero di perdere i propri uomini arruolati nei combattimenti.
8 marzo per difendere i diritti acquisiti, conquistarne altri e solidarietà”.
Così scrive Simona Cardaioli. E il suo pensiero è condivisibile. Condivisibile anche la scelta delle calze a rete per combattere il “body shaming” e quella della mascherina gialloblu per dire che le donne chiusine stanno con le donne ucraine.
Ma in un momento terribile come l’attuale, con la guerra in atto in Ucraina e il rischio di una escalation nucleare, l’iniziativa delle donne Pd di Chiusi, pur lodevole, appare fin troppo “minimalista”, fuori scala e fuori contesto.
Con la guerra alle porte e con i profughi ucraini già arrivati a Chiusi, come in altri comuni, indossare calze a rete per dire che aveva ragione Emma Marrone, va bene, ma è davvero poco, troppo poco. E’ fuorviante. Anzi non serve letteralmente a un c…o. Dà l’impressione di cercare la pagliuzza senza vedere la trave…
Negli anni ’50-60-70 le donne, quella della sinistra soprattutto, ma non solo loro, anche le donne cattoliche, si fecero parte diligente e fondamentale del movimento per la pace, contro l’escalation degli armamenti della guerra fredda, contro la minaccia nucleare, la crisi dei missili a Cuba, la guerra de Viet Nam… Negli anni ’80-90 fecero lo stesso con la questione dei missili Pershing e Cruise nel Mediterraneo, poi contro la guerra nei Balcani e in Iraq…
Oggi le donne del Pd sembrano timide, titubanti. Solidali sì, con le donne ucraine, ma non incazzate e in prima linea contro la deriva bellicista che sta attanagliando l’Europa e i governi occidentali. Oltre che la Russia di Putin.
Avremmo preferito vedere, oggi, Simona Cardaioli e le compagne del Pd, con la mimosa in mano a gridare a squarciagola Pace! come le loro madri e nonne di questa foto (a sinistra) piuttosto che in posa in calze a rete, senza dire alcunché, in mezzo a un’aiola…
m.l.
0 Flares
0
Facebook
0
Google+
0
Email
--
LinkedIn
0
Pin It Share
0
0 Flares
×
“Io mi sarei anche rotta di questi cliché dell’8 marzo.. Mi sarei rotta di essere chiamata “signorina” a lavoro, mentre l’uomo accanto a me viene chiamato “dottore”, mi sarei rotta di guadagnare meno e farmi il culo più degli uomini, di sapere di non poter mai accedere al ruolo di direttore, dirigente, presidente, delle offese come “zoccola”, perché sei donna, del “non sai guidare perché sei donna”, dei cazzo di lavori di cura domestici, del “sei civetta”, del “te la sei cercata”, del “se non fai figli non sei una donna completa”, del “devi pensare alla famiglia”, del “però anche tu hai provocato”… e potrei continuare per parecchio… Mi dispiace, non serve a un cazzo la sensibilizzazione, devi essere una donna per capire. Solo così puoi capire quanto a volte è umiliante, svilente, semplicemente appartenere al sesso femminile.”
Questo ha scritto ieri una persona di mia conoscenza, ed è la cosa più bella, nella sua drammaticità, e giusta rispetto a tutte le stronzate fatte e scritte ieri. Ricordate un giorno come si celebrano i gatti, i libri, i nonni o altre amenità simili, poi dimenticate per il resto dell’anno, soprattutto da chi ieri le ha celebrate, così tanto per mondarsi la coscienza.
Con l’età un po’ di memoria se ne và, ma certe cose comunque rimangono e credo siano legate più ai significati di natura etico-politica chè ai singoli fatti che possono quelli andare e venire.Faccio riferimento a ciò che riporti e che successe non solo una volta ma più volte alla Casa del Popolo di Moiano,quando in una casa del popolo che prese origine dall’altra messa a ferro e fuoco dai fascisti e difesa da socialisti e comunisti nel 1921 con i fucili e forconi a Moiano Palazzolo ma adesso costruzione di proprietà privata, poichè quella nuova è l’esistente della quale tutti conoscono la location.Bene, io stesso mi permisi di scrivere una lettera che conservo ancora e datata 5.3.2002 all’amico ed adesso defunto Edoardo Gobbini all’epoca consigliere regionale, chiedendo spiegazioni sulle ragioni per le quali in quei locali si celebrasse nell’ 8 Marzo la festa della donna davanti ad uno strip tease maschile di uomini che si smutandavano di fronte ad un consesso di donne in preda a boccali di birra,pizza e coca cola e musica che nulla aveva a che vedere con i diritti delle donne. Eppure era una casa del Popolo,dove la gente per costruirla si era frugata in tasca,tasche quelle anche molto piccole di dimensioni quando esisteva anche la fame per i lavoratori…..La risposta di Gobbini fu che quel locale dove si tenevano questi spettacoli era stato affittato a terzi e che la politica non aveva nulla a che vedere con la volontà del gestore del locale.Questa fu la risposta che mi lasciò sinceramente quasi esterrefatto e per nulla in qualche modo rassicurato,tant’evvero che l’anno dopo si tenne ugualmente la stessa manifestazione. Questo per dire che quello che io ho sempre chiamato ” il degrado della politica e dei suoi organi dirigenti nella sinistra” si era ormai palesemente fatto strada dentro le teste delle persone al punto tale che non veniva data nessuna importanza a ciò che era successo poichè appariva una cosa normale. Se c’erano locali dove le donne facevano strip tease la stessa cosa sembrava normale che ci fossero luoghi riservati alle donne dove gli uomini facessero ciò che facevano le donne.Da questo punto di vista non ci trovavo nessuna difficoltà ad accettare soprattutto ”laicamente” una cosa del genere ma non davvero quella condotta e procurata al’interno di una Casa del Popolo,magari all’interno di un locale privato in qualsiasi altro luogo con licenza di ospitare uno spettacolo del genere certamente si, ma non davvero all’interno d una Casa del Popolo.Una volta, quando esisteva una generazione di politici che a queste cose guardavano con serietà perchè rispecchiavano l’etica di un partito costituito di fondamenta e di coesione-nel caso quello Comunista Italiano- le cose sarebbero andate ben diversamente, e l’ oggi non è che la prosecuzione di ciò che è stato ieri per quando e per come si sono verificati tali fatti.Questo lo dico in tutti i sensi, e lo dico perchè la maggioranza delle persone è ormai presa dal fatto che tutto sia reso possibile nei comportamenti, nell’etica di una società globale che ci propone e ci dice come dobbiamo comportarci una volta messi al cospetto di un mondo che cambia.Tutto questo annulla il nostro pensiero critico la maggior parte delle volte che noi siamo messi davanti a fatti piccoli od anche più grandi, dove ci fà vedere per esempio che il portare le calze a rete da parte delle donne ci appare che possa essere un elemento etico di protesta e di giusta convalida delle diversità esistenti ma quanto poi ai diritti, agli stipendi, ai sacrifici sul lavoro quelli rimangono trincee inespugnabili. Di questo siamo preda nei comportamenti e nelle idee, da parte di un sistema che è chiaro che anteponga queste cose e questi comportamenti poichè questi nulla costano all’intelaiatura di un sistema basato sul profitto e sulla prevaricazione dei diritti in specie quelli sul lavoro.Ma è di questo io credo che principalmente ci si debba rendere conto. E dello svilimento a livello consumistico anche dei simboli delle lotte,alle esibizioni di facce dipinte di giallo e di celeste in questi casi e magari se ad ogni persona gli chiedi dove sia l’Ucraina e quale sia la sua storia sanno magari solo che l’ucraina esista perchè qualche badante dei nostri vecchi sia di nazionalità ucraina. Non si sà e non si conosce nulla della sua storia e del perchè magari i prodromi della prima guerra mondiale vengano proprio da quei popoli allora oppressi.La nostra è una civiltà basata sul consumo dei singoli, sul consumo delle ripetizioni mediatiche che ci fanno apparire avvolti da una aureola del ”sogno americano” dove anche gli ultimi riescano grazie all’etica di un sistema economico e sociale e comportamentale ben assorbito ad arrivare primi,ad assurgere ai posti di comando della società politica ed anche quella della sfera privata fra le persone.E questa non è la realtà, non tutto il mondo funziona così,anzi è solo il mondo nostro occidentale che ha impressa questa idea che porti alla fine alla competizione innalzata come valore al quale non si debba rinunciare e che si fonda sul più forte ed il più dotato alla fine che vince.Così funziona nella vita e qundi anche nell’idea della politica e quando ci si incontra-nel caso adesso in essere della guerra in Ucraina-non siamo disposti in nessun modo ad analizzare ed a guardare le idee dell’altro ma invece si tende a dare spazio nel comparto mediatico dove si formano le idee a forze che coinvolte in questa guerra hanno fatto si che si giungesse a questi punti.Mi riferisco ai silenzi ed ai consensi occidentali verso l’Ucraina il cui popolo era a conoscenza della guerra ma che si è ritrovato in casa una invasione militare che tende a ripristnare comunque dei diritti di cittadinanza di popolazioni sottomesse con le armi.Ed oggi si grida all’invasore, al diavolo davanti al quale tutt scappano ed all’assassino.Ed il popolo muto quando venivano assassinati dal loro esercito pieno all’inverosimile di nazifascisti nel Donbass allora?
Oggi il telegiornale ha fatto vedere la banda dell’esercito che suonava a Kiew davanti a postazioni difensive di sacchi di sabbia contro gli eventuali carri armati in arrivo.Anzi, ci hanno detto che la banda ha suonat oanche ” Bella Ciao” cercando di paragonare quella musica al fatto valoriale della presenza di un popolo partigiano e difensore del proprio suolo di patria come erano i partigiani italiani al tempo della resistenza.Non ci vorrebbe molto a intravedere il grossolano ed errato messaggio che è stato evocato facendo rifermento al fatto della resistenza dal momento che in quell’esercito di appartenenza dello stato ucraino militino fazioni di migliaia di armati apertamente nazifascisti che hanno prodotto 14000 morti nel Donbass e limitrofi e che quelli che cantavano ” bella ciao” hanno combattuto. Ma non c’è bisogno alcuno di fare certi tipi di paragone che la televisione ed i partiti del nostro governo ormai non si curano più di fare in questi casi perchè nemmeno loro contano più sulla memoria storica nemmeno tanto lontana della nostra resistenza al nazifascismo. Contano sull’imbecillità della gente che assorbe tutto,certi di spuntarla.Eh certamente come quelli che intervistati nei primi giorni dell’invasione sentenedo il rumore dei carri armati che si ergevano a difesa di Kiev e che passavano nelle strade pensavano che fossero quelli della Nato….Questo è il risultato del bombardamento continuo di notizie che i nostri media fanno verso le teste della gente ed è questa una responsabilità dei partiti di questo governo che ormai si crede da parte di tutti che presieduto da Draghi si fosse evitato il peggio solo perchè il presidente del Consiglio sia ritenuta persona autorevole. Quante volte abbiamo sentito questo discorso ripetuto continuamente fino allo sfinimento.Poi alla fine la decisione di inviare armi alla resistenza ucraina attraverso i contractors che trovano loro il modo di farle passare in canali non controllati e segreti fra stato e stato.Siamo a quest punti in maniera non smentibile ! Come si debba relazionare con noi la Russia rispetto a tutto questo vorrei che mi fosse spiegato.Se la nostra caduta in basso avverrà ancora sarà proprio perchè è la nostra popolazione che ha sempre creduto a queste cose e che non è mai stata messa davanti agli avvenimenti con spirito critico e magari di fronte a questa attualità della guerra non si chiede come mai non ci siano persone in 42 milioni di abitanti dell’Uucraina contrari al suo governoe contrari talmente in modo tale da non trovare interviste da parte dei nostri giornalisti ma che invece ci fanno solo vedere e mandano in onda storie relative ai profughi, a STORIE PERSONALI, a storie di come i profughi cerchino di scappare dalla guerra.Mai le ragioni di tale status di guerra da dove vengano, da quello che è successo in Ucraina presentataci come parte buona e pacifista contrapposta al gigante cattivo sporco di sangue della Russia….Sfiso chiunque a dire che in tutto questo noi non si possa che rappresentare la categoria dei servi sciocchi più prona agli interessi di oltre atlantico, e della condizione dataci e da noi assunta di rappresentare il bastone con il quale assestare colpi economici e militari alla Russia.Ma ci rendiamo conto se anche questa non sia invece una guerra diretta e cosa vogliano dire le sanzioni pesanti verso un paese fatte da paesi economicamente guidati da governi instabili come il nostro che difficilmente potrà sopportare il rincaro e la scarsità delle forniture energetiche come si và profilando dagli avvenimenti in corso ? Eppure siamo talmente animati di crstiana benevolenza al punto di aver dimenticato che giusto 2 mesi fà ai confin fra Bielorussia e Polonia c’erano i camions della polizia polacca che gettavano flussi di acqua gelata sulle migliaia di migranti fermati dal blocco della rete di confine e che volevano entrare in Polonia tenuti da settimane alla neve ed al gelo anche con diversi bambini scalzi e morituri dal freddo sottozzero e perdipiù annaffiati da potenti getti d’acqua appunto. In una settimana aperte le porte a più di un milione di rifugiati ucraini da parte del governo di destra della Polonia. E per tornare a noi le giuste manifestazioni delle donne per i loro diritti ad essere considerate paritarie ai diritti degli uomini che come elemento distintivo ed anche etico indossano le calze a rete perchè gli è stato detto e fatto credere che indossando quelle e cospargendo le piazze di scarpe rosse si identificavano politicamente verso dei target che avrebbero finito per avvalorare le loro lotte.Io vorrei che si capisse che tutto questo viene prodotto da un sistema che usa questi mezzi per far si che esistano all’interno elementi di democrazia in queste forme che non pesano nulla e che possano permettere nel tempo l’avanzata di tali diritti che sono sacrosanti.E’ la stessa condizione e situazione che ho detto e ripetuto molte volte rispetto a quello che ci fanno vedere che porti avanti Greta Thumberg paladina delle crociate ecologiche usata dai media per spingere la transizione dell’industra produttrice di strutture per l’economia verde e che contesta crudamente il sistema che ha prodotto questo sfacelo che oggi vediamo tutti fino al punto di insultare i governanti che nei consessi rimangono muti dietro le sue lacrime di ragazza contornata da milioni di studenti e di giovani che con i cartelli in mano inneggiano ad un mondo più verde ed a misura dell’uomo. Ma davvero si pensa che se tutto il complesso che ha prodotto inquinamento globale, processi industriali non controllati, inquinamenti della salute umana degli abitanti del pianeta, finalizzato il tutto ad un unico scopo che è quello del profitto e non del dare lavoro, gustizia e sanità ed ammbienti sani e giusti agli umani, la facessero parlare e presentare nel modo in cu si presenta? L’avrebbbero cassata, l’avrebbero nascosta come hanno fatto con altri in mille ed in mille occasioni l’avrebbero perseguitata ed invece è in prima fila anche contestando i responsabili ma viene usata per affrettare l’esigenza e la realizzazione dell’economia verde che stà a cupre e dove sono sempre gli stessi che ci guadagnano e ci prosperano, anche nei cambiamenti che si producono.Ciò che importta non è la giustizia ma l’uso che se ne fa.Questo è il sistema americano di produzione anche delle negatività che vengono evidenziate perchè è in queste che rivoltate a 360 gradi da un sistema che agisce nell’immaginario e nella psicologia bombardata delle persone che si affermano le finalità alle quali propende ed anela quel sistema. E’ un sistema che alla fine non fà vedere la discrasia di quella Casa del Popolo dove gli uomini si smutandavano ballando di fronte alle donne che si abbracciavano e che cantavano in preda a ciò che veniva benvuto e tutto ciò era diventato normalità anche per un luogo come quello, un altro luogo normale senza quel valore di appartenenza, declassato al livello di un normale night club.Ma come mai è stato possibile che chi dirige non avesse pensato a questo ? la risposta a questo vuol significare solo una cosa che è quella che anche chi dirige è vittima della sottocultura di questo sistema perchè è scarso di fondamenti valoriali e di conoscenza e non si pone più nemmeno il problema. Quindi anche le calze a rete non rappresentano che questo alla fine, un valore che lo si creda tale ma che resta un nulla assoluto , un epitaffio di come la gente si faccia turlupinare in buona fede senz’altro ma sempre turlupinare. Ed avviene questo per la semplice ragione che la gente ha perso lo spirito critico al punto di vedere il fuscello ma di non vedere la trave.E questo è quanto partorisce il sistema che poi inconsapevolmente ma la maggior parte delle volte consapevolmente viene affermato, difeso e portato avanti proprio dalle stesse vittime. E per affermare questo basta vederne i ruisultati, cioè i fatti. Sono i fatti che non smentiscono quanto ho detto ! E mi meraviglio che a suggellare tali fatti sia sempre più spesso la parte che si ritenga più a sinistra, proprio per le decisioni prese all’unisono o quasi sul vecchio e storico problema che sia meglio esserci dentro dove si formano i fatti per potyerli indirizzare e cambiare che esserne fuori. per suggelare tale impostazione possiamo vedere a quanto è successo dei 5 stelle ed anche per certa sinistra.Volevano cambiare il sistema ed il sistema li ha accolti a braccia aperte avendo la sicurezza che a cambiare sarebbero stati loro. Ed è difficile dire che il sistema non si sia sbagliato….altro che le calze a rete….
Però deve essere chiaro che le calze a rete indossate dalle donne del Pd di Chiusi non hanno nulla a che fare con il “degrado della politica” e sono anche quelle un modo per rimarcare un diritto delle donne, dopo la polemica sanremese su Emma Marrone. Che l’iniziativa sia “minimal” e un po’ fuori tempo, data la situazione più grave dovuta alla guerra in Ucraina, l’h scritto anche io (questo è il senso dell’articolo), ma non si è trattato di festeggiare l’8 marzo con un streeptease… Né di una iniziativa che ha sdoganato gli streeptease… Su questo non possono esserci dubbi o malintesi..
Io ho fatto riferimento e l’ho scritto al fatto preciso di ciò che successe in quegli anni a Moiano. Non credo però che tale fatto sia successo perchè qualcuno si sia alzato una mattina ed abbia inventato lo strip tease maschile o femminile.La mia rimarcatura della questione era ed è che anche ciò che i media veicolano ed il modo di vita che ti fanno osservare e quindi i concetti che ne possono derivare e giocoforza i comportamenti ,sono- chiamiamole così- ”impostazioni” guidate per le quali la persona è indotta a pensare in un certo modo. E tale certo modo-guarda caso-è figlio anche di quella corrente di pensiero per la quale le calze a rete sono espressione della diversità femminile rispetto all’altro sesso. Fino a qui sono d’accordo, ma che tale diversità espressa in tal modo ed evidenziata possa culturalmente pesare e possa avere un peso per affermare diritti e comportamenti diversi del mondo verso le donne sinceramente mi sembra una risibile banalità. Come per esempio non mi sembra una banalità ma una sicura ovvietà che il sistema preferisca che la cultura pensi che certi comportamenti esteriori possano cambiare le rivalse sociali,far saltare ostacoli e steccati storici di dominio di un essere su di un altro o di insiemi di uomini e di donne verso altri simili.Dico così perchè purtroppo la nostra civiltà attuale prende in considerazione tali esempi e li pompa e li ingrandisce fino a far raggiungere valori che intrinsecamente non possiedono ma sono artificiali e voluti per scopi precisi a cui la gente debba credere, provare anche piacere in certi comportamenti anche esteriori ma anche nello stesso tempo illuderla di poter veicolare un cambiamento con quei mezzi.Eppure si guarda a questo oggi, ogni manifestazione ogni espressione di necessità viene incanalata in uno stretto percorso e guidata affibbiandole un significato affinchè si possa pensare che magari una esteriorità sia un motivo di riscatto.La storia del mondo ci dice che gli avanzamenti sociali avvengono quando le persone lottano, riconoscono esigenze comuni e le portino avanti con le lotte nei luoghi d lavoro e fuori nella società, nei comportamenti fra sessi e non indossando le calze a rete o simili tanto per esemplificare.Chi crede a queste cose ed impostazioni come forme di riscatto sociale è vittima psicologica di un sistema a cui conviene che le persone pensino in tal modo.Questo io penso e nella nostra cosiddetta ”civiltà dell’immagine” i concetti sociali vengono sminuiti proprio anche da aspetti come il credere, il distinguersi, l’esercitare forme di diversificazione,tutti fatti reali che accadono riguardanti l’esteriorità come messaggio sociale. Il degrado del sistema valoriale che noi osserviamo ogni giorno -non credo sia difficile comprendere-che sia dovuto anche all’uso di questi mezzi nella cultura e nella formazione delle persone e di questo il complesso mediatico ha delle grandi responsabilità come ce l’ha la politica, gli apparati produttivi di ogni categoria di prodotti rivolti anche e soprattutto al mero consumo.Ci si potrebbero scrivere libri e scrivere tesi di laurea su tutto questo ma comunque penso che resti fermo il fatto che ciò che muova il mondo siano le contraddizioni intese come scontro culturale e materiale fra visioni diverse e realizzazioni diverse.E chi pensa che quelle forme di pensiero che adoperano i modi di apparire esteriormente di contenuti culturali di lotta su cui oggi si basa tutto il mondo e che queste possano far muovere le cose, credo proprio che tale pensiero rivesta invece l’uniformità comportamentale di ciò che viene falsamente additato come elemento di pressione e rivoluzionario mentre invece riveste un ruolo di divisione e soprattutto di utile disorientamento e quindi di conservazione.