CHIUSI: STASERA INCONTRO TRA SEGRETERIA PD, SINDACO, GIUNTA E GRUPPO CONSILIARE. LA RICUCITURA SI AVVICINA?
CHIUSI – La famosa relazione finale sull’esito della consultazione nei circoli del Pd, annunciata per venerdì scorso, non è ancora stata “licenziata”. La segreteria Pd non si è ancora espressa e non ha reso note le conclusioni del tour di assemblee degli iscritti. Digestione lenta, abbiamo scritto una settimana fa. Qui sembra di essere in presenza di un parto difficile, complicato. Come quando ti trovi di fronte a tre gemelli che non avevi previsto e tirarli fuori diventa un bel problema. Eppure la relazione in questione tanto difficile da fare non dovrebbe essere. Per fare una sintesi di ciò ce è emerso dalle assemblee di circolo, basta rileggere i verbali. Ma il nodo non deve essere lì, più probabile che sia non su ciò che si è detto, ma su ciò che dopo quanto è stato detto, il partito intende fare…
E infatti si apprende che per questa sera (giovedì alle 22, ore 21,00) la segretaria Pd ha convocato un incontro con il sindaco Bettollini e con il gruppo consiliare, compresi i 3 assessori. Quindi partito, sindaco, giunta e consiglieri, tutti intorno ad un tavolo. Per dirsi cosa? Non si sa. Ma già il fatto che si incontrino sembra un segnale di “disgelo”.
Alle assemblee di circolo Bettolini non ha partecipato, ha fatto però il “convitato di pietra” perché di lui si è parlato parecchio. Stasera il confronto sarà faccia a faccia, non a distanza. O quantomeno la distanza sarà solo quella prevista dai protocolli di sicurezza anticovid. Non un fiume di ghiaccio.
I circoli hanno chiesto, con la maggioranza degli interventi, di provare a ricucire lo strappo e a ripartire unitariamente. Molti iscritti hanno chiesto o auspicato il rientro di Bettollini nel partito e la sua ricandidatura alle elezioni 2021. Anche se non sono mancate sottolineature critiche nei confronti del sindaco, per essersi messo fuori dal partito e per certi accenti caratteriali.
La settimana scorsa la lista Possiamo, nell’attesa della relazione di sintesi del Pd, ha provato a forzare la mano al partito di maggioranza, prima con un manifesto firmato insieme ai 5 Stelle, contro Bettolini e alcune sue incongruenze nel rapporto con il partito, poi con un comunicato stampa, nel quale elencando gli “errori” e le scelte sbagliate di Bettollini, i podemos facevano capire al Pd di essere pronti e disponibili ad aprire un confronto sulla ricomposizione della sinistra e quindi anche ad una alleanza elettorale alle comunali. Ovviamente però, ad una condizione: che il Pd uccida il re e ne esponga la testa nella piazza principale, a suggello di un cambio di rotta.
Il Pd così come non ha ancora redatto la relazione di sintesi sulle assemblee di circolo, non ha nemmeno replicato né al manifesto Possiamo-M5s, né al comunicato di Possiamo. E’ vero, che secondo il proverbio, chi tace acconsente. E quindi il silenzio Pd sulle sortite delle opposizioni può essere interpretato come un silenzio-assenso, perché se il Pd considerasse irricevibile l’avance dei Podemos, lo avrebbe detto. Ma data la scarsa propensione mediatica e i tempi dilatati delle reazioni del Pd, può essere vero anche il contrario e cioè che il partito di maggioranza non abbia alcuna intenzione di farsi dettare la linea dai Podemos e quindi stia elaborando una propria strategia.
La duplice iniziativa delle opposizioni che aveva senza dubbio l’intento di allargare il fossato tra Pd e Bettollini, può aver paradossalmente sortito l’effetto contrario, spingendo la segreteria Pd ad un riavvicinamento al sindaco. Per ora è solo una impressione. Lo sapremo dopo l’incontro di questa sera. Relazione o non relazione, qualcosa da lì dovrà pur uscire…
m.l.
La duplice iniziativa delle opposizioni aveva un solo intento esprimere la propria legittima opinio0ne sull’inadeguatezza di questo sindaco, il resto sono fantasie.
Lascia stare Luca, tanto è sempre la solita storia di chi fa finta di non capire.
BILANCIO DI UN MANDATO E PROSPETTIVE FUTURE
L’amministrazione Bettollini in questi anni ha commesso diversi errori importanti. Basta ricordare la gestione della vicenda del carbonizzatore, il buco nel bilancio della Fondazione Orizzonti, la criticità dei rapporti con i comuni vicini, la cattiva gestione dea comunicazione con gli organi scolastici, il modo di relazionarsi che non ha mai dato la possibilità di un confronto con la città.
Tuttavia, non ci sono stati solo limiti amministrativi. L’errore ultimo del sindaco è politico e sta nel non aver compreso i cambiamenti che sono avvenuti nel suo partito e nel paese. Innanzitutto non si è accorto che il “modello” Renzi, che ha dominato negli ultimi anni anche nella nostra realtà, è naufragato. Bettollini è nato in quella cultura e nonostante sia rimasto nel PD non ha mutato di una virgola il suo atteggiamento. L’elezione di Zingaretti, il congresso di febbraio di Chiusi hanno definito una nuova impronta della politica nazionale e locale: è stata ristabilita una certa autonomia tra partito e amministrazione ed è stata messa in discussione la vocazione maggioritaria e la disastrosa pretesa di autosufficienza. Le alleanze si sono modificate. Gli errori fatti nella breve stagione renziana si sono tramutati in perdita di identità e di consensi. Bettollini non ha visto niente di tutto ciò e, come se nulla fosse, ha pensato che il partito potesse continuare a essere solo un appendice per i suoi desideri; un soggetto da scalare per andare in Consiglio regionale o un mezzo sicuro per ricandidarsi a sindaco. La realtà invece dice che bene o male si è aperta una fase diversa. E’ tornata la voglia di discutere, le alleanze sono divenute strategiche, la costruzione di una sinistra unita e una vera coalizione sono l’unico modo per fermare la destra e costruire in ogni realtà quella forza necessaria per governare.
Dove il PD ha dato prova di guardare oltre se stesso, dove si è scrollato di dosso le fallimentari pratiche, ha recuperato credibilità e centralità politica. Nel suo piccolo e tra molte incertezze anche il partito di Chiusi pare aver compreso l’esigenza di aprirsi al dialogo con la società, ritrovare un proprio ruolo rispetto all’azione dell’amministrazione comunale. Possiamo Sinistra per Chiusi è attenta a quanto sta emergendo e vuole sfidare i democratici su questo terreno. Il sindaco e gli amministratori avrebbero potuto legittimamente essere parte attiva di questo processo, invece si sono messi di traverso, rendendosi protagonisti di comportamenti incomprensibili. Il risultato è stato non solo di bloccare il PD in un’ estenuante discussione interna, ma essenzialmente privare la città di un confronto che poteva essere già iniziato.
Oltre a questi aspetti, che possono apparire legati a una sfera strettamente partitica, Bettollini non ha mai dato prova di aver visto le nuove criticità sociali ed economiche che stanno crescendo nella nostra realtà; complessità preoccupanti sulle quali bisognerà riaccendere i motori del dibattito e della politica. Eppure certe cose un sindaco dovrebbe percepirle per primo. Dovrebbe essere il più esigente nel pretendere che la politica si rimetta a studiare la realtà, a proporre idee e consegnare un programma all’altezza dei problemi a chi sarà chiamato a governare. Purtroppo niente di tutto questo si è visto. Bettollini ha tirato fuori un atteggiamento pretenzioso per se stesso, sostenuto dai suoi pasdaran che si sono messi a guardia di una “rivoluzione” già fallita.
Chi ha un po’ di esperienza politica sa benissimo che non basta solo ricordare le cose fatte per riottenere un consenso sufficiente, che non basta facebook per mantenere il dialogo con il paese, che non basta più un elenco di cose da fare per governare le contraddizioni che abbiamo di fronte. Per rendersi conto di cosa parliamo, basterebbe guardare all’andamento demografico della città: in soli sei anni Chiusi ha perso 500 abitanti, ha una popolazione sempre più anziana e un esodo di giovani, cioè il motore di una realtà, che sta assumendo livelli preoccupanti. Complice la pandemia, una miriade di aziende e attività commerciali ormai vivono giorno per giorno. Il centro storico è tornato disabitato come negli anni 70-80. Abbiamo certamente delle eccellenze, ma troppo spesso intorno ad esse non cresce indotto. Siamo una realtà con tutte le difficoltà delle aree interne del paese (le così dette aree periferiche) per le quali la distanza con i grandi agglomerati urbani, in termini di opportunità, servizi, occasioni di lavoro stanno crescendo sempre più. In tutto questo, ci siamo anche giocati un Piano Strutturale fuori contesto e irreale che, oltre a prevedere un’espansione urbanistica priva di senso, non offre nessuna indicazione per delineare una traiettoria di un possibile percorso di rilancio, una direzione di marcia da seguire.
Non diciamo che tutte le responsabilità sono solo di chi oggi amministra; sarebbe strumentale e fuorviante. I problemi sono generali, vengono da più lontano e non possono essere racchiusi solo negli errori che pure sono stati fatti in questi anni. Non vedere però la realtà o sminuirla e voler rinchiudere quel poco di politica che è rimasta dentro se stessa, pretendendo la riconferma dell’attuale sindaco senza nessuna riflessione, ci sembra cosa fuori dal tempo.
Non tocca a noi entrare nelle dinamiche interne ad un partito. Tuttavia, valutare un amministratore pubblico nella sua azione politica e amministrativa è una nostra prerogativa, alla quale non possiamo sottrarci per chiarezza nei confronti dei nostri elettori e dei cittadini. Possiamo ha avanzato una proposta precisa che spinge a ragionare su una nuova fase politica. Aspettiamo fiduciosi.
Come è scritto in questo articolo e in altri precedenti la posizione di Possiamo è del tutto legittima, ma ciò non toglie che sia oggettivamente un tentativo di forzare la mano al Pd e spingerlo in una certa direzione, anche adombrando la disponibilità alla ricomposizione unitaria della sinistra e quindi ad una alleanza politico-elettorale per le comunali (questo dice la nota di Possiamo), Il che è legittimo, ma è anche la conferma di ciò che primapagina ha scritto. Così come pare del tutto evidente quale sia la condizione che Possiamo pone al Pd perché il confronto possa cominciare. Primapagina saluterebbe con piacere la ricomposizione del fronte progressista a Chiusi e una ritrovata unità di intenti tra il Pd e ciò che sta alla sua sinistra, ma le “condizioni capestro” poste alla componente maggioritaria, non aiutano mai, non sono mai la strada giusta, neanche quando può esserci l’impressione che nella componente maggioritaria qualcuno le caldeggi.
Non sono condizioni capestro, per l’ennesima volta, il nostro giudizio sul sindaco è negativo, è chiaro che non possiamo accettare una sua ricandidatura. E’ un giudizio politico, tutto qui.
Com’è che la sartoria della ricucitura è sempre puntualmente informata quando fa comodo e invece non sa niente di come sia andata quella riunione annunciata da questo articolo?
Paolo Scattoni perché, come ogni addetto stampa che si rispetti, scrive solo ciò che può essere utile alla causa
Che pensare? Io ho sentito dire che un violenta folata di vento ha fatto sbattere violentemente la porta del circolo PD con grande fragore. Non sarà il caso che quello che si è detto venga reso noto da chi era presente (almeno una quindicina di persone)? Al momento mancano notizie certe. Sono passati quasi tre mesi dalle dimissioni di Bettollini dal PD e quello che è successo è stato purtroppo raccontato tramite un sospetto chiacchiericcio.