CHIUSI, BETTOLLINI SCIOGLIE I NODI: RESTA NEL PD E AL TIMONE DEL COMUNE. IL PARTITO E COALIZIONE PIU’ COESI E MOTIVATI
CHIUSI – Qualcuno l’aveva definita una resa dei conti. Ma poteva anche finire per essere il conto della resa. Una resa incondizionata e addirittura prima di combattere la battaglia. Il sindaco Bettollini, provato e amareggiato dalla lenzuolate contro sul caso Acea e dalla diaspora di amici e compagni dal Pd verso Italia Viva, aveva adombrato l’ipotesi di dimettersi, per solitudine e amarezza. Il Bettollini decisionista e spavaldo è apparso all’improvviso come un re nudo, un capitano del popolo senza esercito e senza popolo… Un Visconte dimezzato come quello di Calvino… Questo gli ha fatto paura e lo ha fatto vacillare.
Si è preso dieci giorni di tempo per verificare l’entità della diaspora e la tenuta della squadra, ma in sostanza anche per pensarci… E ieri sera, nella sede del circolo di Chiusi Scalo, davanti alla seconda assemblea degli iscritti al Pd in 10 giorni ha sciolto i suoi nodi. Niente dimissioni. Nessuna crisi di giunta. Nessuna fuga verso altri lidi. Bettollini resta nel Pd, “con convinzione e ritrovate motivazioni”. Resta dunque al timone della nave, che non è una nave che affonda. Anche la squadra sembra aver ritrovato fiducia e compattezza.
Non era scontato. Non a caso all’assemblea di ieri sera erano presenti il segretario provinciale Andrea Valenti e l’ex sindaco di Sarteano Stefano Paolucci, responsabile organizzazione, inviati da Siena, come ai vecchi tempi, quando il Pci mandava “il compagno della federazione” a sovrintendere ai lavori a dirimere le questioni.
La diaspora dei renziani si è rivelata la fuga di un manipolo di fedelissimi di Scaramelli. Il segretario comunale Cimarelli, e due segretari di circolo, Davide Canini e Fabio Montebove. Più l’ex segretaria Pamela Fatichenti. Stop. Per Scaramelli non una campagna acquisti sontuosa. Se l’obiettivo era svuotare il Pd chiusino non ci è riuscito. E se si considera che Chiusi era il paese (e il Pd) più renziano di tutta la provincia, il risultato è scarso assai. Quasi una debacle in casa, per il consigliere regionale.
Per il Pd chiusino, invece è un nuovo inizio. Bettollini ci avrà pensato per qualche attimo a seguire anche lui il vecchio amico, avrà certamente temuto di rimanere solo con il cerino in mano e un partito svuotato alle spalle… Ma alla fine avrà anche considerato che se fosse passato a Italia Viva avrebbe di fatto aperto una crisi nella maggioranza che governa il Comune. Come avrebbe potuto continuare a fare il sindaco, passando ad altro partito? La politica ancora delle regole le ha… Anche se non scritte.
E’ chiaro che una cosa del genre avrebbe innescato un processo degenerativo, con la caduta della giunta in carica e la prospettiva di nuove elezioni anticipate come nel 2011 e nel 2016 dopo le fughe di Ceccobao prima e di Scaramelli poi… Avrà considerato Bettollini che una sua uscita dal Pd per seguire Renzi, avrebbe significato sconfessare gran parte delle dichiarazioni, degli atti, che egli stesso ha fatto o prodotto nell’ultimo anno… Avrebbe anche significato servire il Comune di Chiusi su un piatto d’argento alla destra montante. E last but not least, come dicono gli inglesi, avrebbe significato rimangiarsi gran parte del credito personale conquistato come uno dei sindaci che più marcatamente si è esposto sulla connotazione di sinistra.
Certo ha voluto testare la compattezza del suo partito e della coalizione. E averne la certezza. Il fatto che nessuno del gruppo consiliare, contrariamente a quanto sembrò emergere all’assemblea del 4 novembre, sia alla fine passato con Italia Viva lo ha certamente confortato. Così come lo ha confortato la decisione di rimanere nel Pd delle due segretarie donne di Montevenere e Montallese, Doretta Rossi e Irene Vannuccini. Lo ha confortato l’appello di Pd e Psi e, crediamo anche la determinazione a rimanere nel partito per rilanciarlo di Sara Marchini, Andrea Micheletti e Simone Agostinelli. Convinta la conferma della coalizione anche da parte del Psi, Quindi niente apertura o allargamento ad Italia Viva. Non ce n’è bisogno.
Hanno sicuramente capito Bettollini e gli altri che le dimissioni o il cambio di casacca del sindaco sarebbero stati l’inizio della fine non solo dell’amministrazione in carica, ma anche del Pd e del centro sinistra a Chiusi. Eventualità ben peggiore del fatto di trovarsi sotto tiro sul caso Acea, che resta certamente sullo sfondo, ma può ancora finire con un NO, se l’inchiesta pubblica avviata non darà certezze o anche solo per il fatto che “contro il popolo non si governa”…
Dicevamo della compattezza del gruppo consiliare e della squadra dei collaboratori stretti di Bettollini, ma ieri sera anche il corpo del partito si è mostrato unito e compatto, il documento finale proposto dal sindaco è stato votato praticamente all’unanimità, con un solo voto contrario (Paolo Scattoni) e un astenuto (Fiorella Fanciulli). Il Pd riparte dunque, senza i renziani e con più vigore e voglia di dire la propria di quanta non ne avesse mostrata negli ultimi due anni. La parola d’ordine adesso è “aprire”. E aprirsi a figure nuove, ma anche alla possibilità di ritorni e rientri, alla possibilità di coinvolgere figure della sinistra che non si sono mai avvicinate o si sono allontanate.
Il documento proposto da Bettollini altro non era che l’appello lanciato da segretario Andrea Valenti, qualche giorno fa e che in poche ore è stat firmato da più di 200 tra sindaci, amministratori, segretari e militanti. Un appello a rimanere nel Pd e a rilanciarlo. “Con Bettollini si chiude il cerchio dei sindaci – ha detto il segretario Valenti – che si sono dichiarati compattamente nel proseguire il loro impegno nel Partito Democratico. Il risultato di Chiusi è ancora più significativo, vista la compattezza dimostrata dagli amministratori e dalla stragrande maggioranza dell’ assemblea”. A questo punto, visto il voto contrario a tale documento, l’unica prossima defezione potrebbe essere quella di Paolo Scattoni, che è iscritto al Pd dalla prima ora, ma per la verità su molte questioni, soprattutto locali, non perde occasione per marcare la sua distanza, a volte siderale, dalle posizioni del sindaco, della giunta e della maggioranza…
Ora il Pd chiusino dovrà trovare il segretario dell’Unione comunale e i segretari di circolo per sostituire quelli che sono usciti. E darsi una nuova organizzazione. Un nuovo modus operandi… Ma la voragine non c’è. C’è un partito che sembra aver ritrovato almeno la voglia di esserci e di non sparire. Un partito che non ci sta a farsi dipingere come quello di Ceasescu, poco prima che il conducator fosse passato per le armi.
La maggioranza che sembrava sul punto di sfaldarsi, ne esce invece rafforzata, più coesa, più determinata. E, come dicono gli allenatori, con nuove motivazioni. Sempre che non sia un fuoco di paglia. E che il Pd non imploda a livelli più alti…
m.l.
Questa, da un lato, è una buona notizia. Devo però dire che non fai onore alla convinzione di Juri (o come diavolo si scrive: in tutti questi anni che lo conosco ancora non l’ho imparato). Se dici che ha subito la tentazione “vivaista” è come legarlo ad una figura nel guado. In realtà, seppur nell’immaginabile tensione di questi giorni, sono convinto che non abbia mai pensato di lasciare il PD: fa parte della sua tradizione personale, prima che politica. Sono magari gli altri che, nati e cresciuti sul terreno dell’associazionismo cattolico, si trovano meglio a cantare laudi e piantar emendamenti che non a confrontarsi. E’ una notizia non troppo buona, dall’altro lato, perché un Bettollini rinfrancato sarà sicuramente un osso duro con cui misurarsi. Scherzi a parte, credo che abbia un compito non facile se vorrà assumersi anche il carico del partito oltre che quello amministrativo. Ma le cose facili hanno anche poco sapore… Non capisco però perché Paolo dovrebbe lasciare il PD: mi sembra un partito che ha parecchio posto e ciascuno porta la sua rosa – con le spine del caso (per sé e per gli altri) -. Avere qualcuno che dissente nel merito è disporre di una risorsa di pregio, gratis per di più. Un po’ faticosa, magari, ma aiuta a focalizzare meglio problemi e strategie di soluzione. L’unanimismo porta sempre a soluzioni “vivaiste”…
Quello che dici non è del tutto esatto, Bettollini si è affacciato alla politica da assessore “cooptato” da Scaramelli nel 2011, prima non so se avesse mai varcato la soglia di una sezione… Scaramelli ha fato esperienze nell’associazionismo cattolico, ma viene dal Pds e dalla sinistra giovanile, non dall’area Dc e così la Pamela Fatichenti. Cimarelli ha fatto l’assessore Ds con Ceccobao… Fai un po’ te..- Che Bettollini abbia avuto qualche tentennamento verso il renzismo, mi pare umano (è da lì che viene) e lo conferma puretra e righe nel post che ha diffuso oggi sui social. Almeno a me così pare…
Non ho negato il “tentennamento”, in fondo è stato paladino del renzismo per qualche anno, ma la tentazione: Juri, per il poco che lo conosco, è una persona molto coerente (e anche leale: almeno nei confronti del personale ha dimostrato una serietà encomiabile, che gli ho già riconosciuto pubblicamente anche nella recente assemblea). A lume di naso, direi che consideri conclusa l’esperienza renziana, costretta com’è a strizzare l’occhio a Carfagna. Tra l’altro, i sondaggi vedono in discesa Italia Viva (l’ultimo che ho visto è quello della Gabbanelli: parlava di una flessione superiore al punto e mezzo rispetto al precedente sondaggio di un paio di settimane prima); per un partito neonato non è un incoraggiamento. Ripeto, il tipo è abbastanza “tosto” e per il PD è un’ottima figura. Ora sta a lui giocare le carte con accortezza, stando attento ad evitare qualche buccia di banana che facili adulatori spargono sempre sul cammino del vincitore….
Ma il corpo del partito unito e compatto è quello che si vede nella foto? Con il massimo rispetto, sono 23 persone di cui 2 non favorevoli al documento presentato. Siamo più numerosi noi ai nostri abituali incontri della nostra umile lista Possiamo. Poi un altro piccolo appunto la politica che conosco è quella che normalmente in un partito divide amministrazione e politica, non fa parte delle tradizioni della sinistra mettere tutto nelle mani di un caudillo. Chiaramente tutto questo detto con rispetto al PD e alla sua autonomia.
Certe uscite di nostalgici del centralismo democratico neppure meritano alcun cenno. Consiglio l’iscrizione al PD per capire senza riciclare informazione stantia come funziona un partito ormai da tempo uscito dagli schemi del centralismo democratico.
”…avrebbe significato rimangiarsi gran parte del credito personale conquistato come uno dei sindaci che più marcatamente si è esposto sulla connotazione di sinistra”…ma che ci pigli per i fondelli ? Se la memoria non m’inganna è stato per anni marcatamente renziano ed in 15 giorni visto il cavallo che gli passava vicino,nello sconforto da te stesso nominato,è diventato zingarettiano. Ma ti sembra un metro di misurare le cose codesto che usi ?Mi potrò sbagliare, ma se la politica oggi si fà per coloro che non hanno memoria e si confida che la gente viva nel dimenticatoio allora fai bene a dire quello che dici, ma un po’ di contegno credo che occorrerebbe anche da chi giudica e diffonde le notizie.Poi, per carità, ognuno è libero di aderire alle correnti che vuole e che sente più vicine e se sia giusto cambiare deve essere rispettato ma non si può liberamente pensare di evadere il giudizio di chi guarda. Non entro nelle scelte personali di bettollini, se ha deciso di essere in quel modo e se lo riconosce idoneo alla sua figura va bene così e va bene per lui, ma che tu debba dire che sia stato uno dei sindaci più marcatamente esposti a sinistra, nemmeno tu fossi a parlare ai bambini delle Pie Venerini.Con rispetto delle Pie Venerini….
A Chiusi le Pie Venerini non ci sono più!!!
Si è vero, non me lo ricordavo…ma quelli della nostra fascia di età ci sono andati tutti dalle Pie Venerini…
Dopo questa notizia siamo tutti più sollevati!!!!
E che avrebbe fatto così marcatamente di sinistra? Un renziano che fino a pochi mesi fa dava dei gufi a chi aveva dubbi sulle magnifiche sorti evocate dai rinnovatori con il vento in faccia. Un po’ va bene, ognuno ha le proprie idee e i propri giudizi però oltre un certo limite si cade nel ridicolo.
come diceva Moretti, le parole sono importati: nell’articolo non si dice che Bettollini da renziano doc sia diventato marcatamente di sinistra (cosa questa che sarebbe opinabile), ma che nell’ultimo anno almeno più marcatamente si è esposto sulla connotazione di sinistra” e infatti lo ha fatto con dichiarazioni e atti sull’antifascismo, sulla difesa della Costituzione, appoggiando iniziative dell’Anpi e sulla memoria, appoggiando Zingaretti e vari candidati e liste di sinistra nei paesi limitrofi, ma anche su alcuni servizi sociali, nella vicenda della scuola, dove, sia pure con toni forse sopra le righe, ha difeso un diritto e la parità/uguaglianza tra gli alunni… La scelta di non aderire a Italia viva come l’ex amico e sodale Scaramelli e di rimanere nel Pd va nella medesima direzione. Magari ad alcuni potrà apparire NON di sinistra o NON SUFFICIENTEMENTE di sinistra, ma che, quantomeno con le dichiarazioni (compresa l’ultima con a quale ha spiegato la scelta di restare nel Pd e alla guida del Comune) si sia speso per accreditare una tale connotazione, mi pare innegabile. Le parole, ripeto, sono importanti…
Lascia perdere la vicenda scuola: primo perché non ne sai niente secondo perché ad agosto la vicenda era stata messa in sospeso dall’amministrazione comunale affermando ufficialmente che sarebbe stata sottoposta alla conferenza zonale per l’educazione, pochi giorni fa è arrivato il comunicato congiunto del comune e della scuola comunicando che non sarà sottoposta alla conferenza zonale, alla faccia della coerenza e della correttezza nei confronti della maggioranza dei genitori che si erano espressi a favore della settimana breve. Informati prima di scrivere.