LA SCOMMESSA DEL “VACCINO VERTICALE”. ECCO LA PROPOSTA PRESENTATA DA BETTOLLINI A REGIONE TOSCANA E CTS
Il piano vaccinale è stato progettato con un forte razionale di triage caratterizzato dalla priorità per categorie sensibili (medici, soggetti fragili, classi di età, categorie lavorative: forze dell’ordine, insegnanti etc. etc.) che salvaguarda i diritti fondamentali alla salute di tutti e si sposa con le esigenze di un triage che deve al tempo stesso garantire il funzionamento dello Stato e della comunità in toto. E’ un modello “orizzontale” ovvero i vaccini al netto del triage vengono spalmati in maniera “orizzontale” su tutta la popolazione. Questo significa che con il progredire della percentuale della popolazione vaccinata ( il 5% e poi il 10% e così via) il resto della popolazione (il 90% e poi l’85% ) rimane comunque sotto attacco pandemico fino al raggiungimento dell’immunità di gregge. Il risultato è che tutti i territori subiscono la crisi sanitaria, economica (chiusure e riaperture da “cambiamento di colore”, stop and go). Ad un anno dallo scoppio della pandemia lo stress a cui siamo sottoposti supera i confini sanitari e si trasforma in uno stress che mina i fondamenti della società a livello economico sociale e psicologico. Occorre evitare nella maniera più assoluta il rischio che la pandemia si trasformi in un “pandemonio” minando la coesione sociale, la fiducia nelle istituzioni con l’irrompere di scenari tragici imprevedibili e non più contenibili.
Per questo è opportuno sperimentare con degli area test inizialmente limitati, proprio a causa dell’oggettiva carenza di vaccini, la somministrazione dei vaccini in maniera verticale: Il “vaccino verticale” che Consiste nell’immediata copertura di un campione di popolazione circoscritto (comune, aree colpite da focolai e quindi pericolose per le zone confinanti e a più alto rischio di incidenza e letalità), a seguito di un tracciamento di massa e non a campione.
Il tracciamento di massa permette di fotografare la realtà, separare i positivi dai negativi. I positivi seguono il normale iter di prevenzione con lo strumento delle quarantene del cluster. I negativi vengono vaccinati per creare un’area covid free. Una zona bianca permanente. Un’area deviralizzata.
Questa è la proposta che sale da Chiusi. E a sostegno di essa la relazione Bettollini spiega che “al momento non sappiamo con esattezza come può evolvere una comunità che abbia raggiunto l’immunità di gregge semplicemente perché non ne esistono al mondo. Il quadro muta con le varianti e dobbiamo preoccuparci di creare un laboratorio reale, un esperimento sociale che ci permetta di anticipare con tempestività le misure di contrasto in un quadro con molteplici variabili ivi inclusa la reale efficacia dei singoli vaccini alla prova della fase 4 ovvero l’erogazione a tutta la popolazione in compresenza di varianti. In questo modo potremmo osservare l’andamento epidemiologico, la tenuta della copertura immunitaria nel tempo al netto delle varianti presenti o future, fondamentale quindi che l’operazione preveda un monitoraggio nel tempo da parte della comunità scientifica (epidemiologi, infettivologi, virologi) che permetta di controllare eventuali falle di sistema, anticipando così le difficilmente prevedibili mutazioni. Indispensabile la creazione di un’unità di monitoraggio appositamente dedicata al monitoraggio che faccia parte di una più ampia unità di soluzioni”.
Secondo il sindaco di Chiusi e i suoi consulenti, “dai riscontri si possono perfezionare modelli di mosaicismo vaccinale ovvero erogare alla popolazione vaccini più adatti a seconda delle categorie. Fondamentale, inoltre, la valutazione quantitativa e qualitativa del raggiungimento dell’immunità di gregge in uno scenario reale e non solo teorico. Per la prima volta potremmo anticipare i virus correggendo e perfezionando strategie terapeutiche e sociali.”
Tutto ciò contrasta con il piano vaccinale nazionale e regionale e e sarebbe una fuga in avanti o un tentativo di assicurarsi una sorta di prelazione o corsia preferenziale?
No, perché, second la relazione “il triage è per sua natura una scelta responsabile in carenza di mezzi. L’obiettivo comunque è sempre quello salvare il maggior numero di vite rispettando i dettami dell’etica più volte ribaditi anche nella Costituzione.
Spostare una quota sperimentale di vaccini in modalità Vaccino Verticale avrebbe comunque lo stesso valore di salvataggio sulla singola vita e permetterebbe di salvarne di più come un meccanismo di controllo per correggere il sistema in corsa qualora dovessero emergere bug di sistema. Per questo le zone prescelte potrebbero essere scelte la dove si riesca a delimitare un focolaio (morti in eccesso da prevalenza della malattia), là dove la territorialità sarebbe strategica per permettere di arginare diffusioni a macchia d’olio dei focolai”.
Ma anche perché “il tracciamento anche nei comportamenti virtuosi di massa come nel caso Chiusi, coinvolge le comunità le rende responsabili ed è una grande opportunità per attivare corpi sociali assolutamente necessari per aggredire la pandemia. Deve essere chiaro che anche la migliore delle sanità pubbliche, le migliori scelte prese dalle istituzioni politiche non avrebbero potuto svolgersi senza la presenza di una cittadinanza attiva fatta sia di associazioni organizzate che di volontariato e responsabilità civica dei singoli. Questo patrimonio sociale e civile ha fornito l’ultimo ingrediente che ha reso possibile il tutto. Nessun comparto sociale preso singolarmente è in grado di risolvere la crisi pandemica. Per questo è fondamentale che la sperimentazione “vaccino verticale” venga realizzata in aree che possano garantire il supporto logistico e collaborativo della “cittadinanza attiva” come dimostrano esperienze recenti di tracciamenti in modalità “territori sicuri” meno efficaci in termini di partecipazione e di tracciamento.
Oltre a tutti i razionali fin qui elencati dal punto di vista del consenso sociale della coesione sociale bisogna tener conto di non penalizzare i comportamenti proattivi ovvero evitare che ai comportamenti sociali virtuosi. Si noti che l’aggressività delle varianti ha costretto a rendere più estensivi i criteri delle quarantene con un anamnesi retroattiva dei contatti significativi fino a 14 giorni e con una riconsiderazione restrittiva dei contatti sensibili. La conseguenza è che ogni positivo blocca di fatto un numero maggiore di persone con un immediato lock down totale sulla vita sociale della comunità incentrato sul cluster”
Perché Chiusi si propone come “modello” sperimentale?
Perché “il caso Chiusi – comune in provincia di Siena al confine dell’Umbria – si è dimostrato un episodio unico assolutamente da valorizzare. Si è verificato dal 4 al 12 febbraio, dal momento della prima comunicazione Asl di 3 varianti fuori cluster al momento della conclusione del tracciamento di massa sono passati 9 giorni. L’impossibile è avvenuto per la presenza in contemporanea di tutti gli attori sociali. Si è verificata una sequenza di eventi impressionante per celerità ed efficienza: screening di massa programmato a 3 giorni dalla scoperta dei casi fuori cluster, istituzioni (Regione Toscana operazione “territori sicuri”, sanità pubblica (logistica prelievi e laboratori per tamponi molecolari e filiera sanitaria asl) associazionismo, volontariato, cittadinanza attiva con assistenza ai sanitari per montaggio e smontaggio tendoni, assistenza alimentare prenotazioni da parte dei volontari delle associazioni (…) una case history unica per risultato in toscana, Italia, Europa”.
Poi c’è l’aspetto sociale ed economico. Nella reazione Bettollini si legge:
“Il rigore sanitario di quarantene e lock down, assolutamente giustificato dal punto di vista sanitario, ha ormai un fortissimo impatto sulla vita lavorativa delle persone (impossibilità di lavorare, perdita del lavoro con contratti deboli etc.). Pertanto è necessario non scoraggiare i comportamenti virtuosi anzi incentivarli con nuove soluzioni che potrebbero selezione le aree covid free una volta che l’esperimento “vaccino verticale” sia in grado di confermare la sua validità non solo epidemiologica ma anche sociale. In altre parole, bisogna evitare lo stallo attuale in cui la triade focolai, tracciamenti e lockdown crei disassuefazione al tracciamento e alla possibile quarantena per necessità lavorative e chiusura delle attività produttive.
L’innovazione dei vaccini verticali messa a regime può innescare un clima di fiducia e di comportamenti sociali virtuosi”.
Ma la proposta Bettollini non è solo per Chiusi: “Molti elementi portano a pensare un fortissimo consenso da parte delle diverse associazioni di categoria del mondo produttivo commerciale e lavorativo. Si propone che l’operazione vaccino verticale sia segmentata in almeno due fasi.
Fase 1: Individuazione di 3 aree test con numeri piccoli-medi in modo da rodare l’impianto organizzativo fattuale e procedere fino al completamento del vaccino, a questo punto parte l’osservatorio scientifico e sociale per verificare gli aspetti sanitari e sociali e ampliare gradatamente la modalità di intervento. In questa fase sperimentale 1 sarebbe necessario stornare sul sistema verticale una piccola quantità di vaccini dalla pianificazione orizzontale.
Fase 2: A bilancio avvenuto della fase 1 (circa 60 giorni dal tempo zero della fase 1) programmare altre aree covid free e mettere a sistema l’operazione come soluzione sociale oltre che il mantenimento delle aree della fase uno come laboratorio epidemiologico.
Per questo è fondamentale che nell’unità di soluzione vengano coinvolte figure rappresentative dei diversi corpi sociali (una componente della comunità scientifica per la ricerca epidemiologica, un membro della comunità sanitaria pubblica, una componente delle amministrazioni locali per garantire il ruolo delle municipalità, una componente delle associazioni di volontariato organizzato, e una per le associazioni di categoria ) con una regia politica ai più alti livelli regionali o nazionali.
La relazione si conclude con una considerazione, che è questa: “un progetto-laboratorio di questo genere per ora non è stato mai fatto e che indipendentemente dalle risposte e dai risultati la possibilità di avere delle risposte predittive è comunque di interesse internazionale e globale.
In una fase di stallo e di rischio come questo rimarrebbe comunque il coraggio e la constatazione di averci provato con un solido razionale e di aver comunque generato un feedback di controllo”.
Può darsi che qualcuno continui a non essere d’accordo, ma dire che una proposta di questo genere è “sovranismo de noialtri” ed è un tentativo di far passare il messaggio “prima i chiusini!” – diciamolo – è uno scivolone. Forse non era stata chiarita a sufficienza. Adesso lo è.
Quello che Bettollini e i suoi consulenti propongono è semplicemente un test che può servire a tutti. E nella situazione in cui siamo a noi – da semplici cronisti – sembra un’ idea sensata e argomentata. Non a caso Regione Toscana e Cts nazionale non hanno detto che si tratta di una cazzata, buttata lì, tanto per farsi 5 minuti di pubblicità da un sindaco a fine mandato…
m.l.
Ottimo approvo
A tappeto,salvo il rispetto della libertà di chi è contrario e nel rispetto delle situazioni individuali,praticandoli anche a domicilio per chi vuole averli ma ha difficoltà sia soggettive che oggettive a muoversi dalle proprie abitazioni.
[…] testo della proposta, come riporta Prima Pagina Chiusi (qui il link) è il […]
Buona sera, tanti anni fa quando si facevano le feste dell’unitta’ a l’ingresso venivano attaccate sul petto dei partecipanti alle feste le coccarde, tenute al petto con orgoglio dai sostenitori, all’epoca la politica era fatta da persone semplici ma con gradi valori, oggi opposto delle coccarde si usano tamponi e vaccini, credo che ciò ci debba far riflettere, in modo da lasciare fare il proprio lavoro ai medici e alle autorita preposte a contenere il virus, i sindaci si dovrebbero limitare a impiegare le propri risorse per far rispettare le norme dei Dpcm.
Infatti a Chiusi, dopo la grande operazione di tracciamento che ha permesso di individuare 46 (+27) positivi asintomatici e di metterli in isolamento, la curva dei contagi in 10 giorni si è dimezzata, passando da oltre 120 a 65…Praticamente senza registrare più nuovi casi, se non pochissimi tra i familiari dei soggetti contagiati.
Ottime iniziative ma che si scontrano con una carenza di vaccini troppo grande ad oggi.Si scatenerebbe una protesta sociale generalizzata probabilmente.L’Unico rimedio e’quello di organizarsi subito e riconvertire la rete di produzione preparandolo in Italia.Putroppo negli anni si e’ data troppa voce ai negazionisti dei vaccini .
Remo, ancora una volta non condivido il suo ragionamento. Ai negazionisti dei vaccini nessuno ha dato spazio, prima di tutto i governi e poi i partiti politici e se dentro qualche partito del tipo i 5 stelle i negazionisti vi sono stati, con la partecipazione ai due scorsi governi i negazionisti non hanno fatto storia ma per fortuna la tendenza che si è affermata è stata quella di dare retta alla scienza, anche in contrapposizione alle esigenze del mercato ed alle politiche di bottega di star dietro agli interessi delle confraternite dell’associazionismo: commercianti, negozi,bar ,ristoranti,campi da sci,funivie, piscine ecc ecc .Non è quindi che in Italia come dice lei si sia dato troppo spazio ai negazionisti dei vaccini, è che a livello politico si è dato troppo spazio AI TAGLI non davvero ai negazionisti ! I negazionisti non hanno prodotto nessuna influenza nè sulla produzione di quelli che sarebbero stati dopo i vaccini nè sulla loro distribuzione ma altrettanto meno sull’economia. I TAGLI sono quelli che a partire dai governi addietro Prodi, Berlusconi,Monti, Letta, Renzi che ci sono stati dove era invalsa l’etica che ”tagliare era doveroso” perchè si tagliavano sprechi, perchè si tagliavano inefficienze, perchè si tagliavano tempistiche burocratiche lunghissime, perchè le tempistiche influivano sull’inefficienza dello stato, è lì che si è sentenziata la fine di quella che era stato lo stato sociale,con i partiti di destra e sinistra tutti d’accordo passando per il centro, altro che i negazionisti….Se la sanità non fosse stata tagliata ma se invece ci si fosse investito probabilmente la quantità di morti sarebbe stata minore di certo,il sud avrebbe avuto non cattedrali nel deserto come gli ospedali che ha la Calabria ed anche la Sicilia,con il risultato che la sanità pubblica si è indebolita fortemente come presidio sociale alla salute e nello stesso tempo si siano ingrassate le strutture private proliferate come funghi alle quali si sono appoggiati professionisti e servizi spesso di secondario e terziario valore, pagati con i soldi pubblici,soldi di tutti.L’unica riforma debole e che ha visto assumere in un certo qualmodo il carattere della permanenza è stata la riforma Bindi a cui si sono opposti i mondi della sanità privata.Ma abbiamo visto come è stata sofferta e come è stata spesso snaturata nel suo divenire.Con questo discorso volevo raccordarmi al fatto che l’italia è un paese di trasformazione dove la riccheza che si crea è una ricchezza molto dipendente da altre cause che possono arrivare soprattutto dall’esterno e quindi è una ricchezza effimera che basta poco a frantumarla e frantumare l’ordinamento produttivo su cui poggia ed anche a far venir meno in un tempo limitatissimo la stessa distribuzione di questa ricchezza fra i cittadini.Non sono affatto stati quattro beceri negazionisti a far affossare le riforme bensì i soldi pubblici che sottratti agli investimenti hanno reso la situazione ospedaliera e di accoglienza sanitaria grandemente deficitaria e non degna di un paese civile. Ricordo e poi concludo che Monti ha sempre sbandierato le sue istanze dei tagli con il fatto che eravamo sul filo del rasoio,ad un salto nell’inferno, è passato di fronte a tutta la stampa ed al comparto mediatico come il salvatore dell’italia, i suoi tagli hanno prodotto disoccupazione e deviazione della ricchezza investita sottratta al settore pubblico.La sanità secondo la teoria che è in voga da decenni e decenni non è un cespite produttivo, non produce reddito, produce assistenzialismo. questo è passato nella testa delle persone che oggi si rendono conto di pagare un prezzo immenso e di essere a corto di ospedali e strutture dove curarsi. Mi sembra chiaro che la sinistra che oggi sembra scalpitare di fronte alla mancanza delle strutture abbia veicolato in maniera innaturale alla propria etica di governo dell’economia tali tagli sociali fatti con i governi di concertazione. Non le sembra Remo che quando si dice sempre che la destra le cose più deleterie le abbia fatte fare alla sinistra sennò non sarebbero passate ? E nei governi di centro sinistra questo si è fatto.Se li avesse fatti la destra come anche lei li ha fatti, resterebbe e comunque apparirebbe più funzionale e più concepibile all’etica di tale parte politica(cioè più privati e meno stato).Ed oggi cosa pensano di fare con il Governo Draghi se non la stessa cosa mascherata vista la personalità, le teorie ed i percorsi del nuovo Presidente alle qual cose tutti si inchinano senza ancora che abbiano letto il programma ? Visto il PD come ha subito accettato senza riserve dopo un minuto tutto quanto senza apparentemente aver memoria del passato? La destra ed il centro destra tutti dentro tranne la Meloni, ma quest’ultima per calcolo strategico, altro che per patriottismo! I 5 stelle che si sono divisi perchè hanno creduto che sia meglio esserci dove ci si spartisca i soldi, diversamente addio reddito di cittadinanza ed anche altro.Questa è la situazione, altro che negazionismo, ma purtroppo così proprio per mera mancanza materiale di soldi e senza lilleri non si lallera a casa mia.Ora vediamo chi sia che lillera e non lillera.Scommettiamo che le diaspore riaffioreranno quando si tratterà che i tecnici di Draghi destineranno quote di ricchezza che ci darà l’Europa nell’uno o nell’altro campo ? E la diatriba ricomincerà un altra volta e si dimenticherà ancora da parte degli italiani la fandonia che è stata detta subito dopo la creazione che il governo sia di natura tecnica. I governi tecnici non esistono, i governi sono tutti politici !
“Infatti a Chiusi, dopo la grande operazione di tracciamento che ha permesso di individuare 46 (+27) positivi asintomatici e di metterli in isolamento, la curva dei contagi in 10 giorni si è dimezzata, passando da oltre 120 a 65…Praticamente senza registrare più nuovi casi, se non pochissimi tra i familiari dei soggetti contagiati.”
Infatti questa iniziativa è proprio delle autorità sanitarie della regione mica dei Sindaci. Chiusi è stato uno dei comuni in cui è stata fatta la campagna come in altri, a Monteroni ad esempio la stanno facendo in questi giorni senza il suono delle fanfare.
la differenza sta nel fatto che Chiusi era l’unica zona rossa della Toscana, poi nel fatto che il numero dei tamponi è stato elevatissimo, e infine nel risultato (46+27 positivi rintracciati e messi in sicurezza). A Sinalunga è andata peggio, a Sarteano pure, a Sansepolcro idem. Le fanfare non c’entrano niente. O meglio, talvolta aiutano.
Lei sig.Alessio Rossi forse ignora che Chiusi è un luogo speciale, diverso da tutti gli altri, dove la cittadinanza nella maggior parte ritiene che siccome da decenni e decenni si è andati avanti così non risolvendo o procastinando i problemi dove spesso la stessa politica ha salvaguardato gli interessi di pochi in un contesto dove i più abbassano la testa o per negligenza, di certo per apatia comune a parecchia parte della popolazione o per sfiducia nella stessa politica, si possano cosi facendo salvaguardare anche gli interessi propri.Questo è un costume che viene da lontano ma il risultato infatti lo si vede da come siamo ridotti.Succede questo e non mi stancherò mai di dirlo e sono stato anche criticato su tale aspetto di analisi da diversi ed anche da cittadini informati quando ho cercato di spiegare la derivazione di tutto questo. Non voglio comunque ”ritornare sul vangato”, ne prendo solo atto. Il tono delle fanfare alle quali lei si riferisce è il tono di una comunità di persone e di intenti estesa e quasi sempre beneficiata o che spera di ricavare dal proprio comportamento delle prebende o prebendine come la politica è stata abituata a fare.Mentre una gran parte d’Italia, anche nei comuni di regioni diverse, ha subito la lezione della storia, dello sviluppo, della convivenza civile, la provincia di Siena ed in questo caso una cittadina come Chiusi non ha avuto e non ha vissuto in particolar modo solo di una tipologia di sviluppo, lo sviluppo non ne ha avuto proprio, se non quello di molti decadi fa quando si trovava al centro di traffico e movimento commerciale.Moimento culturale sempre poco per la verità nonostante ” gli etruschi” intesi per decenni e decenni un cespite non sfruttato ma innalzato al settimo cielo come possibilità non espresse e da realizzare.Oggi purtroppo anche su quest’ultimo impiego culturale ci sarebbe da riflettere non poco invece che da porlo al centro come guida allo sviluppo secondo me non più per dimensione all’altezza di una guida a tale processo.Contemporaneamente nel tempo in un luogo privo di solleciatzioni dall’esterno nonostante la posizione geografica ed il territorio e le vie di comunicazione, è stata la politica assistenzialistica a fare sviluppo per la maggiore, unita a quella dell’appartenenza politico-partitica dove si è finito per accettare tutte le discrasie di tale politica ma non di metterle in discussione perchè a certi o a certi gruppi non conveniva.Conveniva di più vivacchiare, prendersi le piccole rendite della politica,accodarsi e tirare avanti anche se era evidente ciò che sarebbe emerso da tutto questo. L’allontanamento dal concepimento delle esigenze vere e primarie della sua popolazione che ha mangiato da sempre ”pane ed apatia”, probabilmente proprio per la costituzione delle sue classi produttive,le une legate alla terra ed alla sua produttività, le altre legate al piccolo impiego, all’economia della ferrovia fino quando ci sono stati. Eliminati e scomparsi quasi del tutto questi, è risultato un luogo asfittico, non espressione di una classe operaia che è comunque sostanzialmente mancata, ma di una comunità che ha vissuto di una rendita che veniva da più lontano, e ciò che è rimasto è stata la politica che ha fornito impieghi ma allo stesso tempo tenendo sempre in mano e per la cavezza le persone,che oggi spesso anche di fronte a questo assumono un comportamento utilitaristico, di timore di ricatti, di volontà a non comparire ed a mettersi in prima fila perchè ritengono che possano perdere quelle prebende presenti e future per i propri figli ed i propri parenti.Questa è Chiusi una Chiusi che non ha futuro se non cambia radicalmente.ma per cambiare radicalmente uno deve concepire novità serie e che possano segnare veramente una differenza dalle amministrazion9 che si sono succedute. Personalmente per quanto poco possa conoscere gli individui avendo vissuto per 40 anni fuori Chiusi,mi sembrerebbe che tale merce a Chiusi sia politicamente molto rara, essendo io uno di quelli che quando si parla di leve di comando e di come usarle, dò sempre la priorità alla concezione politica e dopo arriva quella tecnica. Ed è proprio la politica che manca e che proprio per la sua mancanza che negli ultimi venti anni ha fatto emergere i personaggi che abbiamo visto.Poi come sappiamo il conto arriva.Infatti, eccoci qua.