CHIUSI, PUO’ PARTIRE IL PROGETTO DI RECUPERO DELL’AREA EX FORNACE. LE OPPOSIZIONI VOTANO CONTRO
CHIUSI – Seduta mordi e fuggi del consiglio comunale ieri sera a Chiusi. Il sindaco ha voluto anticiparla di qualche giorno perché all’odg c’era una delibera importante che deve andare in Regione per la definitiva ratifica, cercando di evitare così che ci arrivasse in mezzo al periodi feriale… Così ha spiegato in aula. Si tratta della Variante sul recupero dell’area ex Fornace, modificata in seguito alle osservazioni presentate da 4 enti e commissioni regionali, tutte riguardanti aspetti di maggiore tutela ambientale (bonifica del sito, salvaguardia aree boscate, utilizzo di piante e alberature che assorbono inquinanti, viabilità…) e tutte accolte dal Comune. Le suddette osservazioni e relative controdeduzioni del Comune sono state messe in votazione e votate singolarmente, con la maggioranza che ha votato a favore, i Podemos che si sono astenuti mentre la consigliera Cippitelli dei 5S ha votato contro. Assenti il capogruppo di maggioranza Agostinelli, il consigliere Cottini per il Pd, Annulli per il Psi e Martinozzi per i 5S.
Quando però si è trattato di votare la varante nel complesso, modificata, anche i due consiglieri di Possiamo hanno votato contro. Senza motivare il voto contrario, se non polemizzando per l’esposizione del sindaco, accusato di fare comizi… Ma questo ormai è un mantra.
In realtà il sindaco Bettollini ha provato a spiegare che la Variante è l’atto finale che consente, finalmente, dopo qualche decennio alla proprietà dell’area Fornace di partire con il progetto di recupero, considerato da tutti intervento necessario e strategico per il rilancio economico e sociale di Chiusi. Che il progetto è dell’impresa Le Fornaci Srl, proprietaria dell’area non del Comune e che anche in forza delle osservazioni e prescrizioni è conforme alle indicazioni del Piano Operativo e alle linee guida imposte dalla Regione anche sul piano ambientale.
I sostanza il sindaco ha invitato le opposizioni a ripensare il proprio voto, affermando che il voto contrario, “non è contro Bettollini e contro la maggioranza, ma contro il rilancio e lo sviluppo di Chiusi, contro la possibilità di eliminare e guarire una ferita, rappresentata dal rudere della Fornace e delle sue pertinenze, contro la riqualificazione di un comparto oggi in abbandono, riqualificazione fondamentale per dare una nuova immagine al quartiere e nuove opportunità al commercio e ad altre attività… “.
Bettollini ha anche detto che non sarà lui a tagliare il nastro per l’apertura del cantiere, ma che adesso “nulla osta” e il cantiere nell’arco dei tempi tecnici necessari può partire davvero. A questo proposito ha parlato di interesse forte della proprietà ad accelerare, da qui anche la decisione di anticipare la seduta del Consiglio.
Le opposizioni fanno il loro mestiere, il voto contrario ai provvedimenti ci sta. Ma in questo caso, sia per la mancata motivazione, sia per il fatto che si trattava di votare una variante decisiva per poter avviare qualsiasi progetto di recupero dell’area e non una proposta della Giunta, il voto contrario del M5S e dei Podemos è apparso quasi inspiegabile. Se non con il “no a prescindere” su qualsiasi cosa Bettollini tiri fuori dal cilindro, fosse anche un fischietto.
Solo che il recupero dei volumi della ex Fornace (del vecchio opificio purtroppo non c’è più nulla da recuperare) e la riqualificazione dell’area circostante è da almeno 40 anni uno degli obiettivi di tutte le forze politiche e anche uno dei punti dolenti della situazione chiusina.
Qualche amministrazione del passato ci ha messo del suo per frenare e complicare l’intervento, poi la crisi economica e il cambiamento profondo di molte dinamiche sia nell’edilizia che nel commercio hanno rallentato ulteriormente la soluzione. Le opposizioni, tutte, hanno sempre criticato la maggioranza per non aver saputo o voluto porre mano alla questione-Fornace… Anche sulle colonne di questo giornale si è scritto molto in proposito, comprese alcune proposte di soluzione prendendo ad esempio interventi fatti in altre regioni su fornaci dismesse dello stesso tipo (quella di Maiolati Spontini, nelle Marche, ad esempio). Oggi che l’iter preliminare, sia dal punto di vista urbanistico che da quello della sicurezza idraulica, ambientale e stradale, sembra aver imboccato la dirittura finale ed è in vista del traguardo, stupisce che le opposizioni votino contro, perché è come se avessero votato contro ciò che hanno sempre sostenuto: la necessità di mettere mano al recupero della Fornace. Se il no fosse motivato da un giudizio negativo sugli aspetti tecnici avrebbero dovuto dirlo. Non lo hanno detto.
Il fatto che Bettollini faccia o meno comizi in Consiglio non è ragione sufficiente.
Sempre nella seduta di ieri sera, in risposta ad una interrogazione del M5S, il sindaco ha chiarito anche la questione del mancato introito per il Comune per il fotovoltaico installato su alcuni posteggi pubblici: precisamente quello della Multisala a Querce al Pino, quello dell’area sportiva di Montallese, e quello dell’area Binaglia a Chiusi scalo, di là dell’ex passaggio a livello. E’ vero che la ditta Sdm che gestisce gli impianti non ha pagato alcune “annualità”, nella fattispecie dal 2015 in poi. La cifra comincia ad essere rilevante, perché si tratta di 53 mila euro l’anno, più iva. Quindi oltre 300 mila euro. Importo che non è collegato alla produzione di energia elettrica e alla immissione della stessa sul mercato, ma è solo un “canone” annuo a fronte del diritto di superficie concesso dal comune all’azienda per 20 anni. Il Comune ha aperto un contenzioso legale per il recupero del credito, la ditta Sdm ha fatto ricorso al Tar, ma tale ricorso è stato rigettato, quindi la Sdm dovrà pagare. In che modo lo stabilirà il giudice.
Con tutta probabilità Bettollini non farà in tempo a riscuotere, perché il suo mandato scade a settembre e ha già detto che non si ricandida. Il “tesoretto” arriverà alla prossima amministrazione. C’è anche un altro grande posteggio concesso in diritto di superficie e attrezzato con i pannelli fotovoltaici, quello della zona Paip delle Biffe, ma è gestito da altra azienda che finora ha sempre pagato il canone regolarmente.
A proposito di fotovoltaico… quali e quante forze politiche, aggregazioni e comitati che si stanno confrontando in vista delle prossime amministrative, sono pronte a sostenere la proposta (già avanzata prima da questo giornale, poi da Bettollini ad Acea al termine dell’inchiesta pubblica sul carbonizzatore) di un grande parco fotovoltaico nell’area ex Centro Carni? I podemos tale proposta l’avevano nel programma elettorale del 2016. Sono ancora del medesimo avviso? E il Pd, il Psi e i 5 Stelle cosa ne pensano? La destra ha qualche idea sul tema? C’è qualcuno che preferisce ettari di pannelli piazzati in mezzo ai campi? Nei posteggi a nostro avviso vanno benissimo (ammesso che poi i gestori paghino), in mezzo alla campagna, se ci sono alternative meno impattanti, no…
m.l.
” Considerato la linea privilegiata di cui gode codesta redazione, premesso che a ora non esiste un tesoretto da 300.000,00 euro che aspetta , quanto piuttosto vi sono una serie di azioni che dovrebbero essere intraprese dalla Giunta o dal Legale che la rappresenta, cortesemente chiedo se è trapelata qualche notizia in riferimento ai seguenti elementi :
1) E’ stata avviata l’azione esecutiva per il recupero della somma?
2) Sono state iniziate le azioni per gli anni successivi al 2016 , per l’importo di € 258.640,00, stante il diverso periodo rispetto a quello cui si riferisce la sentenza 3950 del Tribunale Ordinario di Siena ,?
3) Siamo sicuri che la SDM sia in grado di corrispondere gli importi dovuti o abbia beni e/o depositi bancari sufficienti che assicurino al Comune di Chiusi il pagamento? “
Il m5s ha presentato una interrogazione, il sindaco ha risposto. L’articolo riferisce quanto emerso e detto in consiglio comunale sulla questione.