CHIUSI: ACEA, VARIANTE AL PRG, FUTURO DEL PARTITO, IL PD PROVA AD USCIRE DAL PANTANO. PARLA IL CAPOGRUPPO AGOSTINELLI

martedì 24th, dicembre 2019 / 10:59
CHIUSI: ACEA, VARIANTE AL PRG, FUTURO DEL PARTITO, IL PD PROVA AD USCIRE DAL PANTANO. PARLA IL CAPOGRUPPO AGOSTINELLI
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CHIUSI – Nella seduta di venerdì scorso, il Consiglio comunale ha discusso e votato le numerose osservazioni presentate da cittadini, associazioni e comitati alla Variante Generale al Piano Operativo, adottata il 19.12.2018, che, come è noto, recepiva il famoso “atto di governo” del giugno 2018 con cui veniva vietata a Chiusi la realizzazione di inceneritori, carbonizzatori, termovalorizzatori, discariche e attività insalubri con emissioni nocive, salvo i casi n cui l’impresa dimostrasse di applicare le migliori e più avanzate tecnologie per l’abbattimento delle stesse, finanche alla loro completa eliminazione… Cosa questa peraltro prevista anche nella normativa che regola appunto le attività insalubri. La postilla sembrava fatta apposta per lasciare una possibilità ad impianti tipo quello proposto da Acea, che però tale dimostrazione non l’ha data e alla fine ha preferito ritirare il proprio progetto, piuttosto che vederselo bocciare in sede di Conferenza dei Servizi. Una ritirata strategica che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a gran parte della popolazione di Chiusi e dintorni, preoccupata per le possibili ricadute negative di un impianto del genere. Adesso con le modifiche apportate venerdì dal Consiglio Comunale allo strumento urbanistico, la norma proposta con l’atto di governo del 2018, risulta ancora più stringente e precisa, accogliendo, con ciò, almeno parzialmente, un’osservazione del Comitato Aria.

Inceneritori, carbonizzatori, termovalorizzatori ecc. sono adesso vietati, non solo nelle aree produttive, ma in tutto il territorio comunale, aree agricole comprese. Ma adesso fa riferimento specifico a tutti gli  impianti di trattamento rifiuti “al fine di evitare fraintendimenti o interpretazioni”. Un no generalizzato a tutte le attività insalubri di prima classe avrebbe inibito anche l’insediamento di carrozzerie, stalle, officine meccaniche, cosa improponibile. Quanto alla definizione di attività e impianti insalubri la norma approvata dal Comune di Chiusi rimanda al DM 5 settembre 1994.

Mentre su molte osservazioni alla Variante Generale le opposizioni 5 Stelle e Podemos hanno votato contro, questa variazione è stata votata all’unanimità. Quindi se da un lato il Comune accoglie parzialmente una sollecitazione del Comitato, dal’altra le due forze di minoranza che si sono battute a fianco del Comitato, contro il carbonizzatore Acea, riconoscono la bontà di un atto che ha avuto il suo peso nella vicenda e adesso è ulteriormente precisato e reso non più “interpretabile”.  Dopo settimane infuocate e mesi di contrapposizione frontale, un segnale di disgelo.

Il neo capogruppo di maggioranza Simone Agostinelli non nasconde una punta di soddisfazione: “Abbiamo voluto dare una maggiore forza all’atto del giugno 2018, ripreso in Variante generale nel dicembre 2018, lo abbiamo fatto accogliendo anche le sollecitazioni dei comitati. Siamo soddisfatti dell’approvazione e del voto unanime. La nostra volontà era già chiara allora e lo è ancora di più oggi. Rimane il problema di capire dove è possibile costruire gli impianti e la nostra variante è anche una provocazione a riguardo, perché la Regione arrivi una volta per tutte ad elaborare una sorta di piano strutturale per gli impianti di smaltimento, così da non far trovare altre amministrazioni locali nella stessa difficoltà che abbiamo avuto noi. Altro problema è comunque quello dello smaltimento dei fanghi ed è auspicabile un confronto aperto per riuscire a trovare soluzioni condivise. Intanto ringrazio gli uffici per il lavoro svolto. E anche il capogruppo uscente Gianluca Annulli che ha svolto bene il suo compito”. 

In effetti il Comune di Chiusi è l’unico nel territorio ad avere una norma di divieto così stringente. E così come aveva fatto il sindaco Bettollini in Consigio, anche Agostinelli ribadisce che la norma inserita nel P.O del Comune di Chiusi è una provocazione, un “precedente”,  nel senso che se tutti i comuni approvassero una normativa simile a livello nazionale il problema di come e dove trattare i rifiuti che produciamo diverrebbe irrisolvibile.  Perché, è ovvio, gli impianti servono e non si può pensare che ogni comune possa avere la sua discarica, il suo inceneritore, il suo carbonizzatore per i fanghi ecc… Servono politiche solidali, di area, quantomeno per ambiti provinciali…  E questo sarà tema caldo anche nella campagna elettorale per le regionali di primavera.

Chiusi un impianto che tratta rifiuti non solo locali ce lo ha già, è il depuratore ex Bioecologia, ora di Acea. Quindi la sua parte, diciamo, la sta già facendo, ma anche il futuro di quell’impianto sarà tema caldo nelle prossime settimane e mesi, non solo riguardo all’ammodernamento tecnologico (promesso da Acea), ma anche per ciò che riguarda la tipologia dei “reflui” trattati.

Insomma la norma restrittiva del Comune di Chiusi, dice Agostinelli, “non è una risposta campanilistica, sull’onda della sindrome Nimby (“Not in my back Yard” non nel mio giardino), ma esattamente il contrario, è un monito, un modo per dire o questa questione si affronta seriamente dall’alto, o non se ne esce”. E, ci par di capire, anche un modo per dire che una riflessione ampia su questi temi andrà fatta anche a livello locale e non solo in ambito amministrativo.

Ma Agostinelli e Bettollini un problemino a tal proposito ce l’hanno. Non ci riferiamo al fatto che si sono trovati nel mirino delle critiche e sotto il tiro dei Comitati. Quanto allo stato del loro partito. Il capogruppo anche su questo prova a suonare la carica e ad alzare l’asticella:

“Il partito deve tornare ad essere protagonista del dibattito politico, sia sulle tematiche locali che su quelle nazionali. C’è bisogno di ritrovare quello spirito di appartenenza che ha sempre contraddistinto le forze politiche che sono alla base dell’esperienza fondativa del progetto PD. Rispetto a questo, la fuoriuscita di Matteo Renzi, non ha fatto altro che ridefinire una volta per tutte, la vera natura del nostro partito. Io ho sempre sostenuto che un partito, soprattutto di sinistra, non si possa accontentare solo di avere un leader carismatico, ma debba mettere tutta la sua forza per rispondere alle domande delle persone che vuole rappresentare e noi per molto tempo non siamo stati capaci di farlo. Oggi abbiamo bisogno di compagne e compagni che credono in una sinistra che non abbia paura di governare, che metta alla base della propria azione politica il lavoro, la scuola, la cultura, lo sviluppo economico sempre sempre attento alle tematiche ambientali. Di giovani che ancora credono nella forza propulsiva di un ideale. Se non siamo capaci di fare questo, si perde e l’Umbria ne è la prova”.

Ma al momento tutto questo sembra un “miraggio”. Il Pd a Chiusi è in una condizione a metà tra il Visconte dimezzato e il Cavaliere inesistente, per dirla con Calvino. Simone Agostinelli però si dice fiducioso: “abbiamo lavorato e stiamo lavorando per rimettere in piedi una struttura capace di dire la sua, con un segretario dell’Unione comunale e segretari dei circoli, laddove questi sono venuti meno con la diaspora di Italia Viva, a breve, appena dopo le feste, diciamo metà gennaio, ci saranno novità interessanti. Sono convinto che si possa ripartire e ricominciare a fare politica…”

Nel frattempo, mentre il Pd si riorganizza e gli altri lavorano alla costruzione di una alternativa in vista delle comunali 2021, magari facendo le prove generali alle regionali della prossima primavera, la stessa amministrazione comunale farebbe bene, forse, a fare il punto della situazione sul caso Acea: cioè su come è finita la questione, su cosa resta sul tappeto e sul che fare, adesso che il progetto carbonizzatore è saltato, del depuratore esistente e nel resto di quell’area.

Bettollini ha sempre detto che l’assemblea pubblica l’avrebbe fatta nel momento in cui avesse avuto in mano tutti i pareri di merito, bene, adesso non è più questione di pareri, ma di chiudere un capitolo e aprire quello del dopo.

Secondo noi, anche per neutralizzare un tam tam social  fatto anche di fake news, commenti denigratori e strumentalizzazioni politiche, per uscire dal cono d’ombra in cui oggettivamente si è ritrovata, l’Amministrazione Comunale deve chiudere la partita. Spetta ad essa farlo. Convochi dunque una conferenza pubblica, un bel confronto con i cittadini – ora che lo spettro è stato allontanato e il pericolo è scampato – per spiegare lo stato delle cose e aprire il capitolo sul futuro. Tra l’altro non si tratterebbe di andare a Canossa, di chiedere scusa, come qualcuno, strumentalmente ha più volte ribadito, perché l’Amministrazione andrebbe al confronto con la forza degli atti prodotti, con una proposta ufficiale (il parco fotovoltaic0) per la destinazione dell’area ex centro carni, con  uno strumento urbanistico che impone anche alla Regione e ai comuni limitrofi una riflessione di sistema.

Sotto le feste naturalmente no, non è il caso. Ma prima lo fa e meglio è. E se Bettollini, Micheletti e Agostinelli riusciranno ad avere, nell’occasione, le spalle coperte da un Pd rinnovato, rimotivato, con qualche dirigente riconoscibile e parlante, sarà tanto di guadagnato anche per loro. Soprattutto in prospettiva.

Intanto passeranno un Natale e un capodanno più sereni… Come del resto anche il Comitato Aria, che – fanno sapere alcuni esponenti –  ha finalmente festeggiato con una cena in un ristorante, la vittoria sul drago Aceo. Ci ha messo un po’ il Comitato a metabolizzare la fine della battaglia, probabilmente ci aveva preso gusto, l’adrenalina dello scontro campale tiene vivi… Ritrovarsi all’improvviso senza più il nemico di fronte e con partiti politici che ti tirano la giacchetta o provano a metterti il cappello, può spiazzare. Ma anche questa è fatta. Il brindisi della vittoria c’è stato. Perché non è vero che non c’era niente da festeggiare.

Il drago si è ritirato nel giorno di Santa Lucia (che non è Lucia Lazzeri Contini, solo omonimia), nel paese di mezzo, in mezzo alle terre di mezzo la gente non respirerà vapori mefitici. Qualcuno avrà acceso o accenderà una candela. Tutti vissero felici e contenti.

 

 

 

 

 

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