CHIUSI, TUTTA COLPA DI ORAZIO COCLITE E MUZIO SCEVOLA… ALTRIMENTI SAI CHE STORIA!
CHIUSI – Un amico romano, lettore di primapagina, ha inviato in redazione questa foto. Si tratta di un fregio che si trova sopra l’architrave di una cabina elettrica, in via Sallustiana, nella Capitale. Scrive che quel fregio sopra l’architrave ha a che fare con Chiusi.
Ingrandendo la foto, si vede che il fregio rappresenta una mano destra aperta avvolta dalle fiamme. L’amico lettore spiega anche perché quel frammento che non è antico ha a che fare con Chiusi. Proprio lì, dove sorge quel palazzo e quella cabina elettrica, si sarebbero accampati gli Etruschi di Chiusi, comandati dal Lucumone Porsenna nel portare l’assedio a Roma nel 508 a.C. E lì in quel campo militare il giovane aristocratico romano, ma di origini e lingua etrusca Gaio Muzio Cordo tentò di assassinare Porsenna, ma – come spesso capita ai terroristi – sbagliò bersaglio e invece di pugnalare il re di Chiusi, pugnalò il suo scriba. Fu subito preso e di fronte a Porsenna – secondo la leggenda, raccontata dallo storico Tito Livio – gli confessò l’errore e la volontà di uccidere lui, mettendo poi la mano fallace sul braciere per punirla. Dopo di che da allora fu chiamato Scevola, mancino.
Ecco quel fregio fotografato dal nostro lettore ricorderebbe quel fatto leggendario e il punto preciso, in cui avvenne. Cioè dove si trovava l’paccampameno degli assedianti etruschi chiusini. Appena fuori le mura Serviane.
Sempre secondo la leggenda e i racconti degli storici romani (Tito Livio, Polibio e altri) pochi giorni prima un altro fatto eroico aveva fermato l’avanzata degli Etruschi di Chiusi verso la conquista di Roma. La strenua difesa di Orazio Coclite, che da solo cercò di fermare gli Etruschi mentre i suoi compagni demolivano il Ponte Sublicio per non consentire che gli assedianti oltrepassassero il Tevere… Due fatti, probabilmente leggendari che però – secondo molti storici successivi – i romani tramandarono per rendere meno amara la verità e cioè che nel 508 a.C. gli Etruschi di Chiusi e Porsenna ebbero la meglio lo stesso. Anche se il Lucumone chiusino preferì scendere a patti e trattare con Roma, piuttosto che rimetterla nelle mani dell’ultimo re etrusco Tarquinio, di cui non si fidava. Le condizioni di pace furono particolarmente gravose: Porsenna impose a Roma il disarmo (proibizione del ferro, tranne che per i bisogni dell’agricoltura) e la restituzione di tutti i territori che erano stati etruschi. Questo narrano le fonti storiche.
Ma con la scelta di non mettere Roma a ferro e fuoco e conquistarla con le armi, gli Etruschi assedianti invece che etruschizzare Roma, avviarono la romanizzazione dell’Etruria. Roma anche nell’umiliazione della sconfitta, rimaneva una città bene organizzata dal punto di vista urbanistico e amministrativo, con una popolazione cosmopolita e piena di risorse, una classe di tecnici di prima qualità, un esercito sperimentato, una religione e una lingua ormai codificate, una diplomazia che aveva fatto il suo tirocinio formando e rompendo alleanze un po’ con tutti i popoli vicini, e che sarebbe stata la prima artefice della rinascita. E prese il sopravvento, inglobando e assorbendo gli etruschi.
Gli storici romani tendono ad accreditare anche la versione che Porsenna fu impressionato dal coraggio e dalla abnegazione di Orazio Coclite e Muzio Scevola e pensando che molti altri avrebbero potuto seguire il loro esempio, decise di evitare lo scontro campale e di perseguire altre strade… La storia poi sappiamo come è andata. Roma divenne caput mundi. Chiusi è rimasta Chiusi. E nonostante i fasti e addirittura il tentativo riuscito in qualche modo di assediare e sottomettere Roma 500 anni prima di Cristo, è andata progressivamente in calando…
Ai tempi di Dante 1.700 anni dopo Porsenna, era già ampiamente decaduta, tanto che il Poeta la cita, insieme a Luni, Urbisaglia e Senigallia come una delle città esempio della decadenza e del fatto che “le cittadi termine hanno” (Divina Commedia, Canto XVI del Paradiso). Da allora non si è più rialzata, se non non per un centinaio d’anni e poco più, tra l’Unità d’Italia e la costruzione della Ferrovia intorno al 1860 e gli anni ’80 del ‘900. In quel lasso di tempo, nonostante due guerre mondiali e la crisi del ’29 che ebbero effetti devastanti, Chiusi era riuscita a ritagliarsi un ruolo rilevante come centro di commerci e di trasporti, anche piuttosto innovativo. Oggi, complici anche i cambiamenti epocali legati alla rivoluzione tecnologica, e la fine di certe rendite di posizione (si pensi alla crisi di Chianciano e del turismo termale), la città stenta a ritrovare una sua identità, un suo ruolo specifico nel territorio. E questo anche perché adesso Chiusi vola basso. Sembra non avere ambizioni. Non avere più fantasia e velleità. Sembra una città che si è assuefatta alla dimensione di paesotto, peraltro sempre più dormitorio. La pandemia in questi ultimi due anni non ha aiutato, certamente, ma rischia anche quella di diventare un alibi per fare poco o niente invece che un’occasione per aguzzare l’ingegno. E anche l’immagine, in qualche modo, ha il suo peso.
A Roma, che è stata Caput Mundi, ci sono statue e “fregi” che ricordano gli atti eroici di Orazio Coclite e Muzio Scevola, due eroi che salvarono la città eterna dall’assedio dei chiusini (fa ridere, ma è così). A Chiusi non c’è nemmeno una statua che ricordi Porsenna.
Tre anni fa, esattamente il 16 gennaio 2019, l’allora sindaco Bettollini pubblicò un post sul suo profilo facebook con una foto che lo ritraeva accanto alla figura di un antico guerriero in bronzo, con scudo e lancia. Nel post, che riprendemmo anche su primapagina, spiegava che si trattava di un’opera dello scultore Giampaolo Talani, scomparso da non molto, raffigurante proprio Porsenna. E Bettollini faceva sapere che aveva parlato con gli eredi dell’artista circa la possibilità di realizzare la stessa opera con dimensioni maggiori e ubicarla in una rotatoria all’ingresso di Chiusi, in modo che chiunque arrivasse o si trovasse a passare per Chiusi sapesse immediatamente che Chiusi è la città di Porsenna, il lucumone che giunse a sfidare e a sottomettere Roma. Poi, certo, ci si misero di mezzo quei due, Orazio Coclite e Muzio Scevola, e la storia prese un’altra piega… Sarà il caso di riprendere quell’idea rimasta nel cassetto? Almeno si colma una lacuna.
m.l.
Direttore,tu ,giustamente,citi nell’ articolo che Chiusi cadde nell’ oblio fino alla seconda metà dell’ 800 e gli anni ’80 del 900. Non ti sei domandato perché ?
Perché a guidare Chiusi in quegli anni c’erano altre persone,altre culture,culture che venivano da lontano !
Ai giorni nostri si sono susseguiti,per carità bravi ragazzi ma,senza idee rilevanti,senza quell’ amore per Chiusi che gli altri avevano avuto ! Di professor Galeotti,di ing. Lucioli,non ci sono più! Anche di qualche altro sindaco,tipo Canestrelli,non ci sono più!
Si è rotta la macchinetta !
Oggi ,chi fin ora, ha fatto il ” primo cittadino “,ha pensato più alla sua carriera politica che,al paese e ai paesani che,loro malgrado ,gli avevano dato fiducia.
Per Chiusi ci vogliono altre persone !
Anche negli ultimi decenni sono state fatte cose da non ricordare !
Si cominciò con la ricostruzione del dopoguerra,il primo scempio,non ricostruire la ” porta ” e costruire al suo posto quell’ obbrobrio del cinema Astra !
Privare Chiusi del vecchio ” campo della fiera “,un altro scempio.
Asfaltare il centro storico,altro disastro.
La nuova pavimentazione,con materiale impostato,con gli scoli per l’ acqua piovana che, invece che andare sul centro della strada convergono verso i marcia piede e,quando piove, inzuppano i ,pochi,passanti ammalorando le facciate delle case e i portoni o, fanno inciampare non poche persone nei tranelli degli scoli.
Quelle orrende panchine di marmo in piazza del comune che nessuno adopera,in special modo gli anziani che avrebbero problemi a rialzarsi, quei colonnini così bassi da essere la croce di molti automobilisti!
Tra le cose fatte bene ,il parcheggio ai lavatoi di porta Lavinia. Ma una su mille ,non ce la fa!
Tornando alle rotonde e al monumento a Porsenna,sarebbe ora,giustamente,di fare un bel monumento davanti alla vecchia casa cantoniera con una bella scritta : benvenuti a Chiusi,città di Porsenna, re dell’ Etruria ! Magari con una mano sulla fronte a voler dire : ma come avete ridotto la mia città,vergognatevi !
X Niccolò.Tutto vero quello che dici Niccolò però oltre che a notare codeste incongruenze-chiamiamole così trattate benevolmente diversamente sarebbero da definire in altro modo- sarebbe bene che tu ti chiedessi il perchè sia successo questo.Il perchè esiste e come tutte le cose è relativo e strettamente congiunto con i tempi e con quanto passa nella società, quella società che non è solo chiusina ma anzi è all’infuori di Chiusi e che ha portato inevitabilmente anche codeste cose che dici a Chiusi. E’ un andazzo generale, è un adeguamento delle persone a quanto passa nella società, è un plasmare le persone non tenendo presente le finalità giuste ma invece riguarda solo plasmare le persone che vengono ad influire nella politica con la sottocultura tipica degli stati e degli stadi che fanno pensare alla società opulenta, consumistica, non fatta per la gente ma per apparire, non pesare, ed essere acritici su tutto quanto si presenti davanti ai nostri occhi. E questo metodo dà spazio ed affida le iniziative spinte dalla politica agli amici degli amici, a coloro che per il proprio portafoglio venderebbero la mamma. E’ una visione, un modo culturale di essere, un modo-ti dico di più- che prende anche le opposizioni e non solo chi guida la citta o le città, perchè oggi tale meccanismo si estende e supera i confini comunali ma è divenuto un modo esteso e culturale di comportarsi e questo succede quando le elites politiche non devon rendere conto a nessuno,tantomeno alla popolazione se non nei momenti di elezioni quando si vota, ma la memoria della gente è corta perchè è il sistema che hanno creato che è cosi e che funziona così, allontanando anche la gente a rifuggirte dalla partecipazione politica perchè tanto vede e crede che sia inutile combattere perchè nulla cambia.Allora,chi è il responsabile di questo? Nessuno ? Od il primo responsabile è colui-come parte politica- che imposta lo sviluppo e che dà fiducia ai modi di come lo sviluppo si determina e materialmente si configura in un paese?CHI DECIDE QUESTO ? Sono o no le leggi generali create in Parlamento che in primis hanno stabilito le modaslità di investimento,cosa stanziare, quando stanziare, dove stanziare, in modo che si abbiano dei ritorni che giovano solo ai gruppi ed alle congreghe di amici che spesso vediamo che si sorreggono l’un con l’altro anche in partiti diversi e gli stessi partiti che hanno creato alla fine appaiono un inestricabile groviglio di istanze e di continua ricerca delle resa economica per loro stando ben attenti però a non superare il limite di sopportabilità sociale generale affinchè non si determinino gli scossoni pericolosi per il sistema? Da decenni è andato in onda un principio nella politica che ha comandato lo Stato che sintetizzato è quello di ”RIUSCIRE A GESTIRE LE DIVERSITA”.Pensaci un momento cosa è racchiuso dentro tale pensiero e come tutto questo contenga i valori e le prerogative di uno sviluppo ineuguale,che privilegi certi settori invece che tutti i settori della società, lasciando spazio alle mafie sui territori intendendo anche come Mafie non solo le organizzazioni malavitose ma anche quelle legate a filo indissolubile al concretizzarsi della politica. E’ di queste ore la notizia che una cinquantina di persone- mi sembra a Rimini- abbiano truffato lo Stato per 450 milioni di euro sull’onda del Covid per gli aiuti destinati alle imprese.Ma queste sono inezie al confronto e tutto questo corrisponde ad un principio che è quello ORIGINARIO creato appositamente e mai riformato che ha visto dipanarsi in Italia la tendenza alla privatizzazione del pubblico perchè nella testa della gente ormai è penetrata la convinzione che il pubblico non funzioni perchè è dominato dal lassismo fatto materia, dal menefreghismo, dall’assicurarsi lo stipendio anche se non si lavori o si lavori poco.In parte è così ma solo in parte e più che altro dipende da come sia organizzato lo Stato ed è stato ridotto così per servire a quegli amici che non sono solo stati in un partito anche se principalmente così è stato. Dall’altra l’idea che il privato funzioni è legata nell’immaginario collettivo al fatto che sotto il privato le finalità del profitto che rende il lavoro sono tutte spinte alla produttività, al concetto di aziendalismo così comune nella nostra italia per il quale concetto si sovvenzionano fette di imprese e settori spesso senza guardarne le necessità, la resa fiscale di questi allo stato,ma solo perchè l’associativismo corporativo è stato costruito in maniera così potente e ricattatoria verso il pubblico che ormai l’unico motore che tira i vagoni è il privato e se non ci fosse il privato tutto andrebbe a ramengo. Codesta è una idea distorta e creata appositamente perchè nel tempo crei le differenze sociali ed è da tali differenze che viene fuori il comportamento politico di uno Stato verso i propri membri e non è vero che tutto questo dia spazio alla creatività, all’ingegno ed allo sviluppo infnito che si ipotizza sempre.C’è anche la concorrenza che mette in guerra i settori fra loro e non è vero che ne beneficino i cittadini. Queste sono cose scritte sulla carta che sono andate avanti così per decenni e che fanno parte di concezioni di sviluppo che sono state dimostrate essere asfittiche e che spesso servono a distruggere interi settori. Mi dici in base a quale principio un imprenditore che conduce una attività privata se sbaglia i suoi calcoli o si trovi per mille ragioni in stato di necessità debba fruire di soldi pubblici per non mettere sul lastrico(solo per un certo tempo) chi lavora e quando fà profitti li prenda solo lui con la visione che li possa re-investire in nuova produzione?Chi l’ha detto che avvenga questo? Lui ? Lo Stato ? i soldi che prende sono pubblici quindi soldi tutti e spesso sono a fondo perduto o quasi,ed allora perchè quando fa profitti non è anche lo stato a dirigere dove debbano affluire tali profitti ma lascia la libertà all’imprenditore di comportarsi come decide meglio, quando investire, dove investire e su cosa investire od anche non investire ? Ma tutto questo secondo te non si riversa nel produrre una situazione ed una condizione che vede l’economia asfittica, l’econmia che soccombe alla concorrenza, l’econmia che consuma improduttivamente risorse di tutti ? E’ tutto il sistema che funziona così perchè è un sistema che è stato impostato nei suoi canoni economici e nelle sue leggi in maniera che dove ci sono falle lì intervenga lo Stato, e non ti appare questo anche un fatto che contravvenga ad un diritto di non far consumare risorse pubbliche per uno scopo privato? Oltre che ad essere diseducativo questo è un modo che viene da lontano, impostato da certi padri dell’economia keynesiana per non far si che gli scossoni economici non portino alle rivolte ed al reclamare giustizia da parte della maggior parte della gente che da questo è messa sotto i piedi con l’andar del tempo.Ed è quello che succede oggi a cui anche la sedicente sinistra ha aperto le braccia rinnegando il suo ruolo, sapendo bene che non modificando i presupposti capitalistici il mondo sarebbe andato avanti così e che oggi per reggere accetta ogni compromesso al pari di chi l’economia così funzionando ingrassa, mentre riduce sul lastrico con le sue crisi intere fette di società. Questa è la storia non le bazzecole che raccontano chi per tale andazzo e comportamento ne è beneficiato da tutto questo. Per questo non da oggi esiste anche il cosiddeto ”Centro”, ma tale aggettivo e colore politico è una concezione farlocca e deviante.Si è formata una società che ha chiamato i beneficiati a difendere politicamente ” il loro” o quanto sembra che sia” il loro” e progressivamente ha creato una schiera larghissima di gente proletarizzata che non ha nulla per resistere alle crisi e che si adatta e soccombe, spinta anche dalle illusioni di un consumismo crescente. Questa è la fotografia della situazione ma oggi a guidare tale motore ti fanno vedere che ”meno male” che ci siano coloro che di tali meccanismi se ne intendono e che ultimamente hanno chaimato a difesa di una situazione incresciosa che stà scivolando verso il baratro la politca che si pasce di sovvenzioni dell’Europa, pensando che tali comportamenti non rappresentino debito che dovremmo pagare.Come li pagheremo se non al prezzo di restrizioni al consumo,innalzamento di tasse e gabelle, di privatizzazioni, di eliminazione di intere fette di società che oggi campano al limite del consentito ? Questo è il problema che il capitalismo non si crea.il Capitalismo è organizzato non per la sopravvivenza ma per il profitto e tende a massimizzare i profitti all’interno del sistema che nei secoli ha creato infischiandosene delle conseguenze e lo vediamo come ha ridotto la Terra.E’ da superare, con una società organizzata che riconosca i limiti del capitalismo e che sappia ostacolare le sue nefandezze, che educhi le persone e che diffonda la cultura della sopravvivenza e dello sviluppo equilibrato per tutti.Solo così ci salveremo, e non come continua a recitare la sinistra che sinistra non è e che serve alla destra la litania dello sviluppo e soprattuto di questo genere di sviluppo.E’ lo sviluppo per chi recita così contrapposto a quello che servirebbe alla maggioranza degli uomini ed i fatti lo mostrano e non sono fantasie.Si chiama con un nome antico : Socialismo e va compreso anche che non si raggiunge in qualche generazione ma va compreso allo stesso tempo che è la natura del capitalismo concedere quando non ne può fare ameno e rimagiare tutto un secondo dopo.Tutto questo oggi dalla gente non viene tenuto presente ed invece sarebbe la cosa che culturalmente dovrebbe essere tenuta in considerazione perchè tutto il sistema oggi funziona così e segna la continuazione di tale sistema.Purtroppo – e sottolineo purtroppo- la storia ci dice che i cambiamenti consistenti e generali ci sono stati solo a seguito di tragedie e di scossoni di chi si è voluto liberare dalle zavorre.ma tali situazioni sono state prodotte e volute e difese da chi si è trincerato solo dietro i propri egoismi. Chi dice che le classi siano scomparse dice una menzogna sapendo d mentire.Guarda un momento chi lo afferma questo e di quali partiti politici siano chi abbia spinto anche nelle ultimi decadi per pensarla in questo modo, poi mi dici cosa difendevano, cosa difendano oggi e chi siano ed a cosa e chi siano legati.Scusa al solito la lunghezza.
sì, ma… se tornassimo a Orazio Ciclite e Muzio Scevola? Da lì parte il ragionamento… Poi certo i mali del capitalismo…
Se tornassimo alle leggi ed all’etica ed anche alla morale che vigeva ai tempi di Orazio Coclite,di Muzio Scevola e di Porsenna, oggi di vivi ne rimarrebbero pochi fra coloro che hanno sbagliato i colpi. Muzio Scevola punì il braccio che sbagliò il colpo mettendolo sopra il bracere ma oggi coloro che dopo 2500 anni di storia e dopo l’ultima guerra mondiale hanno percorso una politica che ha affossato l’italia e quindi anche Chiusi e che oggi si divertono a dire che l’italia col patrimonio che possiede sarebbe una Svizzera, allora dovrebbero essere concime per i campi secondo l’etica dei nostri predecessori.Invece a quei tempi sappiamo che vigeva la dittatura, oggi vige la democrazia e quindi queste cose non si fanno perchè sarebbe riprovevole. Nel nostro piccolo paese caro Marco chi ha preso le redini della conduzione ne ha indovinate poche a comincare dagli ultimi fatti del Palapania che ha assorbito milioni di euro con le decisioni della sua nascita, poi lo stop, poi la continuazione della realizzazione, poi con il fatto di Acea ma se ne potrebbero dire tantissime altre situazioni e condizioni che nel giro di almeno due decadi l’unica cosa certa è quella che si siano spesi fiumi di denaro quindi milioni di euro per cose inutili credendo che seguire le politiche dei voti avesse portato ad una stabilità, ad un progresso, ad una nuova Chiusi che avesse rivitalizzato le sue risorse di trovarsi al centro di un territorio che pur è magnifico,a vocazione agricola, ma per fortuna fin’ora non è riuscito ad essere devastato nella misura in cui sono stati devastati altri ma per il futuro appunto non è detto. No, è successo il contrario ed il contrario è il principio che viene seguito dello sviluppo perchè si dice che non si possa prescindere da questo ! Un sistema produce e produce anche scorie e quindi anche le scorie devono trovare la loro collocazione od il loro riciclo e così facendo ed avendo il comando decisionale sia mediatico sia politico anche le scorie si colorano di inevitabile futuro moderno…questo è ciò che vorrebbero che passasse nella testa della gente e questo succede e succede che in tale viatico le rassemblemet polique trova anche le proprie clap ed alla fine si trova il modo per convincerci che quella linea sia giusta, consapevole e che sia l’unica percorribile e che se si trovasse di fronte ad ostacoli nella sua realizzazione non si esiterebbe ad impiegare la forza (”I carri armati” di Giani;una bella frase che poteva essere risparmiata…) E allora questi dovrebbero fare altro che i Muzio Scevola che mise il braccio nel bracere ma attaccare il forno crematorio gettarvisi dentro e nominare qualcuno che lo spenga quando ormai siano nel vento come recita la canzone di Francesco Guccini….Se poi la posa in mezzo all’aiuola che auspichi serva a tale riflessione che dici, io non ne sono affatto sicuro se tale possa essere lo scopo della conoscenza che Chiusi sia stata la patria del locumone etrusco, scopo per il quale coloro che entrano a Chiusi facciano o sappiano che quella sia la città di Porsenna,ma sarebbe meglio secondo me che non tengano presente il paragone fra i reggenti di questi anni della nostra Kamars ed il locumone etrusco che accerchiò Roma e che richiama tempi di grandezza della nostra cittadina, perchè se facessero appunto quel paragone che secondo te potrebbe anche sorgere spontaneo a chi ne veda la statua e di seguito possa pensare in quale città stia entrando oggi, è meglio che il paragone non venga fatto e che la cosa finisca lì, senza statua e senza nessun altro paragone.Diversamente qualche matto che alzasse al mattino potrebbe riaccendere i forni crematori altro che i bracieri accanto al Ponte Sublicio…..E la merce da metterci dentro non sarebbe proprio poca e d’inverno scalderebbe le case avendo così un discreto risparmio sulle bollette…e…”A Chiusi c’era la neve ed il fumo saliva lento…”.Scusa il sarcasmo ed i paragoni ma talvolta serve anche a fugare qualche idea malsana od almeno secondo me senza senso.