CANDIDATURE PER LE REGIONALI, IL PD SENESE SI INCARTA DA SOLO: NIENTE BETTOLLINI, RISPUNTA BERNI E IL REGIONALE NON GRADISCE
SIENA – Caos all’interno del Pd. La partita delle candidature dovrà chiudersi entro stasera alle 20 con la votazione per e-mail da parte dei 70 componenti la direzione provinciale. In votazione c’è la “sestina” di nomi per la lista senese alle regionali. Quattro erano già noti e ufficializzati, ne mancavano due. E c’era attesa per i due. Soprattutto c’era un po’ di suspence intorno a quello di Juri Bettollini. Il segretario Andrea Valenti invece non ha inserito il sindaco di Chiusi, ma, a sorpresa il sindaco di Monteroni d’Arbia, Gabriele Berni, più Elena Salviucci, titolare di una cantina, una delle “donne del vino” in Valdorcia, che però è uscita dal cilindro come il coniglio dei maghi. La sorpresa sta nel fatto che Berni aveva fatto un passo indietro due giorni fa, dichiarando di non voler essere un fattore divisivo. Ma anche perché il regolamento Pd dice che i sindaci si possono candidare alle regionali solo se a fine mandato. E Berni invece è stato rieletto nel 2019 e ha tutta una legislatura davanti. Mezzo partito è insorto e anche il vertice regionale, nella persona della segretaria Simona Bonafè non ha gradito la forzatura, tant’è che più d’uno ipotizza un braccio di ferro che potrebbe concludersi con il depennamento di Berni da parte del Regionale, cui spetta la decisione finale, il 30 luglio. Per il Pd senese una ipotesi del genere sarebbe uno smacco, e una frattura insanabile con il regionale. Il segretario stesso, Valenti, che la forzatura l’ha fatta ne uscirebbe stritolato e sfiduciato.
Questo il quadro ad oggi. Niente Bettollini quindi e dentro una imprenditrice vinicola, a dire il vero non conosciutissima e proveniente da una delle aree meno popolate, quale è la Valdorcia, più Gabriele Berni che non solo è sindaco in carica e quindi non candidabile a termini di regolamento, ma è anche il leader della pattuglia che ha attraversato tutta la sinistra partendo da Rifondazione, passando poi a Sel e infine al Pd nel momento della massima ascesa di Renzi. Una parabola che ne ha garantito la sopravvivenza e il mantenimento di posizioni e incarichi. Da ala sinistra a seconda punta sgusciante e opportunista, di quelle che non sono Cristiano Ronaldo, ma alla fine giocano sempre.
Vedremo come andrà a finire stasera e soprattutto il 30 luglio con la decisione del Comitato Regionale. Un Comitato regionale che sembra preoccupato, al di là dei nomi e dei regolamenti, del fatto che la lista senese sia oggettivamente deboluccia, senza nomi in grado di catalizzare voti. E se il Pd dovesse perdere o fare flop in provincia di Siena sarebbe certamente un pessimo segnale. “Un partito di nani e ballerine” scrisse qualcuno del Psi di Craxi. “qui a Siena di ballerine non se ne vedono”, ha commentato un dirigente dopo l’esito della Direzione provinciale di ieri…
Tutto questo rischia di avvantaggiare e favorire – anche in questo caso oggettivamente – la corsa di Stefano Scaramelli candidato nella stessa coalizione, ma nelle liste di Italia Viva e non del Pd. Un successo di Scaramelli in termini di voti al partito di Renzi e di preferenze personali potrebbe rafforzarne la possibilità di ottenere un assessorato in caso di vittoria, ma potrebbe pesare, in prospettiva anche sulle comunali di Chiusi, con l’ex sindaco che potrebbe chiedere spazio e visibilità per qualche suo fedelissimo, nella coalizione di centro sinistra, se non come candidato a sindaco (il che non è escluso), almeno come assessore. Si parla a questo proposito di Pamela Fatichenti, ex segretaria comunale del Pd, ora anche lei nelle fila renziane e coordinatrice senese del partito.
Quella che si gioca intorno alle regionali, a Chiusi è dunque una partita doppia. Oggi pomeriggio al lago nell’ambito della festa de l’Unità itinerante, è previsto un incontro con il segretario senese Valenti, con il candidato di punta Bezzini e con la deputata senese Susanna Cenni. Bettollini è in ferie, e probabilmente non ci sarà, se no sarebbero state scintille. Ma il clima dentro il Pd è comunque pesante e il partito chiusino sta come il ferro tra l’incudine e il martello. Chissà se la brezza del Chiaro e la cena di pesce riusciranno a stemperare i nervosismi. Chiusi osserva e tace: “Così percossa, attonita, la terra al nunzio sta”… e qualcuno prepara a brace.
m.l.
ANDREA VALENTI, Gabriele Berni, Juri Bettollini, pd, siena, Stefano Scaramelli
Con il voto dell’87 per cento degli aventi diritto, e l’unanimità dei votanti la Direzione provincuale del Pd senese ha approvato la lista proposta dal segretario Andrea Valenti: Bezziini (capolista), Berni, Mezzedimi, Paris, Rosignoli, Salviucci. Valenti precisa che Paris e Salviucci sono candidature indipendenti, e Elena Rosignoli è la candidatura indicata unitariamente dalla Valdichiana. Vedremo se il Comitato regionale del partito confermerà la lista o se depennera’ qualcuno sostituendolo. Qualche dubbio sussiste sul nome di Gabriele Berni che è sindaco in carica, non a fine mandato. Come scritto nell’articolo, il regolamento Pd prevede che i sindaci si possano candidare solo se a fine mandato.
X Marco Lorenzoni ……”e il partito chiusino stà come il ferro fra l’incudine e il martello”.Ma non dicevi da anni che non c’era il partito chiusino ? Ora riappare? Si, ma riappare solo con il nome dei suoi dirigenti sulla carta. E il partito dov’è ? Sono d’accordo con te sul giuochetto degli specchi che mette in evidenza Scaramelli anche se formalmente è di un altro partito ma lo trovo questo un giuoco ” furbo” nell’evidenziare la figura di un nominativo referente al territorio e che molti dimenticheranno che sia passato ad Italia Viva e voteranno avendo la visione del bailame esistente dentro il partito che esprime nominativi deboli. Non perchè Scaramelli sia un nominativo ”forte” ma è presente a recepire le istanze del giuoco di Renzi. Una DC tipica nei modi e nei contenuti: l’avvalersi del maquillage per catalizzare i consensi. A tal gente non insegni nulla. Questo dovrebbero capire i loro ”peones” che sono da quest’ altra parte,anzi che dicono di essere da quest’altra parte ma che in effetti sono come loro, con meno chanches e destinati ad una decrescita infelice.Poi il futuro sancirà se tale mia visione sia veritiera o meno, ma certo ritorna sempre alla mente i tempi della conquista della segreteria da parte di Renzi:”la sinistra che non si aggiorna è destra”(parole sue in Piazza Signoria a Firenze) e 48 ore dopo i suoi parlamentari passati da Bersaniani a Renziani.Come succede a qualche ”peones” locale,indorato al punto di lasciare il telefono aperto per attendere telefonate che non arrivano.Poi si parla del detrimento della politica generale ed anche quella fatta dai 5 stelle che si dicono post-ideologici, cosa che dentro di me faccio fatica ad accettare,mentre sostanzialmente apprezzo di come abbiano lavorato fin’ora ed i segnali che hanno dato,anche se talvolta confusionari.Ieri eri presente anche tu all’incontro con Stefania Galletti e la sensazione è stata quella(almeno per me ) che più il tempo passa e più si capisca che la gente con tale appartenenza(parlo dei 5 stelle) sia sempre più preparata rispetto ai momenti iniziali nei quali il partito si è imposto all’attenzione degli italiani.Le sua visione sul futuro del territorio mi è parsa una visione competente e strutturalmente ”robusta” perchè la sua conoscenza e quello che ha espresso si è legata ad un divenire di trasformazioni auspicate le une e negate certe altre,spiegandone i perchè.Non sò se altri ”equilibristi della politica” come Italia Viva o certi altri personaggi del PD abbiano idee tanto chiare su tali argomenti.Mi sembrerebbe da come portino avanti la loro politica che di chiaro emerga solo la volontà di prevalere, di riciclarsi per poter resistere ad un ondata pubblica di allontanamento della politica e di poter condizionare il PD stesso portandolo su smaccate posizioni proprio di centro: Giani a tale scopo è il loro cacio sui maccheroni.Quei 163 che hanno deciso di riconoscere che il personaggio facesse al loro scopo non sono ripresi dalla piena come si dice a Firenze, ma lucidi e determinati e sono coloro che hanno capito perfettamente l’imbeccata fornita dal loro capo spirituale che per astuzia e con perfetto stile democristiano ha scalato una situazione approfittando per ignoranza politica della non reattività della base e che si è impossessato del fortino e adesso passa alla conquista di altre postazioni, da una parte creando le condizioni per le quali la gente converga sui suoi portatori dell’ariete con il quale potrà sfondare quelle trincee che sono colabrodi di fronte all’imperversare del populismo, della fame fisica da post covid e della costante ignoranza politica della base della sinistra. Ecco perchè la mia visione che molte volte hai contestato quando dicevo che tutto questo è il frutto paziente di visioni di menti altamente raffinate(che tu sai quali sono ma non lo dici mai….anzi a chi te lo fa notare sento che ti dia quasi fastidio) costantementi presenti ad indirizzare processi nascosti sotto il pelo dell’acqua e visibili solo alle spinte carrieristiche di chi ha le mani in pasta.Carrieristiche e basta ci tengo a dirlo e sottolinearlo,perchè altro contenuto politico non si riscontra al loro interno e sai di cosa parlo perchè lo si capisce guardando agli elementi -intesi come persone- con il background di appartenenza.Solo ed esclusivamente fortini tenuti in piedi con furbizia e manualità anche di pessimo livello mentre vedono approssimarsi l’onda che li sommergerà.A quel punto, tutti saliranno sulle scialuppe e salteranno sulla nuova nave che passa davanti al cui timone ci saranno coloro che adesso i peones voteranno. E’ la fotografia non solo dell’italia che conosciamo ma anche di un meccanismo a cui pochi versano l’olio per farne girare gli ingranaggi.Chi non ha chiaro questo, potrà sbattersi quanto vuole ma poi con questo dovrà fare i conti. I sassi dentro tali ingranaggi rappresentati dai 5 Stelle sono i sassi che pian piano si cerca di eliminare con azioni politiche intelligenti, lente ma costanti che mirano a raggiungere uno scopo finale di ricostituire il sistema che non può più reggere.L’idea per esempio di Conte a capo dei 5 stelle che è uscita anche nelle domande poste alla Sig.ra Galletti la trovo politicamente pessima e controproducente se attuata in tali circostanze odierne.Conte comunque riscuote un credito molto ampio e riconosciuto tenuto anche conto dei tempi trascorsi e dei tempi attuali, ha svolto bene il proprio lavoro ed è un forte elemento di fiducia calato dentro le istituzioni.La sua nomina a Presidente del Consiglio la trovo una delle poche cose azzeccate della politica di questi anni ma ancora credo abbia bisogno di portare con sè un processo di amalgama di una pasta ricostituente che ha bisogno di essere spezzettata e ricomposta per sanare strutturalmente guasti e ferite prodotte dai governi del passato- salvatori secondo loro dell’Italia- effettuata con l’immolazione delle classi meno abbienti.Questo è un processo lento al quale certe soluzioni hanno necessariamente il loro tempo per essere manifestate e ricondotte su un preciso piano materiale di riforme.Ecco quindi il panorama e mi sembra che la Galletti abbia anche dato spazio e mandato segnali precisi sulla politica di innovazione energetica del territorio (quella dei ”peones”tanto per parlar chiaro riferentesi alle vecchie visioni strutturali della DC) si rifiutano di accettare e che si preparino ad usare ” i carri armati” di un Giani a salvaguardia del vecchio sistema di potere.. Io dico soltanto che tutto questo corrisponda ad un disegno strutturale di un sistema in decadenza nel quale il vecchio trova ogni condizione per resistere e restar legato alle vecchie seggiole che per anni e da anni ha consumato.Lo si fa sloggiare solo in una maniera : col voto. Altro non c’è, ben sapendo che dopo dovrà iniziare una attività di ricostruzione capillare su ogni aspetto della politica,che sfuggita al controllo di una base, ha imbastardito i cervelli e prodotto dirigenzialità che hanno fatto il giuoco perfetto del sistema costringendolo al punto di dire che sia utile turarsi il naso sennò vincono gli altri. Ma gli altri sono anche loro! Questo è il tragico, avallato anche dal complesso mediatico che emette fumo e che serve a tutto questo.Con molta umiltà dico che al di fuori di tale visione, teorica quanto si voglia ma alla fine veritiera,non ci sia altro di alternativo.