REFERENDUM, ROSY BINDI PER IL NO AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI: “IL SI’ UN REGALO ALLE DESTRE POPULISTE”
SINALUNGA -Il 12 febbraio 1980 era sulla rampa di scale dell’Università di Roma insieme al professore cui faceva l’assistente, quando arrivarono i brigatisti e spararono al professor Bachelet. Compiva 29 anni quel giorno. Poi più tardi è stata segretaria della Dc in Veneto. E una delle figure di spicco dell’Ulivo e dei governi di centro sinistra. Parlamentare e ministro, anche della sanità. Presidente della commissione antimafia. Come giornale ne sostenemmo la candidatura in Valdichiana per l’Ulivo, appunto… Ci disse, ringraziandoci, che “non bisogna essere per forza comunisti per essere di sinistra”. E secondo noi, Rosy Bindi è una persona di sinistra. Cattolica praticante e democristiana di formazione, ma attenta alle questioni sociali, alla parte più debole della società, anche al rispetto della Costituzione e dei valori fondanti della Repubblica. E’ forse, della generazione successiva, la figura che più richiama Tina Anselmi. E’ nata ed è tornata a vivere a Sinalunga, che è sempre stata una cittadina rossa. Una roccaforte rossa. La più operaia delle cittadine e dei paesi della Valdichiana, anche se adesso quella connotazione anche Sinalunga l’ha un po’ persa. Il mondo è cambiato anche in Valdichiana. Non è cambiata molto invece Rosy Bindi che è stata tra i fondatori e ex presidente del Pd, ma da qualche tempo non è più in prima linea e vive la politica in modo più distaccato e defilato. Fuori dallo stesso Pd.
Sul Referendum confermativo sul taglio dei parlamentari che si voterà insieme alle regionali il 20 e 21 settembre non ha fatto mancare il suo pensiero. E la sua dichiarazione di voto. Anche per il legame di Rosy Bindi con il territorio, ci sembra quasi doveroso riportarla.
“Ho ragioni profonde per il No, legate all’attaccamento alla Carta e al nostro modello di democrazia rappresentativa e parlamentare. Un modello che da anni sta attraversando una crisi in tutti i Paesi che hanno una Costituzione ispirata ai principi della democrazia liberale. Ma il taglio draconiano del numero dei parlamentari non risponde nemmeno ad uno dei motivi di questa crisi. Anzi li aggrava“, ha detto in una intervista ad Avvenire
Questa presa di posizione rafforza la mia convinzione a votare NO. Rafforza anche l’altra convinzione che senza una riforma del sistema elettorale si rischia per la tenuta democratica. Considero la legge elettorale Mattarella la migliore che abbiamo avuto (maggioritario per piccoli collegi e il 25% proporzionale per garantire il diritto di tribuna). Quando quella legge era in vigore Rosy Bindi, anche se impegnata come ministro della sanità, si vedeva spesso in zona così come il senatore Franco Bassanini, anche lui ministro. Poi il niente.
Per la prima volta,voto come la Bindi !
Anche io sono per il no !
Ridurre il numero dei parlamentare non serve a nulla !
Non ci sono risparmi significativi,sarebbe meglio ridurre gli stipendi dei parlamentari e dei dipendenti di camera e senato . Pensate che fino al 1998,anni in cui frequentavo il palazzo,solo i dipendenti del Senato erano 1.500,usceri,portieri,falegnam8,idraulici,restauratori di tappeti,imbianchini, tutte persone utilissime,bravissimi ma, strapagatissimi !
Ci vorrebbe più controllo,pensate che un deputato prende quasi tremila euro per l’ assistente parlamentare,la maggioranza mette un parente e poi prende un ragazzo o una ragazza fresco di laurea o comunque competente ,li paga in nero e paga una miseria 6/700 euro al mese più la tessera per mangiare in via delle Coppelle mensa buonissima e bellissima del Senato !
Comunque io non vorrei la riduzione dei parlamentari vorrei persone più serie e competenti !
Sembrerà un discorso a ” coda di gatto ” ma su mille un 60% in gamba ci sarà! Su 500 un 60% è pochissimo ! Chiaramente è una provocazione ma come diceva un volpone della politica : a pensar male è peccato ma il più delle volte ci si chiappa !