IN TOSCANA POTREBBERO ESSERE 50 MILA I CONTAGIATI, NON 7.400. LO DICE UN’INDAGINE DELL’UNIVERSITA’ DI SIENA. E NON SAREBBE UNA CATTIVA NOTIZIA
Tutti gli esperti e anche gli esponenti della Protezione Civile, del Governo nazionale, i sindaci continuano a ripetere che non siano ancora fuori dal’emergenza, o meglio dalla fase acuta dell’emergenza. Non siano ancora alla tanto attesa fase due, quella della ripresa graduale delle attività. Anche se da oggi possono riaprire – se nelle condizioni farlo circa le norme di sicurezza – librerie e negozi per bambini e neonati. Il numero dei contagi sembra aver imboccato la curva discendente. Ma è un numero che fluttua e resta comunque alto, come resta elevato il numero dei decessi. Ma il numero dei contagi si riferisce solo ai casi conclamati e scoperti tramite tampone risultato positivo, quindi dipende anche dal numero dei tamponi effettuati. Non è e non può essere un numero attendibile in assoluto. Senza uno screening di massa, magari fatto a campione non sarà possibile stabilire quante siano in realtà le persone contagiate, molte delle quali possono essere asintomatiche o potrebbero aver contratto il virus e aver superato la malattia senza accorgersene.
Ad oggi, in Toscana, per esempio, il bollettino ufficiale dice che in totale, dall’inizio dell’emergenza, i positivi sono 7.390. Arrivano a 505 i decessi, di cui 23 notificati ieri, mentre sono 615 guarigioni: 346 sono i soggetti “clinicamente guariti”, divenuti cioè asintomatici dopo aver presentato sintomi tipici del Covid 19,, mentre 269 sono le persone dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi dopo la quarantena.
Ormai in piena discesa il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva, 225, contro il picco di 297 toccato lo scorso primo aprile (-72). Sono 21.943 le persone in quarantena, a domicilio o in isolamento presso hotel adibiti allo scopo.
Ma uno studio attualmente in itinere, condotto dall’equipe del professor Montomoli, titolare della cattedra di Epidemiologia e Sanità Pubblica dell’Università di Siena, in accordo con la Direzione Sanitaria dell’Azienda Ospedaliera Senese darebbe numeri molto diversi. Si tratta di una indagine siero-epidemiologica, effettuata su un campione di 3.000 cittadini senesi.
I primi mille campioni analizzati consentirebbero di affermare che i cittadini che hanno contratto il virus negli ultimi tre mesi sono molti di più dei casi accertati. Una percentuale tra l’1,8 e il 2% della popolazione Toscana potrebbe essere venuta a contatto con il coronavirus. Ciò vorrebbe dire che ad oggi i contagiati in Toscana sarebbero circa 50.000, non 7.400 come risulta dal dato ufficiale.
La notizia potrebbe apparire sconvolgente e invece sarebbe una buona notizia. Ottima. Perché vorrebbe dire – come abbiamo ipotizzato più volte anche su queste colonne – che gran parte dei contagiati supera il contatto con il virus senza danni e che il tasso di ospedalizzazione e di letalità si abbasserebbe drasticamente. I decessi sarebbero intorno all’1% dei contagiati…
La notizia dello studio dell’Università di Siena è stata pubblicata oggi su alcuni quotidiani (Il Corriere Fiorentino ad esempio) con tanto di dichiarazioni dello stesso prof. Montomoli. Non è dunque una fake. Aspettiamo a vedere l’esito finale dell’indagine, ma intanto tiriamo un sospiro di sollievo.
Si dice tanto da ogni parte che questo virus non sia conosciuto poichè è la prima volta che colpisce, vorrei sapere- data la considerazione che scaturisce dal post a seguito dell’intervento dell’Equipe del Prof.Montomoli- mi sembrerebbe che possa essere giusto e corretto domandarsi se tutto questo che ne esce possa prestarsi o non possa prestarsi alle considerazioni fatte: chi l’ha detto che coloro che avessero contratto il covid 19 e l’abbiano latente nell’organismo, fra tre o quattro mesi per esempio non posssano assistere alla comparsa in forme più gravi delle manifestazioni del virus stesso? Dal momento che le manifestazioni virali si comportano seguendo quasi tutte dei binari conosciuti soprattutto nella tempistica, chi l’ha detto che una persona considerata guarita non possa riammalarsi perchè il suo stato non sia immunizzato o solo debolmente immunizzato rispetto alla forza che ha questo nuovo virus ? Ricordiamoci che abbiamo detto che di tale virus conosciamo poco e quindi credo che occorra essere molto prudenti,soprattutto anche per quello che riguarda il ripristino delle regole di convivenza sociale.Dicono tutti a questo proposito che ci cambierà la vita e credo che possa essere vero, ma mi sembra di osservare che fino a quando non si troverà un vaccino,tutte queste idee resteranno in sospeso in attesa di vedere come funziona.Credo che del tempo potra passare ed anche parecchio. Nel frattempo, certamente si che cambierà la vita lo credo anch’io, ma in peggio, per il semplice fatto che gli stati o la parte di popolazione che è più esposta per condizioni economico-sociali a tale pandemia non avrà la forza d’imporre alla politica un cambio di passo sostanziale.D’altra parte stiamo assistendo già da diverso tempo alla diversa posizione degli schieramenti politici: ci sono schieramenti di forze che sono al governo che premono per una ripresa più lenta per ovvie considerazioni di sicurezza delle persone ed altre più legate direttamente all’economia ed ai modi di espletamento di questa che sono senza mezze misure per la ripresa dell’attività produttiva, dicendo-a parole- che ci debbano essere le norme di sicurezza per chi lavora-ma in pratica sono parole, perchè lo sappiamo bene come è costituito il mondo del lavoro nelle sue impostazioni e nei vincoli che tendenzialmente non sopporta.Ecco, anche qui esiste lo scontro fra chi può sopportare un più lungo periodo improduttivo perchè ha più risorse e chi risorse non ha e viene perciò ricattato.La domanda che ne esce è questa: si dice tanto che adesso” siamo tutti sulla stessa barca”, ma ci crediamo davvero ? Questo pone delle riflessioni su quale sia l’etica del sistema anche di fronte a condizioni di necessità generali.
No, Carlo “siamo tutti nella stessa tempesta, ma non tutti sulla stessa barca” (citazione di una scritta murale che mi pare molto pertinente).
Anche a me pare molto pertinente ma ciò che si sente in tv ed anche dalla politica è quello che ho riferito riguardo alla” stessa barca”.E questo è il dato che passa e che non fà ragionare, perchè la gente anche se lo sà e/o se lo immagina-perchè non è che ci voglia una intelligenza superiore a capire che non sia vero che siamo tutti sulla stessa barca-assorbe tale dato pensando all’immediato futuro e spera che le cose dovranno cambiare perchè finalmente qualcuno(non si sà chi)metterà a un piè fermo, impedendo il canotto di salvataggio per i soliti noti.Il polso di tale situazione te lo danno tutte le sere in tv dove sentiamo l’attrito sociale scorrerci sulla pelle fra chi dice che ci sia bisogno di salvaguardare la salute e chi dice che se non si eliminano vincoli fra 10 giorni siamo tutti ”cotti”.Ma al di là di tali fotografie ci siamo posti il problema che se ritorna -anche con la dovuta lentezza che non è davvero sinonimo di attenzione-a ripartire il mondo produttivo, in questa situazione dove siamo non si abbia la certezza che scoppino ancora altri focolai a macchia di leopardo? Quelle insicurezze delle quali ho parlato sopra, secondo me persisteranno e conoscendo un po’ le abitudini degli italiani(basta vedere l’esodo di pasquetta in certe zone dell’italia) non mi sembrerebbe che la ripartenza anche se a singhiozzo possa essere una grande trovata.Per le opposizioni al governo, se fosse per loro sarebbero già allo starting grid da un pezzo tutti o quasi.Poi chi si infetta o chi non ha soldi ca..i suoi. Questa sarebbe la logica alla fine e l’abbiamo vista anche nel passato come tale logica abbia funzionato.Chi paga poi il prezzo quelli che stanno nella stessa tempesta o quelli che stanno nella stessa barca? Io credo questi ultimi perchè quelli che stanno nella stessa tempesta il modo di non affogare con un bel salvagente ce l’hanno digià e mi sembra di intuire che le mani a mollo per non salire sulla barca ce le abbiano già messe.Chi sono questi mi chiederai? Falcone disse a proposito delle mafie: ” basta indagare sui flussi di denaro e si troverà chi cerchiamo”.Adesso dei flussi ne fruiranno anche coloro che non hanno le condizioni di richiederne la fruizione.Si pensa che in questo marasma lo stato che pressato ad eliminare i vincoli della tanto vituperata burocrazia abbia la forze e la facoltà di potersi riservare il controllo di tutto questo?Chi è che spinge perchè siano eliminati i vincoli e perchè? E’ quell’idea di aziendalismo prevalente su tutto e che ce la fanno vedere tutti i giorni in tv intervistando le varie categorie produttive,intesa come motore che tira al traino tutto il camion.Anche quì diciamo che dentro alle categorie produttive c’è di tutto, ci sono coloro che rischiano di non riaprire i battenti e che davvero necessiterebbero di un aiuto concreto da parte dello Stato e ci sono coloro che studiano il verso di come approfittare del futuro flusso di soldi a credito facendo ogni tipo di contorsione per metterci le mano sopra, e con tutte le varianti nel mezzo delle condizione intermedie vere o false che siano.E’ questo che ha caratterizzato il fiasco dell’Italia in passato e che anche oggi rappresenta un limite alla funzionalità di uno stato.Pensiamo davvero che siamo all’altezza di esercitare i controlli dovuti perchè questo non succeda ? M’ah? Qualcuno giustamente si è risentito quando da parte dell’europa è stato detto che i soldi che percepirà l’italia saranno ad appannaggio anche dalle mafie e tale battuta se la poteva risparmiare perchè va contro la dignità di tutto un paese e nel paese c’è chi pedala e chi si fà portare, ma la fotografia della situazione può essere anche quella.