CHIUSI, BETTOLLINI SCIOGLIE I NODI: RESTA NEL PD E AL TIMONE DEL COMUNE. IL PARTITO E COALIZIONE PIU’ COESI E MOTIVATI

giovedì 14th, novembre 2019 / 12:52
CHIUSI, BETTOLLINI SCIOGLIE  I NODI: RESTA NEL PD E AL TIMONE DEL COMUNE. IL PARTITO E COALIZIONE PIU’ COESI E MOTIVATI
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Qualcuno l’aveva definita una resa dei conti. Ma poteva anche finire per essere il conto della resa. Una resa incondizionata e addirittura prima di combattere la battaglia. Il sindaco Bettollini, provato e amareggiato dalla lenzuolate contro sul caso Acea e dalla diaspora di amici e compagni dal Pd verso Italia Viva, aveva adombrato l’ipotesi di dimettersi, per solitudine e amarezza. Il Bettollini decisionista e spavaldo è apparso all’improvviso come un re nudo, un capitano del  popolo senza esercito e senza popolo… Un Visconte dimezzato come quello di Calvino… Questo gli ha fatto paura e lo ha fatto vacillare.

Si è preso dieci giorni di tempo per verificare l’entità della diaspora e la tenuta della squadra, ma in sostanza anche per pensarci…  E ieri sera, nella sede del circolo di Chiusi Scalo, davanti alla seconda assemblea degli iscritti al Pd in 10 giorni ha sciolto i suoi nodi. Niente dimissioni. Nessuna crisi di giunta. Nessuna fuga verso altri lidi. Bettollini resta nel Pd, “con convinzione e ritrovate motivazioni”. Resta dunque al timone della nave, che non è una nave che affonda. Anche la squadra sembra aver ritrovato fiducia e compattezza.

Non era scontato. Non a caso all’assemblea di ieri sera erano presenti il segretario provinciale Andrea Valenti e l’ex sindaco di Sarteano Stefano Paolucci, responsabile organizzazione, inviati da Siena, come ai vecchi tempi, quando il Pci mandava “il compagno della federazione” a  sovrintendere ai lavori a dirimere le questioni.

La diaspora dei renziani si è rivelata la fuga di un manipolo di fedelissimi di Scaramelli. Il segretario comunale Cimarelli, e due segretari di circolo, Davide Canini e Fabio Montebove. Più l’ex segretaria Pamela Fatichenti. Stop. Per Scaramelli non una campagna acquisti sontuosa. Se l’obiettivo era svuotare il Pd chiusino non ci è riuscito. E se si considera che Chiusi era il paese (e il Pd) più renziano di tutta la provincia, il risultato è scarso assai. Quasi una debacle in casa, per il consigliere regionale.

Per il Pd chiusino, invece è un nuovo inizio. Bettollini ci avrà pensato per qualche attimo a seguire anche lui il vecchio amico, avrà certamente temuto di rimanere solo con il cerino in mano e un partito svuotato alle spalle… Ma alla fine avrà anche considerato che se fosse passato a Italia Viva avrebbe di fatto aperto una crisi nella maggioranza che governa il Comune. Come avrebbe potuto continuare a fare il sindaco, passando ad altro partito? La politica ancora delle regole le ha… Anche se non scritte.

E’ chiaro che una cosa del genre avrebbe innescato un processo degenerativo, con la caduta della giunta in carica e la prospettiva di nuove elezioni anticipate come nel 2011 e nel 2016 dopo le fughe di Ceccobao prima e di Scaramelli poi…  Avrà considerato Bettollini che una sua uscita dal Pd per seguire Renzi, avrebbe significato sconfessare gran parte delle dichiarazioni, degli atti, che egli stesso ha fatto o prodotto nell’ultimo anno… Avrebbe anche significato servire il Comune di Chiusi su un piatto d’argento alla destra montante. E last but not least, come dicono gli inglesi, avrebbe significato rimangiarsi gran parte del credito personale conquistato come uno dei sindaci che più marcatamente si è esposto sulla connotazione di sinistra.

Certo ha voluto testare la compattezza del suo partito e della coalizione. E averne la certezza. Il fatto che nessuno del gruppo consiliare, contrariamente a quanto sembrò emergere all’assemblea del 4 novembre, sia alla fine passato con Italia Viva lo ha certamente confortato. Così come lo ha confortato la decisione di rimanere nel Pd delle due segretarie donne di Montevenere e Montallese, Doretta Rossi e Irene Vannuccini. Lo ha confortato l’appello di Pd e Psi e, crediamo anche la determinazione a rimanere nel partito per rilanciarlo di Sara Marchini, Andrea Micheletti e Simone Agostinelli.  Convinta la conferma della coalizione anche da parte del Psi, Quindi niente apertura o allargamento ad Italia Viva. Non ce n’è bisogno. 

Hanno sicuramente capito Bettollini e gli altri che le dimissioni o il cambio di casacca del sindaco sarebbero stati l’inizio della fine non solo dell’amministrazione in carica,  ma anche del Pd e del centro sinistra a Chiusi. Eventualità ben peggiore del fatto di trovarsi sotto tiro sul caso Acea, che resta certamente sullo sfondo, ma può ancora finire con un NO, se l’inchiesta pubblica avviata non darà certezze o anche solo per il fatto che “contro il popolo non si governa”…

Dicevamo della compattezza del gruppo consiliare e della squadra dei collaboratori stretti di Bettollini, ma ieri sera anche il corpo del partito si è mostrato unito e compatto, il documento finale proposto dal sindaco è stato votato praticamente all’unanimità, con un solo voto contrario (Paolo Scattoni) e un astenuto (Fiorella Fanciulli). Il Pd riparte dunque, senza i renziani e con più vigore e voglia di dire la propria di quanta non ne avesse mostrata negli ultimi due anni. La parola d’ordine adesso è “aprire”. E aprirsi a figure nuove, ma anche alla possibilità di ritorni e rientri, alla possibilità di coinvolgere figure della sinistra che non si sono mai avvicinate o si sono allontanate.

Il documento proposto da Bettollini altro non era che l’appello lanciato da segretario Andrea Valenti, qualche giorno fa e che in poche ore è stat firmato da più di 200 tra sindaci, amministratori, segretari e militanti. Un appello a rimanere nel Pd e a rilanciarlo.  “Con Bettollini si chiude il cerchio dei sindaci – ha detto il segretario Valenti – che si sono dichiarati compattamente nel proseguire il loro impegno nel Partito Democratico. Il risultato di Chiusi è ancora più significativo, vista la compattezza dimostrata dagli amministratori e dalla stragrande maggioranza dell’ assemblea”. A questo punto, visto il voto contrario a tale documento, l’unica prossima defezione potrebbe essere quella di Paolo Scattoni, che è iscritto al Pd dalla prima ora, ma per la verità su molte questioni, soprattutto locali, non perde occasione per marcare la sua distanza, a volte siderale, dalle posizioni del sindaco, della giunta e della maggioranza…

Ora il Pd chiusino dovrà trovare il segretario dell’Unione comunale e i  segretari di circolo per sostituire quelli che sono usciti. E darsi una nuova organizzazione. Un nuovo modus operandi… Ma la voragine non c’è. C’è un partito che sembra aver ritrovato almeno la voglia di esserci e di non sparire. Un partito che non ci sta  a farsi dipingere come quello di Ceasescu, poco prima che il conducator fosse passato per le armi.

La maggioranza che sembrava sul punto di sfaldarsi, ne esce invece rafforzata, più coesa, più determinata. E, come dicono gli allenatori, con nuove motivazioni. Sempre che non sia un fuoco di paglia. E che il Pd non imploda a livelli più alti…

m.l.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×