CHIUSI, IL PD CHIEDE UN PATTO DI FINE MANDATO A BETTOLLINI. IL SINDACO ACCETTERA’? TUTTE LE CRISI POLITICHE PRECEDENTI, DA CANESTRELLI A CECCOBAO (CHE TORNA IN BALLO)
CHIUSI – L’assemblea degli iscritti al Pd, tenutasi ieri sera a Macciano ha sancito due cose: 1) ha preso atto delle dimissioni di Bettollini dal partito; 2) ha confermato il ritorno in campo di Ceccobao che è iscritto a Chiusi nonostante abiti altrove e anche in questa occasione ha dispensato il suo verbo.
Il Pd, pur prendendo atto dell’uscita del sindaco dal partito, non ha parlato di sfiducia e dunque non farà mancare la maggioranza a Bettollini. Tutti gli intervenuti hanno espresso la volontà di proseguire il lavoro svolto e arrivare alla fine del mandato senza ulteriori scosse.
E a questo proposito è stato anche deciso di incaricare una delegazione del partito di parlare con il sindaco, per stabilire come andare avanti e portare a termine la legislatura. Questo incontro avverrà probabilmente prima di quello già previsto tra sindaco e delegazione della coalizione di maggioranza che Bettollini vorrebbe evitare, andando direttamente in Consiglio Comunale.
Chiaro che sarà necessario un “patto” tra sindaco, ormai indipendente, e i partiti che lo sostengono, ovvero Pd e Psi. E tale patto dovrà costituire una piattaforma concordata e condivisa. Se ciò non avvenisse il quadro tornerebbe a intorbidarsi e potrebbe scapparci anche la rottura.
Il Pd ha comunque fatto capire, ieri sera, che delle comunali e questioni connesse ne parlerà solo dopo le elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Il risultato delle regionali può costituire però un’altra variabile che potrebbe scompaginare tutto. Come abbiamo già scritto in precedenti articoli, se va male a Giani o va bene a Giani, ma non va bene al Pd in provincia di Siena, il gruppo dirigente del Pd senese e chiusino che di fatto ha messo Bettollini nelle condizioni di andarsene, sarà messo sotto accusa e salterà… La partita regionale in casa Pd conta anche in chiave chiusina.
Al momento a Chiusi la situazione è questa: il Pd non sfiducia Bettollini, consentendogli di arrivare in fondo, ma vuole concordare un piano di fine mandato. Se la risposta di Bettollini sarà positiva si andrà avanti, altrimenti chissà… Sembra quasi che il Pd cerchi il modo di far ricadere la responsabilità di una eventuale rottura anticipata, sul sindaco. E d’altro canto anche Bettollini, da battitore libero,senza vincoli di partito, adesso cercherà di fare la stessa cosa, cercando di dimostrare che la colpa non è sua, ma del partito…
Insomma siamo ad una sorta di braccio di ferro e qua e là, sottotraccia, ognuno rinfaccia all’altro atteggiamenti non costruttivi. In questo quadro, però – e questo è emerso chiaramente ieri sera a Macciano – la base del partito è disorientata e amareggiata, quasi incredula. E se il Pd, anche come gruppo dirigente sembra aver acquisito la consapevolezza di essersi infilato in un ginepraio e che intanto ha perso il sindaco di Chiusi e non è detto che lo riprenderà, perché i numeri dicono il contrario, una parte del corpo militante non accetta questa situazione e si sta sfilando. Al circolo di Montallese, il “feudo” di Bettollini, il non rinnovo della tessera sembra sia diventato un fatto di massa. Negli altri circoli almeno una trentina di iscritti non avrebbero rinnovato l’iscrizione proprio in relazione allo scontro in atto… si profila addirittura una secessione?
Non sarebbe neanche la prima volta a dire il vero. In una nota sulle dimissioni del sindaco Bettollini dal suo partito, la lista Possiamo parla di “crisi politica senza precedenti” nella maggioranza che governa Chiusi. Ora, la fibrillazione è forte e le conseguenze possono essere devastanti, le tessere non ritirate potrebbero fare da detonatore… Ma non si tratta di una crisi senza precedenti. I precedenti ci sono eccome. Forse anche più dirompenti.
Negli ultimi 50 anni Chiusi ha avuto 8 sindaci: Emo Canestrelli, Giancarlo Laurini, Enio Peppicelli, Fabio Poggioni, Marco Ciarini, Luca Ceccobao, Stefano Scaramelli e Juri Bettollini. E per 4 volte c’è stato anche un vicesindaco reggente, perché il sindaco aveva abbandonato il campo o era stato costretto a lasciare anzitempo. Toccò ad Arnaldo Betti dopo Canestrelli, poi a Lionetto Checchi dopo Poggioni, a Fausto Bardini dopo Ceccobao e a Bettollini dopo Scaramelli.
Alla fine del 1970 il sindaco Canestrelli fu costretto alle dimissioni per una questione urbanistica (erano gli anni del grande boon edilizio a Chiusi scalo), sulla quale il Pci si spaccò letteralmente in due, la sezione di Chiusi Scalo, alle elezioni de 1973 votò in massa scheda bianca, favorendo l’entrata per la prima volta del Msi in consiglio comunale. L’assessore comunale Attila Biscottini, in rotta con Canestrelli e il gruppo dirigente passo al Psi, con malumori e accuse che durarono per anni.
A quelle elezioni del 1973 fu eletto sindaco Giancarlo Laurini, il più giovane sindaco d’Italia. Ma nell’83, alla fine del suo secondo mandato, sempre per una questione urbanistica lo stesso Laurini, con l’assessore Anna Duchini e il tecnico comunale Ciacci finirono sotto inchiesta. Anna Duchini lasciò il Pci, Laurini fu rieletto, ma si dimise nel 1984 per le pressioni interne e anche della stampa locale. Allora però se il sindaco si dimetteva non si tornava al voto. Seguirono Peppicelli e poi Poggioni.
Il quale Poggioni nel 1993, in piena campagna elettorale fu messo sotto inchiesta dalla Procura per falso in atto pubblico. Il Pds volle ricandidarlo lo stesso, nonostante le pressioni, ma dopo qualche mese fu dimissionato d’ufficio, e toccò al vice Checchi gestire l’anno di reggenza con Chiusi costretta a tornare al voto l’anno dopo, nel 1994. Anche in questo caso non senza polemiche e tensioni politiche pesanti. Due legislature Ciarini e due Ceccobao. Quest’ultimo però, prima della fine del secondo mandato, nel 2010 fu chiamato a fare l’assessore in Regione. Ancora reggenza per un anno e voto l’anno dopo, con una campagna elettorale contrassegnata ancora da tensioni sul Prg e sulla famigerata “colata” di 200 mila metri cubi di cemento che il piano prospettava, e un partito di maggioranza (ormai Pd) che si spacca di nuovo, con il “gruppo dei 16” capeggiato da Ciarini che si mette di traverso, ma solo fino ad un certo punto e da lì comincia l’ascesa di Stefano Scaramelli… il resto è storia recente.
Tutto questo per dire che di crisi politiche di maggioranza a Chiusi ce ne sono state parecchie, alcune molto pesanti, con ripercussioni anche sul piano delle amicizie e dei rapporti personali. Persone prima osannate che diventano nemico pubblico numero uno (Biscottini) o degli sconosciuti che nessuno saluta più. E’ successo anche a Ceccobao dopo la sua defenestrazione dalla Regione avvenuta nel 2013, praticamente mezz’ora dopo la caduta per mano giudiziaria del vertice Mps, di cui egli stesso faceva parte e rappresentava in Regione. Per anni di Ceccobao a Chiusi, che prima era appunto osannato come il nostro uomo all’Avana, si sono perse le tracce. Sparito anche dai radar. Adesso ricompare a dettare la linea. Due volte in due settimane. Il gruppo dirigente del Pd chiusino è al timone da poco, forse deve prendere ancora le misure. Si è capito che non amasse Bettollini e che non vedeva l’ora si levasse di torno. Ma, viene da chiedersi, è di figure come Ceccobao che sentiva il bisogno? Non sono bastati i suoi 8 anni da sindaco con lo stadio incompiuto, il centro merci fantasma, il depuratore abbandonato, la pensilona e la previsione della colata di 200 mila metri cubi di cemento, il tentativo di far acquistare gli swap al comune, il depuratore Bioecologia definito “giardino degli odori”… ? Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro.
M.L.
Si legge nell’articolo: “Tutti gli intervenuti hanno espresso la volontà di proseguire il lavoro svolto e arrivare alla fine del mandato senza ulteriori scosse.”
Tengo a precisare che quel “tutti” è improprio infatti nel mio intervento ho detto chiaramente che si dovrebbe chiudere la consiliatura e permettere al prefetto di nominare un commissario per i pochi mesi che rimangono. Questo permetterebbe al PD di procedere al rinnovamento del partito ed aprire confronti con forze politiche ed espressioni della società civile.
La memoria oltre che per i vari Ceccobao che elenchi sarebbe bene avercela per parecchi, anche dal momento che non sarebbe un grande sforzo l’andare vicino a ricordare gli avvenimenti clou di questi ultimi due anni…,diversamente si imposta già una campagna a senso unico.ma era evidente che così sarebbe stata.Questo, dal momento che fai l’elenco delle questioni problematiche che hanno segnato lo status e la vita di Chiusi.Inoltre dici ”sembra quasi che il PD voglia far ricadere la responsabilità di una rottura anticipata sul Sindaco”. Con tale ammissione da parte tua si tende ad invalidare la comunicazione di Valenti su Bettollini quando ha spiegato il perchè Bettollini non abbia rinnovato la tessere.Valenti ne spiega le motivazioni quando scrive :”allora diciamola fino in foondo ecc ecc…..” e dice che Bettollini non abbia ripreso la tessera perchè lui manca da quell’elenco dei papabili dove riteneva di stare.Questo in sostanza dice Valenti.Allora è vero questo oppure non è vero ? La verità non è duplice ma è una,non ci sono più verità una di Valenti ed una di Bettollini ma quella oggettiva che secondo me dovrebbe accompagnare una critica di buon senso da parte di chi osserva ed è spettatore di tutto questo. Ma siccome è un fatto successo non anni luce fa io credo che il tuo discorso che ”il PD abbia messo Bettollini nelle condizioni di andarsene” mi sembra che sia altamente risibile e che faccia vedere che Il PD sia stata la parte che abbia messo Bettollinfuori dell’ ”accampamento”.Valenti dice che nessuno nell’accampamento ce l’abbia voluto, o mi sbaglio ? Allora in questa visione mi sembrerebbe che non ci sia un dualismo paritario e qualcuno la racconti a pro suo la storia.Un militante perchè non è stato candidato sbatte la porta e se ne va ? Allora perchè ci stava nel partito?Per fare carriera dopo tuto quello che è avvenuto oppure non è avvenuto nulla (Palasport, Acea, ecc ecc ) ?E’ il partito ad essergli irriconoscente? E gli altri chiamiamoli concorrenti di Bettollini cosa rappresentano ? Marco, la tua è una visione consapevolmente sbicentrata ed anzi che ipotizza questioni futuribili che io stesso avevo in un certoqualmodo ipotizzato soprattutto per il Clan degli afficionados di Bettollini di Montallese che se sono a tali punti di non rinnovare la tessera vuol dire che investono ed hanno nel passato investito solo sulla persona e non sul partito.ma un partito non può essere fatto da Clan, questo mi sembrerebbe palese perchè ne va della sua credibilità, presente e futura.Tale e riflessione occorrerebbe farla e dice il contrario per coloro che per reazione rinunciano alla tessera per un beniamino loro, perchè qui mi sembrerebbe che di ”beniamino” si tratti non di altro.E gli altri che erano ugualmente papabili a coloro che non rinnoveranno la tessera che cosa rappresentano ?Questa è l’etica di quel partito e spesso purtroppo anche l’aria che spira fra i militanti.Questi sono solo ”tifosi” non militanti.Tifosi che non sono più abituati a discutere delle questioni politiche, non sono più abituati mentalmente al confronto e riversano tutte le loro energie sulle cause sposate,e se i vertici si dia il caso che non condividano ciò che loro hanno sposato sbattono la porta. oggi funziona tutto così purtroppo ma è l’intelligenza e la cultura politica delle persone che porta a questo. Sai cosa faranno? C’è sempre qualcuno che gli possa apre le braccia e che si chiama Renzi e nel territorio con un altro nome.Voteranno Giani forse più convintamente di prima, meglio per loro….e meglio per Giani, anzi per Renzi. Ma il futuro prossimo ci dirà cosa il cuoco tirerà fuori dal forno e quanto dici sul PD senese che se sarà messo sotto accusa salterà perchè ha messo Bettollini sotto accusa ti devo dire che tale ammissione aleggia proprio in odor di renzismo e di gianismo e prelude secondo me- ma potrei essere smentito- ad uno smembramento uilteriore del PD nella bassa toscana.Ecco che qualcuno si frega le mano, perchè non è nato ieri e quando i nodi vengono al pettine dentro un partito che ha fatto dell’imposizione dei nomi dall’alto i propri rappresentanti tutto questo è ancora poco.Daltronde parliamo di connotazioni democratiche come è il nome: partito democratico. Peccato che i fatti dicano il contrario.
La frase del comunicato di Possiamo citata nell’articolo è solo l’inizio del comunicato pubblicato due giorni fa.
Per chi ha voglia di leggerlo è questo:
Chiusi sta vivendo, al pari di tante altre realtà del nostro paese, uno dei periodi più difficili e incerti di sempre.
La città è immersa in una crisi politica che, probabilmente, non ha precedenti. Le difficoltà causate dal covid 19, che si aggiungono a debolezze pregresse, stanno penetrando sempre più nel sistema economico, sociale e associativo, rischiando di incrinare la coesione sociale e lo spirito di inclusione che da sempre sono i punti di forza di questo territorio.
Di fronte a un simile scenario servirebbe un sussulto della politica, una presa di coscienza forte da parte di coloro che amministrano il comune, un protagonismo delle rappresentanze del mondo delle imprese, del lavoro, del tessuto culturale per costruire idee e proposte efficaci.
Da un lato abbiamo le ambizioni sfrenate di amministratori che sostituiscono la lungimiranza politica con l’arroganza, che scambiano la capacità di governare con i like dei social.
Dall’altra l’assenza della politica, la paura e l’inerzia del partito di maggioranza, troppo a lungo appiattito sull’amministrazione comunale e immobilizzato dalle proprie divisioni interne che forse solo con la nuova segretaria sta provando a definire una via di uscita.
Possiamo Sinistra per Chiusi più volte ha denunciato questa situazione, ritieniamo che non ci sia più tempo da perdere e che occorra mettere in campo una iniziativa coraggiosa e immediata, un vero confronto che consenta di delineare una nuova prospettiva di governo per la città.
Coerentemente con i nostri valori e ideali, che si collocano nell’ambito di una sinistra unita e moderna, siamo convinti che tale percorso debba svilupparsi nell’avvio di un processo politico all’interno del Centrosinistra, aperto ai movimenti e alle migliori istanze della nostra realtà.
E’ in questo senso che ci sentiamo di avanzare la proposta di dar vita ad un tavolo permanente di discussione. Ci rivolgiamo, innanzitutto al PD, ma ovviamente anche ai comitati, ai singoli cittadini e quell’esercito di persone che gravitano nel mondo della sinistra diffusa e dispersa che oggi si trovano senza rappresentanza politica.
Siamo convinti che occorra superare l’attuale stallo di iniziativa costruendo il percorso nella trasparenza e sui contenuti.
Nei prossimo futuro la pubblica amministrazione si troverà di fronte a sfide enormi. Sarebbe irresponsabile non ragionare su tutto ciò, non si può inseguire le logiche di coloro che sono impegnati solo a giocare partite personali.
E’ folle pensare che percorsi solitari siano in grado di affrontare sfide cosi grandi. Mai come in questo momento un solido progetto politico, capace di ridare senso e visione alla città e al territorio è decisivo.
Non cogliere queste urgenze significa rendere fertile il terreno all’avanzata di una cultura demagogica e opportunistica di cui i populisti e la peggiore destra si nutrono, condannando la nostra realtà a un inesorabile declino di cui porteremo tutti la responsabilità
Le conclusioni dell’assemblea del PD mettono il partito in una situazione di isolamento e di pressione, da un lato Italia Viva, da un altro Bettollini che potrà giostrare da battitore libero. Riesce difficile pensare come il PD possa continuare ad assicurare la maggioranza al Sindaco in consiglio comunale e condurre la campagna elettorale con un altro candidato.
Se aggiungiamo che il Sindaco, che non fa più parte del PD detta le regole sugli incarichi dentro al gruppo di maggioranza, come si apprende da più fonti, siamo veramente alla fantapolitica.
Luca ma fondamentalmente le regole hanno sempre coinciso con le aspettative ed il percorso di certe persone fino a quando potevano portare a loro l’ acqua.Quando non portano più acqua,tali regole ( e parlo della assuefazione e rispetto di ciò che un partito decida nei propri territori e tali decisioni non equivalgono alle aspettative dei singoli, in tal caso non essendo stati scelti, le regole non esistono).Non hai capito che è così ? Penso che tu l’abbia capito anche prima di parecchi altri che sia così, ma come vedi- poi in un futuro ce lo sapremo ridire bene quando sarà- io credo che alla fine si maturino le questioni per un altro salto della barricata, non tanto per reconditi motivi da spaccare il capello in quattro ma semplicemente perchè al di qua della barricata il pasto è stato già consumato e nulla resta nel piatto. Al di là della barricata ci sono piatti ancora da servire e da essere assaggiati, ed in una fase di diniego verso il partito,ci si lega al dito quella che Lorenzoni indica come conseguenza che il partito dovrà sopportare per la futura defenestrazione delle dirigenze sul territorio.Nel PD a maggioranza renziana, ma nemmeno in quello di Valenti in fondo non si fanno prigionieri.Ed in questo caso il re( Renzi ed interposta persona Giani and Co). manderebbe al patibolo il conte, ma lo farebbe con molta paura addosso, alla fine pronto a sacrificare un territorio che poco conta nei confronti dell’area alta Toscana, Firenze ecc.Credi che in tale diatriba-se fosse reale- il nostromo quale parte sceglierebbe quella di Valenti di cui si lagna che gli avrebbe sottratto il cibo- sempre secondo lui ? E qui la gente sarebbe bene che si chiedesse ma come si possa ragionare in tal modo…ma è una richiesta insensata con le menti obliterate che minacciano di rendere la tessera perchè il loro beniamino in una realtà di 8000 abitanti ha reso la tessera ed esce dal partito.Ma ti sembra che questi ragionino in termini politici come sarebbe d’uopo ragionare? Nemmeno per sogno ma chiaramente sono tutti questi che hanno spinto il nostromo al governo del paese con i loro voti ed escono dal partito perchè i vertici-sentito il partito- hanno quindi scelto diversamente.Ma come vedi dall’effetto, è facile risalire anche alla causa ed è difficile di conseguenza che le querce possano dare limoni.Non è che ci voglia una intelligenza superiore per accorgersene.Io in definitiva credo che il piantatore di limoni attenda con ansia di piantare altri limoni che per non marcire sulla pianta d’origine ormai quasi secca, passino ad altra pianta, magari stavolta senza nemmeno far fare la finta del grande arrovellamento di coscenza fatto prima in 15 giorni da renziani a zingarettiani. Ora ci sono i beniamini da difendere e quindi uno due tre via, tutti solidali nella pianta accanto e si scriverà un altra storia, anche se la storia vera sempre quella è. Purtroppo….