PRIMAPAGINA E TAM TAM (TODI), DUE GIORNALI GEMELLI CHE SI AVVIANO A FESTEGGIARE I 30 ANNI

mercoledì 12th, agosto 2020 / 16:04
PRIMAPAGINA E TAM TAM (TODI),  DUE GIORNALI GEMELLI CHE SI AVVIANO A FESTEGGIARE I 30 ANNI
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Primapagina e Tam Tam sono due fratelli. Anzi gemelli, perché sono nati insieme. Entrambi in questo 2020 compiono 30 anni, che è un’età importante. Gemelli diversi, non identici. Ma di quelli che sebbene si sentano poco, di rado, e facciano vite differenti, avvertono qualcosa che li lega, che li rende amici, oltre che “parenti”. Solidali.

I gemelli, si sa, sentono le stesse cose anche a distanza. “Si sentono” tra loro anche se stanno in silenzio e sono lontani. Poi tra Primapagina e Tam Tam la distanza non è neanche tanta. Una sessantina di chilometri. Noi a Chiusi, ultimo baluardo della Repubblica di Siena e adesso della provincia di Siena, a pochi passi (passi non chilometri) dall’Umbria, nel cuore delle terre etrusche, dove la gente ha ancora fisionomie che si ritrovano nelle figure scolpite dei sarcofagi e delle tombe dipinte e Tam Tam nel cuore del’Umbria, a Todi che è una città splendida, indicata anni fa come la città più vivibile del mondo.

Due giornali locali, nati per dar voce al territorio. Primapagina addirittura il primo a mettere sulle stesse pagine Umbria e  Toscana, perché testata “frontaliera, di confine…  E quanto quel confine sia aleatorio lo abbiamo capito bene durante il lockdown per il coronavirus, quando si è dovuto fare pressione, mobilitare sindaci di qua e di là per consentire almeno il transito tra paesi appunto confinanti. Todi no, non è al confine con un’altra regione, è nel cuore di una delle più piccole d’Italia, ma come città è più grande di Chiusi, più frequentata dai turisti, ha altre dinamiche. Prima di conoscere Tam Tam non lo sapevo nemmeno, poi mi sono accorto che anche il dialetto (o la lingua) tra Todi e Chiusi non è molto diverso, a Todi non si parla il perugino e a Chiusi non si parla il Toscano o senese stretto.

Ho conosciuto Gilberto Santucci e gli amici di Tam Tam ai tempi delle “Voci dell’Italietta” il primo tentativo messo in piedi da un’altra testata simile, di Trento, di costruire una rete tra  giornali locali autogestiti. Poi ci siamo ritrovati più avanti, quando come primapagina organizzammo per 5 anni consecutivi, dal 2007 al 2011, “Cronache Italiane” a Città della Pieve (in Umbria, ovvero il secondo tentativo sempre di costruire una rete stabile tra testate simili, e a Cronache Italiane parteciparono centinaia di giornali e di colleghi, da tutta Italia. Una bella esperienza.

Poi purtroppo la crisi economica che ha spazzato il Paese dal 2008, ha falcidiato il nostro mondo, cancellando decine e decine di testate cartacee. Chi ha potuto, ha prima sperimentato, poi si è è buttato completamente sull’on line. Si è guadagnato in velocità e immediatezza, si sono abbassati i costi, ma si è perso l’odore dell’inchiostro, della carta, il rumore delle rotative, il fascino e il piacere di sfogliare il proprio giornale.

Dicevo che primapagina e Tam Tam sono gemelli, ma non identici. Non lo erano nel formato cartaceo e non lo sono mai stati nemmeno nei toni, nel modo di fare informazione: più istituzionale, con aplomb anglosassone Tam Tam, più “garibaldino”, sfrontato e politicamente scorretto Primapagina. Ma alla fine, la differenza è sempre stata solo di facciata, perché fare informazione locale in realtà di 7-8-10 o 30 mila abitanti, qualunque sia il modo di farla è complicato. E’ complicato perché parlare del sindaco o dell’assessore non è come parlare del presidente del Consiglio (che non incontrerai mai al bar), parlare, magari male del centravanti che non segna, se è amico di tuo figlio è più complicato che parlare di Cristiano Ronaldo o anche di Zaniolo… Se parli della crisi economica e fai congetture sulla banca locale, può succedere che quella banca ti “tagli i viveri” e cioè rescinda o non rinnovi un contratto pubblicitario, che per il giornale è linfa vitale.

Dalle redazioni di Tam Tam e di Primapagina abbiamo visto l’Umbria e la Toscana cambiare pelle e colore, abbiamo assistito ad ascese irresistibili e a vorticose e rovinose cadute,  a disastri economici e a disastri ambientali, a successi inaspettati in politica o nello sport. Abbiamo, ognuno a suo modo, raccontato questi territori dando la possibilità a tante persone di scrivere, di dire la loro, di intervenire.

Magari la gente neanche ci fa caso, ma questa è una ricchezza. Ce ne accorgeremmo senza’altro se Tam Tam e primapagina dovessero gettare a spugna e abbandonare il campo. Ci siamo modificati, adeguati, adattati alle nuove tecnologie, non senza fatica (almeno noi), abbiamo cercato di resistere, resistere, resistere con la convinzione (e la speranza) di fare un servizio utile alla collettività. Abbiamo trasformato una passione in un mestiere, anche questo non senza fatica e asperità.

Ma dopo 30 anni siamo ancora qui, noi al confine tra Umbria e Toscana e Tam Tam nel cuore dell’Umbria. Il rullo dei tamburi, come quello dei Siuox si avvertirebbe anche ad “orecchio nudo”, perché la distanza non è abissale e il vento a volte fa miracoli. Ma oggi la rete avvicina tutti. Anche i fratelli gemelli distanti.

Tam Tam festeggerà a breve i suoi 30 anni con iniziative ed eventi. Noi lo faremo a fine anno. Intanto auguri e lunga vita Tam Tam…

 

 

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