CHIUSI, LA CONTA NEL PD: NELLA PICCOLA STALINGRADO MONTEVENERE BETTOLLINI PAREGGIA
CHIUSI – La frazione di Montevenere era famosa per un pino che svettava sul cucuzzolo più alto e si vedeva già nelle foto scattate dagli Alleati quando diedero l’assalto a Chiusi nel giugno del ’44 e per essere stata per i quattro decenni successivi la “stalingrado chiusina“. Se il Pci a Chiusi prendeva il 66% dei voti sul 90% degli elettori (perché all’epoca votavano tutti, non come adesso che il 34% sta a casa), a Montevenere superava l’80. Nella sezione comunista di Montevenere c’erano alcuni partigiani e molti ex mezzadri e lì il partito è rimasto a lungo mezzadrile e leninista. Anche dopo la fine della mezzadria e pure del leninismo. Era un retaggio delle lotte contadine anni ’50, quando se non eri organizzato in maniera ferrea era difficile difendersi dalle angherie dei padroni e dai manganelli dei celerini di Scelba.
A Montevenere il partito è sempre stato il partito che ha sempre ragione, quello che se decide una cosa vuol dire che va fatta in quel modo. A Montevenere la parola dissenso, tanto più dentro casa, non era contemplata.
A Montevenere il partito del sindaco ha sempre fatto il pieno di voti alle comunali ed ha attraversato indenne e impermeabile i cambi di nome, simbolo e bandiera, si è sempre adeguato, rimanendo nella buona e nella cattiva sorte fedele alla linea. Qualunque sia la linea. Tanto che negli ultimi anni, con l’ingresso nel partito degli ex Dc, l’iniziativa più rilevate che la frazione ha prodotto è stata il… presepe vivente, con gli storici militanti del Pci vestiti da pastori.
Ieri sera il Circolo Pd di Montevenere, che è sempre lì dove era la storica sezione Pci , ha tenuto la sua assemblea degli iscritti con all’ordine del giorno “Valutazione del mandato amministrativo e relativa valutazione politica”. Dove per valutazione politica si intende – come negli altri circoli – anche una valutazione sulle dimissioni del sindaco dal Pd e sulla sua eventuale ricandidatura.
Si sapeva che a Montevenere c’è la parte più critica nei confronti di Bettollini, quantomeno sono di Montevenere coloro che all’assemblea degli iscritti comunale espressero le posizioni più dure. E in effetti – secondo quanto raccontano alcuni dei presenti – la partita è stata spigolosa, a tratti dura. Si è parlato molto, quasi esclusivamente del convitato di pietra, ovvero di Bettollini.
La segretaria del circolo Fiorella Fanciulli e con lei Mauro Culicchi, Alfio Anselmi (tre figure storiche che erano già in pista ai tempi del Pci, Anselmi è stato pure vicesindaco e assessore e capogruppo in comune) e Jacopo Meloni, architetto, progettista di alcune opere pubbliche recenti o in corso, hanno preso le distanze dal sindaco accusato di aver creato una situazione complicata con l’uscita dal partito, ma anche per alcune scelte amministrative e politiche. Tra i capi di imputazione l’isolamento di Bettollini e quindi di Chiusi rispetto al resto della zona Valdichiana, la gestione del caso Acea, la querelle con i vertici scolastici del 2019, ma anche il suo carattere e l’indole da uomo solo al comando…
A difesa del sindaco sono intervenuti Livio Marchini (altra figura storica di Montevenere), Sara Marchini, assessore in carica, la quale ha sottolineato come Bettollini non può essere l’unico capro espiatorio perché l’azione amministrativa è sempre stata collegiale, ma anche l’ex segretaria del circolo Doretta Rossi e Graziella Grancio (presidente Auser di Chiusi Scalo, ma residente e iscritta al Pd di Montevenere) che non erano presenti, ma hanno inviato interventi scritti. Nel mezzo, in posizione non del tutto acritica, ma nemmeno del tutto critica nei confronti di Bettolini, il capogruppo Simone Agostinelli e Luciano Scricciolo, dirigente dell’Ufficio tecnico comunale. In termini calcistici un pareggio. Per Bettollini un punto fuori casa, che non era scontato.
Va precisato che le critiche sulla vicenda Acea e su quella delle scuole, per esempio, emerse a Montevenere più nettamente che altrove, nessuno le sollevò all’epoca dei fatti e in entrambi i casi il Pd le poche cose che ha detto, le ha dette a sostegno dell’amministrazione.
Comunque, al di là di alcune questioni, anche il circolo di Montevenere ha espresso una valutazione sostanzialmente positiva dell’operato dell’amministrazione, un po’ meno sulla figura del sindaco. E’ emerso però a Montevenere, come negli altri circoli, il disagio, anche degli stessi assessori, di affrontare una discussione su Bettollini senza Bettollini, senza cioè che il sindaco potesse esporre la sua visione delle cose. Qualcuno ha parlato di processo senza che l’imputato potesse difendersi, altri hanno sottolineato che è stato Bettolini a mettersi fuori dal partito da solo e nessuno lo ha cacciato…
Dalle 4 assemblee di circolo fin qui svolte – stasera toccherà a Macciano – si è capito che una parte larga del corpo attivo del Pd vorrebbe ricucire lo strappo e vorrebbe anche Bettollini ricandidato alle elezioni. Ma c’è anche una parte che non lo ama, lo descrive come lo sceriffo di Dodge City, un po’ bullo e un po’ autocrate e vorrebbe chiudere la sua stagione. Questa parte è meno consistente, ma agguerrita. Ed è in larga misura fatta da esponenti della vecchia guardia, quelli che c’erano anche prima di Bettollini ed erano a fianco di Ceccobao, per non andare ancora più indietro. E Ceccobao è stato senza dubbio un uomo solo al comando più di Bettollini.
Lo abbiamo già scritto nei giorni scorsi: più che un tentativo del gruppo dirigente Pd di cambiare strategia politica o forma-partito (anche nel rapporto con l’amministrazione), rispetto all’era Bettollini, questa “conta” sembra più che altro un tentativo di rivincita dell’ancieme regìme nei confronti del “rottamatore” che è anche un corpo estraneo rispetto a quel mondo… Non è questione di spostare più a sinistra o al centro l’asse del Pd e dell’amministrazione, la battaglia non riguarda nemmeno le possibili alleanze. La questione ormai è di… pelle. Nel Pd chiusino è in atto una resa dei conti dolorosa, ma giocata più sul piano umano e personale che sul piano politico. La ricucitura potrà anche avvenire, ma non sarà semplice…
Al di là delle intenzioni reali della segretaria Cardaioli, che magari erano altre in partenza, questo è ciò che emerge e trabocca dalla pentola in ebollizione…
L’ultima tappa del giro di consultazioni sarà quella del circolo di Macciano. Gli iscritti sono una decina, non di più. Numeri piccoli. Sarà come quelle cronometro di 30 km piazzate a fine Tour…
m.l.
NELLA FOTO: Bettollini davanti ai seggi elettorali per le regionali. Sarà lui il candidato del centro sinistra alle comunali? La partita è ancora aperta.
“La questione ormai è di… pelle. Nel Pd chiusino è in atto una resa dei conti dolorosa, ma giocata più sul piano umano e personale che sul piano politico. La ricucitura potrà anche avvenire, ma non sarà semplice…”
Ma come, nei resoconti delle sezioni dove secondo te avrebbe prevalso la posizione pro Bettollini hai commentato dicendo: “Come abbiamo scritto ieri, dopo l’assemblea di Chiusi Città, ribadiamo a maggior ragione dopo l’assemblea dello Scalo, che nonostante tutti i limiti strutturali e i difetti di fabbrica e di conduzione del Pd, questo passaggio si sta rivelando importante, decisivo e anche più “libero” di quanto si potesse immaginare alla vigilia, ora invece è divenuto: “questa conta sembra più che altro un tentativo di rivincita dell’ancieme regìme nei confronti del “rottamatore” che è anche un corpo estraneo rispetto a quel mondo… e ancora: “La questione ormai è di… pelle. Nel Pd chiusino è in atto una resa dei conti dolorosa, ma giocata più sul piano umano e personale che sul piano politico.”
Mettiti d’accordo con te stesso o magari ogni tanto rileggi quello che hai scritto.
Ricordi Marco quando criticasti i 700 voti degli iscritti ai 5 stelle che elessero la Raggi come sindaco di Roma? Dicesti che era uno scandalo che un sindaco sarebbe stato designato dal voto di 700 persone,non te ne capacitavi (altra cosa è l’elezione ed i voti presi ben inteso) e criticasti fortemente la piattaforma Rousseau che permetteva questa possibilità e la decisione che ne conseguiva.Adesso siccome a Chiusi siamo-anzi sono- ridotti alla quantità di due condomini che stabilisce chi debba essere sindaco non è più uno scandalo? Anzi, a proposito di questo dici pure (da come lo concludi)nel tuo Post del” Primo Round che lo vince Bettollini” che tutto questo conferma la giustezza della chiave di lettura.Allora” la chiave di lettura” sulla Raggi era sbagliata e su Bettollini è giusta e se po’ fà? Come è sto fatto ? Lo vedi da te come è ridotta la politica,no ? O non ti va bene nemmeno cosi?
Allora, intanto una consultazione fatta nelle sezioni, con gli iscritti che ci mettono la faccia è tutt’altra cosa da una consultazione fatta su una piattaforma mediatica (che è pure manipolabile). Certo gli iscritti al Pd di Chiusi sono pochi, ma rappresentano il corpo attivo di quel partito. E non decidono chi debba fare il sindaco, quanto se mai chi dovrebbe essere il candidato a sindaco del Pd. Il che mi pare del tutto legittimo. Poi quel candidato, per diventare sindaco dovrebbe vincere le elezioni, vedendosela con altri, di altri partiti o movimenti. La politica però si fa così. Altrimenti chi lo dovrebbe decidere chi fa il candidato del Pd, se non gli iscritti, pochi o tanti che siano? i 4 che commentano su facebook?.Quanto alla “conta” – qui rispondo a Luca – in atto nel Pd, il passaggio nei circoli è secondo me un fatto molto rilevante per il Pd, che ritrova una sua base attiva, attenta, desiderosa di dire la propria (in un senso o nel’altro) è indubbio che dai dibattiti sia emerso un giudizio positivo sull’amministrazione e anche la richiesta di una ricucitura dello strappo con il sindaco, ma è altrettanto indubbio ci sia una parte che invece questa ricucitura non la vuole per motivi che a mio avviso sanno più di rivincita o vendetta sulla rottamazione renziana, che di critica politica su atti e scelte precise. Questa è l’impressione che ne ho ricavato. Le due cose non sono in contraddizione, sono due angoli della stessa fotografia.
La solita supercazzola che non risponde alle questioni che ponevo. Lascia perdere che tanto della tua posizione preconcetta ormai lo sanno anche i muri.
L’unica posizione preconcetta (o quella più preconcetta di tutte) è la posizione espressa in un manifesto firmato Podemos-5 Stelle in cui si dice che Chiusi merita un altro sindaco(il che è legittimo e normale, trattandosi delle opposizioni) e a sostegno di tale tesi si fa riferimento a due “incongruenze” (dal punto di vista di chi lo ha scritto) nel rapporto tra Bettollini e il Pd. Nel merito delle questioni nulla. Mi pare chiaro che Podemos e 5 Stelle siano disposti a sedersi al tavolo col Pd, se solo il Pd sbologna Bettollini. Indipendentemente dal fatto che finora lo abbia sempre sostenuto e che tutt’ora, nelle assemblee di circolo, dia un giudizio positivo sull’amministrazione guidata da Bettollini. Se il sindaco non fosse uscito dal Pd, a cosa vi sareste attaccati? Altro che posizione preconcetta! Mi sembra che stiate giocando a tappini… (che era un gioco in voga negli anni ’60, sui marciapiedi di Chiusi Scalo)..
Come è stato detto (non da me) nella riunione iscritti di Chiusi Scalo è stato Bettollini a determinare una divisione con le sue dimissioni. L’apertura al confronto per il PD è un’indicazione del segretario Zingaretti e della sua segreteria.
Sui risultati dell’amministrazione non è una questione di gusti, ma di analisi degli atti e dei risultati.
Purtroppo il decennio renziano a Chiusi ha disabituato al confronto, ma gli atti sono lì a ricordarci che la valutazione deve essere su quelli e non sulle “irritazioni”, passeggere a seconda delle situazioni.
Grazie di aver risposto esaurientemente alla mia domanda…..a questo punto bisogna risponderti cosi perchè altro evidentemente non si può dire….Ma di cosa stiamo a parlare Marco ? ..”.a questo punto è emerso un giudizio positivo sull’amministrazione?” Ma nemmeno il mago Silvan era così illusionista,ma coi fessi però,scusami.Forse non ci si rende conto di cosa si prepari per i rimasugli di quel PD che in tanti abbiamo-e mi ci metto anch’io-vituperato.L’ulteriore distruzione di ciò che rimane del PD perchè da una parte si tratta di una spaccatura a metà fra due condomini(non più) e tutti quei propositi che vengono detti dagli altri partiti e dai singoli li ho sempre sentiti da quando sono a Chiusi.Quindi vedi che codeste che riferisci sono tutte ” albagie”,ed albagie che riguardano sia le interpretazioni tue di comodo di quando si sposano fronti a prescindere, almeno evidenziati con parole assolutamente non convincenti, perchè quelli che tu battezzi come ”vendicatori” sono anche loro persone che hanno detto la loro idea sulla riconferma o meno e vanno rispettati e non gli si può addossare l’epiteto che facciano in quel modo per vendetta.Il cervello ce l’hanno per valuitare le cose e forse ce l’hanno anche di più di coloro che vogliono imporre lo stesso nome per motivi di appartenenza localistica ed anche di altro….e qui non vado oltre.Forse dicendo ciò che hai scritto ti sei dimenticato qualcosa che ti è stata ripetuta parecchie volte ma della quale tu non ne vuoi tener conto appieno di quanto possa pesare ed è quell’elenco di cose e di fatti per i quali tu e coloro che vorrebbero nuovamente in sella il capitano venga valutato dagli organi della direzione e da parte del suo ristretto elettorato locale come non idoneo a ricoprire la mission che tu gli faresti ambire ad essere ricoperta.C’è bisogno che lo ripeta e che faccia l’elenco del perchè i territori non l’abbiano candidato alle regionali e che chiaramente riflette la politica chiusina da lui condotta ed anche dalla sua giunta imbelle ?.Mi sembra che basterebbe cosi anche senza la valutazione dell’abbandono della tessera.Quindi cosa si cerca di valutare ”i round degli incontri di boxe” ? Ma per piacere…si parla anche di dignità,non tanto di lui che come persona che è libero di fare le mosse che vuole e che desidera, ma soprattutto di tutto quell’insieme che è stato messo su in questi anni di sua reggenza e che risulta impotente e si rintorce continuamente dentro ai discorsi che gli fai fare,perorando solo i lati che per te risultano ”positivi” ma che positivi-dal momento che ne parli su un giornale dove leggono tutti- non sono davvero.Poi, io non sono di quel partito e mai l’ho votato ma siccome la critica è ammessa fino a prova contraria,io dico quello che penso.Liberamente, senza paura di essere giudicato o di chi non vuole anche dentro a quel partito apparire e manda i biglietti scritti che restano agli atti. Ma che partito è Marco? E chi e cosa sostieni tu difendendo tale fronte ? la mia spiegazione di tutto questo -scusa se te lo dico scrivendolo- ma non c sono le minime ragioni che tu ti possa schierare difendendo tale fronte e se lo fai vuol dire che ti stà bene così.
Il perchè di questo lo lascio pensare a me stesso ed agli altri.E la risposta che hai dato sulla mia riflessione ”delle chiavi di lettura” ti sembra una risposta valida con i termini di paragone che hai portato? Ma la politica attiva l’ho fatta anch’io anche se a suo tempo, ed un minimo di ”gnegnero” per valutare le cose credo di avercelo anche per valutare le ragioni degli altri…..
Ridurre le questioni poste sul tappeto a una vendetta mi sembra una minimizzazione del lavoro che sta facendo l’attuale segreteria del PD. Ci sono alcuni aspetti che si dimenticano spesso. Ceccobao, Scaramelli e Bettollini hanno vissuto un passaggio cruciale che ha praticamente distrutto una serie di mediazioni tra “sociale” e “politica”, obbligando il Sindaco a fare a meno – spesso suo malgrado, più spesso con compiacimento – di mediazioni e ritorni che solo fino a venti anni fa erano la linfa dell’azione politica del partito come cervello collettivo. In questo contesto, la crisi è stata affrontata con una serie di cambi di nome e di struttura che ha portato a un partito contendibile (la scalata di Renzi affonda le sue radici nella trasformazione del partito) e in cui il capo era un plenipotenziario. I contrappesi di segreteria, direttivo ecc. erano stati spazzati via. Questo quadro si è complicato con il fatto che la struttura periferica ha finito per contare sempre meno, diventando una cinghia di trasmissione di decisioni che provenivano dal centro. Da qui, il ricorso del centro di comando a un linguaggio plastificato e infantilizzato, rivolto più a consumatori che non a militanti pensanti, un linguaggio che è stata l’arma in più per un discorso preconfezionato di facile digeribilità e trasmissibilità: così è, se vi pare e se no, quella è la porta. Quante volte, anche ai congressi, non sono state sollecitate le scissioni di chi non era d’accordo? Questa situazione l’hanno subita un po’ tutti gli attori (Sindaci e militanti). Ovvio che la ricucitura auspicata è un fatto fisiologico di chi non vorrebbe buttar via un’esperienza amministrativa consolidata. Dall’altro lato, la circospezione di chi affronta questo tema è comprensibile: se si vuol cambiare registro si cerca anche qualche garanzia di non ricadere nell’antico. Ma non mi pare si possa parlare di vendetta.
I tapini sono un gioco bellissimo non scherzare Lorenzoni con le cose serie. Piuttosto cosa ci sarebbe di preconcetto nel far notare che il sindaco un paio di mesi ha dichiarato testualmente di lasciare il pd e ora neghi dicendo che non è vero. Dedichiamoci ai tapini Lorenzoni hai ragione però porta quelli buoni.