CASO DAVID ROSSI, NUOVA VERITA’: L’OROLOGIO GETTATO DALLA FINESTRA 20 MINUTI DOPO… CHI C’ERA NELLA STANZA DI ROSSI?

giovedì 27th, settembre 2018 / 19:27
CASO DAVID ROSSI, NUOVA VERITA’: L’OROLOGIO GETTATO DALLA FINESTRA 20 MINUTI DOPO… CHI C’ERA NELLA STANZA DI ROSSI?
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SIENA – Quella che era solo un’ipotesi investigativa, rilanciata anche da un servizio de Le Iene, oggi trova un oggettivo riscontro in una perizia. E il riscontro è inquietante. Parliamo del caso David Rossi, il capo della Comunicazione di Mps, volato da una finestra di Rocca Salimbeni il 6 marzo 2013. Le Iene mostrarono un filmato tratto dalle telecamere di vigilanza in cui si vede un oggetto cadere a terra dalla medesima finestra, quando il corpo di Rossi è già a terra. Il servizio della trasmissione indicava in quell’oggetto l’orologio di David Rossi, trovato nei pressi del cadavere. Orologio che naturalmente non era rimasto sospeso in aria mentre il corpo precipitava sul selciato. Qualcuno lo aveva evidentemente lanciato a posteriori. Tesi questa che avvalorava l’ipotesi di una colluttazione o di un omicidio e  metteva in dubbio quella del suicidio. Gli orologi non cadono dal cielo. Né volteggiano come le piume prima di cadere. E quell’orologio avrebbe volteggiato parecchio, perché le telecamere hanno evidenziato come esso sia caduto circa 20 minuti dopo il corpo di Rossi. Ora una perizia fatta fare dai familiari che non si sono mai rassegnati all’archiviazione del caso come suicidio, ha appurato che l’oggetto che si vede cadere nel filmato proposto dalle Iene è in effetti l’orologio di David Rossi. E la perizia certifica anche che il lato della cassa che ha impattato con il selciato è il lato opposto a quello che avrebbe impattato se fosse stato al polso della vittima, sganciandosi solo al momento dell’impatto.

Quindi a questo punto è appurato che l’orologio di David Rossi è stato gettato fuori dalla finestra da qualcuno che era in quelle stanze, e un bel po’ di minuti dopo il volo del giornalista. Chi fosse presente non si sa. Ma di sicuro qualcuno c’era. E questo torna ad avvalorare la tesi, troppo frettolosamente archiviata, della colluttazione e dell’omicidio. Tra l’altro come le cronache hanno spesso raccontato, c’erano altri elementi che potevano far pensare ad una ipotesi del genere, che però non sono mai stati acquisiti, anzi in qualche caso sono stati addirittura distrutti, come 7 fazzoletti di carta sporchi di sangue rinvenuti nell’ufficio di Rossi e mai analizzati.  Anche dei video delle telecamere di sorveglianza, uno solo è stato acquisito, su 12 disponibili. Incongruenze sia nella prima indagine, del 2013, che nella seconda, del 2015, entrambe archiviate come suicidio, nonostante dalla stesse carte emergesse abbastanza chiaramente che il suicidio era l’ultima delle ipotesi plausibili.

Lo stesso colonnello dei RIS Zavattaro, nella sua perizia aveva certificato che Rossi  prima di morire aveva sostenuto una colluttazione. Ciò si evinceva da segni, graffi, ematomi non compatibili e quindi estranei  alla caduta. Va detto che nel 2015, il magistrato chiusino Andrea Boni, appena preso servizio alla procura di Siena, decise di riaprire il caso, concentrandosi proprio sull’orologio e su alcune incongruenze rilevate nelle stesse fotografie scattate a cadavere durante a fase dei rilievi di rito. In una prima serie di foto, la cassa dell’orologio e il cinturino non comparivano, in una seconda serie sì, il cinturino vicino alla caviglia e la cassa vicino alla testa… Tutti gli addetti della squadra di soccorso intervenuti sul posto negarono di aver visto orologio e cinturino…

Poi Andrea Boni è stato trasferito ad Urbino e l’inchiesta è passata ad altri che l’hanno ri-archiviata come suicidio. Ieri, intervenuto alla trasmissione Buongiorno Siena su Siena Tv, il fratello di David Rossi, Ranieri, ha rivelato l’esistenza di questa nuova perizia. “Mio fratello non aveva l’orologio quando è precipitato da Rocca Salimbeni”, ha detto, aggiungendo: “Questo conferma che qualcuno lo ha gettato dalla finestra dopo, mentre David era agonizzante a terra. L’ammaccatura sulla cassa conferma che l’orologio non era al polso”.

Adesso Ranieri Rossi e gli altri familiari confidano che la perizia e questa nuova verità possano portare alla riapertura del caso per arrivare finalmente ad una soluzione quantomeno credibile. Il suicidio non lo è.

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