ECCO PERCHE’ LE FUSIONE DEI COMUNI AIUTANO… MA CHIUSI DEVE GUARDARE A CHIANCIANO
di Fabio Nofroni
Caro Direttore, ho letto con piacere l’articolo di Primapagina di alcuni giorni fa, dove si sollevava un aspetto importante e credo necessario per il futuro del nostro comune e non solo, riguardante una eventuale fusione fra Chiusi e Città della Pieve o altri comuni della zona. Sono convinto che le fusioni al giorno d’oggi siano un passaggio necessario e fondamentale per riportare slancio, opportunità ed entusiasmo alla vita politica delle comunità di un territorio e al territorio stesso. Così come già lo sono in diversi ambiti, sociali, culturali ed imprenditoriali. Basta guardarsi un po’ intorno per capire come si stia evolvendo il mondo.
Credo altresì che la fusione più naturale per Chiusi sia però quella con Chianciano. Abbiamo già attivi e radicati un casello autostradale (fra i più belli d’Italia), una stazione ferroviaria (che da dicembre ridiverrà nodo cruciale) ed un commissariato di PS. E sappiamo quanto siano determinanti e strategiche le infrastrutture per lo sviluppo di un territorio. Inoltre il modello economico che potrebbe nascere unendo la ricettività chiancianese con il nostro patrimonio archeologico e le infrastrutture sportive già presenti e in via di sviluppo, potrebbero dare ulteriore forza e peso al comune unico. Un comune che riesca ad unire e legare sotto un unico brand, una grande ricettività alberghiera, un patrimonio storico unico in Italia, impianti sportivi nuovi e versatili con la possibilità di attivare anche sentieri per il cicloturismo, un lago oasi naturalistica, enogastronomia e benessere in una cornice paesaggistica da cartolina, avrebbe sicuramente un peso politico maggiore e sarebbe più appetibile per tour operator nazionali ed esteri che si troverebbero a vendere un prodotto adatto a tutti, dalle famiglie ai singoli visitatori. Senza pensare poi alla centralità che avrebbero le due frazioni Macciano e Montallese, ora periferiche, ma che si ritroverebbero a svolgere un ruolo centrale e di riferimento in ottica dei servizi ai cittadini.
Certo, molto ci sarebbe da fare e da lavorare, dalla riqualificazione alberghiera alla gestione mirata delle risorse già presenti, umane in primis, ma con un obiettivo unico pianificato a medio e lungo termine e non lasciato all’improvvisazione, credo che già nel breve periodo si potrebbero raggiungere risultati incoraggianti.
In altro modo, continuando a lavorare a compartimenti stagni, ognuno cercando di portare la poca acqua rimasta al proprio mulino, non porremmo mai le basi per un concreto e realistico piano di sviluppo territoriale. E pensare di andare avanti solo con collaborazioni e sinergie una tantum su qualche progetto specifico non ci permetterebbe mai di dare la svolta necessaria di cui abbiamo bisogno. Oggi pensare ancora con idee campanilistiche che non portano a vedere al di là del proprio naso è quanto di più sbagliato si possa fare se si vuole cercare di progettare un futuro con una crescita degna di tale nome. Questo non significa rinnegare il passato, ma è da chi ha scritto la storia dei nostri paesi che bisogna trarre l’insegnamento, la forza ed il coraggio per compiere quei passi necessari a fin che il nostro territorio possa cercare di risplendere con forza e vigore come faceva negli anni del boom economico. Ed è da queste basi e con queste motivazioni, Direttore, che approfitto della tua gentilezza ed apertura, per lanciare la proposta e dare la mia disponibilità a costituire un comitato per l’analisi di una fusione con il Comune di Chianciano Terme che possa porre le basi concrete per uno sviluppo futuro. Un comitato ovviamente aperto a chiunque voglia dare un contributo reale alla scrittura di un progetto valido ed efficace, da sottoporre poi alla visione dell’Amministrazione chiusina, a quella chiancianese e a tutti i cittadini che vogliano dare una svolta positiva alla propria cittadina.
Chianciano terme, chiusi, fusione comuni
Ma per chi scrive signor Nofroni? La stazione che con la fermata di un freccia rossa ridiverrà “nodo cruciale”?, lo vada a dire ai pendolari. Poi la gestione delle “risorse “umane”, siamo ancora a parlare con termini e definizioni che andavano bene forse per il PD di qualche anno fa, ma adesso dopo la sua quasi scomparsa credo che rinnovarsi anche nel linguaggio sia più che necessario.
Mi piacerebbe poi capire come un casello autostradale possa essere bello o più bello di altri, me lo spieghi perché non c’arrivo proprio.
Casello? bello bello bello…
“Art Director, Fotografo e Giornalista”.
Bello, bello bello…