CHIUSI, STRANI CARTELLI NELL’AREA DI PANIA: CHE COSA STA FACENDO INGELIA ITALIA?
CHIUSI – Stai a vedere che Acea ci riprova e tra un po’ ci ripropina un carbonizzatore o qualcosa di simile… Il dubbio lo ha lanciato Paolo Scattoni su Chiusiblog e anche le associazioni Il Riccio e Comitato Aria ci sono tornate sopra. A far venire il dubbio è un cartello (apparentemente di cantiere, ma piuttosto incompleto) posto nell’area di Pania, a monte dell’ex Centro Carni. Dunque non esattamente dove avrebbe dovuto sorgere l’impianto Acea. Ma dove, secondo il progetto, andava realizzata una vasca di laminazione per la messa in sicurezza della sottostante area industriale delle Biffe, dove insiste anche l’ex Centro Carni appunto.
Quel cartello infatti riporta come committente, il nome della società Ingelia Italia, la stessa che aveva messo a punto la tecnologia per il progetto di impianto di carbonizzazione idrotermale, poi ritirato. Scopo del cantiere (sempre dal cartello) sarebbero dei non meglio precisati “saggi archeologici”, con inizio il 21 maggio e la fine dei lavori il 29 maggio.
Nessun riferimento dunque ad impianti industriali. Ma il nome Ingelia Italia ha fatto drizzare le antenne. Come è normale che sia, dopo la lunga e dura querelle culminata nell’inchiesta pubblica tra novembre gennaio.
Per i Comitati questa operazione puzza di bruciato e potrebbe essere il preludio ad una riproposizione del progetto, magari con opportune e utili correzioni. Tant’è che gli stessi comitati hanno chiesto chiarimenti al Comune, cosa che ha fatto anche il professor Scattoni, il quale non esclude che quel cartello sia in effetti una fake news…
Resta il fatto che l’area in cui si trova il cartello di cantiere non è di proprietà di Acea e non si capisce a cosa possano servire dei “saggi archeologici” a monte, ai fini di un rilancio del progetto carbonizzatore o similia, se non in relazione alla vasca di decantazione che è propedeutica a qualsiasi intervento, di qualsiasi natura, nell’area industriale ed era stata autorizzata e prevista.
Proprio venerdì scorso, come riportiamo in altro articolo, in consiglio Comunale, l’assessore Micheletti ha parlato della vasca di laminazione per la messa in sicurezza idraulica del’area sportiva, della sottostante strada provinciale 321 e del torrente Tedesca che da Pania scende verso l’area dell’ex centro Carni, in ordine alle opere che riprenderanno il 3 giugno per il completamento del Palasport.
Ma le vasche sono due. Diverse. Quella di cui ha parlato Micheletti e quella prevista per la messa in sicurezza dell’area industriale prevista a margine del progetto Acea. Una a destra e una a sinistra del palasport.
Che quella di Pania sia area archeologica è cosa nota Negli anni ’80-90 furono effettuati anche degli scavi da parte della Soprintendenza. Fu individuata una necropoli, piuttosto vasta, con numerose sepolture, tutte di tipologia povera però. Una sorta di cimitero popolare.
E quando tra il 2006 e il 2008 Primapagina adombrò il sospetto che nella cava e aree limitrofe fossero stati interrati illegalmente dei rifiuti, la questione archeologica emerse con evidenza, al punto che nel dibattito che si creò, c’era chi sosteneva che i movimenti sospetti nell’area a monte della cava potessero essere relativi a interramenti di rifiuti e chi invece ipotizzava scavi abusivi di tombe etrusche. Ufficialmente però, anche dopo vari sopralluoghi e verifiche, non venne fuori niente, né in un senso né nell’altro, e tutto rimase nel campo delle ipotesi non verificate e senza riscontri oggettivi.
Come abbiamo già detto l’area cui si riferisce il succitato cartello di cantiere è di proprietà privata (Macchie San Vincenzo) e non pubblica e l’opera non è ancora la realizzazione della vasca. Solo saggi preliminari. Forse per Ingelia Italia è un modo per recuperare almeno in parte i mancati introiti dovuti allo stop al progetto Acea. Dare per scontato che Acea e Ingelia stiano provando piano piano e sottobanco a rientrare dalla finestra, dopo aver perso il primo round, forse è voler pensar male a tutti i costi, secondo la classica teoria del sospetto, molto in voga in Italia, da anni. Tenere la guardia alta e gli occhi aperti è un conto. Ed è giusto. Adombrare sotterfugi ad ogni stormir di foglia un altro.
I saggi archeologici erano previsti, per evitare di danneggiare eventuali siti di interesse culturale e in ogni caso la vasca servirà comunque, per la sicurezza idraulica di tutto il comparto industriale delle Bifffe, e perché nell’area ex centro Carni, che ha acquisito per circa 3 milioni di euro, Acea potrebbe comunque decidere di realizzare qualche cosa, non necessariamente il carbonizzatore che non ha passato il vaglio di Arpat, Asl, Regione, Comune e dell’opinione pubblica. Magari un magazzino, un centro vendite o un parco energetico, come proposto nel 2016 da questo giornale e come richiesto dal Comune di Chiusi. O anche per procedere all’ammodernamento del depuratore esistente. Sì, perché intanto nell’area ex Centro carni il Depuratore ex Bioecologia acquisito da Acea, continua ad operare senza che siano state apportate modifiche e migliorie, con la solita potenzialità di 99 mila tonnellate/anno di reflui fognari, liquami di origine industriale e percolato di discarica. Oh yes…
m.l.
Nella foto (centritalianews.it) il cartello in questione.
Cosa sta facendo Ingelia. È un cartello fake?. Credo che il Comune possa verificarlo in tempi brevissimi. Basta contattarli e chiederlo. Possibilmente con richiesta di risposta scritta. Basterebbe anche che il Comune chiedesse alla Soprintendenza che dovrebbe monitorare gli eventuali saggi archeologici. Se poi si volesse anche capire l’entità degli scavi basterebbe mandare i vigili a scattare qualche foto. Più facile di così?
Il punto interrogativo è un omaggio alla tua domanda, ma nel’articolo in effetti c’è scritto cosa stanno facendo. Stanno facendo del saggi archeologici, propedeutici alla realizzazione di una vasca di raccolta acque, necessaria alla messa in sicurezza dell’area industriale compreso l’ex centro carni. Saggi obbligatori perché trattasi dii zona archeologica a suo tempo “scavata” dalla Soprintendenza. Tale vasca era prevista nel Progetto Acea, ma dovrà essere costruita comunque, perché necessaria e preliminare a qualsiasi intervento nell’area industriale. Anche per un magazzino, per intenderci. Non si può escludere che Acea possa (o voglia) tentare di ripresentare un progetto simile a quello ritirato a dicembre. Ma non è neanche automatico che voglia farlo. Come è scritto nell’articolo, l’area ex centro carni è di sua proprietà e qualcosa potrebbe anche decidere di realizzarvi. Così come dovrà metter mano al depuratore esistente, acquisito pure quello, la cui autorizzazione scade alla fine del 2020. Che poi il cartello sia incompleto e non chiarissimo è evidente.
Avrò capito male io. Ma nella telefonata con la responsabile dell’urbanistica del Comune di Chiusi mi è stato detto che loro non avevano alcuna notizia sui “saggi archeologici”. Se il lavoro è parte di un progetto approvato per la messa in sicurezza ci doveva essere stata una comunicazione di inizio lavori con l’indicazione dell’approvazione del progetto? Io poi sapevo che per i saggi in zona archeologica ci deve un monitoraggio da parte della Soprintendenza. Magari la normativa è cambiata e si possono fare senza autorizzazione. C’è poi la stranezza del committente che è Ingelia Italia e non ACEA che invece mi dici essere la titolare del progetto di messa in sicurezza. Nelle sedute dell’inchiesta pubblica era emerso chiaramente che Ingelia aveva lavorato come consulente di ACEA per quanto riguarda il brevetto dell’impianto di carbonizzazione idrotermale. A me non risulta che Ingelia abbia come ragione sociale quella della “messa in sicurezza”. Che cosa si deve dedurre? Ma poi perché il cartello è stato rimosso dopo che era stato fotografato? Sarà tutto regolare, ma una spiegazione è dovuta e non può essere lasciata alle mie e tue interpretazioni.
Io non dico che sarà tutto regolare, e anche a me il fatto che il committente sia Ingelia pare strano. Ma, come ho scritto, può darsi che sia un modo per farle recuperare parte dei mancati introiti… Il cartello è stato rimosso prima della fine dei lavori, indicata nel 29 maggio? Avranno già finito? Mah… Comunque il 15 maggio scorso il Gruppo Possiamo ha presentato una interrogazione per chiedere al sindaco quale posizione assumerebbe nel caso in cui Acea intendesse riprovarci. Magari sarà l’occasione anche per chiarire questa vicenda.
Le interrogazioni hanno sino ad ora portato a poco. Se ci fossero irregolarità andrebbero sanzionate. Ci sarebbe anche la Procura da informare.
Paolo, sulla cosa mi pare siano uscite notizie a sufficienza. Chi ha competenza circa i controlli ha elementi per andare a verificare. Procura compresa. In questa fase credo che anche una discussione-spiegazione in Consiglio Comunale potrebbe fugare dubbi, congetture e illazioni. Ovvio che se ci sono irregolarità dovrebbero essere sanzionate. Ma quali sarebbero?
Nessuna illazione. Sono state scavate buche e poi riempite. C’era un progetto per questi scavi? Non c’era bisogno di autorizzazioni? Ci sono state? Sono state chiamati “saggi archeologici”. chi era chiamato a controllare?
La discussione consiliare chiarirà questi aspetti. Se non li chiarirà, andremo più a fondo. Ma Polizia Municipale e altri “controllori” possono già verificare adesso. Da quanto ne so è un’azione preliminare alla realizzazione della vasca non solo autorizzata a suo tempo, ma prescritta come opera indispensabile per qualunque intervento in area industriale. Opera privata in area privata. Come hai fatto tu e e come hanno fatto altri, anche primapagina ha acceso i riflettori su quel cartello, e quindi sull’opera in corso, i controlli e le verifiche li deve fare chi è preposto a farli. La stampa e i cittadini possono fare le sentinelle, ma non i poliziotti.
È ovvio che le verifiche le debba fare chi di dovere. Questo ho anchescritto nel mio articolo su chiusiblog. I cittadini però hanno il diritto di sapere cosa succede nel suo territorio. Il sindaco così propenso a farsi vedere perché non ci dice se l’Amministrazione Comunale ha provveduto a controllare dopo che sabato mattina ho fatto pervenire la segnalazione che ho riportato nel mio suddetto articolo. Se la proprietà è privata non significa che ci si può fare quello che si vuole.
Da tutti questi interrogativi che sono stati posti – ma può essere una mia impressione senza nessun valore-dal momento sento che la vicenda si dipana attraverso progettualità che si intersecano con autorizzazioni, possibilità, interventi, recuperi per mancati introiti e chi più ne ha più ne metta- tenuto conto del pregresso e cioè di come dalla vicenda del Carbonizzatore ne sia uscito il Sindaco anche porgendo delle scuse, una domanda me la posso fare trita trita, tagliata con l’accetta come si dice a Chiusi : Stai a vedere che in altro modo ma con lo stesso risultato si ripropongono le condizioni della tipologia politica con la quale si sono proposte a Città della Pieve.La natura d’incazzatura della cittadinanza è la stessa anche se qui siamo in presenza di altro e non è tutto euguale certamente, ma oggi purtroppo la politica si fà anche in questo modo,quasi virulento, quando la gente per difendere i propri interessi di salute dice NO! E non è talvolta che sia portata a ragionare perchè ha in mente una realtà che si è formata attraverso mille condizioni stabilite dalla politica per le quali si sarebbero dovuti tutelare i suoi interessi ma alla fine il risultato è al contrario. Allora la gente è portata a ragionare mettendo tutto o quasi alla stessa stregua e purtuttavia tutti i torti non ce li ha.Cercavo di fare un ragionamento breve e semplice di natura politica,perchè a Città della Pieve c’è stato un risentimento della popolazione in maniera marcata per la quale la giunta non è stata riconfermata , ma credo possa essere possibile che di fronte a tutto questo sarebbe anche facile che la cosa si ripresentasse in forme diverse anche a Chiusi con la guerra ai Comitati e con la difesa ad oltranza degli interessi della nuova proprietà.I cambiamenti alla fine-al dilà del merito delle cose-avvengono perlopiù quando la gente s’incazza e prende coscenza di chi faccia o di chi non faccia i suoi interessi.Onde evitare tutto questo credo che sia bene far percepire la chiarezza comportamentale da parte della politica. Per ora è fantasia,ma poi il viatico da dove far ripassare” l’acqua” è sempre lo stesso.Una piscina la puoi pienare in un giorno oppure in una settimana.Se la pieni in un giorno dai la sensazione di voler fare d’imperio le cose o giù di lì e la gente ti dà contro, se la ripieni in una settimana l’acqua che vi entra non si percepisce ma il suo livello aumenta, e quando la gente vede il livello perchè c’è qualcuno che glielo faccia osservare, allora si sente nuovamente gabbata. Attenzione quindi ! E’ la teoria ”della rana bollita”, ma ci vuole occhio ad applicarla perchè le maggioranze si perdono in quel modo.Fantasia? Sì, ma poi poi ci sono gli eventi che smentiscono che possa essere stata fantasia.O no ? E non basarsi sugli eventi ma basarsi solo sulle condizioni imposte da altri per i fini in specialmodo detti ”del customer care” non è che porti tanto bene…..era una riflessione fatta fra me e me…ma può darsi che sia basata sul nulla…per ricalcare quello che disse una persona di mia conoscenza tanto tempo fa che parlava di quello che era- secondo lui- il ”BIBIO” del Pobandino,gli fu risposto dall’altro interlocutore con tono autorevole. ”..non si dice BIBIO, si dice VIBIO,CIGNALE !”.Ecco non vorrei che le parti in questione ricalcassero lo stesso comportamento di quei due.Anche perchè credo che ci potrebbe essere chi porti il vocabolario della lingua italiana che si chiamano per fortuna sempre ”Comitati”e che dimostrino che chi non tiene conto delle lezioni è bene che studi ancora.Perchè le lezioni alla fine sono sempre politiche, lo si voglia o no.