CHIUSI: SONNINI, 100 GIORNI DI POCO. QUASI NIENTE
CHIUSI – Chissà se c’era ieri sera il sindaco Sonnini al Mascagni. Certamente lo spettacolo Peachum di Fausto Paravidino e Rocco Papaleo tratto dall’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht gli avrebbe fatto bene vederlo. A lui e tutti i sindaci del circondario. Perché è stato un bello spettacolo, ma soprattutto perché Peachum parla di una città in preda ad una emergenza sfuggita al controllo, di un sindaco (nel caso una sindaca) giovane e brillante, eletto “per le sue belle parole”, in realtà messa lì da chi comanda il mercato, cioè dal potere economico, in modo che coi suoi metodi rassicuranti assicurasse soprattutto ad esso protezione, sicurezza e quieto vivere, ovvero le condizioni per poter continuare a fare affari e a sfruttare chi sta sotto… Dunque a farsi strumento dei ricchi, nella loro guerra contro i poveri. Ciò, anche servendosi all’occorenza non solo della polizia, ma pure di bande criminali antisistema, pronte a ripulire i bassifondi dai “negri”, cioè da chi sta ancora più in basso. Quando la situazione va fuori controllo la guerra dei ricchi contro i poveri diventa guerra di tutti contro tutti, dove comunque chi perde di sicuro sono i poveri… Quelli perdono sempre. Una metafora quella di Brecht, riletta in chiave moderna e attuale da Paravidino e Papaleo sul rapporto politica-potere economico, sulla violenza del sistema capitalistico, sul governo delle città in situazioni di emergenza e su chi decide chi deve governare… Illuminante.
Dicevamo che Gianluca Sonnini avrebbe dovuto vederlo. Magari avrebbe dormito male, dopo. Ma vi avrebbe trovato motivi di riflessione. Perché ieri, 1 febbraio, se si considera come punto di partenza il 23 ottobre, data di insediamento del nuovo Consiglio Comunale, era il giorno 101 del suo mandato amministrativo. Proprio il 31 gennaio Sonnini ha infatti “scavallato” i fatidici primi 100 giorni. Nelle interviste Tv lo hanno chiesto anche a lui, dopo l’elezione: “cosa farai nei primi 100 giorni”? Ecco, ci siamo. Quel primo traguardo è arrivato. Cosa hanno fatto Sonnini e la sua giunta in questi tre mesi e mezzo? Di eclatante e visibile poco. Quasi niente.
La prima cosa che ha dovuto affrontare, prima ancora che si insediasse il consiglio e la giunta è stata la frana bis in via Longobardi. Una voragine tale da inghiottire un camion. E lì ci ha messo subito le mani. Adesso la strada è transitabile, ma il cantiere è ancora aperto, i lavori non sono finiti e sembrano andare anche piuttosto a rilento.
Sul piano delle opere pubbliche due erano già previste: la conclusione dei lavori in Piazza Garibaldi e via Leonardo da Vinci allo Scalo e la sostituzione di tutta l’illumiunazione pubblica.
La prima Sonnini il 24 ottobre l’ha rinviata all’inizio del 2022, ma siamo a febbraio e il cantiere non è ancora ripartito; la grande opera riguardante l’illuminazione pubblica con sostituzione e potenziamento di 2.600 punti luce in tutto il territorio comunale e l’uso di lampade a led, con forte risparmio energetico, doveva partire a settembre (così disse l’allora sindaco Bettollini ad agosto annunciando la firma del project financing con Intesa e Riesco, le aziende che hanno vinto il bando), ma ad oggi anche di questo intervento non vi è traccia.
Per carità, nessuno si aspettava di vedere ruspe, gru e cantieri ad ogni angolo di strada nei primi 100 giorni, ma che almeno partissero gli interventi già previsti, annunciati e cantierabili, magari sì.
Da queste colonne avevamo sollecitato il rifacimento della segnaletica orizzontale e delle strisce pedonali in alcune strade, diventate pericolose. Questo è stato fatto. Almeno nei punti più critici.
Al nuovo Palasport di Pania è stata montata una tribuna supplementare per consentire di arrivare a 2.000 posti e quindi di poter ospitare le gare di A2 di Basket della San Giobbe, ma è una tribuna provvisoria e non si sa se resterà quella o se si andrà avanti con il progetto iniziale che prevedeva di costruirne una fissa. Per ora si è tamponata una falla rispondendo (con intervento finanziario della Coopersport e della società di basket) ad una impellenza, per impedire che la San Giobbe dovesse “emigrare”, come successe alla EmaVillas Volley. Ma il palasport che è bello e funzionale dovrà trovare una sistemazione definitiva. I posteggi per esempio, già oggi, con il pubblico “contingentato” causa covid, appaiono insufficienti, se davvero arrivassero 2.000 tifosi a partita dove finirebbero le auto?
Per il resto Sonnini ha provveduto, con qualche titubanza e ritardo, al rinnovo del Cda della Fondazione Orizzonti, e lo ha fatto confermando in toto (e a tempo, con scadenza settembre 2022) il Cda uscente e anche il direttore generale Fulvio Benicchi, nominati a suo tempo da Bettollini. Solo il direttore artistico Gianni Poliziani non è stato confermato e nessuno ha spiegato il perché. Forse c’è l’idea di fare senza. O forse si è voluto far pagare a Poliziani una certa “vicinanza” a Bettollini. In ogni caso anche su questo fronte lo sforzo innovativo è stato minimo.
Anche sulla vicenda Acea, il sindaco si è per ora limitato ad informare il Consiglio che la Multiutility con una lettera di diffida ha richiesto indietro i soldi spesi per l’acquisto del terreno, più i danni di immagine, ma non ha risposto ad Acea avanzando proposte su cosa fare nell’area ex centro carni. Confermando però l’opposizione del Comune al ricorso al Tar presentato dalla stessa Acea Ambiente, contro le modifiche al Piano Urbanistico che vietano la realizzazione di impianti insalubri per il trattamento rifiuti. Opposizione già impostata dalla precedente amministrazione.
Sul piano politico Sonnini si è esposto poco. Ha lisciato il pelo alle opposizioni mostrando disponibilità ad accettare il question time in consiglio comunale e ha annunciato un incontro con il Comitato Aria, cosa che il suo predecessore aveva sempre rifiutato. Per dire che cosa però non si sa.
Caratterialmente Gianluca Sonnini è diverso dagli ultimi tre sindaci che lo hanno preceduto. E’ meno altezzoso e “di partito” di Ceccobao; è meno cinico (politicamente parlando) di Stefano Scaramelli ed è meno esuberante e “spaccamontagne” di Bettollini. E questo si sapeva. Ma dato che la sua elezione è frutto di un “cambio” di metodo e di prospettiva, ma anche delle alleanze all’interno della stessa maggioranza, con le vecchie opposizioni adesso aggregate al governo della città, c’era da aspettarsi un qualche scatto, almeno per dimostrare che uno ci sta provando, come nelle corse ciclistiche… E invece niente, in questi primi 100 giorni Sonnini e i suoi assessori e consiglieri hanno tenuto un profilo basso, talmente basso da risultare quasi impercettibile fuori dalle stanze del Comune.
Gli assessori sono tutti e tre giovani e alla primissima esperienza politico-amministrativa. Ma finora non hanno messo il capo fuori dal guscio. Anche loro, come il sindaco, non si sono esposti, mai, su niente. Né sulle questioni di competenza, né sul resto. Nessuno dubita sul fatto che si diano da fare e stiano lavorando, ma all’esterno si vede poco. Valentina Frullini, Maura Talozzi e Mattia Bischeri sono anche “poco social”, quasi mai intervengono per porre questioni o commentarne altre. Insomma è un governo cittadino a dir poco sfuggente. Trasparente, ma nel senso di invisibile…
Eppure in questi tre mesi e mezzo qualche questione sul tappeto è stata posta, altre si sono verificate: sull’emergenza covid che non accenna a diminuire e vede Chiusi come il paese della zona con più contagi (ieri, 1 febbraio erano 297, ma sono stati anche 350, con una quarantina di casi nelle scuole e 1 ricovero) l’amministrazione Sonnini si è limitata ad una comunicazione asettica (spesso anche farraginosa) senza adottare misure particolari aggiuntive rispetto a quelle governative. Profilo basso anche in questo caso e gestione al minimo sindacale.
L’amministrazione si è mossa invece sul piano dei ristori per le imprese penalizzate, ha lanciato un appello a sostenere e rafforzare le associazioni di volontariato (ma gli spettava?), mentre è rimasta piuttosto defilata su vicende e temi che sono finiti sulla stampa: il rischio chiusura del laboratorio di restauro del Museo Etrusco, rimasto senza personale dal mese di dicembre (l’avranno fatta una telefonata al Ministro Franceschini?), la discussione in atto in Umbria sul collegamento stradale Perugia-Chiusi, da cui Chiusi avrebbe certamente molto da guadagnare; quella sul potenziamento della linea ferroviaria Chiusi-Siena con possibilità di trasformare almeno il tratto Sinalunga-Montepulciano-Chiusi in una sorta di metropolitana di superficie ad uso dell’ospedale di Nottola e del turismo green. Silenzio anche sulla proposta avanzata a suo tempo (2016) da questo giornale, poi dai Podemos, e infine da Bettollini, durante l’inchiesta pubblica sul caso Acea, di realizzare un parco energetico fotovoltaico nei 10 ettari acquistati da Acea nell’area ex centro Carni.
Ad inizio ottobre, ultimissimo atto della giunta Bettollini prima di passare le consegne a Sonnini, sono comparse in alcuni punti della città delle “stazioni per ricarica delle bici elettriche”: una a Chiusi Scalo in piazza Dante; una a Chiusi città (area della Pesa) e una al lago. Un progetto intercomunale per favorire il turismo dolce. Solo che anche le colonnine per ricaricare le e-bike sono rimaste senza biciclette e del tutto inutilizzate. Siamo in inverno e in bici ci vanno solo i super appassionati, ma la primavera si avvicina. Partirà questo progetto o quelle stazioni rimarranno “incartate” come sono adesso? Ovvio che per andare in bici in sicurezza servono anche percorsi e piste ciclabili ad hoc. I Podemos che ora sono in maggioranza, avevano inserito le piste ciclabili urbane a Chiusi Scalo già nel loro programma elettorale del 2016, il tema figurava anche nel programma della lista di centro sinistra capeggiata da Gianluca Sonnini, ma a tal proposito nulla si sa e nulla si è mosso.
Ottima iniziativa, sul fronte della memoria, quella di far apporre sulla facciata della stazione, una lapide in ricordo dei deportati che vi sostarono dentro i vagoni piombati nell’autuno del ’43. Peccato che nella cerimonia del 27 gennaio scorso non sia stata ricordata l’azione eroica e rischiosissima di alcuni ferrovieri chiusini che mossi dallo strazio aprirono uno di quei vagoni e fecero scappare alcuni prigionieri diretti ai campi di concentramento e di sterminio. Gliel’avevamo pure segnalata.
Sulla proposta, anche quella avanzata da Primapagina, di realizzare opere di street art in alcune facciate oggi ingrigite di Chiusi Scalo, facendo diventare il centro urbano una galleria d’arte a cielo aperto, l’assesore Bischeri ha fatto sapere che “ci stanno pensando”. Bene, ci auguriamo che siano pensieri positivi. Tante città grandi e piccole lo hano già fatto… Ed è un bel vedere con ritorni importanti sul piano dell’immagine e anche del turismo.
E ci auguriamo anche che questi primi 100 giorni siano serviti ai nuovi amministratori per prendere le misure, per rendersi conto delle condizioni del campo da gioco. Ma un po’ più di verve (anche di vis polemica, perché no) ci sembra necessaria.
Chiusi ha solo 8.000 abitanti, questo è vero, ma non è un paesotto qualsiasi. E’ una città (se il titolo lo ha conferito il Duce pazienza) con una storia importante, con una immagine e un ruolo rilevante anche se non sembra. E’ una città che ha strutture e infrastrutture che altri paesi dei dintorni non hanno. Amministrare con onestà e trasparenza, ma al minimo sindacale, senza curiosità, senza fantasia, senza scatti di orgoglio e azioni determinate, portate avanti con la giusta cattiveria, potrebbe non bastare per risalire la china, dopo questi due anni di pandemia che rischia anch’essa di diventare un alibi per assuefarsi al nulla. Viaggiare con il freno a mano tirato non fa bene alla macchina.
I prossimi 100 giorni scadono l’11 maggio. A quella data forse la pandemia sarà dichiarata alle spalle e la nebbia di questi primi mesi autunno inverno sarà diradata e allora faremo altri conti. Misureremo la nuova giunta non solo dalle risposte alle nostre sollecitazioni, ma anche sul resto, su quello che proporrà e metterà in campo. L’impressione però è che Sonnini & C. debbano intensificare gli allenamenti. Non si è capito se siano o meno buoni giocatori. Di sicuro non hanno ancora il ritmo partita nelle gambe.
m.l.
Diamogli tempo, non ha la bacchetta magica !
Voglia di fare bene ,dovrebbe averla !
Al di là delle opere pubbliche e dei cantieri, nelle promesse in campagna elettorale per i primi 100 giorni, c’erano il question time che se partirà ha avuto impulso da una mozione delle opposizioni, c’era un accordo con l’università per attivare azioni concrete per la salvaguardia del lago, cosa della quale non si sa niente e c’era la costituzione della consulta delle associazioni e anche di questa nessuna traccia.
Certamente Alessio Rossi è così. Attendiamo e mi sembrerebbe anche giusto ma l’aria che tira- non sò quanti saranno d ‘accordo- ma è quella che si nicchi ed ancora prima dell’insediamento qualche penna un po’ più realista l’aveva precognizzato….poi vedremo al cospetto delle iniziative che vengono da strutture più in alto cosa risponderà la nuova giunta. E’ la storia del guardiacaccia che sorprese il cacciatore di frondo col cervo caricato sopra le spalle:”Mi scusi ma quella bestia ? Ed il cacciatore scrollandosi la giacca: …”di quale bestia parla ?”.