CHIUSI, GIOCHI FATTI NEL PD: TOCCA A SONNINI. SCELTA GIUSTA O VENDETTA DEI ROTTAMATI?

giovedì 17th, giugno 2021 / 12:54
CHIUSI, GIOCHI FATTI NEL PD: TOCCA A SONNINI. SCELTA GIUSTA O VENDETTA DEI ROTTAMATI?
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CHIUSI – Questa sera (giovedì 17 giugno) si riunisce ancora una volta il “conclave” del Pd. E stavolta uscirà la fatidica “fumata bianca” sul candidato a sindaco. Anzi la fumata ci sarebbe già stata l’ultima volta, anche se pochi o nessuno se n’è accorto. E nessuno lo ha detto.

Ma che ci sia stata è indubbio, perché è la stessa segretaria Simona Cardaioli a farlo intendere. Nell’invito con il quale comunica ai componenti dell’Unione Comunale la riunione di stasera  scrive: “E’ convocata l’Unione per domani sera alle 21,15 al circolo di Chiusi scalo con il seguente Ordine del giorno: 1- Resoconto incontro con le altre forze politiche; 2) ratifica individuazione candidato a sindaco avvenuta nell’ultima Unione per acclamazione; 3 nomina delegazione per incontri per costruire la coalizione”.

Non solo il termine “ratifica” presuppone che una scelta sia stata già fatta e vada solo confermata. Ma la segretaria scrive pure che il candidato sindaco sarebbe stato scelto “per acclamazione”.  Forse è stato acclamato piano. O a fine riunione, quando qualcuno già dormiva. Fatto sta che nessuno lo aveva detto prima. Eppure l’acclamazione è in sé una scelta chiara e univoca. Perché Simona Cardaioli e nessuno del Pd lo ha fatto sapere e ha fatto sapere chi è il candidato scelto per acclamazione?

Il nome è tutt’ora top secret, ma tutti gli indizi portano a Gianluca Sonnini, l’ex vicesindaco di Scaramelli, giubilato dallo stesso Scaramelli nel 2015, per lanciare Bettollini.  Tra i “papabili”, Sonnini è senza dubbio la figura meno in continuità con la giunta Bettollini. Quasi l’emblema della “rottamazione” operata a suo tempo dai renziani e quindi della “rivincita” su cui punta da un anno a questa parte la segretaria Cardaioli. Verrebbe da dire pure “vendetta”, non solo rivincita, ma Sonnini è un tipo pacato, uno che non ama le battaglie lancia in resta e il termine non gli si addice. Ma la sostanza questa è.

Ovviamente, siccome  la scelta per acclamazione è stata fatta nell’ultima riunione dell’Unione Comunale, è stata fatta dai cardinali residui, perché quelli della componente bettolliniana erano sull’Aventino, assenti per protesta. A decidere e ad acclamare il nuovo papa son stati una quindicina di membri di su 30 componenti l’organismo.

La decisione spetta per statuto all’Unione Comunale e l’Unione ha deciso. A maggioranza (risicata), ma ha deciso.

Adesso qualcuno dirà che la colpa è sempre degli assenti, che potevano esserci e dire la loro, invece di estraniarsi e chiamarsi fuori; altri diranno, al contrario, che il gruppo dirigente ha deciso in barba al parere degli iscritti e di mezzo partito.

In effetti, anche il fatto che si venga a sapere della decisione presa dal testo di un invito, senza che ci sia stata alcuna comunicazione ufficiale in tal senso, fa capire che se non è un colpo di mano, poco ci manca.

Proprio due giorni fa il segretario nazionale Letta e Walter Verini avevano invitato il partito  a “proporre in tutte le città che andranno al voto in autunno candidature autorevoli, in sintonia con la gente, e non frutto di lotte tra correnti”. A Chiusi forse i dirigenti del Pd non guardano il Tg. Non che Gianluca Sonnini non sia “autorevole”, ma certo il finale di partita all’interno del Pd appare oggettivamente come una resa dei conti tra le due componenti, più che come una soluzione condivisa. 

Se il nome di Sonnini sarà confermato e “ratificato”, il Pd chiusino avrebbe fatto fuori con il colpo finale non solo il sindaco Bettollini, ma anche gli altri papabili che sono stati o sono suoi assessori, primo fra tutti Andrea Micheletti, che poteva essere l’elemento di discontinuità nella continuità, secondo una formula classica spesso usata anche ai tempi del Pci. O Chiara Lanari.

Il Pd chiusino invece ha deciso di tagliare i ponti con l’esperienza amministrativa degli ultimi 10 anni, proponendo colui che fu la “vittima sacrificale” 6 anni fa e seccando sul nascere ogni possibilità di mantenere un filo di continuità. Per Micheletti e Lanari è una bocciatura. Sono stati entrambi tenuti sulla corda per un anno e poi scaricati e lasciati a terra, con buona pace di chi sperava in una soluzione quantomeno di compromesso. L’ultimo treno parte senza di loro.

E anche sul piano delle alleanze sembra che non sia stato trovato nessun accordo con Scaramelli e Italia Viva (e dal discorso di Scaramelli, domenica scorsa all’inaugurazione del Palasport si era capito) e che il Pd punti ad una coalizione con Sinistra Civica ed ecologista che è Marco Nasorri e con i Podemos i quali senza Bettollini e senza Scaramelli tra i piedi potrebbero pure farlo il patto, anche se qualcuno dei pochi rimasti guarda con attezione all’iniziativa civica lanciata da Gliatta, Cioncoloni e altri. Stesso identico discorso per i 5 Stelle.

Insomma potrebbe profilarsi una alleanza inedita tra Pd, Possiamo e 5 Stelle più Nasorri, mentre all’interno del Pd a dirigere i giochi è un’area che inedita non è e che, di fatto, è quella che ruotava intorno a Ceccobao 15 anni fa, e della quale Simona Cardaioli, Marco Nasorri erano due esponenti di spicco, ma non gli unici. Sembra quasi una riedizione di quei Ds e l’archiviazione del progetto Pd.

Comunque il fatto che il partito di maggioranza in qualche modo (diciamo pure in modo un po’ oscuro) abbia deciso di uscire dall’impasse e abbia trovato il cavallo da lanciare nella corsa rappresenta un fatto nuovo, un elemento di chiarezza, anche per tutti gli altri “attori”, i quali adesso potranno  decidere il da farsi con maggiore cognizione di causa. E, ammesso che sia lui il “papa”, toccherà a Sonnini dimostrare che è la scelta giusta e non solo la vendetta dei rottamati.

m.l.

 

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