ANCHE LA “CABINA DI REGIA” PROPONE LA VACCINAZIONE DI MASSA NELLE AREE FOCOLAIO. CHIUSI AVEVA RAGIONE?
CHIUSI – L’idea della vaccinazione “verticale” cioè per aree e non solo per categorie e fasce di età, proposta durante lo screening di massa dal sindaco di Chiusi, non era (e non è) peregrina.
C’è chi venendola come una fuga in avanti, o una proposta “solo per Chiusi”, l’ha definita puerile. Lo stesso presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ieri ha smorzato gli entusiasmi: “La somministrazione del vaccino deve svolgersi nel rispetto dei criteri di equità e non in base al numero di persone positive, che può eventualmente emergere in un Comune piuttosto che in un altro. La diffusione del virus segue traiettorie non del tutto prevedibili e non sempre arginabili, nonostante il massimo impegno che mettiamo in questo. Non possiamo permettere che i territori entrino in competizione tra loro per assicurarsi la vaccinazione prima di altri”.
La proposta Bettollini non tendeva ad assicurare a Chiusi il vaccino di altri e prima di altri, tendeva a proporre un modello: vaccinare tutta la popolazione di un’area ristretta non come regalo, ma come test – da fare in più luoghi, magari diversi per tipologia sociale e ubicazione geografica – per studiare l’efficacia del vaccino, comprese le varianti, la durata dell’immunizzazione, i possibili effetti collaterali ecc…
Non a caso il Cts (Comitato tecnico scientifico) cui è stata inviata non l’ha cestinata, ma ha chiesto integrazioni per poterla meglio valutare. E ieri, nella Conferenza stampa sull’analisi dei dati- Monitoraggio regionale della Cabina di regia, il Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute Giovanni Rezza ha proposto una cosa che se non è la proposta Bettollini, le somiglia molto.
Rezza ha infatti lanciato l’ipotesi della vaccinazione di massa nelle aree laddove sono esplosi focolai con varianti e numero alto di casi. Un’azione “massiva e mirata”. Non la chiama “vaccino verticale” Giovanni Rezza, ma “Vaccinazione reattiva”. Cioè come risposta al focolaio. Questo “non per dare un vantaggio a quella specifica area, ma per togliere, lì dove il virus sta colpendo duro, il rumore di fondo. Per dare speranza alle persone, che dopo essere state costrette alle restrizioni delle zone rosse possano riprendere la vita normale, le attività… Questo ovviamente dopo una operazione massiva di tracciamento e isolamento dei casi rilevati, come è successo a Chiusi con lo screening di inizio febbraio.
Lo slogan, secondo Rezza, dovrebbe essere “Contieni e vaccina”. Che in sostanza è ciò che aveva proposto il sindaco di Chiusi. La differenza se mai sta nel fatto che Rezza parla di operazione “massiva e mirata”, Bettollini di “test per studiare gli effetti del vaccino e eventuali falle, e dunque anticipare il virus anziché rincorrerlo.
Giovanni Rezza è una delle figure di maggior spicco del Ministero della Salute, uno dei più stretti collaboratori del ministro Speranza. Non è l’ultimo della fila.
La sua proposta è implicitamente anche un invito ad accelerare l’acquisizione o la produzione dei vaccini, perché senza le dosi necessarie, le operazioni massive non si possono fare. Resta però il fatto che l’idea lanciata da Chiusi comincia in qualche modo a farsi strada anche nella “Cabina di regia” che è l’organismo apicale della gestione dell’emergenza. Chi l’ha sbeffeggiata e dipinta come un tentativo “sovranista” in stile trumpiano (“Chiusi first”), dovrebbe forse aggiornare l’armamentario.
Sulla necessità di un colpo di acceleratore è d’accordo anche il governatore toscano Giani che scrive: “Ritengo invece che occorra accelerare il più possibile sulla vaccinazione di tutta la popolazione nel più breve tempo possibile per arrivare quanto prima all’immunità di gregge. Per fare questo servono i vaccini in grande quantità e il più rapidamente possibile. Ecco perché sono dell’avviso che dovremmo essere noi a produrli, in Toscana come in altre regioni italiane, dove abbiamo le migliori strutture e professionalità per poterlo fare. Non c’è tempo da perdere”. Lo ha detto anche il presidente Draghi all’Europa. E ormai lo dicono tutti.
Ma il coro è stonato… Su questo argomento ha ragione il nostro amico Alessandro Lanzani:
Ieri sera, sabato, a Otto e 1/2 di Lilli Gruber, anche Massimo Galli, uno dei virologi più ascoltati, ha parlato della necessità di cambiare strategia e della vaccinazione di massa nelle aree focolaio, fatta per zone e non più solo per categorie e fasce sociali.. Chiudere tutti in casa non basta…