SANITA’, SERVE RIPARTIRE DA QUELLA PUBBLICA. IL PD SENESE FA AUTOCRITICA SULLA SBORNIA DELLE PRIVATIZZAZIONI

SIENA – Si è svolta sabato scorso una iniziativa del PD Senese sul tema della Sanità Pubblica con la presenza del candidato del Centrosinistra per la Presidenza della Regione Toscana Eugenio Giani. L’iniziativa svoltasi secondo le modalità anti covid, ha rilanciato la priorità della sanità pubblica, proprio alla luce della vicenda pandemica di questi mesi. “Equità, universalità ed uguaglianza”, le parole chiave e le linee ispiratrici dell’incontro, insieme alla necessità di una integrazione fra pubblico e privato, più equilibrata. E su questo punto, il Pd senese fa autocritica, ammettendo, con sincerità, che “in questi anni precedenti la pandemia anche il Centro Sinistra ha troppo attenzionato il privato rispetto al pubblico, troppi tagli alla spesa pubblica, questo perché si è tenuto conto delle compatibilità economiche dettate dalla Legge 502/92 rispetto alla Legge di Riforma Sanitaria la 833”.
Nell’incontro senese si è parlato di “una medicina territoriale che deve essere più valorizzata, vedi Case della Salute e di una Sanità Regionale non più fiorentino centrica”. Per la Provincia di Siena si è parlato delle Scotte come presidio che deve essere ammodernato in quanto struttura ospedaliera di eccellenza per la cura e la ricerca e degli Ospedali di Nottola, Campostaggia e dell’Amiata che rimangono punti di riferimento territoriali importanti.
Insomma nel Pd senese, grazie anche all’emergenza covid, emerge adesso una linea, in materia sanitaria, che vuole cambiare rotta rispetto agli ultimi 15-20 anni, segnati da privatizzazioni, razionalizzazioni, esternalizzazioni, che poi, in ultima analisi hanno significato liste di attesa, tagli ai servizi nel territorio, necessità di ricorrere alla sanità provata per casi di urgenza…
L’emergenza covid ha fatto male anche in Toscana e nel senese, ha fatto emergere problemi seri nella gestione delle Rsa. Ha riproposto con forza la necessità di una medicina di territorio più presente ed efficace, anche per fare filtro rispetto alle strutture ospedaliere principali…
Il Pd piano piano (molto piano) si sta liberando della zavorra renziana e delle scorie lasciate dalla sbornia delle privatizzazioni che risale a tempi precedenti all’ascesa di Renzi. In Toscana e in provincia di Siena tutto sommato è andata meglio che altrove anche su questo terreno, ma sia l’una che l’altra non sono rimaste certo esenti dall’ubriacatura e dai danni che ha provocato.
Che il Pd, adesso, anche in vista delle Regionali di settembre, torni sui suoi passi, ammetta gli errori commessi e faccia autocritica è un buon segnale. Anche perché non usuale che accada nella politica italiana.
ANDREA VALENTI, Eugenio Giani, Juri Bettollini, Nottola, pd, Regione Toscana, StefannoScaramelli
Scusa, ma c’è una piccola contraddizione. Si parla di un cambio rotta rispetto alla strategia degli ultimi 15-20 anni, cioè quando renzi ancora non aveva ubriacato la scena e gli attori. Quindi, il bacillo delle provatizzazioni ha avuto un’incubazione lunghetta. Saranno guariti davvero o il voto li farà tornare “asintomatici”?
Giusta considerazione Enzo ! E’ quel modo e quel metodo che anch’io ho sempre definito ”della rana bollita” e per la quale il vivo non si accorge che dovrà morire e sguazza sereno nella pentola mentre l’acqua da tiepida diventerà bollente.E quando se ne accorge è così impastoiato e confuso che non si rende conto di quella che sarà la sua fine, nel nostro caso dell’accettazione acritica di tutte le conseguenze. E questa è storia. Sarebbe ora di finirla di veicolare certe idee da parte della politica e del complesso mediatico perchè questo corrispondono proprio alla forza cosmetica del sistema che attua i suoi fini così quando non riesce ad attuarli in altro modo.
e quindi? Che si fa, la rivoluzione? Così, per sapere. A me pare che la sanità toscana, nonostante limiti, storture e ubriacature, sia ancora tra le migliori d’Italia e riesca tutto sommato a dare risposte mediamente soddisfacenti. Anche in periferia e non solo negli ospedali di eccellenza come Le Scotte o Careggi. Se poi il partito d maggioranza avvia anche una lieve autocritica su certi errori non mi sembra un fatto negativo. Per dirla con Nanni Moretti “le parole sono importanti”. E l’autocritica in questo paese è uno sport poco praticato.
Si, si fa la rivoluzione, non quella che faccia colare sangue beninteso (perchè guarda caso ogni volta che si pronuncia la parola rivoluzione tutti arricciano il naso e storcono la bocca ma poi invece subiscono i fatti e non sanno come uscirne ed alimentano anche il populismo col risentimento verso la politica) MA RIVOLUZIONE DELLE IDEE PRIMA E DEI FATTI CHE NE CONSEGUANO,criticando fortemente gli aspetti che non vanno e consolidando quelli che esistono già come facevi riferimento alla legge 194 per esempio e rintuzzandone i tentativi di eroderla.Si, questa è la rivoluzione alla quale il sistema che ci amministra si è spesso fatto sorprendere dalle involuzioni invece che dalle rivoluzioni.E si è fatto sorprendere proprio perchè al suo interno agiscono quelle forze che tu ben conosci e delle quali anche oggi parli relativamente alla subdola e malcelata posizione di avere e di presentarsi avendo due pesi e due misure, una rivolta ai successi personali e l’altra all’ottemperanza dei princìpi che ci si schernisca di difendere. Cosa è questa se non una insufficienza ideale e degna degli ambienti diciamolo bene ”al di là del Tevere” che hanno polverizzato la sinistra. Si, Marco, si fa la rivoluzione e si dà il consenso a partiti come ”SI Toscana” qui in Toscana e non al PD in questo caso per la loro volontà di differenziarsi dalle spire di questo sistema che applica la teoria della rana bollita tanto per dire e ritornare sulla questione.Ma t’incazzi tanto se uno nomina tali prerogative e caratteristiche che il PD contiene tali istanze e crede di amministrare la diversità in tal modo snaturandosi come partito che rappresenta la sinistra? Me lo dici chi favorisce codesta visione se non chi riscaldi l’acqua sopra il fornello del gas pronto ad introdurci la rana ? Si, è rivoluzione,non con le spranghe e con le falci in piazza ma è rivoluzione delle idee che può essere vincente solo se si abbandona chi ha giuocato a nascondino e decidendo le posizioni politiche da assumere verso l’esterno.Tanto per scendere nell’attualità ,quelle che difendevi tu nei giorni scorsi riguardo ai vari Giani e chi ne stia dietro(Renzi), cercando di indurre la gente a pensare che ”al tempo dei ciechi beato chi abbia un occhio”….io ti dico che è una posizione sbagliata e subdola,apparentemente logica ma contenente un consapevole errore perchè consolida quel sistema che in questo caso esprime quella corrente che va per la maggiore in Toscana e che grazie all’ottusità di certi schieramenti che ne stanno alla base probabilmente vincerà le regionali.Allora,SI, si fa la rivoluzione, quella che ho detto ed immaginato, od almeno si tenta quella strada perchè in tal tempo di contraddizioni come credo di poter prospettare per il futuro non tanto lontano, si cerca di eliminare l’ostacolo a livello politico sia regionale che in tutto il territorio italiano liberandolo dalla presenza dei 5 stelle. E’ lì l’ostacolo che tutti da Forza italia, alla lega, a Fratelli d’Italia e dal PD a maggioranza effettiva renziana non vedono l’ora di poter mettere in atto, per poi ricominciare di nuovo un altro periodo di involuzioni, di miseria e di privilegi donati a confindustria ecc ecc insomma a quel mondo che dicevano loro stessi(il PD) che sarebbe dovuto cambiare,soprattutto dopo il coronavirus.Questo è il tema, voce del verbo ” cambiare” ma non come diceva il gattopardo di Giuseppe Tommasi di Lampedusa. E se tale cambiamento porterà al governo altre forze, coloro i quali hanno dato il loro consenso a quel partito che oggi regge le sorti della toscana avranno materia dentro di loro un po’ più chiara per ragionare sulla materia di come è stato formato tale partito e di quali siano state le forze che hanno fatto fallire l’idea di sinistra fino a far presentare partiti come SI Toscana distaccandosi da un partito di amministrato da democratici cristiani tranne quei pochi che subiscono al suo interno tale status.E si regoleranno.Ed anche tutti coloro che dipendono dai suoi successi si regoleranno, riparametrando la vita non sulle funzioni del cane da guardia ma in modo più verosimile e trasparente. Dopodichè la democrazia non credo finisca.Se c’è bisogno di opposizione che venga fatta nella maniera più veritiera,leale, più giusta, che liberi le coscenza dalle pastoie che una politica nazionale corrotta ha imposto negli ultimi 5 governi di questa nazione ! Questa è rivoluzione, ed allora SI, si fa questo tipo di rivoluzione od almeno si cerca di attuarla mettendo nel conto anche rovesci che insegnino a vedere gli errori che si sono fatti lasciando che la sinistra non rappresentasse più i certi sociali che rappresentava ma che sia diventata in balia anche dei ceti imprenditoriali che hanno -tranne pochissimi da contarsi sulle dita di una mano-dato il loro consenso a quei partiti che invece di produrre il benessere della gente hanno nel tempo prodotto la loro esclusione dalla politica e dal lavoro.SI,si fa la rivoluzione, perchè se non diminuisci l’influenza di coloro che mettono la rana nella pentola e mettono la pentola sopra il fornello,aumenterà il populismo, il senso di distanza dalla politica e la ricerca di compromessi per sopravvivere.In questa rete ci cadrà la maggioranza della gente,spingendola verso i vari Salvini, salvatori della patria, per poi dare la responsabilità di tutto a coloro che si mettono sempre ” di traverso” quando il partito guida rifiuta l’autocritica.E’ una bella italia questa,ma tutte queste cose che ho detto sono inutili perchè il ragionamento è quello che basterebbe vedere in questi ultimi 20-25 anni chi l’abbia governata….
La necessità di autocritica significa che le cose non vanno e certamente non è un punto di merito il fatto che vadano meno peggio che altrove. Si è privilegiato l’aspetto strettamente contabile (contrarre i costi del personale, contrarre le spese per i materiali, per le degenze, per tutto quanto) a svantaggio della qualità della degenza. Sono stati premiati quei dirigenti che sono riusciti a risparmiare sulle forniture, ad es., di aghi: hanno acquistato una sola tipologia di ago (quello più grosso) fregandosene delle necessità e del dolore del paziente (per una terapia ci vuole l’ago di un certo spessore, per un’altra un altro spessore ecc.): l’importante è stato raggiungere l’obbiettivo (e il tizio è stato premiato con soldi in più sulla pelle dei pazienti). Sono stati premiati quelli che hanno ridotto il personale, costringendo a turni tremendi con perfetto scapito della qualità della degenza: l’anziano quasi autosufficiente è stato lasciato abbrutire nei pannoloni perché non c’è tempo (o qualcuno) che possa accompagnarlo al bagno. E’ in gioco qui la tutela della dignità della persona prima che del diritto del paziente. E gli esempi potrebbero continuare in questa Toscana “quasi felix”. Che poi sia meno peggio di altre non è una giustificazione: saremmo una regione leghista se avessimo voluto azioni come quella pensata ultimamente dalla Tesei. Un’autocritica ha valore e significato se va oltre il mea culpa e si precisa in strategie di individuazione dei problemi e relative soluzioni. Altrimenti, è solo un cospargersi di cenere che il vento porta via o, peggio, vista l’occasione, un proclama elettorale.
Io per fortuna o sfortuna ho visto ache ospedali che funzionano, Rsa pubbliche che funzionano e se la sono cavata benissimo anche con il covid, ho avuto modo di sperimentare strutture pubbliche per esami diagnostici e cure. Poi certo c’è anche il Cup che funziona poco e male, ci sono reparti in cui qualità e gentilezza non sono sempre all’altezza, macchinari rotti, anziani trattati come non si dovrebbe, ma nel complesso in giro per l’Italia si vede di peggio e per il mondo molto di peggio. Anche in aree, città e regioni non disagiate o disperate… E mi ricordo anche gli ospedali locali che c’erano prima che nascesse il monoblocco di Nottola. Non erano certo migliori e più efficienti. La situazione va sempre contestualizzata, perché c’è – è vero – la tendenza a fare propaganda, soprattutto in campagna elettorale, ma c’è anche la tendenza, altrettanto in voga a fare la propaganda avversa solo per il gusto di farla e per sembrare più trendy… Ci vuole equilibrio
Quell’equilibrio che intendi e che sarebbe anche doveroso oggi è scomparso, la gente è alle prese con un soggetto che gli corre dietro e che gli alita sul collo e questo soggetto si chiama paura del futuro.Una qualsiasi persona sensata non fa opposizione perchè farlo come dici tu ”è trendy”,ma perchè tutto il sistema è comandato da una tendenza globale ad arrangiarsi in un contesto di popolazione la cui propensione alla povertà aumenta.Non siamo agli anni 70 Marco,siamo nel postindustriale già totalmente transitato e già a quello transitato della ristrutturazione globale del sistema che ha deciso tramite il modello economico della finanza quali settori privilegiare e quali settori chiudere con gli automatismi appunto che possono arrivare perfino a ricattare lo Stato come succede a Taranto. Stiamo assistendo ed ancorpiù assisteremo nel futuro ad industrie che chiuderanno i battenti ed ad uno Stato dissanguato per le casse d’integrazione che dovrà fornire ai crescenti nuovi poveri, al ceto medio che s’impoverisce nell’arco di pochissimo tempo.Allora tutto questo cosa ti dice? Non voglio nemmeno prendere ad esempio la sanità perchè in questi ultimi periodi ha dimostrato che è la sanità pubblica anche con tutte le sue contraddizioni che può occuparsi dei cittadini”normali”.Quelli ricchi hanno le assicurazioni e si rivolgono a cliniche private sul modello americano,per poi porgere il conto finale all’utente per il ricovero di un mese e mezzo-come è successo -conti di quasi 1 milione e quattrocentomia dollari.Ma parliamo di altri mondi.Tutta questa insoddisfazione viene fuori e si riversa sulla gente perchè nel passato i partiti che hanno retto il timone hanno preferito-soprattutto nella sanità-investire sul privato a seguito della sbornia delle privatizzazioni ma al contempo non è che abbiano valorizzato ed investito nel pubblico, anzi lo hanno relegato a servizio concettualmente quasi secondario in certe aree, non curandosi che poi il conto sarebbe arrivato. E difatti il conto è arrivato ed è bene prenderne atto sia della carenza di personale sia del malfunzionamento di coloro che dovrebbero essere adibiti al controllo dei servizi ad iniziare da quelli più papabili nelle dirigenze e negli ospedali.E se regioni come la Toscana hanno mantenuto il livello della sanità ”soddisfacente” ne confronti di altre regioni questo si deve soprattutto alla rete dell’associazionismo ed alla caparbietà degli operatori sanitari che si sono costantemente impegnati per risolvere le carenze,ma può uno Stato degno di questo nome affidarsi all’associazionismo per risolvere i problemi della sanità ?
E quell’assiociazionismo che spesso produce serbatoi di voti è un campo fertile da dover seminare perchè chi dà quel consenso spesso è indissolubilmente legato alle prospettive che gli vengono promesse e non ci ragiona che spesso questa sia una condizione per la quale indirettamente serve il sociale ma che lo scopo principale della politica sia l’utilizzo del consenso dopo che venga fatto il pieno di voti.Marco occorre cambiare politica ma non a parole, con i fatti sennò sarà sempre peggio.Atro che essere trendy…
ma di che equilibrio parli? La gente è in difficoltà, quindi incazzata. Prova a cercare un posto in una struttura per un anziano con difficoltà. Poi ne riparliamo.