CHIUSI, STRANI CARTELLI NELL’AREA DI PANIA: CHE COSA STA FACENDO INGELIA ITALIA?

martedì 26th, maggio 2020 / 17:29
CHIUSI, STRANI CARTELLI NELL’AREA DI PANIA: CHE COSA STA FACENDO INGELIA ITALIA?
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CHIUSI –  Stai a vedere che Acea ci riprova e tra un po’ ci ripropina un carbonizzatore o qualcosa di simile… Il dubbio lo ha lanciato Paolo Scattoni su Chiusiblog e anche le associazioni Il Riccio e Comitato Aria ci sono tornate sopra. A far venire il dubbio è un cartello (apparentemente di cantiere, ma piuttosto incompleto) posto nell’area di Pania, a monte dell’ex Centro Carni. Dunque non esattamente dove avrebbe dovuto sorgere l’impianto Acea. Ma dove, secondo il progetto, andava realizzata  una vasca di laminazione per la messa in sicurezza della sottostante area industriale delle Biffe, dove insiste anche l’ex Centro Carni appunto.

Quel cartello infatti riporta come committente, il nome della società Ingelia Italia, la stessa che aveva messo a punto la tecnologia per il progetto di impianto di carbonizzazione idrotermale, poi ritirato. Scopo del cantiere (sempre dal cartello) sarebbero dei non meglio precisati “saggi archeologici”, con inizio il 21 maggio e la fine dei lavori il 29 maggio.

Nessun riferimento dunque ad impianti industriali. Ma il nome Ingelia Italia ha fatto drizzare le antenne. Come è normale che sia, dopo la lunga e dura querelle culminata nell’inchiesta pubblica tra novembre gennaio.

Per i Comitati questa operazione puzza di bruciato e potrebbe essere il preludio ad una riproposizione del progetto, magari con opportune e utili correzioni. Tant’è che gli stessi comitati hanno chiesto chiarimenti al Comune, cosa che ha fatto anche il professor Scattoni, il quale non esclude che quel cartello sia in effetti una fake news…

Resta il fatto che l’area in cui si trova il cartello di cantiere non è di proprietà di Acea e non si capisce a cosa possano servire dei “saggi archeologici” a monte, ai fini di un rilancio del progetto carbonizzatore o similia, se non in relazione alla vasca di decantazione che è propedeutica a qualsiasi intervento, di qualsiasi natura, nell’area industriale ed era stata autorizzata e prevista.

Proprio venerdì scorso, come riportiamo in altro articolo, in consiglio Comunale, l’assessore Micheletti ha parlato della vasca di laminazione per la messa in sicurezza idraulica del’area sportiva, della sottostante strada provinciale 321 e del torrente Tedesca che da Pania scende verso l’area dell’ex centro Carni, in ordine alle opere che riprenderanno il 3 giugno per il completamento del Palasport.

Ma le vasche sono due. Diverse. Quella di cui ha parlato Micheletti e quella prevista per la messa in sicurezza dell’area industriale prevista a margine del progetto Acea.  Una a destra e una a sinistra del palasport.

Che quella di Pania sia area archeologica è cosa nota Negli anni ’80-90 furono effettuati anche degli scavi da parte della Soprintendenza. Fu individuata una necropoli, piuttosto vasta, con numerose sepolture, tutte di tipologia povera però. Una sorta di cimitero popolare.

E quando tra il 2006 e il 2008 Primapagina adombrò il sospetto che nella cava e aree limitrofe fossero stati interrati illegalmente dei rifiuti, la questione archeologica emerse con evidenza, al punto che nel dibattito che si creò, c’era chi sosteneva che i movimenti sospetti nell’area a monte della cava potessero essere relativi a interramenti di rifiuti e chi invece ipotizzava scavi abusivi di tombe etrusche. Ufficialmente però, anche dopo vari sopralluoghi e verifiche, non venne fuori niente, né in un senso né nell’altro, e tutto rimase nel campo delle ipotesi non verificate e senza riscontri oggettivi.

Come abbiamo già detto l’area cui si riferisce il succitato cartello di cantiere è di proprietà privata (Macchie San Vincenzo) e non pubblica e l’opera non è ancora la realizzazione della vasca. Solo saggi preliminari. Forse per Ingelia Italia è un modo per recuperare almeno in parte i mancati introiti dovuti allo stop al progetto Acea. Dare per scontato che Acea e Ingelia stiano provando piano piano e sottobanco a rientrare dalla finestra, dopo aver perso il primo round, forse è voler pensar male a tutti i costi, secondo la classica teoria del sospetto, molto in voga in Italia, da anni. Tenere la guardia alta e gli occhi aperti è un conto. Ed è giusto. Adombrare sotterfugi ad ogni stormir di foglia un altro.

I saggi archeologici erano previsti, per evitare di danneggiare eventuali siti di interesse culturale e in ogni caso la vasca servirà comunque, per la sicurezza idraulica di tutto il comparto industriale delle Bifffe, e perché nell’area ex centro Carni, che  ha acquisito per circa 3 milioni di euro, Acea potrebbe comunque decidere di realizzare qualche cosa, non necessariamente il carbonizzatore che non ha passato il vaglio di Arpat, Asl, Regione, Comune e dell’opinione pubblica. Magari un magazzino, un centro vendite o un  parco energetico, come proposto nel 2016 da questo giornale e come richiesto dal Comune di Chiusi. O anche per procedere all’ammodernamento del depuratore esistente. Sì, perché intanto nell’area ex Centro carni il Depuratore ex Bioecologia acquisito da Acea, continua ad operare senza che siano state apportate modifiche e migliorie, con la solita potenzialità di 99 mila tonnellate/anno di reflui fognari, liquami di origine industriale e percolato di discarica. Oh yes…

m.l. 

Nella foto (centritalianews.it) il cartello in questione.

 

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