IL SENESE SIMONE BEZZINI NUOVO ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’
SIENA – “Il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha comunicato in Consiglio Regionale che Simone Bezzini sarà l’assessore regionale alla sanità“. Così il segretario provinciale del Pd senese Andrea Valenti, ha anticipato nella serata di ieri la comunicazione ufficiale delle deleghe ai vari assessori da parte del neo presidente della Regione, annunciata per oggi.
Valenti aggiunge che “la sanità è la delega più importate per una Regione, assorbe oltre l’80% dell’intero bilancio, ed è probabilmente la più complessa e la più dedicata. Ha ripercussioni quotidiane sulla vita di ognuno di noi. Il nostro benessere, il nostro essere cittadini non prescinde dalla nostra salute, concetto che, come ricorda l’ OMS, non è da intendersi come semplice assenza di malattia, ma come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.
Mai come oggi, con la pandemia globale che stiamo vivendo, questa delega assume un ruolo cruciale”.
“Siamo sicuri – scrive ancora il segretario del Pd senese – che Simone gestirà al meglio questo ruolo impegnativo e complesso, con la serietà, la caparbietà, la competenza che sempre ha dimostrato, nell’interesse collettivo dell’ intera Regione Toscana e delle sue cittadine e cittadini”
Ricordando che la provincia di Siena esprime dunque un assessore (Bezzini), consigliere (Anna Paris ed Elena Rosignoli) nelle file del Pd e pure il consigliere di Italia Viva Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio, Valenti scrive: “Non credo sia mai successo, nella storia cinquantennale dell’ente regione, che Siena avesse una simile rappresentanza numerica e con ruoli così prestigiosi. Un risultato storico, che sta a tutte e tutti noi onorare.
Alle rappresentanze istituzionali i nostri complimenti e il nostro più sincero augurio di buon lavoro, sicuri che sapranno perseguire l’ interesse collettivo, dialogare con i territori, rappresentare al meglio le tante istanze che questa Provincia e questa Regione rappresentano”.
Al senese Simone Bezzini dunque l’assessorato più pesante e la patata più bollente. Fino ad ora l’assessore alla Sanità è spesso diventato presidente: è successo con Vannino Chiti, con Claudio Martini e con Enrico Rossi. Fa eccezione Eugenio Giani che è diventato presidente senza aver fatto l’assessore ala sanità e fa eccezione anche Stefania Saccardi, assessore alla sanità uscente, eletta insieme a Scaramelli per Italia Viva, che una delega l’ha ottenuta comunque, ma non quella che aveva.
Bezzini è un dirigente di lungo corso, è stato segretario del Pd senese e anche presidente della Provincia di Siena. Era consigliere anche nella passata legislatura. E’ sicuramente una persona per bene, un politico poco umorale, riflessivo, sempre piuttosto pacato. Molto vecchio stile, diciamo, che in tempi di politica spesso urlata è sicuramente un pregio. Se mai un po’ “grigino”, funzionariale.
E nel 2010 anche lui, da presidente della Provicia di Siena, come l’allora assessore regionale Ceccobao, prese un granchio grosso come una casa. “la nomina di Giuseppe Mussari alla presenza dell’Abi è una conferma delle capacità e della professionalità che ha dimostrato in questi anni ai vertici della Fondazione prima e della banca Mps poi, oltre ad essere un riconoscimento per la banca senese, che per la seconda volta esprime un presidente ai vertici dell’associazione bancaria italiana”. Ceccobao scrisse la stessa cosa (e primapagina non mancò d rilevarlo). Poi sappiamo come è finita al Monte Paschi e alla Fondazione, sappiamo in quale baratro finanziario Mussari abbia portato la banca più antica del mondo e quali si sono rivelate le sue doti manageriali e professionali. Se ne sta occupando la magistratura. Dopo la caduta degli dei di Mps, Ceccobao durò mezz’ora come assessore regionale, e Rossi, come lo aveva chiamato (presumibilmente su pressioni proprio dei vertici Mps, più che del Pd) lo sbolognò senza tanti complimenti. Era l’inizio del 2013.
La politica senese e in particolare quella del Pd sulla vicenda Mps mostrò tutti i suoi limiti e anche figure meno esposte come Bezzini presero una topica gigantesca. E oggi mentre lo stesso Bezzini va ad assumere un incarico prestigioso e di grande impatto in Regione, c’è chi sui social non ha mancato di ricordare quel “saluto entusiastico” a Mussari. E’ giusto farlo, perché la politica deve avere memoria.
Valenti esulta per il risultato storico per la provincia di Siena. Ma, come abbiamo già scritto ieri, non si tratta di una vittoria sul campo e a suon di voti, i voti il Pd li ha persi e parecchi. Il successo senese (1 assessore e 3 consiglieri, di cui uno vicepresidente del consiglio regionale) è solo frutto di meccanismi di legge e di equilibri interni alla coalizione. Le due consigliere ad esempio, senza la “preferenza doppia uomo-donna” avrebbero certamente faticato di più per essere elette. Una delle due entra in consiglio solo perché Bezzini è stato chiamato a fare l’assessore e si deve dimettere da consigliere. E anche la delega della sanità a Bezzini oltre che un riconoscimento al peso di Siena, può essere dipesa – nelle intenzioni di Giani – dalla volontà di stoppare le pretese di Italia Viva che sulla sanità puntava forte. Così la delega alla Saccardi, ma non alla sanità e il “congelamento” di Scaramelli nel ruolo istituzionale di vicepresindete del consiglio, sembrano un altro altolà a Renzi, che aveva indicato proprio Scaramelli come futuro assessore, con delega importante…
Quanto all’esultanza del segretario del Pd senese se è vero che dal 1970 ad oggi Siena non ha mai avuto una rappresentanza così pesante in Regione, come dice Valenti, è anche vero che una vittoria nella spartizione delle poltrone non è la stessa cosa di una vittoria elettorale. Le poltrone vanno e vengono e sono “vittorie” solo per chi le occupa, i voti e il consenso sono un altro paio di maniche. Di questo la stessa base Pd che ora fa festa farà bene a tenere conto. Ceccobao docet.
m.l.
Nella foto (Radio Siena Tv): Simone Bezzini, nuovo assessore regionale alla Sanità.
Grande successo del pd senese e del suo segretario Valenti.
Beh non constatare che Bezzini Assessore alla Sanità è una conquista del PD provinciale come le 2 Donne PD in Consiglio regionale lo sono altrettanto è non aprire gli occhi e continuare a detrarre la sua storia politica è un grosso errore politico! Io non voglio magnificare nessuno! A me piacciono le persone serie e Bezzini lo è! Il cosidetto grigiore di cui parli, può essere solo una nota di colore, frutto anche di invidie di Partito! Preferisco il grigiore alle balcanizzazione dei rottamatori che con la scusa generazionale hanno sfiaccolato lo spirito collettivo di un partito che aveva esperienze importanti.
Luca, ma il successo dipende dai voti o dalle poltrone che si ottengono sulla base di accordi ed equilibri di palazzo? E la nomina di Stefania Saccardi alla vicepresidenza e all’assessorato all’agricoltura-caccia e pesca, invece che alla sanità, può essere considerata un successo di Italia Viva o piuttosto una “dentata” del partito di Renzi? Quanto al commento di Paolo Giglioni, mi pare che la stessa cosa sia scritta nell’articolo: “Bezzini è un dirigente di lungo corso, è stato segretario del Pd senese e anche presidente della Provincia di Siena. Era consigliere anche nella passata legislatura. E’ sicuramente una persona per bene, un politico poco umorale, riflessivo, sempre piuttosto pacato. Molto vecchio stile, diciamo, che in tempi di politica spesso urlata è sicuramente un pregio. Se mai un po’ “grigino”, funzionariale”. Si parla di pregi, non solo di difetti.
La provincia di Siena ha ottenuto un ottimo risultato politico in termini di rappresentanti in regione.
La delega alla sanità data a Bezzini, premia una persona capace, pacata e attenta ai temi del territorio.
Un segnale importante anche per coloro che hanno nutrito molti dubbi sulla candidatura di Giani. Inoltre spazza via molte delle polemiche che si erano aperte al momento della presentazione delle liste elettorali.
Il tempo dirà se le aspettative che si aprono verranno mantenute o meno.
Oggi il PD guidato da Valenti recupera peso politico a livello regionale e credibilità a livello provinciale. Mi pare che si sia incamminato in quel percorso di rigenerazione e apertura al confronto, dopo gli anni dei personalismi e delle interminabili divisioni interne, che lo hanno portato alle sconfitte che conosciamo.
Spero che il buon risultato non sia considerato un punto di arrivo, bensì un punto di partenza per tutto il partito e per la sinistra in generale. Un segnale che deve essere colto soprattutto in territori come la Valdichiana, dove l’urgenza di ritrovare una visione comune a livello politico e istituzionale su alcune priorità è essenziale. Penso a temi come i trasporti e le infrastrutture anche costruendo alleanze con l’Umbria, al potenziamento dei servizi di base e del plesso ospedaliero di Nottola, alla definizione di un piano per modernizzare la nostra area nell’accesso alle reti informatiche garantendo un vero processo di innovazione diffusa.
Il ragionamento di Marco Lorenzoni è corretto: se si arriva all’assessorato per equilibri di accordo di coalizione è diverso che arrivarci “a furor di popolo”. Non è in questione la serietà di Bezzini e non diminuisce la soddisfazione (di Valenti) per il fatto di essere arrivati a esprimere tre rappresentanti del territorio a causa di una combinazione fortunata. Il nodo vero è il calo di consensi. Su questo occorre che il PD ragioni. Accontentarsi di avere tre moschettieri apre sicuramente a futuri rimpianti.
Sia Gianni, sia il PD in provincia di Siena ottengono le percentuali più alte della regione.
Se vogliamo essere onesti un successo di consensi e di peso politico. Poi quello che conterà è la capacità di costruire progetti e obiettivi condivisi del terrotorio da portare in regione. Se non hai progetti validi con due, tre o quattro consiglieri cambia poco.
Spero che sia l’indizio di un cambio di verso, per parafrasare uno slogan perdente :-). Al momento, ok per il brindisi, ma senza esagerare 🙂