TOSCANA ZONA ROSSA: IL PROVVEDIMENTO NON CONVINCE TUTTI. IL DISAPPUNTO DEL PRESIDENTE GIANI E DEL SINDACO DI CHIUSI
“E tramonta questo giorno in arancione/e si gonfia di ricordi che non sai/mi piace restar qui sullo stradone/ impolverato, se tu vuoi andare, vai…”
Questa strofa della canzone Bartali di Paolo Conte sembra scritta apposta per la giornata di oggi in Toscana. Oggi infatti già “tramonta questo giorno in arancione” e dalla mezzanotte la regione sarà Zona Rossa. E stavolta i comunisti non c’entra niente…
La questione è quella del covid e del rischio di contagio. La Toscana entra nel cerchio delle regioni a rischio più alto. Ieri, su queste colonne annunciando il provvedimento del Governo, preso a soli due giorni dalla classificazione di Zona Arancione, scrivevamo: “Noi siamo sempre stati favorevoli, anche durante la prima ondata di contagi, a lockdown diversificati in base alla reali situazioni locali, non ci hanno mai convinto le chiusure sulla base dei confini regionali… La dichiarazione della Toscana Zona rossa, con l’Umbria che non sta meglio, ancora arancione, ci sembra una cazzata, fatta da chi decide e tira le righe con il compasso e la squadra senza conoscere i territori. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensa il neo assessore regionale alla sanità Simone Bezzini, che è di Siena e ancora non ha… fiatato. Misure di questo genere prese a pochissima distanza da decisioni precedenti danno l’impressione (innegabile) di una navigazione a vista in mezzo alla nebbia da parte di chi ha il compito di decidere. La Toscana, ad esempio, è grande. E presenta caratteristiche di densità abitativa e mobilità molto diverse tra le aree della cintura metropolitana di Firenze e la costa o le province del sud della regione come Siena, Arezzo e Grosseto… Una zona rossa univoca e indiscriminata è la risposta giusta? E’ l’unica risposta che si poteva dare?”
L’assessore alla sanità Bezzini, evocato, non ha fiatata ancora, ma l’ha fatto il presidente della Giunta Regionale Eugenio Giani esprimendo anche lui disappunto, simile al nostro:
«Da domenica siamo zona rossa. Il mio sentimento è di sorpresa e di amarezza perché negli ultimi giorni i dati tendevano a un cauto, graduale ma oggettivo miglioramento e dunque non mi sarei aspettato questa decisione». Una critica aperta, tutt’altro che velata verso la decisione del Comitato tecnico scientifico e del Governo.
Dopo una giornata convulsa e l’ultima telefonata, quella decisiva, con il ministro Speranza, Giani ha esternato il suo malcontento venerdì sera in diretta streaming. Quindi ci ha messo pure la faccia, non solo le parole.
E non si è fatto attendere nemmeno il sindaco di Chiusi Juri Bettollini, che nella prima fase dell’emergenza covid è stato senza dubbio il sindaco più “mediatico” e senza dubbio anche il più deciso nel prendere decisioni e adottare misure restrittive, anche in anticipo sul governo nazionale.
“Dico due cose : eravamo zona #arancione da due giorni. Ma ci stanno prendendo in giro ? Non si è fatto in tempo ad organizzare le nuove disposizioni che ci hanno trasferito in zona #rossa. Mi dicono che dobbiamo essere responsabili e non attaccare. Giusto, rappresentiamo le istituzioni e dobbiamo mantenere un atteggiamento di collaborazione. Non attacco, ma critico questo modo di fare. Critico fortemente questo sistema. Critico! Non va bene così.
– amici, concittadini, mi state ponendo tanti quesiti. Domani vi rispondo a tutti. Promesso. Nel frattempo proviamo a stare insieme all’insegna dell’informazione e della comprensione”. Così scrive Bettollini su Facebook.
Disappunto, amarezza, incazzatura palese, non latente. Ma è l’unico sindaco del comprensorio ad esternare tali sentimenti. Gli altri a massimo hanno pubblicato la lista delle cose che cambiano. Che è sempre utile, per carità…
Nella diretta streaming del presidente Giani c’è la conferma del fatto – citato anche nel nostro articolo di ieri – che il CTS avrebbe deciso di passare la Toscana a Zona Rossa sulla base dei dati riferiti alla settimana dall’1 all’8 novembre, mentre quelli successivi segnalavano un miglioramento e un rallentamento della curva dei contagi e dell’indice RT. COme mai non sono stat presi in considerazione dati già noti?
Torna, a nostro modestissimo parere l’impressione della navigazione a vista da parte di un governo che ha gestito bene la prima fase, meno la seconda.
Ed emerge anche un altro problema. L’autonomia decisionale dei territori che latita, con il governo che deve sostituirsi e supplire.
In Toscana come altrove ci sono zone più colpite e zone meno colpite. I sindaci hanno la facoltà e la possibilità di emanare ordinanze più restrittive rispetto alle norme nazionali. A Chiusi, nella primavera scorsa il sindaco Bettollini chiuse parchi e giardini, piste ciclabili, ricevitorie e attività commerciali prima che arrivasse il Dpcm governativo e lo fece quando la città sembrava un avamposto della pandemia con 35 casi positivi (al massimo arrivò a 43). Adesso ci sono paesi anche nella nostra zona che di casi ne hanno più di 43 (68 a Montepulciano, 140 a Sinalunga, stesse cifre più o meno a Castiglione del Lago, Magione, Passignano, Panicale, Città della Pieve, nella vicina Umbria, eppure nessuno dei sindaci in questione ha chiuso più di quanto già previsto dalle norme nazionali e regionali. Non sarebbe stato meglio circoscrivere subito i paesi e le zone a più alto tasso di contagi con ordinanze locali?
Bettolini morde il freno ed ha ragione, perché Chiusi da agosto in poi a avuto solo 28 casi, mai più di 10 tutti insieme, e attualmente ne ha 7, con nessun ricovero. Probabilmente tutto ciò non è frutto del caso, quanto piuttosto del lavoro e dell’opera di persuasione fatta durante la prima fase e anche nelle prime settimane della seconda: a Chiusi, per esempio, l’obbligo di mascherina all’aperto 24 ore su 24 è stato decretato il 25 settembre. Prima che lo ordinasse il Governo.
Il caso-Chiusi, che da città più colpita nella prima ondata, diventa la meno colpita nella seconda, andrebbe probabilmente analizzato e studiato non solo da chi emette i Dpcm, ma anche da chi fa ricerca epidemiologica in questa parte di Toscana. Perché a Chiusi ci sono le scuole di ogni ordine e grado, ci sono i supermercati, i bar e i ristoranti, c’è una Rsa, una stazione ferroviaria e di pullman, ci sono aziende che lavorano… Eppure ha meno casi di Cetona che ha un terzo della popolazione, o di Città della Pieve. Attualmente i positivi al covid sono meno dell’1 per mille della popolazione, ovvero lo 0,08% , mentre a Cetona siamo sullo 0,4% e a Città della pieve sullo 0,5… Due giorni fa la città del Perugino ha registrato, purtroppo, un altro morto, un uomo di 84 anni che era ricoverato e non ce l’ha fatta e ieri 16 casi tutti in un colpo. I numeri di Sinalunga sono vicini all’1%, quelli di Montepulciano allo 0,5%.
Bettollini è nel mirino a Chiusi per altre storie, non sa ancora se sarà ricandidato alle prossime elezioni nel 2021, ma su questa vicenda dell’emergenza covid forse ha avuto nervi più saldi e più “palle” di altri suoi colleghi. Il suo disappunto, per ora appena accennato, sembra confermare questa sensazione, cioè che anche lui avrebbe agito diversamente e non decretando la zona rozza sulla base del confine regionale. Così come il governatore Giani…
Le norme si rispettano, ovviamente, ma si possono anche contestare se risultano astruse o prese sulla base di criteri semplicistici e poco oggettivi…
m.l.
Questo articolo è stato scritto prima dell’aggiornamento della situazione Covd a Chiusi fatto alle 19,10 dal sindaco Bettollini, aggiornamento che segnala praticamente un raddoppio dei casi positivi in una botta sola: 4 positivi ieri e 4 oggi comunicati dalla Asl, ma anche una guarigione. Per cui il dato di Chiusi, ad oggi, ore 19,30 , passa dal totale dii 7 citato nell’articolo, a 14 positivi, 21 guariti, 36 persone in quarantena 6 in isolamento precauzionale. La maggior parte dei nuovi contagi sarebbe riconducibile a contatti con soggetti positivi avvenuti in altri comuni. IL dato locale di Chiusi cambia, ma resta nettamente al di sotto della maggior parte dei comuni limitrofi, in alcuni casi anche 7, 8, 10 volte inferiore. La cosa fa alzare il livello di attenzione e ci dice che non ci sono numeri acquisiti per sempre, ma a ns avviso non sposta i termini del ragionamento che l’articolo propone.
Certo adesso da Roma si metteranno a fare i decreti comune per comune. Ma per favore.
E come mai durante la prima ondata tutti dicevano che in Lombardia la prima cosa da fare sarebbe stata chiudere e dichiarare zona rossa alcuni comuni (Nembro, Alzano, Codogno…)? Secondo me anche in Toscana alcune aree potevano essere state già circoscritte con ordinanze comunali nelle ultime settimane: penso anche a Sinalunga per esempio. I sindaci possono farlo, non c’è bisogno di un decreto governativo comune per comune… E la prima zona rossa, a febbraio, riguardò 14 province tra Lombardia, Emilia, Veneto e Marche…non regioni intere.
Mi sembra che qui siamo al punto che qualsiasi decisione venga presa ognuno alzi la mano e dica che non gli stia bene. Siccome lo sappiamo tutti quanti come sia l’italia che è un paese dove la gente ragiona col cuore a sinistra ed il portafoglio a destra,ma che se gli tocchi il proprio di portafoglio inizi una tiritela che non finisce mai, ad ogni provvedimento che viene preso si alzano intere categorie di coloro che si sentono non rispettati perchè gli incassi già pochi in questi momenti si polverizzano ancora.Mettiamo da parte queste polemiche ma mi sembra oggettivamente che qui vada ripensata un po’ tutta l’economia e l’iniziativa privata delle persone dentro a questa, nel senso che occorra fare una distinzione fra attività socialmente utili e attività meno utili.Senza offesa per nessuno e senza voler pigiare il torchio su tante categorie che probabilmente non riapriranno i loro negozi fonte esclusiva di reddito e di vita, io credo che delle distinzioni andrebbero fatte e non lasciate alla libera immaginazione e creatività dei singoli.La misurazione del livello di democrazia di una società deve essere fatto innanzitutto con un metro di democrazia sociale e di attenzione a chi produca soprattutto beni e servizi che possono interessare il sociale e meno quello privato.Quest’ultimo deve certamente esistere e poter vivere e svilupparsi ma intelligentemente e non lasciato alla portata e capienza dei singoli.Vi siete mai chiesti perchè se entrate in un mercato settimanale che esiste dalle nostre parti vi siano cos’ tanti banchi che vendono tutti lo stesso genere di cose? Quale utilità porta tutto questo se quegli spazi siano occupati da banchi che vendono tutti le stesse cose o generi e che nello stesso tempo sottraggono ad altri come loro gli spazi perchè non possano essere presenti a vendere generi diversi? Anche da parte delle autorità comunali ci dovrebbe essere l’accortezza, il buon senso ed i regolamenti che decidano e rendano possibili le presenza di altri, e non lasciati gli spazi alla presenza indiscriminata di certuni dei quali abbondano i banchi e che vendono tutti gli stessi articoli.Quindi nello stesso modo non possono sorgere in un paese di 5000 o 10000 abitanti 10 gelaterie, 15 bar o 15 pizzerie, o 20 negozi di parrucchiere.Si è fatta tale scelta perchè i comuni hanno fame di soldi che arrivano a loro anche se si venda ” gomma da masticare”.Chiusi nella sua crisi rispecchia tale andazzo.Ma siccome c’è l’invasione di una cultura della libertà che riguarda l’iniziativa privata che è sacra ed intoccabile , se poi tale iniziativa privata costruisce strutture che richiedono la presenza di certuni e l’esclusione di altri, la cosa finisce per non essere nè democratica nè redditizia.
Carlo io ho fatto tutt’altro ragionamento e non certo perché mi si tocca il portafoglio, che è vuoto da un pezzo, Troppo facile fare i duri e puri con il culo degli altri… (e con le tasche piene)…
In questa vicenda a me sembra che l’unico aspetto che sarebbe importante ossia la competenza in microbiologia, che comprende la virologia, l’igiene e la microbiologia, non conti niente, mentre ci sguazzano politici sciacalli o che fanno gli sceriffi, giornalisti che non per colpa ma che non hanno nessuna competenza in materia e virologi da salotto che dopo una settimana di covid avevano già il libro pronto sull’argomento da pubblicizzare nei salotti televisivi. Il risultato di tutto questo è sotto gli occhi di tutti.
e su questo concordo
Bravo Luca sono completamente d’accordo con te. Guardare la tv (tranne rare eccezioni) in certe fasce, orarie, pescando in una fascia di popolazione molto influenzabile, è davvero nauseante
Non ho capito bene a chi od a cosa ti riferivi sul culo degli altri e sulle tasche piene. Ho sempre detto che secondo il mio punto di vista debba venire la salute come prima cosa che debba essere salvaguardata poi di seguito tutte le altre condizioni e nei giorni scorsi ho portato l’esempio di De Luca che anche se non mi è molto simpatico riconosco che la sua impostazione di chiusura totale è giusta e sia ciò che serve. Quando il tuo Bettollini è stato deciso a stringere la vite sul covid l’ho detto che secondo me aveva fatto ciò che doveva fare. Il Sindaco se non erro riveste anche la carica di Primo Ufficiale Sanitario del Comune quindi può decidere lui se aprire o tenere aperto, ma credo che le sue decisioni debbano essere prese tenendo presente ciò che detti la situazione anche generale poichè gli strumenti per misurare questa non li ha in mano il Sindaco e quindi si deve affidare a ciò che corra come disposizioni nelle fasce più alte dell’amministrazione ed in regione. O no ? Certamente che deve aver presente anche lo stato dell’economia che si vada a toccare con tali decisioni di chiudere,ma il tuo discorso cosa vorrebbe dire che se viene deciso di chiudere non sia giusto nei confronti di chi vuole vendere e tenere aperto sennò non ce la fa a campare? Codesta estremizzata cosi è una bella ragione alla quale potrei risponderti che se un negoziante tiene aperto e procura un focolaio che infetta anche me come la mettiamo? Si dice sempre che la tua libertà inizi dove finisce quella mia, ma qui si parla di rimanere vivi o di morire, oppure mi sbaglio? Cosa c’entri fare i duri e puri col culo degli altri non l’ho capito.Mica gliel’ho comandato io di avere il negozio e di vendere i generi per i quali l’autorità non lo pone fra quelli socialmente utili come gli alimentari o le farmacie ? E come ho già detto credo che sia bene da qui in avanti che il concetto di economia che debba essere rivisto inizi col dare importanza agli spazi di vendita di ciò che si ritiene socialmente utile, perchè se una gelateria stia aperta o stia aperto un vinaio od un bar dove viene concentrata la movida e che possa procurare il fatto che io mi possa infettare perchè quelli hanno lo stretto bisogno di fare l’aperitivo sennò si sentono compressi, mi sembra una cosa questa da essere rinchiusi in un campo di lavoro.Scusa l’esagerazione forse, ma qui se non si ragiona da persone normali si arriva ad essere perennemente spettatori della fotografia che ha pubblicato in primapagina il mattino di Napoli qualche giorno fa, che la gente era a passeggio-parecchia anche senza mascherina-sul lungomare Caracciolo ed al Cardarelli c’erano le macchine in fila con il malato di covid dentro la macchina con la bombola di ossigeno sul marciapiede.Perchè dai dai che ognuno si alzi perchè gli si tocca il portafoglio e dice basta, ormai è una solfa insopportabile perchè in mezzo a quelli c’è si anche gente che probabilmente dovrà chiudere ma c’è anche chi consapevolmente soffia sul fuoco.
Ribadisco, ho fatto tutt’altro ragionamento.
Può darsi che mi sbagli ma il ragionamento tuo è quello che il problema vada affrontato a seconda di come sia colpita l’aerea e perciò demandato ai sindaci, visto che nomini Sinalunga, Montepulciano, e le aree più interessate. Io non sono uno di coloro fissati igienisti che oggi esistono e che ad ogni accosione insorgono, ma se da un area che sia meno interessata viene trasmesso un focolaio in un altra qualsiasi direzione, la pandemia si allarga ancora e diventa difficile fermarla anche fra 2 o 3 mesi ed anche più.Per quali motivi credi che sia arrivata la seconda ondata? Perchè è stata trasmessa da una parte verso l’altra da inesistenti ed inefficaci controlli e soprattutto da un non rispetto di attenersi scrupolosamente alle norme nelle zone infettate.Qui mi sembra che non abbiamo capito che questa è una guerra e nella guerra se non si muore di pallottole o di bombe è già una fortuna. Se epidemiologi e scenziati hanno detto che il problema sia quello della diffusione,tenere la spalla ai negozianti che di certo hanno i loro problemi perchè non incassano un soldo diventa una responsabilità grave perchè una parte di questi deve essere aiutata di certo facendo una bella selezione però su chi ha veramente bisogno e su chi bisogno ne abbia parecchio di meno.Quella barzelletta che mi permisi di inviare cirtca due settimane fa dove si chiedeva quanto certe aziende avessero denunciato di reddito e che la sovvenzione andava fatta in proporzione al periodo di chiusura e di non incasso, è esplicativa dello specchio dell’Italia: ” Quanto hai denunciato? 5000 euro di profitto ? Eccoti 400 euro al mese….E come campo con 400 euro al mese ? bellezza come hai campato l’anno scorso…” Vedi che il covid nella sua terribile dimensione ristabilisce anche le doverose priorità ? Quando ci fu l’evento straordinario della inondazione di Firenze nel 1966 tante famiglie e tante Ditte ricevettero dallo stato aiuti, ma dentro a tutti questi che fecero richiesta c’era gente anche che non aveva avuto danni e si beccarono le sovvenzioni che magari non andarono a chi ne aveva bisogno. I soldi pubblici, proprio perchè pubblici devono essere dati in tali occasioni ma con una attentissima distinzione,cosa che lo ammetto non è facile, ma questo non significa che non debba essere seguito tale indirizzo.I sindaci pur rivestendo la carica di ufficiale sanitario non hanno competenze per sapere e conoscere i livelli di infettabilità o di possibilità di infettare che si possano prospettare e quindi si debbono attenere a chi gerarchicamente nell’organizzazione dello stato abbia le competenze e soprattutto le conoscenze scentifiche per le quali si rende necessario un certo comportamento. Punto. Fare mugugni e dire ”ma la mia zona è esente da grandi problemi” quindi certe strutture vanno tenute aperte è un discorso che non esiste perchè è il discorso tipico di chi in tali frangenti non intende ragione e percorre sentieri per accattivarsi sentimenti e voti”.E tutto questo è contro la socialità ed il benessere della salute delle persone.Ed è un discorso anche politicamente perdente perchè sia un governatore sia un semplice sindaco dovrebbero innanzitutto tener presente ed evitare che le proprie zone non siano infettate e che sia esclusa tale probabilità.Mi sembra un discorso normale questo. Quello che normale non è, è insorgere ad ogni provvedimento che viene preso, adducendo ragioni di carattere peculiare e personale.
CAROCARLO,IN QUESTO ARTICOLO,COME SEMPRE INTERESSANTE,TU PARLI,GIUSTAMENTE,DI SOLDI PUBBLICI,TU PARLI DELLE DISONESTÀ, PERCHÉ TALI SONO,DI ALCUNI COMMERCIANTI CHE,NON BATTONO GLI SCONTRINI CHE,COMPRANO MERCI IN NERO PER POI RIVENDERLE A PREZZO PIENO,E COSÌ POSSONO FARE DENUNCE BASSE PER PAGARE MENO TASSE.QUI SI DOVREBBE APRIRE UN CAPITOLO A PARTE,QUELLO DELLE ALTISSIME TASSE CHE L’ ITALIA IMPONE E QUINDI ” T U T T I ” CERCANO DI PAGARE IL MENO POSSIBILE.
QUANDO SI PARLA DI SOLDI PUBBLICI,GIRA DI MOLTO LE PALLE,SAPERE COME LO STATO LI BUTTA. PARLO ,IN QUESTO MOMENTO, DEI MONOPATTINI,DEI BANCHINI DA CORSA,DEI SOLDI ” REGALATI ” (60.000.000 €) ALLA TUNISIA, 21.000.000 ALLA BOLIVIA. SOLDI SOTTRATTI AL FABBISOGNO DELLE NOSTRE AZIENDE.
NON PARLIAMO POI DE ” M I L I A R D I ” SPESI PER ” L’ ACCOGLIENZA CHE ,PURTROPPO ,IN QUESTO MOMENTO NON CI POSSIAMO PERMETTERE PERCHÉ NE ABBIAMO BISOGNO PER NOI ! QUESTI SOLDI VENGONO EROGATI SUBITO SENZA TANTI RIPENSAMENTI E,PIÙ CHE ALTRO VENGONO TROVATI IMMEDIATAMENTE COME USCITI DAL ” BACO DEL CALO DEL MALO “!
TU PARLI,GIUSTAMENTE DEL NOVEMBRE 1966 ! QUEI SOLDI FURONO TROVATI NEI SACRIFICI DEGLI ITALIANI CHE IN POCO TEMPO PERMISERO AI FIORENTINI,AI PISANI E A TUTTI QUEI POSTI COLPITI DALL’ALLUVIONE DELL’ ARNO DI RIMETTERSI IN PIEDI IN POCO TEMPO. ERANO ALTRI TEMPI,LE PERSONE ERANO MENO EGOISTE,QUESTO E VERO,E CI FU UNA CORSA PER PRESTARE AIUTI,PIÙ CHE ALTRO MANUALI.
DETTO QUESTO BISOGNA DOMANDARCI PERCHÉ LO STATO CONTROLLA COME GLI ITALIANI SPENDONO I LORO SOLDI,MA GLI ITALIANI NON POSSONO CONTROLLARE COME LO STATO SPENDE I SOLDI ” RAPINATI” AGLI ITALIANI !
I SOLDI PUBBLICI SEMBRA CHE PIOVANO SUL GOVERNO DAL CIELO ! MI SPIEGHI DOVE SONO FINITI I SOLDI CHE GLI ITALIANI HANNO VERSATO,VOLONTARIAMENTE,PER I TERREMOTATI ? DOVE SONO FINITI I SOLDI CHE GLI ITALIANI HANNO VERSATO,VOLONTARIAMENTE,ALL’ UNICEF ?
DA POCO ABBIAMO,TRAMITE UN REFERENDUM,TAGLIATO I PARLAMENTARI ITALIANI,PER RIDURRE LE SPESE,CIRCA 100.000.000 ALL’ ANNO ! EBBENE, LO SAI CHE QUALCHE GIORNO FA IL GOVERNO HA DELIBERATO 800.000.000 PER SOPPERIRE ALLE SPESE E ALLE DIFFICOLTÀ DEI PARLAMENTARI ?
IO AVREI RITENUTO PIÙ OPPORTUNO RIDURRE I SENATORI A VITA A CARICHE ONORIFICHE,NON RETRIBUITE E FARGLI RISPETTARE LA NON INTERFERENZA CON IL PROPRIO VOTO,COME DOVREBBE ESSERE. LO SAI QUANTO ANCORA CI COSTA ” NAPOLITANO ” ? TE LO DICO IO ,CI COSTA 400.000 EURO ALL’ ANNO E CIRCA 150.000 DA MORTO ! PIÙ MACCHINA AUTISTA,BIGLIETTI FERROVIARI,AEREI,E TAXI SE LI DOVESSE PRENDERE MA NON CREDO!MOLTIPLICA LA SPESA PER 5 TRA I QUALI L’ INUTILE PRESUNTUOSO MONTI !
PRIMA DI PARLARE DI SPRECHI DI SOLDI PUBBLICI,PENSIAMOCI BENE !
CAROCARLO,LA MIA NON È POLEMICA E LA PURA REALTÀ !
Ci sono paesi che oggi hanno 15 casi positivi, dei quali il 9o% deriva da contatti fuori comune, in particolare da contatti con persone di comuni con molti casi positivi, anche 10 volte di più. Ecco, se questi ultimi fossero stati dichiarati zona rossa 20 gg fa, i comuni citati all’inizio sarebbero probabilmente Covid Free. Uno di questi è Chiusi. Il mio ragionamento è semplicemente questo: invece di attendere il DPCM del governo, qualche zona rossa locale, circoscritta si poteva fare anche prima con ordinanza del sindaco o dei sindaci. Solo che nessuno ha voluto prendersene la responsabilità: e i contagi nel frattempo sono aumentati… Non solo: nella primavera scorsa con un massimo di 43 casi, Chiusi assunse misure restrittive più stringenti rispetto alle norme governative: oggi Città della Pieve con 44 casi, Castiglione del Lago con più di 100, Magione con 200, Montepulciano con 70, Sinalunga con 140… non mi pare che lo abbiano fatto. Tutti si sono limitati a seguire e rilanciare le norme nazionali. Normale?
Si lo trovo proprio normale, ma quello che mi sorprende è il fatto che dopo che siamo immersi in questo bailame e che tutte le sere tutti i canali ci inondano di tali notizie,io trovo che ancora si stia a distinguere il paese che abbia infettato quell’altro,sollevando mugugni e perplessità in modo platealmente favorevole acategorie che vorrebbero tenerecaperto perchè o sono covid free oppure hanno pochissime manifestazioni covid nel loro territorio.Innanzitutto ci sono minimo due settimane di tempo da quando il danno si manifesta in un paese e cioè 15 giorni di buio assoluto nei quali non si sà e non si conosce la quantità di infettati quindi si ha tutta la possibilità in tale parentesi di tempo di infettarne una moltitudine altro.Lo diciamo noi che siamo covid free e lo diciamo a questo punto perchè a seconda di quella che è la politica locale, provinciale, regionale, ogn’uno s evengono presi dei provvedimenti alza il ditino e mugugna e trova varchi di qualsiasi tipo per trovare una cosa od un particolare che si adatti alla propria condizione attuale,spesso finalizzata per favorirte l’uno o l’altro e per non farsi additare da categorie di eseguire una politica troppo serrata e dura per per additare ” la politica sbagliata del governo”.Credo che sta solfa debba finire perchjè si è protratta per diverso tempo in questa seconda fase che se non è peggiore della prima poco ci manca. talvolta discorrendo si dice ”se fossi il governo farei….”.Si se fossi il governo chiuderei tutto per avere la sicurezza di poter ripartire molto più integri di quanto ripartiremo,perchè ripartiremoe pagheremo ancora dei prezzi al tempo che ci vorrà a sconfiggere la pandemia.Quindi io credo che i sacrifici a orologeria e all’arlecchino sia proprio l’ora di non farli più. Si chiuda tutto e basta, perchè se si sta aperti a vanvera seguendo il consiglio dei sindaci che molto spesso per prender voti fanno i favori alle categorie dei servizi non indispensabili,permettendo loro di rimanere aperti ( forse i bar nei paesi quanto venderanno con tale pandemia? Risolvono la loro condizione i ristoranti,gli alberghi, i negozi che vendono cose che in questo momento non sono indispensabili? io penso proprio di no.Quindi il rischio di propagare l’infezione c’è ed è alto e non avendo il controllo se non dopo minimo 15 gg si diventa tutti maghi, guardando la sfera di cristallo che ci suggerisce come si debba campare e si tende a decidere come ci viene meglio. Ed allora quando poi scoppia un focolaio non bisogna dare la colpa al governo ma a chi vorrebbe estendere la chiusura a macchie di leopardo. in questo mado stai pur tranquillo che qualcuno si infetta e lo manifesta ancora due settimane dopo.la fermeresti così la pandemia? E da qui è manifesta la volontà di correre in soccorso a coloro che mugugnano perchè qualcuno ha detto che non sia giusto mettere tutti alla stessa stregua ”perchè ci sono zone e zone..”. Si diventa tutti strateghi oppure se si chiude tutto è ” dittatura sanitaria”.