CHIUSI, SCARAMELLI MINACCIA L’ESPROPRIO DELLA FORNACE…

venerdì 22nd, agosto 2014 / 13:13
CHIUSI, SCARAMELLI MINACCIA L’ESPROPRIO DELLA FORNACE…
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NELLA MARCHE UN COMUNE L’HA GIA’ FATTO E LA VECCHIA FORNACE ORA E’ UNA BIBLIOTECA…

CHIUSI –  Apprendiamo oggi da La Nazione che il sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli vuole dare una sterzata all’annosa e ormai insostenibile situazione della ex Fornace. La vecchia ‘fabbrica dei mattoni’ di via Oslavia, chiusa dal 1977,  versa infatti in condizioni di assoluto degrado ed è ormai prossima al crollo. La facciata dell’opificio spancia inesorabilmente e pericolosamente in avanti, il resto è un ammasso di costruzioni, capannoni e annessi fatiscenti. Scaramelli ricorda le lunghe e infruttuose trattative portate avanti dalle amministrazioni precedenti con la proprietà e si dice pronto a fare passi clamorosi, non escludendo l’esproprio per pubblica utilità.

E cioè per demolire l’edificato fatiscente, salvare il corpo centrale della fornace (il forno Hoffman) e la ciminiera per porre fine al degrado e dare alla città nuovi spazi e contenitori pubblici per giovani, bambini e anziani e creare un nuovo centro di attrazione e aggregazione, con servizi pubblici, parcheggi, giardini…

Bene, era ora che qualcuno si svegliasse dal torpore. Sono anni (decenni) che questo giornale e altri chiedono una soluzione per la Fornace e sono anni e decenni che la cosa figura nei programmi elettorali di tutti, senza però mai un benché minimo risultato.

Al sindaco Scaramelli e all’amministrazione di Chiusi avevamo già segnalato una situazione e un luogo in cui quello che lui vuol fare della fornace,  l’hanno già fatto. A Moie, nel Comune di Maiolati Spontini, nella Marche una vecchia fornace dismessa in tutto e per tutto simile a quella di Chiusi Scalo è stata in parte demolita e in parte recuperata realizzandovi un parco e una grande biblioteca di valenza regionale.  Moie non è più grande di Montallese…

FORNACE DI MOIEFORNACE MOIE 2

Ben venga dunque l’accelerata di Scaramelli,  ma ci sembra alquanto strano che solo tre giorni fa, martedì scorso per la precisione, quando come Primapagina ci siamo incontrati con uno dei proprietari della Fornace, con il vicesindaco Sonnini e con l’assessore Micheletti, oltre al comandante della Polizia Municipale Giannini, per verificare la possibilità di tenere un evento musicale proprio nell’area della Fornace, per “risvegliare la città” e riportare l’attenzione su quel luogo, nessuno abbia fatto cenno alle nuove volontà dell’amministrazione. Anzi tutti , pur ritenendo la proposta interessante, hanno posto l’accento sulle varie problematiche connesse all’agibilità e alla sicurezza dell’area, rimandando se mai l’evento alla prossima primavera, prendendo così il tempo necessario per eventuali migliorie, anche provvisorie… Tutti all’oscuro delle intenzioni di Scaramelli, sia i colleghi di giunta che la proprietà? Perché nessuno ha fatto cenno all’ipotesi esproprio? Avrebbe cambiato anche i termini della discussione, probabilmente…

Al punto in cui siamo, con la crisi economica che non fa alzare una gru neanche per sbaglio, con il rischio di crollo della facciata del vecchio opificio, quella dell’esproprio per pubblica utilità per salvare il salvabile (poco, giusto qualche “segno” come il forno e la ciminiera, a ricordo del passato industriale di Chiusi Scalo) è forse l’unica strada percorribile. E pensando a quanti milioni di euro sono stati spesi inutilmente in questi ultimi 10 anni tra Centro Merci inesistente, stadio incompiuto, pensiline inutili ecc., viene da pensare che i soldi per l’operazione si possano anche trovare.

Se poi nell’ambito dell’operazione ci dovesse scappare qualche migliaio di metri cubi di edificazione come richiesto a suo tempo dalla proprietà, non sarebbe uno scandalo. Ammesso che ci sia la voglia e il mercato per nuove edificazioni di tipo abitativo e commerciale in quella zona. La trattativa ai tempi di Ceccobao si arenò proprio sulle prescrizioni e soprattutto sulle quantità di metri cubi da edificare, ma erano altri tempi.

Anzi, forse anche per la proprietà, l’esproprio da parte del Comune potrebbe essere una soluzione che garantisce comunque remunerazione e meno grattacapi. Insomma una via d’uscita dignitosa, non una resa…

Un intervento pubblico sembra essere l’unico in grado di risolvere il problema. E l’unico sostanzialmente necessario, visto che a Chiusi scalo di case vuote ce ne sono anche troppe, mentre mancano da sempre luoghi pubblici per riunioni, concerti, eventi culturali e aggregativi. La Fornace potrebbe diventare il nuovo centro di gravità permanente della cittadina.

E il concertone di fine estate che avevamo cominciato sommessamente a proporre, fatto da musicisti locali, per dimostrare che Chiusi non è solo un dormitorio, ma anche un laboratorio, una “fornace” in cui qualcosa si crea ancora, andava proprio nella direzione di una “riappropriazione” sia pure per una sera soltanto di un luogo simbolo della storia, della vita e della memoria dei chiusini. Magari adesso potrebbe servire a sostenere l’accelerata di Scaramelli. Sempre che non sia una boutade d’agosto, tanto per stare due giorni in copertina…

Marco Lorenzoni

 

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