CHIUSI IMPORTANTE ANCHE IN EPOCA ROMANA. SCOPERTA A VAIANO UNA GRANDE VILLA CON AFFACCIO SUL CLANIS

giovedì 20th, febbraio 2020 / 16:16
CHIUSI IMPORTANTE ANCHE IN EPOCA ROMANA. SCOPERTA A VAIANO UNA GRANDE VILLA CON AFFACCIO SUL CLANIS
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CASTIGLIONE DEL LAGO –  Qualche giorno fa, senza dare troppi  particolari, il sindaco di Chiusi Juri Bettollini e il giovane archeologo Mattia Bischeri, ad una iniziativa pubblica sul centro storico, hanno accennato ad una “scoperta archeologica sensazionale” nell’area degli ex Lavati, oggetto attualmente di un’opera di restauro. Praticamente proprio sotto alle vasche dei lavatoi sono stati individuati, durante i lavori, alcuni strati di vari insediamenti che affondano nella notte dei tempi, addirittura all’VIII secolo a.C. Tre secoli prima di Porsenna. Vedremo che ne uscirà. Intanto, ad un paio di km in linea d’aria, sulla sponda umbra del Lago di Chiusi è venuta alla luce un’altra “scoperta sensazionale”.

L’hanno fatta degli archeologi statunitensi (DePauw University di Greencastle, nello stato dell’Indiana) nel corso di uno scavo cui partecipano anche anche alcune istituzioni culturali umbre, il Comune di Castiglione del Lago, l’ArcheoTrasimeno e la stessa Soprintendenza Archeologica dell’Umbria. Si tratta di una importante “residenza romana”, una villa, che si affacciava sulle sponde del fiume Clanis. Oggi si trova sulle sponde del Lago di Chiusi, ma quando fu costruita il  Chiaro non esisteva, c’era il Clanis che era un fiume navigabile. Correva da Arezzo fino ad Orvieto e veniva utilizzato anche per il trasporto di derrate alimentari, grano, olio, vino, verso Roma costituendo anche un collegamento con il bacino del Trasimeno e il Tevere….

Al momento, il sito scoperto dai professori Rebecca Schindler e Pedar Foss coi loro studenti appare distribuito su tre livelli gradonati, collegati da scale… Ciò che è tornato alla luce della Villa Romana fa pensare ad una sala da pranzo o da bagno, molto ampia, con 12 nicchie con fondo in cocciopesto e inserimenti di pietre e vetro blu, forse a richiamare la vicina presenza di acqua..

In sostanza l’area in questione è la collina tra il lago di Chiusi e la frazione castiglionese di Vaiano. Siamo a pochissimi chilometri da Chiusi, non lontano da altre vestigia archeologiche anche di epoca precedente. L’archeologo Pedar Foss, per ampiezza delle strutture riportate ala luce, colloca la Villa di Vaiano tra al 10° posto in ambito nazionale. Ma ne esalta l’importanza per la vicinanza al fiume Clanis. Quasi che il proprietario volesse non solo godere di una vista probabilmente straordinaria, ma anche controllare il traffico fluviale, come faceva Ghino di Tacco sulla “Francigena” sotto la rocca di Radicofani molti secoli dopo…

La scoperta è importante anche perché certifica l’importanza di Clusium e del suo territorio anche in epoca romana. Sappiamo che nel ’64 d.C. dopo l’incendio di Roma fatto appiccare da Nerone, Chiusi divenne “porto di approdo e di accoglienza” per fuggiaschi, perseguitati, profughi in fuga dalla capitale dell’Impero, proprio attraverso la via fluviale… Sappiamo poi  che Chiusi fu snodo fondamentale, per posizione, vicinanza a Roma e anche per quella certa “vocazione” all’accoglienza, all’apertura tenuto in grande considerazione da alcuni imperatori. A dispetto del nome. Nell’87 d.C divenne “Municipio Romano”…

Altre ville e “domus” romane si trovano a Panicarola sempre in terra castiglionese,  a Ossaia, non lontano da Cortona, dove si combatté, due secoli prima di Nerone e Tiberio la battaglia del Trasimeno tra i romani di Caio Flaminio e l’esercito multietnico di Annibale nel 217 a.C. e ce n’è una anche nel cuore del centro storico di Chiusi, con “affaccio” però anche quella sulla valle del Clanis, dirimpetto alla collina di Vaiano…

Nel prossimo mese di luglio, esattamente il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana, a Palazzo Corgna di Castiglione del Lago, verrà presentata dai professori Foss e Schindler  una relazione sugli scavi. Ma già dalle prime frammentarie notizie e da quanto è possibile vedere sul posto, la scoperta sembra essere davvero rilevante.

Anche perché stavolta si tratta, come dicevamo,  della scoperta di un sito di epoca romana e non etrusca, il che “allunga e non di poco” l’importanza dell’agro chiusino, ma anche perché si tratta di un luogo di vita e non di un luogo di sepoltura… E per quanto siano importanti le tombe per capire come vivevano gli antichi, a maggior ragione lo sono le stanze in cui mangiavano, danzavano, facevano il bagno o l’amore.

E a quanto par di capire, sia gli etruschi che i romani avevano sì un grande culto della morte e dei morti, ma soprattutto avevano una cultura della vita. E chi poteva si trattava bene.

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