ECCO QUANTI E QUALI ALBERI VERRANNO ABBATTUTI NEL PARCO DEI FORTI. E PERCHE’

CHIUSI – Dopo l’uscita dell’articolo di ieri sui lavori al parco dei Forti e qualche commento polemico sui social, il sindaco, a meno di 24 ore dal rientro a casa dall’ospedale, ha tenuto questa mattina una “Diretta facebook” proprio dal parco dei Forti, per illustrare i lavori in corso. Nonostante l’invito a starsene a riposo, Bettollini non ha resistito, accompagnato dall’assessore Micheletti si è messo davanti alla telecamera e ha fatto il punto della situazione, dal “luogo del delitto”, come si suol dire. La cosa fa piacere perché vuol dire che il sindaco sta bene e la paura è passata. E questo alla fine conta più delle opere pubbliche e della politica.
Nella diretta Bettollini ha sostanzialmente confermato ciò che abbiamo scritto e a proposito della questione più spinosa, quella del taglio degli alberi, ha precisato che il taglio riguarda 68 piante sulle 450 presenti nel parco. Ha precisato in particolare che i pini cominciavano ad essere pericolosi, oltre che non autoctoni, e che molti cipressi sono malati, con il rischio di contagiare altre piante…
Ha confermato che l’importo dei lavori per questo primo stralcio è di 500 mila euro (350 di opere e il resto di oneri) e ha ricordato che il progetto complessivo prevede un investimento di 1 milione e 800 mila euro circa. Primo stralcio che dovrebbe vedere la fine entro 6-7 mesi, cioè nel corso dell’estate.
Tutto ciò – ha detto Bettollini – servirà “a ridare luce, aria e maggiore sicurezza al parco e anche a ridisegnarne l’accessibilità e la fruibilità in maniera più razionale”. Nell’occasione il sindaco ha anche parlato di altri lavori pubblici in corso (Via Piave, via Montegrappa e Piazza Garibaldi allo Scalo, Pozzarelli, Ex lavatoi e piazza Vittorio Veneto a Chiusi Città) o in programma (Giovancorso, Montevenere e Macciano) e non ha mancato di lanciare qualche frecciata ai “soliti leoni da tastiera” e anche alle opposizioni “sempre polemiche, ma mai in grado di presentare proposte alternative” Ma ha anche ammesso che le amministrazioni precedenti non hanno mai investito seriamente sulla manutenzione e sulla cura del parco dei Forti.
Quanto alle piante da tagliare e quindi eliminare il prospetto contenuto nelle carte progettuali indica in 68 il numero complessivo degli abbattimenti, evidenziando per ogni tipologia di pianta il numero complessivo e il numero degli esemplari da tagliare.
E così si legge per esempio che i cipressi sono 153 e ne verranno abbattuti 5, i pini domestici sono 45 e il taglio ne interesserà 33. Ma ecco il dettaglio delle piante da abbattere. Tra parentesi il numero complessivo di piante dello stesso tipo presenti nel parco:
Cipresso 5 (153); Pino domestico 33 (45); Pino nero 5 (5); Leccio 8 (70); Ulivo 2 (41), Tiglio 1 (8); Cipresso argentato 8 (9); cedro del Libano 2 (9), Cedro Himalaya 2 (3); Ligustro 1 (12), Alloro 1 (11). Totale 68.
Per il resto sono presenti, ma non verranno toccati o verranno solo potati Mandorlo (1), Tuia (8), Oleandro (17), Gelso nero (1); Melo da fiore (4); Pruno (3), Bosso (4).
L’operazione sfoltimento è consistente. E fa male al cuore. Ma le piante sono essere viventi non eterni. Sono soggette a cambiamenti, e anche a malattie e morte. Gli alberi dei Forti, come abbiamo scritto ieri, furono piantati, in molti casi, negli anni 30, quando il parco fu progettato e realizzato. Hanno dunque 80 anni. Alcuni furono messi a dimora successivamente, negli anni ’60. Ma anche quelli hanno ormai più di 50 anni. Essenze come il cipresso argentato e il pino nero, ma anche il pino domestico o italico, non sono piante autoctone del territorio come il leccio o l’ulivo o il cipresso tipico del paesaggi toscano… Ed è sulle essenze “estranee” che il taglio sarà più accanito.
Il lavoro andrà giudicato alla fine. Un parco, anche se “storico” e con precise e particolari caratteristiche architettoniche, non può essere considerato immutabile e intoccabile. L’importante è che non venga stravolto o “desertificato”. La ripiantumazione di nuove alberature è prevista negli stralci successivi dell’opera, non nel primo stralcio, ma nella diretta facebook il sindaco ha affermato che almeno nell’area giochi un certo numero di alberi verrà ripiantato già nel corso di questi lavori. Il resto più avanti.
D’altra parte anche in passato qualche intervento o superfetazione all’interno del Parco dei Forti si è registrato. Negli anni ’60, ad esempio, fu costruita una gabbia per un leone, tipo zoo. Una cosa che in origine non c’era. Per qualche tempo vi dimorarono due scimmie… Negli anni ’90 il sindaco Ciarini fece costruire una grande struttura metallica, piuttosto pesante anche alla vista, a copertura di uno scavo archeologico. Poco prima, durante la reggenza di Leonetto Checchi fu realizzato un bocciodromo che poi l’amministrazione dovette smantellare perché abusivo e privo delle necessarie autorizzazioni (che però nessuno avrebbe mai dato). Insomma l’intervento in corso non è il primo. E non sarà neanche l’ultimo.
Dispiace per gli alberi tagliati. Perché gli alberi sono anche ombra, ossigeno, profumi… Ma a volte anche in ospedale i medici decidono di amputare un dito o un piede per evitare guai peggiori.
m.l.
Finalmente, si va affermando un principio, quello che la natura va governata, presidiata, che non può essere lasciata al suo spontaneismo. La rimozione delle piante, non è un dogma. Vanno tolte o ripiantumate a secondo le esigenze comprese prima di tutto quelle della sicurezza.
I disastri del governo dell’uomo sulla natura sono sotto gli occhi di tutti. Se poi si tratta di un parco parliamone, come concetto generale lasciamo stare il governo dell’uomo per favore.
Che l’uomo, la sua scienza, il suo governare le cose e i fenomeni, abbiano anche avuto dei fallimenti e cosa nota e io aggiungerei normale. Ma tu mi pare per le cose dette, che voglia tornare alla legge della giungla: quella del comanda il più forte. Attraverso l’esercizio del governo, dello sperimentare, dello studiare, l’umanità ha anche risolto parecchi problemi, molte malattie. Con la sua intelligenza è riuscito a costruirsi una vita migliore, più longeva. Un’esistenza durante la quale il tempo per gli affetti, le passioni, lo studio, i giochi, sono aumentati notevolmente. Ovviamente quello dell’umanità è un lungo cammino, durante il quale si attraversano luci e ombre, ma non si può fare diversamente. A meno che uno non pensi ai miracoli, ma fino qui non se ne sono mi visti.
Mi sembra che lei Sig. Renato faccia un po’ di confusione fra ciò che la scienza ha fatto e fa per il “benessere umano” e ciò che l’uomo ha fatto e fa nei confronti della natura. Non c’entrano niente la legge della giungla o i miracoli, sono laureato in una maniera scientifica e ateo quindi si figuri cosa penso io rispettivamente della scienza e dei miracoli. Sicuramente parliamo di un argomento complesso e interessante che non può essere risolto con due commenti su un blog, io credo però che l’uomo negli ultimi decenni si sia fatto prendere troppo la mano e sia finito per essere strumento della tecnica e non viceversa, cosa molto pericolosa.
Nel caso specifico, senza scomodare la scienza o la fede, si tratta solo del rifacimento di un parco, storico e bello, che per una serie di motivi, compresi una scarsa manutenzione e lo scorrere del tempo, quindi l’invecchiamento e il deperimento degli alberi, prevede anche l’abbattimento di 68 piante. Che un bel numero e certamente dispiace, ma pare che non si potesse fare altrimenti, per questioni non solo di restyling, ma anche di sicurezza per chi il parco lo frequenta, per le abitazioni e i posteggi vicini e per le altre piante che in qualche caso (i cipressi) potevano essere “contagiate” da una malattia che ne aveva colpite alcune… Il disastro dell’uomo spesso è lasciare le cose come stanno, fino a farle andare in malora. Se si interviene in maniera seria e con tutte le dovute verifiche e autorizzazioni preventive non credo sia un male…
Che la natura vada governata e non lasciata allo spontaneismo è un principio che mi può trovare d’accordo, ma una domanda la farei ed è quella che spesso in questo sistema la natura e gli interventi dell’uomo su di essa rispondono alle esigenze ed alle direttive dello sviluppo impostato dall’uomo( quindi soprattutto rispondono al sistema economico dove l’uomo vive) e le non attenzioni a tale principio sono quelle che provocano spesso le maggiori catastrofi.Per esempio-e dal momento che siamo sottoposti alla formazioni delle nostre idee sfornate dall’apparato mediatico- vi ricordate le polemiche cicliche apparse di recente riguardanti le onde utilizzate dalle nuove tecnologie per i nuovi apparati di trasmissione? Beh, mi sembra di ricordare che in molte parti d’italia c’erano state delle proteste perchè migliaia di alberi erano stati abbattuti poichè la loro presenza inibiva il passaggio di tali trasmissioni anche se le aziende deputate alle istallazioni avessero smentito che questo problema era un falso problema.da questo si evince che siamo in un mondo dove ogni cosa che ci viene rivogata e portata a nostra conoscenza dall’apparato mediatico, può essere utilizzata e finalizzata per il convincimento da parte del pubblico agli scopi che ogni parte possa prefiggersi, ed in tale contesto anche il settore pubblico spesso ne è semprepiù il destinatario di certe istanze.Quindi le spiegazioni provenienti da ogni parte occorrerebbe prenderle”con le molle” perchè in un mondo siffatto e mancante soprattutto del riferimento all’interesse pubblico che è semprepiù deficitario,basta poco a far passare ciò che sia utile ad altri.Le ultime vicende di Chiusi sul ”carbonizzatore” sono lì a confermare che tale principio è sempre più presente e soprattutto che la tendenza a far pensare la gente col proprio cervello è sempre merce più rara nel mondo dove viviamo ed operiamo.
Ribadisco: io in questo caso resterei al tema. Il parco dei Forti aveva bisogno di un intervento di restyling? credo di sì. Tale intervento è stato ponderato e progettato tenendo conto dei vincoli e delle compatibilità, oltre che delle esigenze? credo di sì. Piante belle, ma ormai vecchie di 80 anni e a rischio, alcune malate e alcune anche non “autoctone” quindi fiori contesto, si possono abbattere e sostituire? credo di sì. Con dispiacere, magari, ma in ogni caso sì… Quindi di cosa stiamo parlando? Non è che gli alberi dei Forti vengono abbattuti per fare posto a un posteggio o a palazzi… Nè tantomeno per far passare il 5G come qualcuno ha scritto sui social… E’ una semplice operazione di sistemazione di un parco che dopo 80 anni aveva necessità di qualche intervento. Stop. Che c’entra il carbonizzatore con il parco dei Forti? Poi se vogliamo discutere del progetto di restyling, si può fare, ma si discuta di quello e non dei massimi sistemi, alzando polveroni, please…
Mi pare che il Sig. Luca faccia lui un po’ di confusione. “…..fra ciò che la scienza ha fatto e fa per il “benessere umano” e ciò che l’uomo ha fatto e fa nei confronti della natura”. Da questa frase si deduce che la scienza sia un’entità che non si capisce bene da dove arrivi, da quale padreterno elargita. Poi ci sarebbe l’uomo, che da quello che si intuisce dalla frase, è dedito solamente a far disastri. Insomma per un uomo ateo e scientifico, quale Lei si definisce, mi pare ci sia del disordine. La scienza non è qualcosa che viene dall’alato, calata sulla terra, ma è il risultato dell’operare umano. Sbaglio? Essa c’è, perché il nostro cervello molti millenni fa, ha subito un cambiamento, che lo ha portato ad essere organo riflessivo e non solamente istintivo . Certo non tutta la scienza è buona, ma qui sono i valori e i principi che devono intervenire, per definire buona per la natura e l’uomo , la scienza. Io per esempio, le bombe atomiche, le definisco una cattivo uso della scienza. Medicina, tecnologia, conquista dello spazio, vaccini e molto altro, hanno rappresentato per il genere umano, un indubbio vantaggio per il proprio benessere. Quindi tutto ciò, definirei scienza buona. E’ chiaro pertanto che la scienza anch’essa deve essere governata, indirizzata sulla base di valori e principi per raggiungere traguardi che aiutino il genere umano a vivere meglio. E qui entra in gioco la politica, la cultura, i popoli. Quest’ultimi purtroppo, spesso vengono condizionati nel loro pensare e nel loro scegliere, da ciarlatani. E qui si aprirebbe una lunghissima riflessione. Penso per esempio, alle paure che organizzazioni religiose, imbonitori di varia natura, diffondono, tutti accumunati dall’odio verso la scienza, quando sparlano a proposito di vaccini. A Sacco dico che il parco in questione, il taglio di alcuni suoi alberi, centrano poco con le multinazionali. Insomma tirarle in ballo sempre, si finisce per fare i loro interessi. Una cosa sono le rapine e le devastazioni che queste fanno nel continente africano o Sud Americano, in Asia e che io ho sempre denunciato, un conto è rimettere in ordine e in sicurezza un parco cittadino. Cercare di strumentalizzare tutto, è da disonesti intellettuali.
Caro Renato, non mistifichiamo le cose con concetti estremistici,perchè l’influsso che hanno le multinazionali sulla formazione delle idee portano in ogni campo a non vedere quello che vi stà dietro e soprattutto a non vedere il perchè siamo portati a ragionare in certi modi, ed anche a considerare che non c’entrino nulla sui nostri comportamenti e sui nostri riflessi e sul come amministrare la vita. La loro attività non solo è dannosa nelle grandi dimensioni ed interventi sovrannazionali e sul consumo smisurato delle risorse per far si che soprattutto l’occidente ne abbia fruito nel passato ma che ne continui a fruire oggi con le guerre economiche, con le repressioni, con i sistemi di alleanze dei forti contro i deboli….non secondaria la corruzione dei corruttbili nel mondo dei soldi e nel mondo delle prebende,ed i pensieri espressi riguardano tutto anche l’uso talvolta distorto di interventi per appianare questioni che indubbiamente la natura pone nella vita odierna,come quello del tema che il post tratta. La disonestà intellettuale mi sembra che astiosamente regni in molte di quelle persone che se fosse per loro non sarebbero portate a considerare il danno morale che non tutte le volte ma spesso,spessissimo si verificano da parte dell’uomo nell’amministrare quella che oggi chiamano modernità .E nella modernità spesso se andiamo a guardare quella che ci sembra vicino a noi c’è il riflesso delle ragioni più grandi e non è vero che è strumentalizzazione vedere anche nel piccolo l’influsso diretto ed indiretto del grande,anzi magari lo si facesse e lo si esercitasse sempre come critica se non altro.Ed è proprio per questa visione che manca che globalmente ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno,sia materiale, sia fisico, sia morale dell’organizzazione umana nei confronti di tutta la natura. Quella è disonestà intellettuale e serve a difendere degli interessi costituiti,ma se non si vedono oppure non si vogliono vedere allora si soggiace inevitabilmente ad essere strumenti consapevoli od inconsapevoli del caos che regna credendosi che si spinga per il suo contrario.
Signor Renato, il dibattito aperto dai nostri commenti sarebbe veramente interessante, magari sarebbe interessante anche sapere i cognomi di chi scrive, così uno sa con chi si sta confrontando, temo però che dovremo trovare altre occasioni di confronto visto che siamo stati bacchettati dal padrone di casa che qui si parla solo del parco dei forti e che come sempre interessa solo dire quanto è stato bravo il Sindaco e che tutto quello che fa non è mai sbagliato.
Non è vero, ovviamente, che quello che interessa dire è quanto sia bravo il sindaco. Ma qui si discute del rifacimento di un parco. Divagare può essere piacevole, per chi lo fa, ma anche fuorviante, per chi legge. Discutiamo quindi sul rifacimento del parco. Sul taglio degli alberi, sul progetto.. Di scienza e “governo dell’uomo sulla natura” si può parlare in altre sede e occasioni. Questa mi pare semplicemente poco appropriata. Tutto qui…
Al solito, quando non si vuol parlare del perchè di un certo modo di ragionare si dice che si ritenga perfino piacevole divagare,intendendo come sia facile fare questo magari per sollazzo o per altri motivi che si dicono che siano quelli di cercare costantemente di essere bastian contrari per definizione ed a tutti i costi, mentre si afferma che ci si debba concentrare sul tema ormai deciso che non è rimandabile.Ma il tema caro Marco è quello di come si affrontano i problemi oggi,e tale tema è quello a mio avviso che ho fornito sulla risposta data a Renato, per cui non mi trovi d’accordo col discorso che dice :”non divaghiamo e concentriamoci solo sulla necessità del taglio !” E ti dico di più: non è che io sia contrario al taglio degli alberi ma tu sei sicuro che dicendo ciò che dici siano state rispettate tutte quelle condizioni per le quali si definiscono ”riqualificazioni”, abbattimento degli alberi e del pericolo di quelli malati, se siano veramente malati ed anche tanto altro ? Credo di sapere nel mio piccolo cosa voglia dire abbattere un albero che magari ha diverse decadi di vita, lo sforzo economico per ripiantarne altri, il lavoro che comporta tutto questo, i soldi, il tempo che trascorre per la fruibilità degli spazi e di quello che gli alberi danno alla gente, ecc. ecc. La riqualificazione in base a quali metodi e teorie è stato deciso che vi fosse bisogno ? Tu stesso più volte hai detto anche genericamente che è nell’etica delle generazioni legate alla terra il voler abbattere gli alberi, perchè danno fastidio,danno fastidio agli spazi che debbono servire ad altro, quasi impedissero le coltivazioni al bordo dei campi, ma qui chiaramente non si tratta di campi, si tratta di un area che è a corredo del paese, un polmone abbastanza importante.Siamo sicuri che il problema delle onde delle trasmissione delle nuove tecnologie non abbiano influenzato le decisioni ? Dico questo alla luce di quanto è avvenuto e stà avvenendo in diverse parti d’Italia e cioè che si abbattono alberi per dar seguito e permettere l’instaurazione di nuove tecnologie più veloci per l’informatica e le trasmissioni…è una fake news anche questa? Ed è certo che chi lo mette in atto tutto questo non ti dirà mai che viene fatto per permettere il passaggio delle onde dei trasmettitori che altrimenti avrebbero problemi.Questa diatriba o chiamala come vuoi, c’è stata e c’è tutt’ora in Italia quindi non sono io uomo della strada che me la invento o che grido al lupo al lupo.Chi ha messo in campo tale decisone? Ripeto, non sono contrario all’abbattimento, ma credo che debba venir fatto quando esiste una vera necessità e la riqualificazione di un area come quella del Parco dei Forti vorrei tanto sapere su quali metodi è stata concepita. E’ stato comunicato alla popolazione tutto questo oppure istituzionalmente fa parte di una decisione presa a maggioranza da un Consiglio Comunale? Forse esagero e guardo il problema con la lente d’ingrandimento ma pur non essendo nè un agronomo nè uno studioso del terreno una riflessione mi viene fuori spontaneamente,visto anche l’esperienza passata di sconvolgimenti che hanno toccato i bordi delle nostre strade( vedi la famosa frana alla Fonte del Boia e quello che c’è voluto per ripristinare le condizioni pre-esistenti: si parla di anni o no?) ma gli alberi con le loro radici trattengono soprattutto il terreno,impediscono le frane, e non mi risulta che il Parco dei Forti da un lato confini con la pianura bensì confina con un terreno altamente degradante verso il basso.Se fra del tempo si verificassero a causa dell’acqua soprattutto, cedimenti del terreno verso le case che sono poste sulla strada di Via Torri del Fornello siamo sicuri che la responsabilità non venga attribuita agli alberi eliminati e sostituiti da quelli che ancora debbono fissare stabilmente le loro radici nel terreno?
Parlo a sproposito forse ma tutto oggi è possibile per la semplice ragione di quel famoso modus ragionandi indotto da ciò che ho detto nell’altro intervento, dove mi si diceva che affermare che i danni sono il frutto di una empatia fra uomo e natura che non esiste più, sia cosa questa intellettualmente da disonesti. Ed allora prendiamoci quello che ci danno ma poi di fronte ai possibili danni futuri anche fra anni, non diamo la responsabilità al clima che è variato in maniera non più controllabile, perchè se anche questo sussiste è anche l’uomo che contribuisce col suo distorto modo di pensare,pensando all’immediato e non pensando al futuro.
Carlo fai domande troppo “alte”.
Sarà anche come dici tu ,ma il problema è che questi governano, e governano perchè esiste della gente che a maggioranza ha dato loro credito, salvo poi-visto come è successo col carbonizzatore-insorgere quando gli si tocca il loro(in quel caso giustamente per la salute e la vivibilità ambientale) e non si ragiona mai che guardando un po’ le cose da un punto di vista un po’ più alto si possa vedere nel loro concetto di sviluppo la permeabilità alla penetrazione degli interessi di chi investe. Loro credono di risolvere i problemi nell’immediato schierandosi con chi ha interesse che le strutture si erigano, vengano fatte, si risolvano i problemi, poi se le risoluzioni col tempo ne danno altri dei problemi allora si vedrà di fronteggiarli se sarà possibile farlo. La logica è questa: regnare, fare, seguire quello che dice l’economia dei forti che si avvantaggia, e con i deboli poi si vedrà.Allora tutta questo sciorinare sugli interesi della gente i quali ”madonna mia non sia mai, se appena ci fosse un qualcosa da temere saranno loro i primi a dire di no…”-quante volte lo abbiamo sentito tale discorso- e cosa dovrebbero dire il contrario forse? Capito con chi si ha a che fare ? E’ vergognoso il mio modo di inquadrare i problemi? E’ intellettualmente da disonesti come è stato detto? Ed allora cosa c’entrano le multinazionali col taglio degli alberi e non invece il fatto di doversi concentrare sui tagli siccome il problema è dei tagli attualmente, cosa ca…si va a divagare….”? Questo è il ragionamento, con coloro che gli tengono il palo….e che lo capiscono benissimo che il problema fondamentale sia questo, ma se la cittadinanza si lascia irretire come è da decenni stato, questi regnano in eterno perchè questa è la sola cosa che gli interessa. Ma questo avviene perchè hanno dietro una quantità di persone che con tale sistema e su tale sistema hanno costruito la loro dipendenza ed anche l’essere sudditi, tenendo sempre ad apparire cittadini riempiendosi la bocca di belle parole. ”Sono gli altri ad essere nel torto perchè non và bene loro nulla !” Quante volte l’abbiamo sentito tale rimbrotto e tale pensiero…. Questa è l’etica che va per la maggiore e che hanno saputo produrre ! Ma un bel giorno forse finirà,noi non ci saremo più, ma finirà; questo è sicuro.Ed allora occorrerà memoria, quella che metta in relazione il piccolo come espressione del grande,come quello che oggi succede nel mondo e che oggi non si sopporta più che venga proferito anche a misura delle piccole cose ma che contengono le stesse ragioni di quelle più grandi e che non a caso si fa mancare.