UN PARTITO DELLA SINISTRA? SI PUO’ FARE, A PATTO CHE RIPARTA DAI TERRITORI…
Il professor Massimo Cacciari è uno dei pochi intellettuali italiani che dice la sua sui temi della politica. Ha fatto il sindaco a Venezia, ma è un filosofo e per questo, talvolta vola un po’ alto, con il rischio che le cose che dice si perdano nel vento… E’ una figura riconosciuta e riconoscibile della sinistra. Inizialmente quella estrema. Poi meno. Molto meno. Di sicuro è una mente lucida e pensante e ieri i una intervista a Repubblica ha tracciato in 3 righe, come dovrebbe essere il “partito della sinistra”, dopo che il Pd modello Renzi ha fatto fallimento e le scissioni o i tentativi improvvisati tipo Potere al Popolo non si sono rivelati all’altezza, anzi hanno se possibile contribuito a fornire un’immagine negativa, sbiadita, fiori tempo massimo della sinistra a sinistra del Pd. Ma come lo vorrebbe Cacciari il partito della sinistra?
“Un partito con un radicamento territoriale, con gruppi dirigenti che emergano dal basso, dalle località. Che valorizzi chi nel suo ufficio, ospedale, giornale, scuola, sindacato rappresenta quel luogo. Il contrario di quanto ha fatto il PD, che scelse le cooptazione. Ci vuole discontinuità netta: un partito non liquido ma di massa” .
E’ l’idea che dalle colonne di questo giornale personalmente sostengo da anni. Da prima ancora che nascesse il Pd, 11 anni fa, quando già nei Ds e in Rifondazione si intravedevano i segnali della crisi e del “distacco” crescente degli apparati dal sentire non solo della gente in senso lato, ma anche da quello della propria base.
Il partito tratteggiato da Cacciari sembra in effetti il contrario di ciò che è stato il Pd, con Veltroni, con Bersani e soprattutto con Renzi. E anche una cosa molto diversa, non solo autorefenziale, da Liberi e Uguali o Potere al Popolo.
Ricordo di averlo scritto anche all’indomani delle ultime elezioni politiche del 4 marzo, dopo la debacle del Pd e il succcesso di Lega e 5 Stelle, invitando il Pd a cambiare strada, ad affidarsi appunto a quanti sono rimasti al pezzo nei territori, continuando a difendere non tanto una storia passata, ma anche valori e ideali irrinunciabili e non negoziabili, come la democrazia, l’antifascismo, la centralità del lavoro, la solidarietà umana e l’accoglienza, la difesa delle classi e fasce sociali più deboli, il rifiuto della violenza fisica e verbale…
Parlando dei territori, ho sempre sostenuto che si dovesse guardare ai sindaci e agli amministratori che avessero dimostrato, anche nell’ubriacatura renziana, di rimanere comunque ancorati ai principi di cui sopra. Ma non solo a loro, anche a figure appunto riconosciute e riconoscibili, per storia personale, scritti, prese di posizione, esperienze sul campo. Ho sempre sostenuto su queste colonne che non basta essere under 40, non basta una camicia bianca e una cravattina nera adottate come divisa d’ordinanza, e soprattutto che non basta essere fedeli alla linea, sempre allineati e coperti, rispetto al capo di turno.
Ha ragione Cacciari, serve radicamento, rappresentatività vera, non fasulla. L’appartenenza e la fedeltà non sono rappresentatività, sono altre cose. E questo vale anche per altre situazioni, dalle associazioni ai sindacati, non solo per i partiti.
Ecco, io ho avuto solo una tessera di partito, quella del Pci. E la lasciai nel 1984, perché già allora, dopo la morte di Berlinguer, anche il Pci mi sembrava una gabbia stretta. Ad un partito come quello disegnato da Cacciari, però potrei di nuovo iscrivermi. Perché è quello che ho sempre pensato, ma anche perché ritengo che ci sia ancora bisogno di un partito di sinistra. Anzi, della sinistra. Meglio se uno solo e non 35…
Lo dico (e lo penso) a maggior ragione oggi, fine agosto 2018, dopo la fine ingloriosa del modello Renzi e anche dopo la deriva imboccata dai 5 Stelle con il governo a guida Salvini. Perché è Salvini che guida e imposta il navigatore, non Giuseppe Conte. Molta gente di sinistra, delusa e incazzata con il Pd, ha votato 5 Stelle sperando nella spallata e nel cambiamento. La spallata c’è stata. Il cambiamento no. O forse sì, ma in peggio. Con svolta a destra.
E allora serve qualcos’altro. Dal mio punto di vista almeno. Serve un partito come il Labour inglese che torni a rappresentare e a dare voce alle idee della sinistra e ai lavoratori, ai disoccupati, ai pensionati (non a quelli con le pensioni d’oro); che cerchi di fermare le tentazioni sovraniste che poi sono fascistoidi e razziste; che punti a cambiare il Paese e l’Europa, ma non nella direzione che vorrebbero Salvini e Orban, per intenderci… Che torni indietro, come sta facendo Corbyn in Gran Bretagna (ma in Gran Bretagna non solo lui) sulle privatizzazioni dei servizi essenziali come sanità, trasporti, acqua, energia; che rimetta in campo la cultura e la conoscenza, invece di rincorrere le semplificazioni e le scorciatoie; che combatta il pensiero unico e che torni a proporre un modello di società alternativo al capitalismo globalizzato…
In tre parole un partito che torni a fare la sinistra. Certo non guardando solo al passato che fu e che non esiste più, ma a ciò che si muove in questo senso nel mondo. Corbyn in Inghilterra e le giovani leve radicali e apertamente socialiste che stanno prendendo il testimone di Bernie Sanders nel Partito Democratico americano, sono segnali incoraggianti, da seguire, per esempio.
Finora – diciamo negli ultimi 10 anni – nel Pd, ma non solo nel Pd, si è privilegiato il leaderismo rispetto al radicamento, alla reale rappresentatività, al legame con la propria base sociale e politica e il risultato è che sconfitto il leader non è rimasto più niente. L’immagine delle feste de l’Unità che vanno deserte anche in Emilia, in Toscana e in Umbria è una fotografia impietosa e drammatica dello sfascio attuale. Qualcuno paragona la situazione del Pd a quella del Psi nel 1992-93 con la base, avvelenata coi comunisti e con i “giustizialisti” di Tangentopoli, che si preparava a migrare verso il berlusconismo… Qualcun altro parla di “8 settembre”, con riferimento non tanto all’armistizio, quanto al “tutti a casa”…
Non so, francamente, se il Pd avrà la voglia e la forza di rialzarsi, di ricominciare. Non sono sicuro neanche che Martina, Zingaretti e gli altri pensino ad un partito disegnato sulle coordinate indicate da Cacciari. Mi piacerebbe sapere che ne pensano i sindaci e i dirigenti locali, umbri e toscani e quale è la loro idea di partito. Se un’idea ce l’hanno. Anche perché nella primavera del 2019 molti comuni saranno chiamati al voto, e andarci con un partito organizzato alle spalle è un conto, andarci al buio, con qualche amico o comitatino elettorale è un altro.
Senza entrare nelle questioni e logiche interne al Pd e alle altre forze di sinistra, chiaro che chi ha avuto ruoli determinanti e ha determinato scelte politiche sconfitte e sbaragliate dagli elettori e dagli stessi militanti (vedi il deserto alle feste de l’Unità) dovrebbe quantomeno avere l’umiltà di tenersi in disparte. Se non del tutto fuori (la situazione non consente, né consiglia di fare troppi distinguo), almeno un passo indietro o di lato… Diverso il discorso per quei sindaci, amministratori, segretari ecc, che o sono stati all’opposizione del renzismo o, pur essendo renziani si sono riposizionati o hanno comunque tenuto, con una certa determinazione, la barra a sinistra sui temi generali e sui temi locali. Ripartire è necessario, ripartire da zero, anziché da uno, due o tre sarebbe certamente più faticoso e più incerto. Tornare a parlarsi e vedere il da farsi, indipendentemente dalle appartenenze, dalle scissioni, dalle incomprensioni, e dalle diffidenze, mi sembra il minimo che si possa e si debba fare. Prima possibile…
Marco Lorenzoni
Ancora la sinistra non ha capito che per ripartire deve farlo dalla base. Non ha capito che non c’è bisogno che il ” condottiero ” piaccia a pochi eletti radical-chic.il condottiero deve stare vicino alla gente comune,deve essere e,stare in mezzo alla gente,quelle persone che poi lo sosterranno in qualsiasi battaglia. La sinistra va a cercare un’altro con la puzza sotto il naso,distante dalla gente comune,sempre con quell’aria da super-uomo,sempre pronto a dire agli altri : ma tu che ne vuoi sapere !
Basta guardarlo nei dibattiti televisivi si da tante arie che tutti quelli intorno escono con il raffreddore! Ma non sono bastati i condottieri precedenti ? La sinistra non si è resa conto che dopo Berlinguer ha avuto solo deo quacquaraqqua?
Intendiamoci meglio così oramai corrono per perdere. Troppi interessi,troppi intrighi.Se la sinistra sgomita lo fa soltanto tramite certa magistratura,ma oramai lo hanno capito anche i compagni duri e puri! Loro fanno i danni ( i condottieri ) e i magistrati cercano di mettere una pezza ! Ma queste pezze quanto dureranno ? Chi può dirlo ?
Guarda che Cacciari non è il candidato a segretario del Pd, ha solo tracciato un “identikit” del partito (cioè come dovrebbe essere secondo lui) e io su questo punto sono perfettamente d’accordo. Se sono d’accordo anche quelli del Pd non lo so… Vedremo…
Mi sembra la strada migliore.
Cacciarli non è il candidato del Pd ma mi sembra-se non vado errato-che circa un anno fa dopo che aveva fortemente criticato il Pd e tutti gli altri partiti che erano i cespugli del Pd gli fu rivolta una domanda alla fine su chi sarebbe caduto il suo voto.Ebbene, Cacciari rispose che avrebbe votato Pd.Ed allora, io non parlo come parla Martinozzi,ma ci sono poche cose che me le ricordo bene, e quanto ho detto questa su Cacciari appartiene a quella lista di cose, perché ricordo la riflessione che fece e che a me fece incazzare non poco.Comunque sia trovo che quanto hai detto sia una cosa molto difficile a realizzarsi per i seguenti motivi dei quali tu ne fai un fascio e lo metti tutto insieme da una parte e e parli :primo: secondo l’ottica della maggioranza Pd non è affatto vero che il renzismo non sia servito a nulla.E’ servito eccome per aver costituito la missione compiuta del rompere le ossa alla rimanente sinistra e per farla rendere conto quanto fosse nell’arretratezza politica accompagnata dalla non credibilità dei vari Speranza,Civati ed altri che hanno retto le stampelle al Pd fino all’ultimo per poi tirarsi fuori.Questa è la gente con la quale si vorrebbe risalire la china a sinistra ma secondo te in una ottica di sinistra sono proponibili coloro che sono stati nel Pd fino a ieri per affidar loro un compito di riportarla in auge dopo che hanno firmato cambiali al loro partito dicendo che le avrebbero scontate a i congressi mai apparsi e fregati con le primarie dov’è hanno partecipato tutti anche degli altri partiti destra compresa?Ma che si usano discorsi per far vedere all’ esterno che ci siano speranze per rifondare una sinistra con questi che per interesse di corrente hanno tentato di chiudere le stalle quando i buoi erano scappati? E si dovrebbero proporre con alla guida con uno come Corbyn dopo che hanno rovinato per almeno 20 anni la classe operaia e dei meno abbienti? Poi quando ha visto la malaparata e che Renzi aveva preso tutto o quasi, con lo spettacolino del passaggio dei parlamentari bersaniani al renzismo in meno di 48 ore,si sono acuite le contestazioni all’interno per ostacolare Renzi ed organizzarsi per uscire.Quindi per quanto riguarda Renzi senza discussione “accomplished mission” ovvero missione compiuta, solo che poi tanto bene non gli è andata, ma non per i suoi fedelissimi della sua maggioranza ma perché è scivolato su Referendum e poi sulle elezioni politiche, quindi per motivi non interni alla sua maggioranza che tutt’ora regna,-questo occorre tenerlo presente che natura di partito sia e con che guida viaggi-ma per altro inteso come partito guida della sinistra di questa Italia farlocca che da’ ad intendere a tutti anche a coloro che di sinistra non sono e che non sono mai stati,che investire in Renzi rende per il futuro.Vedi Marco,la via della redenzione non la devono fare coloro che ieri abbiano assunto vesti, figura,valori ed etiche politiche tipicamente democristiane nel fare politica nazionale dando una botta al cerchio ed una alla botte, perché questo sono nell’anima e l’hanno dimostrato nell’appartenenza di essere un ceto politico prettamente democristiano, sedicente di sinistra, che perorano interessi rivolti alla complessità della società odierna ma che nello stesso tempo non sono assolutamente e mai lo saranno per nulla critici su chi privilegi la loro politica e gli interessi dei meno abbienti che sembrano nella loro politica essere tanto considerati è talmente tenuti presente che sono scomparsi.Scomparse rivendicazioni, scomparso l’art.18, dati gli 80 euro per sembrare al popolino di essere di sinistra.Di tale genia non mi sembrerebbe tanto giusto potermi fidare per il semplice fatto che sono stati questi che in massa hanno aderito alla chiamata del capo e che si sono riciclati 48 ore dopo in parlamento da bersaniani a renziani tranne pochi. Ed allora se questi fatti ancora non sono chiari cosa è sempre più chiara ed in nome di quale parte sociale porterebbero interessi questi che come dici tu accortisi di essere caduti in un burrone hanno avuto l’impudenza di candidare un Casini e farlo passare di sinistra,e guarda caso facendolo arrivare in testa.Al venditore di vino ormai ubriaco del proprio nettare diventato aceto credo non si possa dare fiducia perché sarebbe solo un mezzuccio per cercare di rimetterli in pista e riciclarli.Vedresti che spettacolo fornirebbero e come in quattro e quattr’otto diventerebbero di siniistra e si capisce bene che lo farebbero per mantenere posizioni, privilegi per chi li ha e per restare sempre in sella.Ormai non so’ dove finiremo ma credo che ci sia stato un notaio che abbia già scritto sul libro dei protesti che la cambiale ventennale non è sta ta onorata da questi e che sfortuna loro stavolta hanno scelto un ronzino e non un cavallo da palio di Siena. La sinistra inglese ci ricordiamo bene che è stata battuta e battuta dal Tatcherismo a cui ha seguito il Blayrismo ancora più perfido ed ipocrita che aveva applicato la lady di ferro,e sotto i colpi del blayrismo(nota che si dicevano socialisti..)sono passate le peggiori decisioni che hanno messo in ginocchio le c,assai subalterne.Ecco, il ritornello è ormai scoperto, vecchio e decrepito ed e’ quello che recita che per far passare le cose più inique dentro l’accettazione delle classi operaie ci vuole una sinistra che si comporti peggio della destra.Il populismo oggi contro cui si scagliano tutti i centristi Pd e Forza Italia compresi inizia da questi fatti,quando la guida di chi è subalterno viene presa da partiti al soldo degli interessi di chi possiede.Questo è stato per l’Inghilterra e questo è quasi valido per tut to l’occidente e quindi anche per la nostra Italia.E tu faresti un appello a questi a fargli produrre politiche di sinistra?Tempo fa hai scritto un post sulle vicissitudini di Bettollini ed hai-se non ricordo male-riproposto in sostanza la visione che riproponi adesso esaminando possibilità di impiego degli stessi per politiche di sinistra basate come hai sempre detto sulle persone che adesso vorresti presentare tu in modo diverso da come sono stati compreso le correnti alle quali hanno preso parte per anni. Oh Marco, libero di propor qualsiasi idea, ma a me sembra che si voglia continuare ad arrampicarsi sugli specchi, tagliando l’erba e le frasche che intralciano il percorso al corridore non tenendo conto che le frasche e gli arbusti oggi sono già una Jungla intricata e domani a breve sarà ancora più fitta la vegetazione. Tutto questo secondo me ha un solo sapore:non voler fare i conti con quanto e’ successo In Italia soprattutto grazie a coloro ai quali vorresti far ripercorrere il sentiero senza tagliaerba, perché questi il tagliaerba non c’è l’hanno o se c’è l’hanno e’ senza benzina,e domani sarà ancora di più all’asciutto.
Mi si passi le sgrammaticature, le frasi mozze ed i tempi dei verbi non pertinenti ma come al solito scrivo di getto e senza rileggere…grazie e chiedo scusa.
CaroCarlo,non devi chiedere scusa a nessuno ! Almeno c’è chi dice la sua a dispetto della famigerata ” maggioranza silenzipsa ” o di quelli che criticano ” qualsiasi ” governo ma,non sono andati a votare ! E poi…….parlano…..straparlano,perché non sanno fare altro !