PROTESTE NO VAX E “DITTATURA SANITARIA”: MA DI COSA STIAMO PARLANDO?
Parliamoci chiaro, anche se io sono vaccinato e il vaccino l’ho fatto convinto, anche se io il green pass ce l’ho e non mi costa nessuna fatica esibirlo laddove è richiesto, anche se non condivido niente delle proteste di piazza no green pass, lo sgombero forzoso operato dalla polizia al Molo 4 del Porto di Trieste non mi è piaciuto. Credo che sia stato legittimo e doveroso, perché i manifestanti erano stati avvertiti, almeno 3 volte, e avrebbero dunque dovuto allontanarsi da soli… Ma non mi è piaciuto lo stesso, perché non mi piace mai la Polizia che carica le persone in piazza.
E’ sempre una cosa che mi ricorda tempi andati e altre storie.
Detto questo, però mi pare fuori luogo e del tutto fuorviante sentir parlare anche persone avvedute di “dittatura sanitaria” e di “Stato di polizia che impone i vaccini”, di “democrazia ferita” e “sospesa” come a Genova per il G9 del 2001… Non è vero, non è così. Primo perché nessuno ha imposto il vaccino, non c’è nessun obbligo. Però, per una questione di salute pubblica e di sicurezza chi non vuole vaccinarsi deve garantire ugualmente di non essere un pericolo ambulante per gli altri, in primis i colleghi di lavoro. La garanzia si chiama tampone e va fatto ogni 48 o 72 ore a seconda del tipo. E se scegli di non vaccinarti, non puoi pretendere che il resto del mondo paghi quella tua scelta individuale, sia rischiando il contagio, sia pagandoti il tampone in farmacia, attraverso un intervento dello Stato. Quello sarebbe un favore non dovuto, non un fatto democratico.
Ma, al di là di questo aspetto, non secondario, ce n’è un altro che mi lascia ancora più perplesso. Ed è che a protestare e a gridare allo scandalo, alla sospensione della democrazia, per lo sgombero di Trieste, è gente a cui non è mai fregato una beata mazza degli sgomberi forzosi che sono avvenuti tante volte e avvengono quasi giornalmente da altre parti: davanti alle fabbriche, nei cortei e sit-in di protesta per questioni ambientali, nelle case popolari occupate… Quante volte sono stati “sgomberati” a manganellate i manifestanti NO Tav, per esempio?
Ha ragione chi ha scritto in questi giorni che molti di quelli che oggi si scandalizzano per lo sgombero, degli sgomberi precedenti non si erano mai accorti, non li hanno mai ritenuti degni di notizia, né tantomeno di indignazione, perché riguardavano altri… Altri mondi.
Qualcuno che oggi scende in piazza contro il green pass al grido di “libertà-libertà”, prima in piazza non ci era mai sceso… non aveva mai solidarizzato con gli operai di Terni manganellati dalla Polizia, né coi No Tav della Val di Susa, o i No Dal Molin, con i comitati del no alle centrali geotermiche o le terre dei fuochi. Anzi, finché a protestare erano gli operai o i No Tav quelli che protestano contro il green pass stavano in gran parte coi Poliziotti… perché “è una vergogna che si voglia fermare il progresso”. Oggi l’operaio vuole il figlio dottore, non c’è più morale, contessa… cantava Paolo Pietrangeli nel ’68… Oggi c’è gente che si schiera coi portuali, ma solo quelli di Trieste, perché sono contro la dittatura del green pass… di quelli di Livorno, che invece sono a favore non frega un cazzo a nessuno.
Anche a livello locale (a Chiusi per essere più precisi) molti scoprirono che esisteva la politica, la partecipazione, la lotta, solo due anni fa, quando si creò un movimento “No carbonizzatore”… Prima i più non avevano alzato un dito, detto una parola, espresso un timore su niente, né sulle aziende insalubri esistenti, né sulle esalazioni maleodoranti e pericolose di alcune attività industriali, né sui presunti interramenti illegali di rifiuti, su altri casi di inquinamento manifesti… Neanche quando tali casi sono finiti sulla stampa e pure in tribunale.
Persone che siccome avevano scoperto la politica, pensavano che fosse automatico che la protesta di allora si trasformasse in voti alle elezioni. Ovviamente – siccome la politica esisteva anche prima, anche se loro non se ne erano accorti – alle elezioni è andata diversamente. E i voti non sono arrivati. Un po’ la stessa cosa che è successa alle amministrative a Salvini e alla Meloni che hanno soffiato sul fuoco delle proteste no green pass e hanno raccolto un pugno di mosche… Mezze morte peraltro. Hanno provato pure a nascondere o minimizzare le infiltrazioni e l’uso della protesta no green pass da parte dei neofascisti, hanno provato a mettere sullo stesso piano certe rivendicazioni sociali e antagoniste con lo squadrismo violento e fuori legge dell’estrema destra (vedi assalto alla Cgil a Roma)
Su come ha vinto il centro sinistra quasi ovunque, si può discutere (e si dovrebbe discutere), senza trionfalismi perché sono fuori luogo, così come si dovrebbe discutere sulla dissoluzione ingloriosa di certi partiti o movimenti e dell’astensionismo ormai a livelli record (più del 50%) con città grandi, medie e piccole in cui va a votare solo chi abita nei quartieri bene, mentre le periferie disertano le urne.
Tutto questo però non cambia la sostanza del ragionamento sulle proteste no vax… Che non sono una rivendicazione di libertà.
Copio e incollo un post dell’amica Lucia Annunziata: “In tutta Italia si registrano lunghissime file per i tamponi, farmacie al collasso, medici “tamponatori” (sic) impegnati in interminabili sessioni di lavoro passate ad infilare bastoncini in migliaia di nasi o gole, laboratori clinici che sfornano esiti a ritmi estenuanti.
Un lavorio incessante, un dispendio di denaro (pubblico o privato conta fino a un certo punto,) fine a se stesso, soldi buttati via senza costrutto, solo per usufruire di un lasciapassare che dura una manciata di ore, trascorse le quali tutto è da rifare. Uno sforzo collettivo tanto grande volto a costruire nulla. Un supplizio di Sisifo per sottoporsi al quale una minoranza (per fortuna) di italiani è disposta a spendere almeno 200 euro al mese.
Tutto per non fare due punture. Gratis. Io davvero non ci posso credere”. Ecco, preciso, Nemmeno io.
Marco Lorenzoni
Pongo una domanda, una riflessione, visto che la legge non obbliga al vaccino, così come non obbliga al tampone, perché il vaccino è gratuito per i cittadini (agli stati costa miliardi di euro), e il tampone è a carico del cittadino? Avrei trovato giusto pagare il vaccino. In sostanza ogni cittadino, secondo me avrebbe dovuto accollarsi la spesa per ciò che sceglie, dato che la legge consente di scegliere.
Credo per il fatto molto semplice che la costituzione garantisce il diritto alla salute (art.32)… e il vaccino è un presidio di salute pubblica: fa evitare di ammalarsi. Quindi riduce i rischi e anche la spesa sanitaria i costi sociali… Il tampone al massimo ti dice se sei positivo o negativo, non è una cura, nemmeno preventiva come lo è il vaccino. Vaccino e tampone non sono due cose equipollenti.
X Alessio Rossi.Ci sarebbe da dire e spiegare la giustezza dell’impostazione e cioè che quella del vaccino è una iniziativa che si basa sui ” grandi numeri” ed è per questo che una vaccinazione di massa che costa miliardi debba essere compresa ed intesa quale facente parte di un presidio pubblico contro la pandemia, collegandosi profondamente con le finalità dello stato di proteggere la salute pubblica e quindi di essere ”a carico” della spesa pubblica.Il tampone è un mezzo a cui può ricorrere il singolo che non si faccia vaccinare per molteplici ragioni ma la cui utilità è prevista per certificare in un lasso di tempo molto limitato se si sia colpiti dalla malattia.E dal momento che lo Stato non può obbligare la gente per legge a vaccinarsi è giusto che possa prevedere una modalità affinche tale rischio di natura pubblica possa manifestarsi e possa essere alle bisogna fronteggiato. Comprendo che questo possa richiamare alcuni aspetti dei diritti democratici e delle libertà personali, ma la riflessione di quando si viva in una comunità dovrebbe far scattare nei singoli a cui viene consentita la libertà di decisione di vaccinarsi o meno,il fatto della comprensione che dovrebbe esserci che per tutti gli altri ci debba essere il fatto di non correre rischi da parte di chi non sia vaccinato, visto che il virus possa attaccare anche coloro che sono vaccinati.Non voglio con questo suscitare polemiche o risentimenti ma c’è una barzelletta carina che come tutte le barzellette tagliate con l’accetta gira nel web che sposa la parte di coloro che si sono fatti il green pass e certamenente non contempla coloro che per vari motivi non si vogliano vaccinare ma gli sia richiesto non per una idea strampalata ma per andare al lavoro che racconta questo:
”Ti sei fatto 365 giorni di lockdown tappato in casa perchè eri terrorizzato,e se uscivi con il cane,quando rientravi ti spogliavi sul pianerottolo, ti levavi le scarpe e ti facevi la doccia con l’amuchina. La sera alle 21,59 correvi più di Speedy Gonzales di Willy il Coyote e di Cenerentola messi insieme.Da più di un anno indossi i guanti,la mascherina,anche se sei solo.Sei schedato dalla nascita al Comune, all’Ufficio delle Imposte,in Chiesa.Sei stato battezzato e vaccinato senza poter scegliere,hai fatto la scuola dell’OBBLIGO.Quando sei partito per qualche viaggio esotico hai fatto decine di vaccini senza pensare che ti inculcassero veleni.Ingurgiti tonnellate di farmaci senza neanche leggere i bugiardini che fino all’anno scorso non sapevi neanche cosa fossero.Sei schedato anche alla motorizzazione.Hai il telepass,lo Spid,l’Easy Park,la PEC,la tessera sanitaria,il conto corrente online,decine di tessere di supermercati,profumerie, negozi di abbigliamento,librerie.Hai la carta d’identità, la patente,il passaport, il codice fiscale,le carte di credito, il bancomat.Sei iscritto a Facebok e comunichi a tutti dove sei,cosa pensi e cosa mangi, e tutti sanno di che colore sono le mutande che indossi. E il Green Pass ti limita la libertà ?
Ma vai a cagare ! ”. Posso comprendere quindi che si innesti un problema di disugualianza nei confronti del diritto al lavoro questo sinceramente esiste e bisogna risolverlo e riterrei opportuno nei confronti di tale fatto che per un periodo limitato che dovrebbe essere quello della persistenza della pandemia che speriamo non sia infinta temporalmente che il tampone sia a carico dei 3 soggetti: datore di lavoro, lavoratore e comunità(Lo Stato) anche se c’è in questo contenuto-lo ammetto come valore assoluto il discrimine fra chi per lavorare debba pagare,chi per dare lavoro debba pagare, chi per senso e ragione di ”comunità”debba pagare perchè sovraintenda alla gestione del sociale.Anche da queste discrasie si capisce che la cultura della concezione dello Stato debba essere soggetta a revisione, e non solo questa.la socialità non è un corpo immutabile ed immobile ma subisce nel tempo cambiamenti anche profondi sul modo in cui si misurano le cose ed i contenuti etici, ma si ritorna sempre lì quando si pensa che tutto questo bailame di come sia organizzata la società ed il sociale dipenda profondamente dalla tipologia del sistema economico vigente ed i suoi riflessi e condizionamenti ad un certo punto sono pesi che sopportiamo pure tutti noi.Che fra l’altro non viviamo su Marte….
Ci sono considerazioni giuste nei precedenti commenti. Non mi convince quella che richiama l’articolo 32 della costituzione, troppe volte viene violato per appellarsi a quell’articolo.
Concordo con le valutazioni di Marco circa le proteste dei NO VAX e dintorni. Il loro concetto di libertà si può associare tranquillamente al principio forse nemmeno primitivo: “del mi faccio i cazzi miei”. Un modo di relazionarsi con gli altri questo, basato ovviamente sulla logica della prepotenza, che non può essere accettato. A meno che non si vada a vivere su un isoletta del pacifico da soli. Lì si,si può anche fare, rispettando comunque tutte le altre forme di vita presenti. Quando si vive in una comunità la libertà va sempre contemperata al senso di responsabilità. Insomma se gli stili di vita propri rischiano di portare danno ad altri, vanno immediatamente cambiati. Francamente nemmeno io capisco la razzio dell’essere contro il “Certificato Verde”. Un normale documento al pari della Carta d’Identità (attraverso la quale si accerta l’identità di un individuo), che attesta l’avvenuta vaccinazione. Dunque nessuna dittatura sanitaria, finiamola con queste fregnacce. I tamponi ognuno se li deve pagare di tasca propria, nemmeno le aziende se ne devono far carico. Ci sono i vaccini gratis. Dove invece non concordo con il Direttore, e quando porta l’esempio dei NO TAV, come vittime delle cariche poliziesche. Se non ho interpretato male le considerazioni addotte, che li differenziano dai NO VAX. Personalmente i NO TAV, io li ho sempre accostati al movimento luddista del XIX secolo. Eravamo agli albori della rivoluzione industriale e l’avvento delle macchine, la scintilla fu il telaio, fu avversato da frange operaie, perché queste creavano disoccupazione. Ecco, nelle migliori delle ipotesi, cioè di onestà intellettuale, quelle fronde di popolazione, possono essere paragonate a quel movimento. Se invece volessimo entrare più nel profondo dell’analisi politica di quel variopinto e a tratti violento movimento, all’ora le considerazioni debbono diversificarsi. Parlo di espressioni di violenza perché le spranghe, le bombe carta, e tanto altro materiale contundente e offensivo, è qualcosa di diverso dalle legittime proteste. L’assalto alla CGIL, dei giorni scorsi come si può constatare ha radici profonde, viene da lontano. E quando si usano certi metodi, le bandiere comunque si camuffino, sono sempre di un unico colore: NERO. Contestare la Tav in nome della difesa ambientale, è davvero il colmo della contraddizione.
Sì perché il treno per se, è notevolmente il mezzo di trasporto più ecologico ora esistente. Una volta terminata l’opera, su quel treno dovranno essere caricati le migliaia di camion che adesso attraversano quotidianamente la vallata. Mezzi di trasporto i camion, che attualmente sono tra i più inquinanti al mondo per lo spostamento delle merci. Non ha caso al Brennero le autorità austriache fanno salire sul treno i camion di lunga percorrenza, quelli che devono attraversare l’Austria, per andare ancora più a Nord. Ecco, sono convinto da tempo, che dietro a quelle manifestazioni spessissimo violente, si nascondino interessi inconfessabili. Lo possono constatare tutti, a seguito di quel traffico intenso di mezzi pesanti, si è creata tutta una intera filiera economica, fatta di ristoranti, bar, stazioni di servizio, officine e anche altri intrattenimenti vari. Ecco tutta questa vasta platea di interessi legittimi intendiamoci, sente che con ogni probabilità con l’avvento della TAV, dovrà reinventarsi un lavoro, dovrà riposizionare le proprie aziende e tutto questo crea preoccupazione, da qui il rifiuto a cambiare. Ecco l’accostamento con il movimento luddista.