LA CORSA AL VACCINO ANTICOVID COME QUELLA PER LA CONQUISTA DELLO SPAZIO DEGLI ANNI ’60. E’ LA CINA A FARE LA PARTE DELLO SPUTNIK?
La Cina, governata dai comunisti, ha sconfitto il coronavirus e ha superato totalmente la crisi economica tornando a crescere non solo nel Pil e nelle straordinare innovazioni tecnico-scientifiche, ma anche nei salari, nelle condizioni sociali del popolo, nelle misure per ridurre l’inquinamento. Così fanno sapere le autorità cinesi. Il presidente Xi Jinping ha anche annunciato all’assemblea dell’Oms che la Cina donerà due miliardi di dollari all’organizzazione per combattere il coronavirus e che se Pechino dovesse trovare un vaccino contro il Covid-19 ne farebbe “un bene pubblico mondiale”. E un vaccino i cinesi lo hanno già trovato e testato su circa un milione di persone. Lo ha prodotto l’azienda di stato Sinopharm. Quindi anche nella corsa al vaccino anticovid tra varie case farmaceutiche di tutto il mondo e quindi anche tra Stati, la Cina sembra essere un pelino avanti a tutti. E oltre quello di Sinopharm ce ne sarebbe anche un altro pronto, realizzato da Sinovac.
Ma anche gli Usa si stanno portando avanti con il lavoro. I due vaccini Pfizer e Moderna (il primo dei quali è stato messo a punto da un laboratorio tedesco) potrebbero essere pronti a breve e in distribuzione già a gennaio. Se non addirittura a metà dicembre. La Pftizer ha chiesto nei giorni scorsi l’ok dell’Authority americana, la Food and Drug Administration.
A livello europeo i due vaccini made in Usa stanno riscuotendo una attenzione maggiore rispetto a quelli di fabbricazione cinese. Perché in Europa si tende a fidarsi più dell’alleato storico americano, che non dei comunisti cinesi.
Il noto giornalista Federico Rampini che conosce bene sia gli Usa che la Cina, parla di una corsa che evoca quella per la conquista dello spazio tra Usa e Urss negli anni 50-60 e ’70… Con il vaccino cinese che potrebbe diventare una sorta di Sputnik, il razzo sovietico che anticipò quelli della Nasa… In sostanza per Rampini (ma non solo per Rampini) la sfida, oggi come allora, non è solo a chi arriva primo sull’obiettivo, ma anche sulla affidabilità e capacità dei sue sistemi politici ed economici.
“Il vaccino della Sinopharm – scrive Rampini – non ha generato la speranza che si è diffusa dopo quello della Pfizer. La ragione è semplice: dopo aver nascosto le origini del virus, le autorità cinesi oggi sono di nuovo responsabili di omissioni e reticenze sull’efficacia delle loro vaccinazioni. I dati forniti alla comunità internazionale sono lacunosi. E così, se l’America sembra sul punto di vincere la gara delle immunizzazioni con la Cina, è anche grazie a un divario di trasparenza”. Ma ci sarebbero – sempre secondo il giornalista di Repubblica – anche altri motivi, oltre la trasparenza. Motivi diciamo così scientifici:
“Il verdetto non è ancora conclusivo quindi bisogna sospendere il giudizio. Al momento la comunità scientifica giudica inferiore il livello di protezione immunitaria sviluppato dai vaccini cinesi. Una spiegazione invocata è la diversa tecnologia: i vaccini occidentali usano la tecnologia genetica mentre quelli cinesi usano dei virus disattivati”. E qui torna in ballo la trasparenza e “l’attendibilità delle informazioni che le autorità cinesi decidono di divulgare riguardo ai test effettuati su un milione di persone, e ai risultati di quei test”.
Rampini scrive la sua sentenza: “Malgrado le due multinazionali americane possano avvalersi di procedure di autorizzazione della Food and Drugs Administration semplificate e velocizzate per l’emergenza, il livello di sicurezza, di controlli, di trasparenza, rimane molto superiore a quello della Cina. Benché i vaccini cinesi di Sinopharm e Sinovac siano già venduti a grandi nazioni straniere come Indonesia, Egitto e Argentina, troppi dati sono avvolti nell’opacità. È un caso emblematico in cui la trasparenza dell’Occidente può diventare un fattore competitivo anziché un handicap. A conferma che questo pregiudizio in favore della trasparenza non è un partito preso ideologico, in Borsa le aziende farmaceutiche cinesi hanno perso l’11% del loro valore da quando la Pfizer ha annunciato il livello di avanzamento del suo vaccino”.
Ma anche Rampini deve ammettere ciò che dice il presidente cinese: “Tutto questo non inficia il successo ottenuto dalla Cina in generale, sul contenimento della pandemia e il rilancio della crescita. Se si guarda alla sfida economica, Pechino chiuderà il 2020 con una vittoria netta. Sarà l’unica grande economia ad avere un Pil annuo positivo, dell’ordine del +2%. La locomotiva cinese sta trainando tutti i Paesi vicini, mentre l’Occidente si dibatte in una recessione aggravata dalla seconda ondata dei lockdown”.
Ecco: da una parte la maggiore trasparenza occidentale (che poi sarà reale?) dovuta se non altro al ruolo della libera stampa che “controlla” e e vigila sugli atti stesso dei governi e delle autorità sanitarie, dall’altra un sistema diverso, senza dubbio meno “liberal”, ma efficace nel debellare la pandemia e nell’assicurare la ripartenza economica.
Adesso insomma, nella nuova guerra fredda, con la corsa al vaccino al posto della corsa allo spazio, è la Cina a fare la parte dello Sputnik e l’America di Joe Biden che deve inseguire.
Intanto in Italia, il senese Rino Rappuoli annuncia: «Stiamo facendo un accordo con il commissario Domenico Arcuri per la distribuzione, una volta pronto, dell’anticorpo monoclonale che stiamo sperimentando. Non sarà quindi l’azienda a distribuirlo, ma il sistema del ministero della Salute che deciderà come farlo”. Cioè la cura per il covid la gestirà e la distribuirà il Servizio Sanitario Nazionale. Non è una cattiva notizia.
Rappuoli, ricordando che negli Usa altre aziende sono avanti nella sperimentazione degli anticorpi monoclonali, ha annunciato anche che “dopo le prove cliniche, pensiamo di essere pronti a marzo, per avere questi anticorpi per l’uso emergenziale. Fino ad ora le cose procedono bene. Sono orgoglioso – ha aggiunto – perché stiamo facendo un lavoro a livello internazionale. Credo che abbiamo l’anticorpo più potente in sperimentazione clinica in questo momento. E credo che in Europa saremo gli unici ad andare in sperimentazione clinica nei prossimi mesi”.
Quindi tra anticorpi monoclonali (la cura) e i vaccini (la prevenzione), la graduale uscita dai lockdown, la fine della depressione economica, ogni speranza di futuro può diventare più concreta e ravvicinata. Solo che ogni vaccino per essere efficace deve produrre un effetto gregge, e per farlo si deve vaccinare la stragrande maggioranza della popolazione. E per vaccinare tutti ci vorranno oggettivamente molti mesi…
m.l.
Non so al momento chi vincerà la corsa al vaccino miracoloso, in grado di mettere fine alla pandemia. Quanto alla fiducia preciso subito, che ho molta più fiducia nella ricerca scientifica occidentale, che in quella made in Cina. Gli organismi occidentali di controllo dei farmaci, sono molto più affidabili, molto più controllabili di quelli oscuri, impenetrabili dei centri di ricerca che rispondono in primo luogo, al regime che li paga. Definire poi di sinistra il regime cinese, ce ne vuole di fantasia. Io non riesco a intravvedere nulla in quella società, che possa richiamarsi anche velatamente ai valori della sinistra. Basta dire che in quel Paese se un operaio si fa male al lavoro, paga lui le cure per guarire. Per non parlare poi dell’assenza totale dello Stato di Diritto, senza il quale parlare di società libera, è un atto di disonestà intellettuale insopportabile.
nessuno ha definito la Cina un paese “di sinistra”, ma che sia governato dai comunisti (Partito Comunista Cinese) è indubbio. Il che naturalmente non significa che sia automaticamente un regime di sinistra. Secondo me non lo è. Però sulla pandemia ci stanno dando delle lezioni. E pare tra l’altro che da noi il virus circolasse prima che esplodesse a Wu Han.
X Renato Casaioli. Non voglio difendere la Cina ma si pensa che il sistema dello stato autoritario che ne stia dietro sia migliore di questo basato sui soldi ed anche sulla concorrenza fra chi possa arrivare per primo a realizzare il vaccino ed a fruirne a suon di miliardi di euro ? Ma si è sicuri che sia migliore il nostro perchè ci sono le agenzie del farmaco ? Come in Cina un cittadino non ha davvero la possibilità di informarsi o meno sulla validità del farmaco,le agenzie occidentali che lo convalidano si pensa davvero che siano esenti dal profumo dei soldi e non ci sia dietro un discorso organizzativo di tale sistema ”liberale” che permette alle grandi case farmaceutiche di sperimentare i farmaci come del resto in Cina fa lo stato con le sue strutture derivate, ma in una pandemia come questa dove lo stato autoritario ha obbligato i suoi cittadini al ferreo rispetto delle regole ed in molti casi anche con la violenza, si pensa che il sitema dei soldi dove viga non possa essere la stessa cosa,anzi ancora peggiore sia per probabilità di diffusione della pandemia sia per le possibilità date ai membri della società di fare ognuno come crede nel campo dei comportamenti? Ma non si vede che lo stesso concetto di stato e di comunità per essere messo in ridicolo ed obbligarlo a cedere alle proteste categoriali ci si ingegnano quasi tutti ? E questi tutti sono coloro che richiedono l’apertura delle zone rosse per far sciare la gente sotto le feste di Natale pena il non incasso? E se un altro cittadino qualsiasi si infettasse grazie a tali esigenze come si metterebbe la questione? Perchè questo rischierebbe di succedere e produrre la probabile terza ondata qui da noi. In Cina- ricordo a Casaioli- sono un miliardo e 400 milioni di abitanti se non più, e se ogni gruppo, ogni associazione tentasse di far valere le proprie ed anche giuste esigenze cosa diventerebbe ? Questa specie di fissazione collettiva che riguarda la natura e l’etica politica di stati nettamente diversi, che hanno avuto una storia diversa, che si sono formati diversamente, oggi scompare di botto sotto i giudizi del modello occidentale perchè si dice che si abbia fiducia in ciò che ci stà dietro.E ciò che ci sta dietro a questo di stato cosa è ? Non è forse la prevalenza del più dotato economicamente( e non sempre scientificamente) per cui vale un principio sostanziale e primario che è quello del profitto privato? In nome di questo viene fatto tutto, anche il tentativo del cambiamento delle leggi.ma non lo si valuta questo che così sia ? Ricordo un principio che secondo me e con le dovute differenze, uno che di tali giudizi ne dovrebbe tener conto ed è quello fondamentale della ” finalità che contiene detto bene messo in produzione”: la finalità in uno stato autoritario e che si richiama al socialismo anche tramite le aziende create a cui sono a capo funzionari nominati che rispondono al governo, è una finalità sociale,amministrata con criteri sociali e non di profitto.Quello che succede qui da noi e del quale si dice si abbia più fiducia, la finalità sociale passa in secondo piano perchè quella primaria è il profitto e cioè in pratica : ” io produco solo se mi conviene, altrimenti sia un altro a produrre, un altro che potrebbe essere chiunque…stato od altro privato”.Fin’ora è il privato quindi la regola quella è e quella rimane. Personalmente- poichè siamo tutti sensibili alla salute- credo che attenderò del tempo per assumerlo dopo che il vaccino venga diffuso.Cercherò di vivere con le dovute precauzioni proprio perchè la fiducia in chi vende allo stato al fine della pecunia per aumentare i bilanci ed il proprio profitto, di sociale abbia poco.Ma è tutto il nostro modello che funziona così,ma come si vede si dice che sia migliore.Non si è capito bene quale sia il metro di tale giudizio, forse quello del concetto di obbligatorietà ad osservare le disposizioni mentre qui da noi uno le può anche trasgredire ? Infatti lo stato autoritario è uscito dalla pandemia a quanto si dice, noi ci siamo nel ben mezzo e chissà se ne usciremo o quando ne usciremo e quale sarà il prezzo,ma non solo per la diversità stato-privati ma anche per la natura della nostra educazione etica anarcoide,dove valgono più i diritti della persona che quelli della società, poi se inconsapevolmente infetto altri sono cazzi dello stato e degli altri.Anche se teoricamente tutti sanno che la libertà mia finisce dove inizia quella tua.E’ una bella storia codesta….fin’ora ho sentito solo storie di gente che è stata infettata da altri. Bisognerebbe domandarlo a questi se trovassero giusto che un altro perchè ha trasgredito e non sia stato controllato(perchè diciamocelo francamente i controlli non ci sono o se ci sono sono nettamente insufficienti) possa aver infettato i suoi simili,me ed anche altri oltre me.Siccome il metro vedo che sia quello della libertà perchè si dice che si abbia più fiducia in questa la libertà chè in altri generi di libertà, mi sembra che tale metro possa essere come l’elastico delle mutande che dove si tira arrivi… o No ?Qui da noi fin’ora abbiamo assistito alla diatriba dei soldi contro il sociale, ed il Covid ha rivelato di far scoppiare molti motivi di contraddizioni che in un periodo normale non vengono visti.Allora è codesta ”normalità”che ci è stato dato a d’intende che è fedifraga.Io tutte queste sicurezze di Casaioli non ce l’ho.