CHIUSI IMPORTANTE ANCHE IN EPOCA ROMANA. SCOPERTA A VAIANO UNA GRANDE VILLA CON AFFACCIO SUL CLANIS

CASTIGLIONE DEL LAGO – Qualche giorno fa, senza dare troppi particolari, il sindaco di Chiusi Juri Bettollini e il giovane archeologo Mattia Bischeri, ad una iniziativa pubblica sul centro storico, hanno accennato ad una “scoperta archeologica sensazionale” nell’area degli ex Lavati, oggetto attualmente di un’opera di restauro. Praticamente proprio sotto alle vasche dei lavatoi sono stati individuati, durante i lavori, alcuni strati di vari insediamenti che affondano nella notte dei tempi, addirittura all’VIII secolo a.C. Tre secoli prima di Porsenna. Vedremo che ne uscirà. Intanto, ad un paio di km in linea d’aria, sulla sponda umbra del Lago di Chiusi è venuta alla luce un’altra “scoperta sensazionale”.
L’hanno fatta degli archeologi statunitensi (DePauw University di Greencastle, nello stato dell’Indiana) nel corso di uno scavo cui partecipano anche anche alcune istituzioni culturali umbre, il Comune di Castiglione del Lago, l’ArcheoTrasimeno e la stessa Soprintendenza Archeologica dell’Umbria. Si tratta di una importante “residenza romana”, una villa, che si affacciava sulle sponde del fiume Clanis. Oggi si trova sulle sponde del Lago di Chiusi, ma quando fu costruita il Chiaro non esisteva, c’era il Clanis che era un fiume navigabile. Correva da Arezzo fino ad Orvieto e veniva utilizzato anche per il trasporto di derrate alimentari, grano, olio, vino, verso Roma costituendo anche un collegamento con il bacino del Trasimeno e il Tevere….
Al momento, il sito scoperto dai professori Rebecca Schindler e Pedar Foss coi loro studenti appare distribuito su tre livelli gradonati, collegati da scale… Ciò che è tornato alla luce della Villa Romana fa pensare ad una sala da pranzo o da bagno, molto ampia, con 12 nicchie con fondo in cocciopesto e inserimenti di pietre e vetro blu, forse a richiamare la vicina presenza di acqua..
In sostanza l’area in questione è la collina tra il lago di Chiusi e la frazione castiglionese di Vaiano. Siamo a pochissimi chilometri da Chiusi, non lontano da altre vestigia archeologiche anche di epoca precedente. L’archeologo Pedar Foss, per ampiezza delle strutture riportate ala luce, colloca la Villa di Vaiano tra al 10° posto in ambito nazionale. Ma ne esalta l’importanza per la vicinanza al fiume Clanis. Quasi che il proprietario volesse non solo godere di una vista probabilmente straordinaria, ma anche controllare il traffico fluviale, come faceva Ghino di Tacco sulla “Francigena” sotto la rocca di Radicofani molti secoli dopo…
La scoperta è importante anche perché certifica l’importanza di Clusium e del suo territorio anche in epoca romana. Sappiamo che nel ’64 d.C. dopo l’incendio di Roma fatto appiccare da Nerone, Chiusi divenne “porto di approdo e di accoglienza” per fuggiaschi, perseguitati, profughi in fuga dalla capitale dell’Impero, proprio attraverso la via fluviale… Sappiamo poi che Chiusi fu snodo fondamentale, per posizione, vicinanza a Roma e anche per quella certa “vocazione” all’accoglienza, all’apertura tenuto in grande considerazione da alcuni imperatori. A dispetto del nome. Nell’87 d.C divenne “Municipio Romano”…
Altre ville e “domus” romane si trovano a Panicarola sempre in terra castiglionese, a Ossaia, non lontano da Cortona, dove si combatté, due secoli prima di Nerone e Tiberio la battaglia del Trasimeno tra i romani di Caio Flaminio e l’esercito multietnico di Annibale nel 217 a.C. e ce n’è una anche nel cuore del centro storico di Chiusi, con “affaccio” però anche quella sulla valle del Clanis, dirimpetto alla collina di Vaiano…
Nel prossimo mese di luglio, esattamente il 4 luglio, giorno dell’indipendenza americana, a Palazzo Corgna di Castiglione del Lago, verrà presentata dai professori Foss e Schindler una relazione sugli scavi. Ma già dalle prime frammentarie notizie e da quanto è possibile vedere sul posto, la scoperta sembra essere davvero rilevante.
Anche perché stavolta si tratta, come dicevamo, della scoperta di un sito di epoca romana e non etrusca, il che “allunga e non di poco” l’importanza dell’agro chiusino, ma anche perché si tratta di un luogo di vita e non di un luogo di sepoltura… E per quanto siano importanti le tombe per capire come vivevano gli antichi, a maggior ragione lo sono le stanze in cui mangiavano, danzavano, facevano il bagno o l’amore.
E a quanto par di capire, sia gli etruschi che i romani avevano sì un grande culto della morte e dei morti, ma soprattutto avevano una cultura della vita. E chi poteva si trattava bene.
Una piccola annotazione senza entrare nel tema della scoperta archeologica ma una domanda rivolta al pubblico : non ho sott’occhio la mappa del Clanis ( se l’avessi forse non formulerei la domanda) ma dal momento che si racconta che fosse nel tempo l’unica via d’acqua aperta per muoversi in direzione di Roma mentre le altre via di terra percorribili erano le dorsali delle colline che si staccavano a destra ed a sinistra dalle acque( cioè le dorsali in corrispondenza ed in direzione di Città della Pieve da una parte e di Sarteano e Radicofani dall’altra per raggiungere la Via Cassia od i sentieri che dai rispettivi lati delle colline portavano a Roma attraverso i boschi o vie impercorribili, deduco che la pianura dove adesso sorge Moiano e che termina verso Nord a Castiglione del Lago/Cortona e verso sud a Fabro fosse tutta allagata e ricoperta da una grande palude e comunque da una grande ed estesa quantità di acque.Se così fosse, i disegni di Leonardo da Vinci del 1502 mostrano che il Lago Trasimeno però era contenuto come è oggi all’interno di una fila di colline e che la comunicazione con il Clanis non esisteva. La mia domanda-che forse contiene soluzioni e risposte più semplici di quanto si possa pensare ma delle quali adesso non riesco a rendermene conto pienamente-è quella del perchè l’acqua del Clanis nel grande specchio d’acqua contenuto fra le colline dalla parte del fondovalle Chiusi-Castiglione del Lago non si sia unita con quella del Trasimeno visto che si parla di tutta una pianura allagata che grosso modo è alla medesima altezza di quella attorno dell’odierna Chiusi Scalo e visto soprattutto che andando da Chiusi Scalo verso il Trasimeno il terreno sia pianeggiante e comunque contenuto all’interno delle dorsali collinari Villastrada da una parte e Paciano/Panicale dall’altra.La carta disegnata da Leonardo nel 1502 mostra che tutto il Trasimeno è contornato da colline nella parte Nord,Nord-Est ma in quella Sud-sud Ovest le colline vediamo tutt’oggi che non esistono e nemmeno esistevano allora,e quindi perchè l’acqua del Clanis non si è unita al Trasimeno se come vediamo oggi era tutta pianura nella parte Macchie/Pucciarelli ? Forse perchè questa larga parte di terreno è ad un livello leggermente più alto rispetto alla pianura del fondovalle allagato all’epoca ? Se questa fosse la spiegazione sarebbe plausibile ma la mappa della Royal Library di Windsor mostra che nella pianura sottostante la dorsale delle colline di Paciano-Panicale vi fosse una altezza del terreno molto più rilevata che quella odierna e probabilmente è stata questa grande porzione di terreno a fermare le acque del Clanis affinchè non confluissero nel Trasimeno.Se fosse vera questa ipotesi oggi notiamo che comunque quella porzione di terreno si sia abbassata quasi al livello di quella del fondovalle a Sud di Chiusi.Disegnando la mappa all’epoca, un genio come Leonardo era difficile che si potesse sbagliare,quindi con tutta probabilità immagino che la grande porzione di terreno fosse abbastanza alta come elevazione per non far passare le acque della pianura allagata dal Clanis, altrimenti sarebbe stato un tutt’uno col Trasimeno.Oggi mi sembra che non sia più così.