I DATI DEL MINISTERO DELL’INTERNO: DIMINUISCONO OMICIDI, FURTI, RAPINE E SBARCHI DI IMMIGRATI. AUMENTA SOLO LA VIOLENZA SULLE DONNE, PER L’80% AD OPERA DI ITALIANI E FAMILIARI

martedì 04th, settembre 2018 / 13:36
in Cronaca
I DATI DEL MINISTERO DELL’INTERNO: DIMINUISCONO OMICIDI, FURTI, RAPINE E SBARCHI DI IMMIGRATI. AUMENTA SOLO LA VIOLENZA SULLE DONNE, PER L’80% AD OPERA DI ITALIANI E FAMILIARI
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Come ogni anno, ad agosto, il Ministero dell’Interno ha pubblicato i dati annuali sulla sicurezza in Italia. Nella presentazione del dossier 2018, Matteo Salvini ha puntato l’attenzione su terrorismo internazionale e criminalità interna. Ma se c’è un dato che emerge con prepotenza, questo non è l’invasione dei migranti o l’aumento degli atti delinquenziali dovuti ad essa, come sembrerebbe essere, ascoltando certe dichiarazioni di esponenti politici e la “percezione” della gente. Il dato più preoccupante è quello relativo ai delitti e atti di violenza che avvengono tra le mura domestiche. In particolare contro le donne.

Se, infatti, nell’ultimo anno preso in considerazione (dall’1 agosto 2017 al 31 luglio 2018), in generale, gli omicidi sono in diminuzione, sono in aumento quelli provocati da partner, familiari o ex partner. Sul totale degli omicidi, più di un terzo riguarda le donne. Numeri che peggiorano in ambito familiare, dove più di due terzi delle vittime sono donne..

Nel periodo esaminato (ultimi 12 mesi) si è registrata una riduzione del numero dei delitti, degli omicidi, dei furti e delle rapine. I delitti (cioè quei reati per i quali è prevista la pena dell’ergastolo o della reclusione temporanea) sono diminuiti del 9,5%, scendendo dagli oltre 2,4 milioni dello scorso anno agli attuali 2,2 milioni: circa 200 mila in meno. In particolare, gli omicidi sono scesi del 14%, i furti dell’8,7%, le rapine dell’11%.  Gli omicidi sono calati dai 371 nel 2016-2017 ai 319 del 2017-2018. In flessione anche le uccisioni attribuibili alla criminalità organizzata, passati da 48 a 30.

Anche le uccisioni all’interno delle mure domestiche sono diminuite in termini assoluti: da 135 a 134. Un solo caso in meno. Quindi in proporzione, rispetto agli altri delitti, il trend è decisamente diverso. Se nel 2016-2017, gli omicidi nella sfera domestica erano il 36,4% del totale, nel 2017-2018 sono il 42%. In gran parte sono le donne a essere uccise. Il 37,6% sul totale degli omicidi, il 68,7% se riferiti alle uccisioni in ambito familiare. Nella stragrande maggioranza dei casi l’uccisore è il partner (89%) o l’ex partner (85,7%).

Questo è il dato preoccupante di cui parlavamo in apertura. E se l’azione delle forze dell’ordine e delle istituzioni sembra aver ottenuto successi nel contrasto alla criminalità organizzata e alla delinquenza comune, in questo campo, quello della violenza di genere, i risultati sono invece meno incoraggianti.  Quello della violenza sulle donne appare sempre più “un fenomeno strutturale in cui la morte della donna è l’esito di atteggiamenti o pratiche sociali misogine, una questione sociale e culturale rilevante”. Così l’hanno definito i giornalisti dell’agenzia Agi Marco Boscolo ed Elisabetta Tola commentando il report del Ministero. Ed è in sostanza quello che scrivemmo su queste colonne dopo il femminicidio-suicidio di Cetona, nel luglio scorso.

Entrando ancor più nei dettagli si scopre che i compagni attuali o passati sono gli autori del 63% degli stupri e di oltre il 90% dei rapporti sessuali indesiderati vissuti dalla donna come violenza. Un milione e 403 mila donne hanno subito almeno un ricatto sessuale sul posto di lavoro nella loro vita (l’11% dei ricatti sessuali termina con il licenziamento della donna molestata). E parliamo solo dei casi denunciati. Poi ci sono quelli taciuti, per paura, per pudore, per debolezza e isolamento…

Più dell’80% degli stupri sulle donne italiane è stato commesso da un italiano. Gli stupratori stranieri sono il 15,1%. Gli stupri nei confronti delle donne straniere sono stati commessi da connazionali in 3 casi su 4 (73,2%), da italiani e altri stranieri rispettivamente nel 18% e nell’11% dei casi.

E l’immigrazione? La tanto vituperata “invasione”? Tutti i dati risultano in calo. Drasticamente ridotti gli sbarchi, 42.700 al 31 luglio 2018, il 76,6% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando gli arrivi sulle coste italiane erano stati quasi 183.000. Diminuito anche il numero degli scafisti arrestati (209 quest’anno, 536 nel 2017) mentre in proporzione resta costante il numero dei minori arrivati (il 14,14% dei migranti arrivati nel 2018, il 13,55% nel 2017).

Secondo i dati del Ministero dell’Interno sono calate le richieste di asilo (82.782 contro le oltre 144.000 nel 2016-2017), mentre sono in aumento le richieste di protezione internazionale respinte (il 53,8%). In aumento anche i rimpatri, in particolare quelli volontari assistiti, che sono raddoppiati: 1.201  contro, 596 dell’anno precedente. Attenzione: si parla degli ultimi 12 mesi, il Governo attuale con Salvini ministro dell’Interno è in carica dal 1° di giugno 2018. Solo due mesi di quelli presi in esame…

Dal 1 agosto 2017 al 31 luglio 2018 sono state espulse 108 persone per motivi di sicurezza nazionale perché ritenute collegate al terrorismo internazionale, 12 in più rispetto ai 12 mesi precedenti. Di questi, due erano Imam ( 8 nel 2016-2017). Quasi raddoppiato il numero degli estremisti arrestati (43, contro 24 ), mentre è notevolmente incrementato il numero dei soggetti e dei veicoli controllati a testimonianza dell’intensa attività di anti-terrorismo sul territorio negli ultimi due anni.

I dati sulle operazioni di polizia giudiziaria nella lotta alla criminalità organizzata sono omogenei negli ultimi 7 anni, in cui ci sono stati in media 1700 arresti all’anno in oltre 170 operazioni.

Tra l’1 agosto 2017 e il 31 luglio 2018 sono state arrestate 1.662 persone collegate alle mafie, tra questi 53 latitanti di rilievo. Fuori resterebbe un solo latitante definito di “massima pericolosità”, Matteo Messina Denaro. Per quanto riguarda sequestri e confische, i dati si riferiscono al periodo che va dall’1 gennaio 2017 al 31 luglio 2018, un arco temporale di 19 mesi,  in questo larco di tempo sono stati sequestrati 22.650 beni e sono state effettuate 9.620 confische, per un valore totale di 7,8 miliardi di euro.

Anche sul fronte terrorismo e criminalità organizzata l’attività investigativa e di polizia sembra aver messo a segno colpi importanti, con un trend positivo costante negli ultimi due anni.

I dati qui riportati sono dati ufficiali, contenuti nel dossier annuale del Ministero dell’Interno. Quindi d’ora in avanti prima di parlare di “invasioni” di immigrati e neri che stuprano le nostre donne  e ingrossano le fila della criminalità, meglio riflettere.

E meglio non dare fiato a falsità solo allo scopo di aizzare la folla, come ha fatto il ministro Salvini pubblicando un post in cui riferiva di un immigrato del Gambia arrestato pr spaccio e liberato perché quella era la sua unica fonte di sostentamento. La notizia data così è imprecisa e fuorviante. Diciamo pure falsa. L’immigrato gambiano è stato sorpreso con 5 pasticche di droga in tasca, ma non nell’atto di venderle, cioè in flagranza di reato.  Poteva essere sanzionato per “consumo”, non per spaccio. Il giudice invece ha deciso di contestargli il reato di spaccio (perché è evidente – secondo lui – che non avendo altro modo di mantenersi, quelle pasticche servivano non per il consumo, ma per lo spaccio). È stato liberato non per fare un favore a lui che viene dal Gambia poverino e ha bisogno di aiuto, ma perché hanno applicato la legge. Per un reato che prevede una pena inferiore ai 4 anni non c’è detenzione fino al processo. Dove il giovane gambiano dovrà rispondere, peraltro, di una accusa più pesante di quella per la quale poteva essere accusato. Altro che favore! Salvini che dovrebbe conoscere come funziona le legge, con il suo post su Twitter invece manipola e distorce i fatti, diffondendo disinformazione spudoratamente solo per creare una certa “percezione” tra la gente; istiga all’odio e all’intolleranza verso gli stranieri additandoli come spacciatori e “privilegiati”. Per fortuna ci sono i dati del suo ministero a smentirlo e a riportare lui e tutti noi sul Paese reale.

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