CHIUSI, SUL CASO SCUOLA INTERVIENE MARCO FE’, MAESTRO STORICO E ANIMATORE CULTURALE: “IL PRESIDE HA SBAGLIATO”
CHIUSI – Se c’è a Chiusi una persona che conosce come le sue tasche la scuola elementare del centro storico, quello che significa quella scuola per la comunità, questa persona è senza dubbio Marco Fè. Che è chiusino doc ed è stato un maestro in quella scuola elementare per decenni. Un “maestro storico”, rimasto al pezzo fino al 2007. Da 12 anni è in pensione, ma non ha smesso di occuparsi di scuola e di ragazzi. E’ infatti l’animatore instancabile del Concorso Nazionale Scolastico Ragazzi in Gamba, che ogni anno da più di 50 anni raduna a Chiusi e in altre città d’Italia decine e decine di scuole elementari e medie che si cimentano nel teatro, nella musica, nelle arti figurative…
La vicenda legata alla settimana corta e quindi al cambio di orario, con la decisione presa dagli organi scolastici di accorpare tutte e tre le classi prime assegnate nel plesso di Chiusi Scalo, con conseguente rischio di una progressiva chiusura di quello di Chiusi città e con la guerra aperta, ormai, tra sindaco e assessore da una parte e preside dall’altra, non lo ha lasciato certamente indifferente. E infatti è amareggiato Marco Fè.
Raggiunto telefonicamente in vacanza, alla domanda su come veda e viva la diatriba tra dirigente scolastico e amministrazione comunale il maestro Fè risponde così: “Il duello tra l’Amministrazione Comunale ed il dirigente scolastico che si combatte in quest’estate finisce per essere la cartina di tornasole della società chiusina, giunta, per l’occasione, ad un bivio abbastanza significativo della sua storia recente. Bivio non solo tra settimana lunga o breve ma tra gli interessi di pochi e quelli di molti, tra il perseguire la già intrapresa via della comunità educante o l’essere perennemente divisi e dispersi in tanti rivoli. Si pone quindi come una scelta di civiltà tra nascondere o scoprire la propria identità”.
Sul preside Marra precisa: “Quando l’ho conosciuto, pochi giorni dopo la sua venuta a Chiusi, più che come dirigente scolastico il Prof. Sergio Marra ha reso palese la sua personale preferenza ad essere considerato un grande organizzatore di eventi, in particolare di tipo artistico musicale. Il suo presentarsi dava facilmente adito ad interpretare la sua venuta nella città toscana di Porsenna, Mustiola e Graziano con lo scopo di rinnovarla secondo i suoi intendimenti, senza peraltro conoscerla, grazie alla sua esperienza e, soprattutto, alle sue altolocate conoscenze. Senza entrare nel merito del dilemma settimana lunga o breve, confrontando come il Prof. Marra ha trovato la situazione scolastica e la comunità cittadina nel settembre del 2018 e come è stata ridotta ora, dopo appena undici mesi della sua dirigenza scolastica, mi appare difficile cogliere nel suo dire e nel suo operare qualcosa di valido dal punto di vista della promozione sociale, educativa, culturale e valoriale della scuola e della città”…
Un giudizio dunque tranchant. Che Marco Fè argomenta ancora: “D’altra parte è assurdo pensare che l’agire autoritario e discriminante del dirigente scolastico possa risentire di un certo stile che potrebbe essere un’aggravante. In certi ambienti, per lo meno nelle alte sfere, si ragiona e si agisce con razionalità e determinazione, si persegue uno scopo preciso, si ha spirito di discernimento, non si ostenta frivolo autoritarismo, si rispettano, per lo meno esteriormente, i valori e le tradizioni del posto, né ci si appella alla legge prima che al rapporto umano. Non mi sembrano queste le caratteristiche proprie del Prof. Marra”.
Detto questo ci sembra evidente che nella diatriba Amministrazione-Preside, Marco Fè sia schierato dalla parte dell’Amministrazione. Ed egli stesso lo conferma: “Certo. Sto dalla parte di chi difende la scuola pubblica come agenzia culturale del territorio e ne difende la sopravvivenza, sto dalla parte di chi ne difende la parità di accesso, garantendo ad esempio il trasporto pubblico degli alunni, che è servizio essenziale e qualificante e non può essere ignorato o tenuto in secondo piano quando si programmano gli orari di entrata e di uscita dei ragazzi… Sto dalla parte di chi difende il diritto di scelta dei genitori. E soprattutto dalla parte di chi non vuole che il plesso scolastico di Chiusi Città, dove ho insegnato per tanti anni, possa essere messo in discussione per scelte organizzative poco oculate o solo su questioni di numeri, molto piccoli peraltro quindi, volendo, facilmente superabili”.
M.L.
Quando si leggono interviste come quella telefonica a Marco Fè verrebbe voglia esprimere di getto tutta la propria indignazione. Le risposte di getto, però, rischiano di eccedere. Così ho fatto tre profondi respiri. L’indignazione permane, ma spero di scrivere queste righe più lucidamente rispetto a quelle di una immediata reazione.
Ecco una delle affermazioni che più mi hanno colpito: “Senza entrare nel merito del dilemma settimana lunga o breve, confrontando come il Prof. Marra ha trovato la situazione scolastica e la comunità cittadina nel settembre del 2018 e come è stata ridotta ora, dopo appena undici mesi della sua dirigenza scolastica, mi appare difficile cogliere nel suo dire e nel suo operare qualcosa di valido dal punto di vista della promozione sociale, educativa, culturale e valoriale della scuola e della città”…
e più oltre:“D’altra parte è assurdo pensare che l’agire autoritario e discriminante del dirigente scolastico possa risentire di un certo stile che potrebbe essere un’aggravante. In certi ambienti, per lo meno nelle alte sfere, si ragiona e si agisce con razionalità e determinazione, si persegue uno scopo preciso, si ha spirito di discernimento, non si ostenta frivolo autoritarismo, si rispettano, per lo meno esteriormente, i valori e le tradizioni del posto, né ci si appella alla legge prima che al rapporto umano. Non mi sembrano queste le caratteristiche proprie del Prof. Marra”.
Come si può ragionare così? È come dire che il sindaco, mal consigliato, nel celebrare il gemellaggio con Lamezia Terme, con banda al seguito, abbia ricevuto qualche influenza da parte di amministratori comunali di quella città poi commissariati per sospette infiltrazioni ndranghetiste.
Questo invece mi fa venire in mente l’iniziativa con il sacerdote partenopeo Luigi Merola. Fra l’altro in querlla occasione il sindaco fece pubblica ammenda per una assurda battuta in Consiglio comunale sulla scuola superiore di Chiusi e che aveva determinato l’indignazione di molti docenti che in quel cointesto si impegnano quotidianamente.
Le affermazioni contenuto in questa intervista, oltre che essere per la maggior parte campate in aria, sono gratuite e cosa ancor più grave provengono da una persona che ha vissuto il mondo della scuola e che quindi ne dovrebbe conoscere i problemi e le difficoltà di chi deve gestirli. Ci sarebbe poi da dire anche dell’orientamento poco lineare dell’intervistato, tutto legittimo e rispettabile per carità, ma passare dal sostegno alla Primavera pochi anni fa e comunque da una posizione lontana dalla maggioranza che amministra Chiusi a posizioni “filorenziane” e al sostegno all’attuale maggioranza, mi sembra politicamente, diciamo così, un andamento ondivago.
Non mi piace intromettermi nei fatti che non conosco approfonditamente e questo è uno di quelli, però non riesco neppure a trattenermi dall’esprimere un mio personale distaccato giudizio su questo articolo che sembra voler gettare benzina su una discussione che, ritengo, non sarebbe neppure dovuta nascere, soprattutto per mano di chi avrebbe dovuto, semmai, smorzarla. Particolarmente non sui social, intorno alla gestione della scuola “primaria” di Chiusi
Marco Fè è per me un amico, che stimo anche per tutto l’impegno che ha profuso nella manifestazione “Ragazzi in Gamba” e dalla cui parte io mi sono sempre schierato, nelle poche occasioni in cui mi sono trovato dove qualcuno criticava la sua gestione della storica attività.
Ho sempre sostenuto e sostengo, che chi fa le cose rischia di sbagliare, per non sbagliare mai bisognerebbe non fare nulla, ma tra le due tipologie, per me, meglio la prima. L’importante sarebbe una volta scoperti, far tesoro degli errori e cercare di porci rimedio, se possibile.
Marco ed il preside Marra appartengono a chi fa e per me sono entrambi degni di stima.
Chiaramente, chi fa, si può trovare anche ad accontentare solo una parte di persone, quasi impossibile accontentare tutti!
Ormai, tra l’altro, siamo abituati a mettere al primo posto il “tornaconto”, anziché il famoso “bene comune” di cui troppi si riempiono la bocca a sproposito.
Marco Fè, in alcune scelte del dirigente (credo riguardanti la settimana corta e l’impiego della banda scolastica, non so se altro) si è trovato in disaccordo, posso accettare la sua posizione, non ci trovo nulla di male. Anche se non ero presente direttamente, per queste divergenze ebbero una accesissima discussione, si sentivano i toni alzati sopra il normale dalle aule vicine alla presidenza.
Per cui, il suo, mi perdoni Marco Fè, ma non lo ritengo un giudizio proprio “distaccato” e per una corretta informazione, servirebbe che un giornalista disinteressato e non di parte, sentisse anche qualche altra “campana” diversa e soprattutto “informata dei fatti” (però non saprei chi, a parte lo stesso dirigente).
A quanto mi risulta, tra l’altro, la maggior parte dei genitori si sono espressi in favore della settimana corta… E mi pare che quello della prima classe a Chiusi, cui stavano cercando di rimediare, sia solo un pretesto per accentuare la discussione e “compattare le truppe” per non darla vinta a questo dirigente che viene dal sud. Come si è fatto pesare più volte! (similrazzisti anche tra italiani?)
Ma è sempre possibile e soprattutto c’è sempre tra la gente qualcuno cui interessa un’informazione non schierata? Comincio ad avere seri dubbi in proposito…
Pur essendomi sbilanciato nel commentare questo articolo apprezzo molto le osservazioni di Carlo Giulietti, come sempre educate rispettose ed equilibrate nei toni ma non per questo meno forti. Condivido soprattutto quando afferma che sarebbe giusto sentire un’altra campana, non so se il direttore d questo giornale ha provato a contattare il dirigente scolastico, e quando dice che sembra che da parte di qualcuno ci sia interesse a soffiare sul fuoco e a “gestire” la vicenda nel tritacarne dei social.
questo giornale ha riportato l’intera lunghissima filippica del Dirigente scolastico, ovviamente commentandola come ha fatto con gli interventi di coloro che sono intervenuti, ovvero dell’assessore, del sindaco, dei genitori, dei Podemos e di Marco Fè. Mi pare di aver già scritto che a mio avviso sarebbe opportuno un pronunciamento del Consiglio di Istituto, che invece è rimasto finora in assoluto silenzio. Ed è un silenzio che francamente non si spiega.
I commenti all’intervista non mi meravigliano, né mi indignano. Ognuno esprime quello che è, il suo vissuto, la sua cultura, il suo modo di essere persona unica e irripetibile. Per questo li apprezzo e li ringrazio. E’ il bello della democrazia. In questo senso sono disposto ad approfondire alcune affermazioni, non per aver ragione ma solo per chiarire. Guardandosi negli occhi, però, e con il sorriso sulle lebbra.
Per carità ci mancherebbe altro, Marco, ognuno scrive in libertà. Possiamo anche parlarne di persona, ma mi dispiace questo non sostituisce il commento scritto. Scripta manent e questo è stato scritto: “D’altra parte è assurdo pensare che l’agire autoritario e discriminante del dirigente scolastico possa risentire di un certo stile che potrebbe essere un’aggravante. In certi ambienti, per lo meno nelle alte sfere, si ragiona e si agisce con razionalità e determinazione, si persegue uno scopo preciso, si ha spirito di discernimento, non si ostenta frivolo autoritarismo, si rispettano, per lo meno esteriormente, i valori e le tradizioni del posto, né ci si appella alla legge prima che al rapporto umano. Non mi sembrano queste le caratteristiche proprie del Prof. Marra”.
Ma com’è che l’intervento del Preside lo definisci una lunga Filippica e quello del Sindaco su Facebook, lungo altrettanto lo definisci un intervento appassionato, com’è che incontri la gente “per caso” ai giardini e la intervista, o come in questo addirittura cerchi le persone in vacanza e di qualcun altro pubblichi solo gli interventi e per giunta li commenti e li pieghi nella direzione che ti comoda? Perché sei di parte, è non c’è niente di male, come tu stesso affermi, sei di una certa parte, allora non negare e non ti arrabbiare se una marea di gente dice che a un certo punto te e il giornale avete cambiato strada.
Io tutta sta marea non la vedo. Vedo se mai un fortino con qualche milite con l’elmetto. Esattamente come ho descritto Bettollini (“quando il preside ha attaccato l’assessore Sara Marchini, accusandola di aver scritto nel proprio comunicato cose inesatte e addirittura false -è uscito dall’ufficialità e ha difeso personalmente la sua giovane assessora. Lo ha fatto come avrebbe fatto un sergente, non un generale. Lo ha fatto come un sergente che sa di poter contare solo sulle sue forze, che dietro, nelle retrovie non c’è più niente in cui sperare. Un tempo a difendere l’assessore Marchini dall’attacco del preside sarebbe sceso in campo il partito. Con il segretario locale, con una nota del direttivo e anche con un intervento della Federazione. Adesso niente. Partito assente su tutta la linea, dileguato, disperso, colpevolmente silente. E Bettolini costretto a buttarsi di persona nella mischia con l’elmetto in testa e il mitra in mano, pronto a sparare all’impazzata, per salvaguardare la sua pattuglia”). Su questa vicenda, l’ho detto e scritto e lo ribadisco: secondo me ha ragione Bettollini e non il preside. Del quale è stata riportata l’unica presa di posizione che ha diffuso. Come di tutti gli altri attori o contendenti… Io non ho cambiato strada, ho sempre difeso la scuola pubblica e i presìdi (non i prèsidi, occhio all’accento) formativi, laddove sono presidio di democrazia e di cultura, anche se i numeri leggermente possono difettare…
I numeri difetteranno sempre più, inutile voler far finta di niente. A S.Casciano offrono il pulmino gratis ai bambini delle piazze (comune di Cetona), così a Cetona mancano i ragazzi e sono in difficoltà per fare le classi. Il calo demografico è un sintomo grave della crisi che attanaglia i nostri paesi, tra qualche anno il problema sarà fare le classi anche a Chiusi Scalo.