CHIUSI, IL PD ANALIZZA LA SCONFITTA E ROTTAMA RENZI. RIPARTENZA CON SVOLTA A SINISTRA (E MOLTA PAZIENZA)
CHIUSI – L’elefante ferito si lecca le ferite. Alla presenza dell’on. Emanuele Fiano, quello della proposta di Legge sulla messa al bando della propaganda fascista, il Pd di Chiusi ha cominciato l’analisi della sconfitta elettorale subita il 4 marzo. Lo ha fatto ieri sera presso il circolo di Chiusi Scalo. Sala piuttosto gremita e un dibattito che è stato pressoché un coro. Nessuna voce, a difesa del gruppo dirigente nazionale, una serie di interventi che hanno messo il dito nella piaga, ammettendo errori e omissioni, sottovalutazioni e anche comportamenti personali sbagliati. Matteo Renzi, il grande sconfitto, aleggiava nell’aria come un fantasma, anzi come un vero e proprio convitato di pietra. Il segretario Francesco Cimarelli ne ha citato il nome una sola volta, en passant, nella sua relazione introduttiva. Così anche lo stesso Fiano nell’esposizione iniziale pur addebitandogli atteggiamenti personalistici, ha evitato di mettere sotto processo il segretario. Qualcuno ha sottolineato come l’arroganza renziana e la mancata valutazione politica delle sconfitte alle amministrative, al referendum e alle elezioni siciliane siano da annoverare tra le cause dello scollamento e della debacle che si è verificata il 4 marzo, così come è stata criticata l’ostentazione del rapporto con i grandi imprenditori alla Marchionne piuttosto che con il popolo e magari i sindacati, ma a finire sotto accusa non è stato solo il renzismo, quanto l’idea stessa, il progetto politico del Pd e soprattutto il modo in cui esso si è evoluto. O involuto rispetto alle premesse iniziali.
E se i militanti dichiaratamente non renziani (Paolo Scattoni, Paolo Giglioni, Alfio Anselmi, Franco Fei) hanno chi più chi meno messo in evidenza i limiti strutturali della linea politica del segretario dimissionario, chiedendo un riposizionamento e soprattutto una ripresa di un dibattito interno vero e non di plastica, gli interventi più duri, più critici sono stati proprio quelli degli esponenti di maggior peso: dal capogruppo Simone Agostinelli all’assessore Micheletti, dal sindaco Bettollini a Lino Pompili. E addirittura Stefano Scaramelli, il quale ha gettato sul tavolo una verità inconfutabile: “il Pd, da quando è nato, nel 2007, non ha mai vinto. E nonostante la vocazione maggioritaria non è mai riuscito ad essere il primo partito. Non ci riuscì all’esordio con Veltroni nel 2008, non ci riuscì con Bersani nel 2013 ed è crollato il 4 marzo con Renzi”. Scaramelli che pure è un renziano della prima ora, considerato un pasdaran del segretario uscente, ha sconfessato la rincorsa al centro e ha rottamato in diretta, davanti ai suoi sostenitori lo slogan che andava per la maggiore dopo le Europee del 2014: “Con Renzi si vince!” che anche i militanti ex Ds assunsero come una sorta di liberazione dalla sindrome della sconfitta. Renzi però ha vinto solo le Europee. Per il resto, le elezioni le ha sempre perse, perdendo ogni volta di più…
Per questo il consigliere regionale ha chiesto al Pd di riconquistare i valori fondanti, di ritrovare la strada per rappresentare i più deboli e quindi di tornare a rappresentare la sinistra di questo Paese. E qui è sembrato prendere implicitamente le distanze (senza nominare la questione) dall’ipotesi di un partito personale di Renzi alla Macron…
Tutti hanno ammesso che il d è stato percepito anche dai propri elettori tradizionali, non solo come un partito incapace di dare risposte ai problemi quotidiani, ma come il problema o come il partito che ha contribuito a creare il problema. “E’ stato percepito come il partito del potere, del palazzo, come il partito delle banche, anche quelle che hanno truffato i correntisti”… E’ emerso nel corso del dibattito il disagio per la mutazione genetica che ha cambiato i connotati al Pd facendolo diventare oggi un partito molto diverso da quello che era stato ipotizzato nel 2007. Il capogruppo Simone Agostinelli ha parlato dell’imbarazzo personale nel ritrovarsi a fianco, nelle riunioni del partito, “persone che nulla hanno a che vedere con la storia, la tradizione, la cultura della sinistra”. E ha ritenuto una aggravante l’affermazione fatta da Fiano che ciò che è successo il 4 marzo in Italia si inquadra in un processo di ridimensionamento della sinistra in tutta Europa, aggravante perché “il Pd non è più un partito di sinistra, né tantomeno un partito socialista o socialdemocratico, è un’altra cosa”… Ma non si capisce cosa.
In effetti anche il flop di Liberi e Uguali, è da addebitarsi alla medesima percezione. Anche il partito di Grasso, D’Alema e Bersani è stato percepito non come risposta, ma come parte del problema, per essere esso stesso espressione della casta e di quei governi che in nome dell’Europa e delle compatibilità hanno avallato la macelleria sociale di questi anni.
Diciamo – da osservatori esterni – che questa volta l’autocritica almeno sul piano nazionale, non è mancata. Anzi, forse è andata oltre le aspettative, proprio perché si è espressa nelle posizioni non solo dei soliti “criticoni”, ma soprattutto in quelle dell’establishment locale. La parola sinistra che era quasi scomparsa dal lessico è echeggiata spesso, molto più della parola Renzi. Lo stesso sindaco Bettollini ha ribadito di sentirsi “uno di sinistra, parecchio di sinistra” (parole sue), dando la sua versione di cosa voglia dire essere di sinistra oggi. E qui ha portato l’esempio di Chiusi, della sua azione amministrativa “volta a creare opportunità, posti di lavoro, migliori condizioni ambientali, più sicurezza (con una presenza più visibile delle forze dell’ordine in divisa nelle strade, non con la pistola in casa)”…
L’elefante ferito non ha insomma nascosto le ferite e i lividi. Ma nonostante l’analisi impietosa – cosa inusuale, poco frequente, spesso negata in questi ultimi anni – non è apparso un animale rabbioso, inferocito, assetato di sangue e di vendetta. Al contrario in tutti gli interventi e in particolare in quelli dei dirigenti, è prevalsa – almeno a parole – la voglia di ricominciare a discutere, a confrontarsi, di tornare a parlare di politica e di valori, fuori dalla propaganda. E fuori dalla logica del processo al capro espiatorio. E se più o meno tutti hanno chiuso la porta a possibili intese di governo con la destra e con i 5 Stelle, chiedendo all’on. Fiano di dire alla direzione nazionale che il Pd di Chiusi è schierato per un Pd che stia “là dove lo hanno messo gli elettori, cioè all’opposizione”, tutti hanno invece auspicato “un dialogo aperto e rinnovato con le altre forze della sinistra e anche coi moderati, ma senza rincorrere nessuno”. Insomma ridisegnare il campo, coltivarlo e innaffiarlo con pazienza, aprire i cancelli e allargarlo, rilanciandone i valori, le idealità e lavorando sui contenuti con l’impegno e l’esempio quotidiano. Come quello delle amministrazioni locali. Senza però che il partito si appiattisca o venga sostituito nelle funzioni di direzione politica e di dialettica dagli amministratori, come è avvenuto in questi anni. Questo lo ha detto il sindaco Bettollini, il quale ha provato anche a “dettare la linea” riguardo ai tempi e alle modalità del confronto che dopo l’assemblea di ieri sera dovrà necessariamente continuare: “Non serve una reazione immediata. Riflessione, discussione e apertura del campo. Essere all’opposizione ci servirà per avere il nostro tempo, senza scatti in avanti e nuove conte”.
Anche Bettollini, Scaramelli & C. si sono insomma resi conto non solo che gli schiaffi fanno male e bruciano maledettamente, ma che il ricorso sistematico alla “conta” e il correntismo esasperato nella definizione degli assetti interno al partito hanno avuto esiti disastrosi, sanguinosi verrebbe da dire. In sostanza si è trattato di una vera e propria dichiarazione di fallimento, ma senza chiudere definitivamente la saracinesca, anzi con la voglia – dichiarata – di ripartire. Quanto sia reale, credibile la svolta o la ripartenza lo vedremo più avanti.
La serata al Circolo di Chiusi scalo doveva concludersi con un “focus” sulla sicurezza, perché uno dei temi su cui il Pd ha perso. Era prevista la presentazione di un libro sul tema scritto da Massimo Montebove. L’ora tarda non lo ha consentito, ma nel suo intervento Montebove ha esordito con questa frase: “Parlare di sicurezza non deve essere un tabù, nè significa inseguire Salvini. Me lo ha detto Minniti: la sicurezza è di sinistra!” Ecco: e allora che ci incastra Montebove? Adesso lavora per il sindacato di Polizia vicino alla Cgil, ma in passato ha fatto il portavoce del Sap (che è di altro segno), ha applaudito agli assassini di Aldrovandi, ha difeso i poliziotti che manganellarono gli operai delle acciaierie di Terni e i no Tav, a Chiusi ha fatto per due tornate elettorali consecutive il portavoce della lista di destra alternativa ai Ds…
Quando Simone Agostinelli ha parlato di imbarazzo nel trovarsi a fianco persone che nulla hanno a che fare con la sinistra e che sono il segno della mutazione genetica negativa del Pd, a Montebove saranno senz’altro fischiate le orecchie. Piuttosto forte, anche.
m.l.
Andrea Micheletti, chiusi, Emanuele Fiano, Juri Bettollini, Matteo Renzi, pd, Stefano Scaramelli
certo, ora abbandonano renzi come se loro non ne fossero responsabili. Coerenza vorrebbe che tutto in nucleo dirigente locale (Stra-renziano per sua pubblica, e plurima, ammissione) facesse un passo indietro. Ma qualcosa mi dice che non succederà.
Così come non scomparirà la foto di renzi sull’insegna della sezione di Montallese, che non si può vedere. Si racconta che, tempo fa, avevano tolto le effigi di Berlinguer e Togliatti dalla sezione di Chiusi scalo, vediamo se ora tolgono quella di renzi da Montallese. (le maiuscole non sono sbagliate a caso)
Vedremo come evolverà questo stracciamento di vesti. Di certo è strano che il neocentrismo accanito degli ultimi anni, che ha prodotto tanti illuminati sulla via di Rignano e della FCA, abbia come esito tutta sta gente “di sinistra”. La preoccupazione è che, una volta passato il labbro gonfio, si ritorni a fare come prima più di prima…
codesto rischio c’è. Vedremo se la base del Pd saprà evitarlo (ammesso che una base reale e non virtuale esista ancora)
La cosa che mi deprime di più nel leggere l’articolo è che ancora una volta la sinistra di domani sarà piena dei volta gabbana di oggi, o di ieri. Persone che nascondevano la loro pochezza progettuale e di pensiero dietro il capo di turno, fosse esso Veltroni, Prodi, Bersani o Renzi. Il PD non ha mai saputo esprimere politiche per la maggioranza degli italiani, ha sempre portato alla luce della ribalta politiche per minoranze o per aspetti marginali della società italiana ( vedi la legge Fiano sul fascismo) pur di non mostrare l’assoluto vuoto propositivo che lo pervade nonostante il travagliato contesto odierno. La teoria del “pensiero debole” sfociata in un nuovo “politicamente corretto” ha portato alla ribalta di quel pastrocchio di partito non una linea filosofica ma i deboli di pensiero. Il PD muore per via della sua stessa natura che ha abolito il merito e la conoscenza per elevare a massima virtù l’apparenza e l’eccezione. Il ministro Fedeli ne è un esempio. Se poi considerate che le poche ed ultime menti ” storicamente pensanti”, fuoriuscite sdegnosamente dal PD, D’Alema e Bersani, per colmare il vuoto delle loro proposte non hanno trovato di meglio che nascondersi dietro un magistrato invece che porsi davanti ai lavoratori, avete il quadro completo dello sfascio della sinistra ex PCI italiana. Sarebbe il caso che i “compagni” comincino a posare il fiasco di Fiano ( ottimo vino per altro) e ricomincino ad ascoltare il battito del martello prima che si abbatta ancor più pesantemente sullo loro zucche (vuote).
Negli anni mi sono sentito abbastanza solo nel circoo di Chiusi Scalo nel denunciare comportamenti e azioni che a mio avviso avrebbero portato al un disatroso scontro contro un muero. Peronalmente credo che c’è una funzione per una forza progressista o comunque un coordinamento di chi pensa che il modello economico dominante debba essere superato. L’attuale rivoluzione tecnologica richiede non tanto una teoria generale alternativa, quanto piuttosto una disponibilità a una sperimentazione continua a partire dalla situazione locale. Sino ad ora non ci si è neppure degnati di risponedere a chi ha espresso questa posizione. Magari oggi dopo tanto sconquasso si comincerà a pensarci.
X Paolo Scattoni. Scusa Paolo cosa intendi per ”disponibilità ad una sperimentazione continua”? Intendi forse che il partito nel suo complesso possa essere attento ai fenomeni che ha intorno anche localmente ed adeguarsi a questi in modo da risultare produttore di idee di indirizzo ? Elaborare le idee a seconda di quanto succede intorno vorrebbe dire capire i cambiamenti che avvengono intorno ed i limiti delle possibili varie risoluzioni. Qui non mi sembrerebbe che fossimo a tali altezze ma che invece si sia andati al rimorchio di idee partorite da pochi al centro e sposate senza alcun dibattito in periferia quando si è intravisto il corpo molle che doveva essere sostituito e che avrebbe dato
risultati numerici di tutto rispetto.Tale strada è stata percorsa a capo basso pensando alla rottamazione e per produrla tutto l’asse si è spostato al centro ed il partito il giorno dopo(notare il giorno dopo) è divenuto quasi totalmente renziano.Se non ti chiedi perchè sia successo questo tutte le altre ragioni che si potrebbero addurre sono sofismi che nulla contano sia in pratica chè in teoria.Beh, te lo dico io, od almeno ti prego di non pensare che questa mia possa essere presunzione o tentativo di apparire saccente: Perchè si è agito da parte di quelle forze esterne che nulla avevano a spartire con il concetto di sinistra ed incamerate a forza ma prive sostanzialmente di quegli ideali e si è ubbidito acriticamente alle direttive che venivano da lontano, mostrando che nessuna autonomia di giudizio era presente per essere ascoltata e di cui tenerne conto.E’ questione di abitudine a ragionare in un certo modo e che il lavaggio mediatico ha prodotto avverso alla base disorientata e che progressivamente avrebbe accettato tutto,magari mugugnando ma non avendo la forza di opporsi.Così ci si cala le brache, ma così facendo si risponde positivamente all’esercito che è pronto ad entrare a casa tua e si è preda degli avventurieri di passaggio, istituiti e creati appositamente con delle regole interne di assoluta noncuranza alla salvaguardia dei livelli di autonomia politica e di cultura politica che potevano essere raggiunti.Si è solo imboccato la strada della rottamazione agendo sul qualunquismo e sull’ignoranza della base che doveva essere all’altezza di respingere e di dare battaglia apponendo motivi valoriali sia di analisi sia di convinzione partecipata verso gli altri.Questo non c’è stato ma c’è stato solo la porta aperta dove è transitato il fiume che ha divelto tutto.Vorrei con tutta questa che sembra una contorsione ma che in effetti non lo è, dire che la base quando si affida e viene penetrata dall’imput che serve a far capire che finalmente sia arrivato l’uomo nuovo solo al comando, ha imboccato la discesa già accettando tale concezione.E’ la base che deve RECLAMARE il proprio coinvolgimento e lo deve fare con forza. Accettare quanto gli viene scodellato fà perdere i connotati ed in questo caso i connotati di sinistra.Si dice che il PD non essendo più un partito di sinistra sia una cosa diversa sia dalla DC disegnata in tempi attuali e moderni sia dalla sinistra propriamente detta ”riformista”. Il nuovo sistema economico al quale tu dici che faresti riferimento non è nato e non è nemmeno stato pensato.Ti dò ragione e non è uno scherzo,perchè quello storico al quale la sinistra ha fatto riferimento ha fallito ed il nuovo non è nato, ma anche se ha fallito non tutto credo che sia da buttare alle ortiche. Ma se la base è così sottoterra dal punto di vista culturale ed è incapace di esprimere nuovi leaders ci dibattiamo nell’ambiguità dove pesca lo stesso sistema vigente che rafforza le sue prerogative e funziona rinsaldando i suoi fini.Contrapporre una visione del mondo a tale sistema essendo sguarniti di ideali, di conoscenza, di intenti ed essendo caratterizzati da tentativi di parare l’acqua proveniente dalla diga rotta siamo proiettati inevitabilmente in una accettazione di fasi economiche da terzo e quarto mondo.Una volta erosa la conoscenza e la cultura che si basa su questa e sulla storia,non retesterà che suicidarsi ed attendere che le nostre generazioni di europei siano sempre più prone all’impero globale delle nuove idee dominanti che saranno quelle della classe dei dominatori che le partoriscono e quelle dei dominati che le producono mettendole in opera con il lavoro anche se sempre dipiù retribuito in modo tali che appaia un progresso delle classi subalterne. Cara sinistra, in questo caso ti hanno già fottuto, anche solo guardando a come pullulano le tue schiere di piccoli produttori ed esecutori delle idee che non sono tue,ma dietro a quel fumo si cela il tuo nemico giurato.Se non cerchi di lottare dicendo pane al pane e vino al vino e non accettando gli altoparlanti di chi ti vuole confondere le idee, hai già perso prima di cominciare.Tutto il resto sono masturbazioni mentali. E di fronte a tali masturbazioni, anche localmente assistiamo a come si muovono oggi ” i notabili ” che spargono consigli non apparendo direttamente e che dall’ombra dei loro piccoli imperi pensano di sopravvivere e di poter guidare una economia che credono si possa salvare se si aggiorna. Non ci vuole la sfera di cristallo per capire che è un lavoro inutile di fronte alle forze in campo.Figuriamoci se sia sufficente se una corrente maggioritaria e renziana in questo caso e localmente come al centro possa fare ”mea culpa” dopo aver preso qualche sganassone.Per concludere mi piace ricordare un aneddoto simpatico che potrebbe essere applicato a tutte quelle persone i cui nomi Marco Lorenzoni ha scritto in grassetto nel suo Post e che Lorenzoni stesso dice che sembrerebbero riflettere sul loro stesso operato che loro stessi giudicano insufficiente: negli anni 60 al tempo delle case chiuse private e non di quelle istituite e tollerate dallo stato delle quali la legge Merlin proibì l’esistenza,due buontemponi goderecci chiusini furono pescati a Cortona dalla polizia dentro uno di questi postriboli e portati via in manette.Fra le loro proteste ed urla ad alta voce, le urla delle prostitute e la fuga di chi poteva scappare ed allontanarsi, uno di questi chiusini noto per fare teatro nelle occasioni più inconsulte incominciò a piangere ed a gridare mentre scendeva le scale ammanettato ” voglio miei bambini!!! Voglio i miei bambini !!!”( da notare che il tale non aveva figli ma fece la scena) L’altro buontempone che lo seguiva ammanettato per le scale gli urlò facendo ridere a squarciagola anche gli stessi poliziotti :”prima non li volevi maiale eh ‘ ??? !!”. Ecco,in questa scena mi pare di vedere quello che hanno proferito coloro che sembrano dire che adesso ci sia bisogno di invertre la rotta e che il tempo di riflessione debba arrivare. Ma prima mi domando c’era la nebbia che si tagliava col coltello in modo tale che non si rendevano conto dove andassero a sbattere ? Ecco perchè c’è bisogno di fare riferimento all’attendibilità. Di questi la base ne dovrebbe fare a meno, e piuttosto velocemente,ma non solo a Chiusi, proprio e principalmente per manifesta incultura politica dal momento che si dicono loro stessi essere di sinistra.Loro gregari compresi, vassalli, valvassini e valvassori, indipendentemente dai loro escursus che evidentemente nulla pesano poichè se hanno portato a questo figuriamoci se non l’avessero avuto.
Molto semplice Carlo. Significa che non ci sono più modelli generali di svluppo economicoi (keynesiano o liersita che sia). L’alternativa è quella di affrontare con molto prgmatismo i problemi che emergono. Farlo da sinistra significa farlo cercando di favorire quelli che oggi vivono nel disagio.
Permettimi la battuta :Oh che sorpresa…..ma è un po’ generico questo che dici, ma teoria generale a parte, con la quale si può essere o meno d’accordo ,così corri il rischio di diventare comunista,pragmatico, e ….forse anche un po’ 5 stelle? Ti ricordo però che la società che ti stà intorno è una società semprepiù globalizzata, senza confini, spesso senza diritti per i più deboli e se vuoi liberarli dal peso del bisogno devi organizzare giorno dopo giorno un modello diverso di società, senza perdere di vista i diritti, organizzarli con le persone e cercare di essere più forte con le regole della ” democrazia” di chi ti vorrebbe schiavo senza farti apparire tale. Cioè devi combattere contro la natura del sistema economico e coinvolgere su questo le persone diversamente corri il rischio di essere spazzato via. Dove porterà questa strada non lo sò. Sò per certo che non porterà ad un periodo di calma sociale perchè è quasi una legge di natura che ogni sistema si oppone al proprio cambiamento.Purtroppo ho poca fiducia che tale cambiamento venga prodotto da una elite politica che si ispiri all’egualitarismo ed al socialismo.Nel 900 uno dei fallimenti è stato questo del traino da parte di elite burocratiche del potere, illuminate ma già sazie davanti alla torta. Al cambiamento del sistema dovranno pensare le sue vittime, su questo non si discute credo…..Ti parrà l’apologia dello sconvolgimento generale, ma fino ad oggi il mondo purtroppo ha funzionato in tale direzione e non nel senso della presa di coscenza dei bisogni da parte di elites politiche che si rifanno o che credono possibile che chi si spartisca la torta ne riservi una fetta crescente a chi ha bisogno, per un innato senso etico o di carità cristiana.Nemmeno per sogno tutto questo.Le guerre-sempre provocate in massima parte da chi dice che non gli tornino i conti,ci sono apposta per rintuzzare chi sia assalito da pensieri di cambiamento.
Vorrei poter dire di essere contento che si apre una riflessione seria all’interno del PD ma ,devo essere sincero,non ne sono per niente convinto.non con Renzi ma dallo scioglimento delPCI la via scelta non e’ stata guella della verifica strategica ma il ripudio del pensiero ideale . Allora oggi e’ difficile pensare che puo’ bastare il solo riflettere sulla batosta elettorale ,serve una riconquista del pensiero e dell’ azione nel mondo globale che ha così modificato il campo di gioco. Ciò vale per tutti.
Susciterebbe quasi ilarità, se la faccenda non fosse grave, vedere analizzare la sconfitta da chi fino al 3 marzo era più renziano di Renzi, e vedere questi signori non essere minimamente sfiorati dall’idea di fare un passo indietro. Uno dei mali principali dell’Italia è la testardaggine di chi si crede buono per ogni stagione, l’ostinazione di chi rifiuta di accettare che la propria linea politica è stata sonoramente sconfitta e al contrario riproporsi come attore della ricostruzione. La coerenza da tempo è merce rara.
L’impressione che ne ho ricevuto è stata buona nel senso che c’è voglia di ripartire, però alle parole di fuoco su Renzi o sulla vergogna di stare a fianco di qualcuno di impresentabile vorrei stendere un velo pietoso. Quello che mi interessa è poter pensare di ritornare a parlare di Sinistra in termini globali, sul fatto che occorre ritornare alle radici della nostra storia, a capire che i cosiddetti PROLET come li definiva Orwell in 1984, sono quelli che non riusciamo a rappresentare, tentare di uscire dalla logica della guerra tra poveri. Scorciatoie alla Macron non mi piacciono! Il fatto di continuare a dire che gli operai sono finiti è una grossa bufala, perchè se la delocalizzazione li manda a casa, è altrettanto vero che la loro disperazione non può essere riassunta da Casapound o meglio dalla Lega. Bisogna occuparci degli ultimi e dei penultimi, difendere lo Stato Sociale, l’accesso ad una sanità pubblica che sia veramente universale, smetterla di pensare ad un liberismo dal volto umano. La Sinistra si interroghi sull’impoverimento dei ceti medi e del lavoro autonomo. Basta alla teoria ed alla pratica della flessibilità e della precarietà. Potrei elencare altri problemi, ma mi fermo qui !
Caro Paolo Giglioni, il velo pietoso credo che debba essere steso e lo penso anch’io e da sinistra credo che non ci siano problemi, però deve essere analizzato il perchè il velo pietoso si stende solo dopo le sonore sconfitte. Analizzato fino in fondo tale perchè allora ci si riposiziona sulla linea di partenza per dire che si sia credibili ed attendibili.Sennò è una perdita di tempo ed ancora una volta sarebbero solo parole.L’ipoclorito di sodio al secolo ”varichina” bisogna passarla su parecchi aspetti, prima fondamentali poi accessori e conseguenziali.Non tanto per amore di partito ma per amor di Italia.Uso tale termine e non uso patria perchè parlare di italia con un tale termine in uso si sà da chi si rischia di illuminare una negatività almeno etimologica poi anche politica, in quanto la patria era evocata da tutto quell’entourage borghese e proletario di conseguenza, che era stato polarizzato dai regnanti al trono dei Savoia responsabili della morte sui campi di battaglia di 600 mila persone in nome appunto della Patria che non era la loro ma che invece era quella dei regnanti. La patria dei poveri non era evidentemente la stessa di quella dei regnanti e che i poveri erano chiamati a difendere.per coloro che morti per il re e per la patria la cosa era stata oggetto di inculcamento e plagio da parte del potere gia da almeno un secolo prima quando si parlava di Risorgimento,ed anche allora la Patria era dei ricchi e dei possidenti col benestare della chiesa, non davvero dei poveri. Quello che non si disdegnava fornire da parte dell’establishment dell’esercito e del potere reale che passasse sui campi di battaglia della prima guerra mondiale per i poveri soldati che si rifiutavano di andare all’assalto delle trincee nemiche e morire con tutta certezza gridando ”avanti savoia” era conosciuta con il nome di DECIMAZIONE. Venivano messi tutti in fila e gli ufficiali contavano da uno a dieci scorrendo la fila.Il decimo faceva un passo avnti e veniva fucilato insieme agli altri contati ogni dieci: 10,20, 30 e così via…. Questo per suscitare il terrore ed avere la disciplina di guerra ed evitare che i soldati si ribellassero, come spesso succedeva. Questa era la civiltà della patria, che ti faceva un monumento e dava una medaglia alle famiglie dopo che eri morto per il Re e la Regina.Il popolo Italiano è andato avanti per decenni e decenni con tali concetti nella mente, occorre che queste cose si sappiano.Il valore dei combattenti e degli ufficiali e sott’ufficiali ed i rapporti umani ad personam sul campo di battaglia non c’entrano nulla con tali cose. I poveri si controllavano in quel modo. Oggi è la stessa cosa con i media, ma per fortuna sempre di meno.E chi vorrebbe assoggettarli appare avere comportamenti soft e di rispetto delle idee. Nulla di più errato di fronte al concepimento delle finalità del sistema e della sua tendenza ad essere dimenticato nella quotidianità.Quindi se ci siamo capiti, se la sinistra vuole esercitare il suo ruolo storico nell’amministrazione delle libertà individuali e sociali, economiche ed etiche lavorando per accrescere la cultura dei ceti subalterni e per le pari opportunità, deve necessariamente rifarsi a questo.Senza questo e cioè senza una riflessione su temi ideologici tanto vituperati dalle nuove tendenze che chiamerei ”proditoriamente culturali” che servono da sempre alla tattica politica del sistema, non si và da nessuna parte. E’ la lotta che paga, lotta nella democrazia senz’altro,anche se i nostri nonni e padri la chiamavano ”democrazia borghese” ma costata sangue per essere raggiunta – e spesso non sangue dei ceti medio alti ma di quelli bassi che hanno pagato prezzi crescenti ma che sono stati anche in prima fila nella lotta per l’ottenimento dei diritti, che non sono stati mai concessi ma sempre conquistati, proprio per natura della storia.
ecco, ci vorrebbe che la sinistra che ancora si inumidisce gli occhi a sentire proferire tale nome, si ritrovasse attorno a tali concetti, ci ragionasse, ed avese la pazienza di osservare dove sta andando il mondo dominato dal mercato.L’alternativa sarebbe solo una, tutta da costruire, ma gli esempi del passato la potrebbero aiutare ad individuare che il nemico ce l’ha di fronte tutti i giorni che apre gli occhi.Da lì si trae la forza necessaria per il cambiamento e per la sicura democrazia, che non è quella che vorrebbero imporre gli altri che guidano il carro.Anzi, quella è tutto il contrario chè democrazia. A quella democrazia lì, una volta, i meno abbienti erano usi andare col cappello in mano a chiedere l’elemosina.Solo la lotta li ha liberati, non la magnanimità individuale del padrone anche se in certi casi esisteva. Di questo dovrebbe discutere la sinistra non di buttare a mare l’ideologia.
…CONTINUA…..anche perchè se butta a mare le idee che sono quelle che formano l’ideologia, butta a mare l’uomo,perchè l’uomo vive per le idee che sà produrre. L’uomo non può esitere senza idee.Ecco cosa deve spingere gli uomini comuni a lottare, perchè questo delle idee è il solo terreno e la sola forza che hanno in tasca per far prevalere la loro ragione. I violenti ed i nemici giurati di questo sono e saranno perdenti per forza.E ricordatevi chi era che gioiva per il crollo degli ideali ben sapendo che ne sarebbe rimasto uno solo nella battaglia delle idee e che quello avrebbe avuto buone possibilità di prevalere.Non è passato molto tempo e la memoria è ancora fresca.Solo gli gnorri fanno finta di non ricordare e vorrebbero cambiare discorso.
Scusate se mi permetto di inserirmi nel vostro dibattito ma secondo me il tema del nostro tempo non è la scomparsa della sinistra, ma la scomparsa del suo popolo. Un popolo emarginato, non più protagonista, ma preda dei populismi più sfrenati, senza controllo senza una meta. E mentre all’interno del PD si è consumata l’ennesima “scissione” della sinistra, sempre meno persone riescono a comprendere la sua natura ovvero quella che legava la sua politica agli interessi della gente comune. Il punto di partenza oggi dopo questa pesante sconfitta elettorale non può che essere la ricostruzione di tutta la sinistra e quindi del suo popolo. Solo un progetto politico che abbia come obiettivo quello di dare alle classi subalterne uno strumento di partecipazione e di riscossa può invertire la china. Bisogna essere di sinistra per realizzare tutto questo? O basterebbe essere dalla parte del popolo?
Un saluto a tutti voi ed in particolare al mio grande amico e compagno Carlo Sacco.
Caro Emanuele, proprio perchè ti ho sempre considerato un amico credo che possa permettermi di rivolgermi a te cercando di essere senza fronzoli cercando di guardare la realtà sia in faccia sia dietro la facciata.Se non sbaglio abbiamo origini di lotta comuni sia per la mia che per la tua famiglia.La mia in Umbria e la tua in Sicilia. negli ultimi anni ti ho sentito quasi rapito dall’immagine del PD diventato poi renziano ed ho in mente le tue parole che mi dicesti che le ripeto qui pari pari poichè me le ricordo poichè almeno per queste cose ho memoria. Proprio tu mi dicesti che ti sentivi finalmente di credere in Renzi che ti appariva come la molla della ripartenza di una sinistra che si portava dietro acciacchi di molti anni.Io non la pensavo come te su quell’argomento ma comunque riconosco la buona fede tua poichè ho la presunzione di conoscerti e di conoscere quelle che sono state le tue buone intenzioni e la tua onestà intellettuale e ti ho sempre in questo senso considerato una persona pulita.In tanti hanno avuto la tua stessa posizione,chiamiamolo il tuo stesso ” innamoramento”, ma poi come vedi l’epilogo è stato quello che hai detto, ed è stato quello per una semplice ragione di fondo che quell’oggetto creato a tavolino dalle dirigenze che avendo smarrito gli ideali fondanti della sinistra se li erano fatti penetrare dall’etica del mercato e delle sue conseguenze velenose considerate ormai come ineluttabili nella storia dell’uomo.E così hanno partorito un prodotto che ha poggiato su colonne di rena e non di pietra. Per il sistema tutto questo è diventato in quattro e quattr’otto come suol dirsi ” grasso che colava” ed anche una gran parte del ceto medio ha preferito indirizzarsi dalla parte di Renzi e della sua creatura credendo che una volta rottamati i vecchi arnesi ci fossero uomini che potessero portare avanti le bandiere della sinistra intesa come riformista e moderna.” Moderna” nel senso che loro pensavano che così fosse, affibbiando ”il moderno” al peroramento di quanto potevano rappresentare i loro interessi.Scomparsa la DC si riaffacciava una altra cosa che non poteva chiamarsi con lo stesso nome ma che nei fatti alla fine sostanzilamente quello rappresentava.Ma quel modo di pensare probabilmente era diventato minoritario in italia poichè nel frattempo era cambiata la reattività della gente ( il primo accenno è stato il Referendum, la seconda botta il risultato elettorale).Tutto questo ha fatto vedere che non si può nel nome della sinistra fare politiche di destra e che la stessa destra non avrebbe mai fatto in quel modo ma che furbescamente ha fatto produrre riforme durante i governi del centro-sinistra poichè sarebbero passati lisci come l’olio.Si stava invitando in teatro nla gente per riproporre un fatto già visto e titato avanti per decenni non tenendo conto che ormai quella condizione dell’italia era obsoleta sul piano politico ma anche sul piano concettuale poichè nuove compagini generazionali e politiche si erano affacciate all’orizzonte e reclamavano autonomia da quei discorsi e da quei pensieri che una volta potevano funzionare, ma oggi no ! Tale fatto ha contribuito a far aprire gli occhi anche allo stesso ceto medio poichè nella sua etica richiede stabilità e riforme che la garantiscano.Richiede infine gente che sappia leggere quanto c’è di nuovo nella società e prendere atto di come i problemi si affrontino.La strategia di quelli che il sistema chiama vergognosamente ”estremisti” è stata quella intelligente di operare assumento diverse sfaccettature a seconda dei problemi che si trovava di fronte ma dare l’esempio di non mollare l’osso dove serva non mollarlo e mai passare sopra a certi aspetti di carattere della buona politica e della ” questione morale” che vedo ancor oggi non hanno digerito i fronti dell’establishment poichè non si vergognano a riproporre inquisiti anche per le più alte cariche dello stato.Allora non si può non notare che il tanto strombazzamento a destra ed a manca della ripresa sia un fuoco fatuo,non dovuto tanto a quelle che amano chiamarle riforme bensì al vento della politica economica internazionale che man mano è cambiato.Sono arrivati a dire non destando senz’altro sorpresa che bisogna continuare in questo modo fatto fin’ora,detto con toni quasi se fossero minacce velate di un futuro tragico per l’italia. Tutto questo ha il sapore di sempre tanto caro alle compagini tenute insieme dalla DC che le fanno parallele alle raccomandazioni berlusconiane sulla sciagura che l’italia avrebbe avuto se fossero andati al governo i comunisti.Lo stesso Berlusconi ha detto platealmente che se è stato evitato tale pericolo lo si debba proprio a lui…figuriamoci…una cosa di tal genere non può essere creduta nemmeno dalle massaie che seguivano da casa le sue televendite.
L’establishment ormai ha assunto una veste comune che ha un diritto e rovescio della stessa medaglia che è della stessa natura e che non rappresenta più il futuro.Ecco perchè dico io ad Emanuele Ferrara che la cosa sin da principio non è che fosse poi poi tanto difficile a comprendersi, anche proprio tenendo presente la genesi di quel partito e di come abbiano permesso di far passare al loro interno-tutti d’accordo quindi- di fare le primarie mettendo insieme cani e porci.Ed il risultato non poteva essere che questo: il parto e la crescita del rignanese, svezzato ormai a non aver bisogno del latte delle sagrestie ma proiettato invece in pochi balzi a divenire da Presidente della Provincia, a Sindaco di Firenze e poi a capo del governo italiano. Ma si trattava che la proiezione era quella di un partito che ha smarrito la propria vocazione, sconvolto da onde tumultuose all’interno, e che non trovava ed ancor meno oggi trova una strada per venirne fuor poichè è prigioniero di una logica che è stata imposta da pochi e guardata con molto sospetto da una base sin dalla sua creazione.Ecco i motivi per i quali una gran parte di quei votanti quel partito l’hanno abbandonato e sono passati armi e bagagli e con gli occhi umidi sentendosi traditi da un altra parte, sperando che questa sappia perorare i loro interessi.Cosa ci riserverà il futuro? Vedremo, non lo sò.Sò solo che tale atto era doveroso poichè non è più sopportabile stare alla finestra ad assistere alle manfrine ed alle false difese di interessi delle classi subalterne fatte da Renzi e dal suo entourage che ha la maggioranza in quel partito e che ha lanciato segnali inequivocabili all’elettorato italiano assumendo le vesti del trasversalismo che una volta apparteneva alla DC, che però ben si guardava di produrlo con l’arroganza che ha messo in campo il suo segretario odierno poi dimessosi.Il loro posto non è con la sinistra, hanno contribuito a spezzarla e piegarla immettendo forze che vanno da Casini alla Bonino verniciandoli di ”modernità” e dicendo ai quattro venti che fossero queste le prerogative della difesa dei ceti medi e che un partito come il PD poteva incamerare tutto. Difatti in più di ogni occasione ho sempre ripetuto che è,ed è stato e continua a contenere l’etica di un partito-supermercato dove all’interno ci trovi ogni cosa che vuoi trovarci. Solo non avevano fatto i conti con l’etica oggettiva della storia che sembrava loro di poter cambiare a seconda di ciò che ardentemente speravano.Per loro, le classi e la reattività della gente stressata dalle riforme che hanno contribuito proprio loro a produrre non esistevano e la conduzione del paese osservando i princìpi del tanto osannato(da loro) riformismo che li ha portati a produrre lo scontento generale a destra, al centro ed a sinistra,li ha battezzati immergendoli in una acquasantiera dalla quale non è facile respirare.E se non si respira si corre il rischio di affogare essendo anche il secondo partito.Oggi si leccano le ferite e dicono tutti o quasi che hanno sbagliato.Ma risiamo alla barzelletta che ho raccontato in altro intervento su questo stesso post due giorni or sono sul ”postribolo di Cortona” ed i due buontemponi chiusini portati via in manette dalla polizia.Solo che questi non ” vogliono i loro bambini ”, vorrebbero i voti di chi gli crede perchè rapresentano un interesse che è quello di poter durare più a lungo possibile il periodo di questo riformismo che viene da lontano e che recita ”facciamo le riforme basta che non cambi nulla”.Questa è la storia ipocrita che investe quella che sembra essere la convinzione di chi li ha votati.Anche perchè no ma pronti all’unione mai formale ma effettiva con il centro-destra, votando leggi l’uno stando da una parte e l’altro dall’altra,dando ad intendere alla gente che loro sono la sinistra e gli altri la destra ma votandole insieme.Il giuochino funzionerebbe in tal modo secondo loro ed è per questo che si avventano contro chi gli possa scompigliare i giuochi.E difatti dopo gli ultimi avvenimenti di oggi, a sentire le loro dichiarazioni fanno le vergini schifate con la malcelata pudicizia propria di coloro che hanno capito che sta finendo la loro supremazia mentre diventa importante il trasformismo con il quale dicono di essere stati battuti, di non voler governare,mentre sentono che un partito strutturato come lo sono non ha la forza di richiamare la gente come la richiamava la sinistra nei tempi che la sinistra era ”la sinistra” che pesava e che contribuiva a difendere gli interessi delle classi che rappresentava. L’hanno distrutta, ed ora si beccano anche loro i risultati del loro lavoro.Quando ”Scimpi” alias Meloni, che a Chiusi faceva l’autotrasportatore negli anni ’60 si ribaltò con il suo OM Leoncino, lo misero sul numero unico che per carnevale usciva sempre, con una dedica che diceva: Scimpi, ovvero chi lascia la strada vecchia per la nuova con le ruote per aria si ritrova”.Ed era inutile che Scimpi dicesse che sbagliando aveva preso male una curva e che non conoscesse bene la strada e che era stato tradito dalla breccia sparsa: le ruote del suo ” OM Leoncino” rimanevano per aria….capito caro Emanuele ?
Caro Carlo, la politica è una disciplina troppo complessa e troppo variabile! Adesso è facile imputare la sconfitta della sinistra a Renzi e a tutto quello che è successo negli ultimi 3 anni, ma credo in tutta onestà che la perdita dei valori a cui tu fai riferimento si è consumata molto prima che Renzi scalasse il PD. Dalla morte di Berlinguer in avanti non siamo più stati percepiti dalle masse come veri difensori dei deboli e dei bisognosi. Piano piano, ci siamo allontanati sempre di più dalla gente, finendo per essere considerati come il partito della banche e non più quello dei lavoratori, il partito dei corrotti e non più quello che combatteva la corruzione, il partito degli arrivisti e non più quello degli attivisti motivati e disinteressati. La verità è che la classe dirigente della sinistra è in ritardo ovunque. Le nostre parole d’ordine un tempo vanto delle classi più povere sono oggi svuotate di significato, le nostre proposte politiche sono vaghe e spesso incoerenti. Siamo impreparati di fronte ai grandi cambiamenti che il capitale ha portato nel mondo. Non ci siamo accorti di una nuova destra, la neo destra che ha costruito le sue fortune sul consumo e sul dominio dell’immagine. Oggi caro Carlo, credo che non basti più ammettere la sequela dei tragici errori o delle incredibili leggerezze in cui la storia della sinistra ha spesso finito per incagliarsi. E’ necessaria una prospettiva diversa che si apra alla cultura di massa. La nuova società globalizzata è oggi dominata da un modello di cultura prevalentemente consumista, indifferente alla rinuncia e all’altruismo. In questo contesto si inserisce la faccia sorridente e prepotente della nuova destra. L’imporsi di questo modello ha scompaginato la base dei nostri ideali distogliendo la gran massa dei nostri sostenitori naturali. Una sorta di mostro invisibile che ha finito per paralizzarci. Quando penso che il mondo è cambiato, che non ci sono più i valori di riferimento di un tempo, alludo a questo. Dopo l’ultima scissione abbiamo raccolto solo macerie! E’ sempre stato così nella storia della sinistra! Non ho mai visto una scissione che ha portato risultati apprezzabili e vantaggiosi. Nonostante tutto, io ho continuato a votare PD turandomi il naso come diceva il vecchio Montanelli. E adesso sono qui ad analizzare la sconfitta di un partito fantasma, un partito che si è fatto imbrigliare al nord per la “sicurezza” e al Sud per il “reddito di cittadinanza”, un partito quindi emarginato. Ma cosa dovevo fare? Votare per 5 Stelle? Votare per gli “onesti”? Votare per coloro che si sono sempre vantati di essere l’antisistema e che adesso sono costretti dai numeri al compromesso? Non me la sono sentita! Meglio rimanere con i miei dubbi, le mie perplessità, i miei dilemmi, meglio rimanere se stessi, nella buona e nella cattiva sorte. Un caro saluto e un forte abbraccio.
Non sono io che di deve dire cosa avresti dovuto fare Emanuele ma sò quello che ho fatto io, almeno per il momento perchè il bisogno di aria pulita era superiore a quello dell’aria chiusa e stantia che anche incominciava di brutto a puzzare.Io non mi sono mai turato il naso pensando di dover accettare ”il meno peggio”.Quello di cui parli tu, od almeno delle persone che hanno creato quell’oggetto -se pur non è solo l’azione di un Renzi- e con questo siamo d’accordo-risponde e ti prego di non dimenticarlo ai nomi di Veltroni, Prodi,Rutelli, con annessa tutta una schiera di gente della Margherita che hanno visto con lucidità senza fronzoli di poter costruire una macchina politica esente da quei fondamenti costitutivi dei partiti da dove la sinistra proveniva.Con l’assoluta presenza di indifferenza a riflettere sui temi valoriali hanno costruito e varato tale macchina,vivendo nello stesso tempo e facendo vivere all’italia di sinistra contrasti e diatribe dipanantesi inconcludentemente per 20 anni (quando si pensa al fascismo oggi non ci si rende conto che sia durato 20 anni) quindi l’antiberlusconismo da loro prodotto tale quantità di anni è durato,non dimenticarlo, quindi per un periodo temporalmente uguale si è ruotati senza nulla produrre attorno all’antiberlusconismo.Tu dirai che ”si dice bene tutto questo ma si dice dopo”.Invece no, per me era chiaro abbastanza che quella strada imboccata portava alla rupe tarpea, proprio perchè avevo chiara una condizione davanti a me che era quella dell’azione esercitata dal complesso mediatico, sempre dalla sinistra sottovalutato ma non altrettanto dalla destra. Hanno vinto con quello nella frantumazione della sinistra,non con le ragioni ed usando quello,-parlo soprattutto dei nuovi inquilini- e quindi promossi principalmente da quei nomi che ho fatto prima,quell’oggetto creato si è rivelato subito il centro del contendere fatto da una sinistra residualmente sempre meno ideologizzata e succube degli avvenimenti che le si dipanavano intorno e la forza penetrante dell’uso della ”pretesa modernità” da parte delle nuove generazioni disinvolte dei quarantenni i quali la prima cosa che cercavano di far notare era quella che loro erano esenti dall’ideologia.Su quel terreno sono stati battuti invece come vediamo oggi perchè è stata detta una enorme fandonia,prima spalmata e rivelata al popolo storico della sinistra, poi a tutta la società ,che era appunto quella che l’ideologia era finita,terminata, aveva terminato la sua funzione storica.Noi che siamo anziani orma certe cose ce le ricordiamo.Su questo terreno oggi quelle forze sono state battute perchè caro Emanuele se non si sà leggere quello che non dice nessuno oggi e cioè che la protesta e l’immaginare un anti-sistema che finalmente sembra oggi imporsi di forza lo si deve al fatto che le contraddizioni storiche non si siano risolte con la politica di chi ha governato, mi dici quale sia il motivo se non quello che i rapporti fra le classi (attenzione perchè esistono sempre di più i poveri e sempre meno i ricchi però questi sempre più ricchi) si siano acuiti ? I 5 stelle che si dicono de-ideologizzati e fin’ora forse parecchi non sapendolo nemmeno e nemmeno riflettendo su tale argomento che secondo me è sostanziale, hanno assunto tale veste,ma personalmente li ho vissuti conoscendoli un po’ dall’interno come gente incazzata e che ha avuto l’amor proprio e l’amore sociale di reagire e di organizzarsi e questo credo che gli vada riconosciuto. Non è tutto, anche perchè si può incominciare a costruire qualcosa invertendo la rotta quando si hanno i voti da dentro la democrazia e facendola funzionare.Chi non l’ha fatta funzionare sono quelli che hanno governato pur avendo i voti, non lo dimenticare, poichè se l’avessero fatta funzionare non erano a questi punti.questo che hai letto segna che il marciume del sistema progredisce di fatto e progredendo prende anche le persone, le istituzioni che di per se stesse marce non sono mai state ma ciò che è marcio è il metodo ed il modo con il quale sono state amministrate. Discorso diverso è per la destra che è stata sempre legata all’immagine dell’uomo solo al comando e che debba opporsi al potere che sale dal basso poichè pericoloso per l’uso cheb hanno fatto fin’ora di qelle istituzioni che sono di tutti sulla carta ma che i processi economici riescono mirabilmente a scardinare ed a renderle applicate con parzialità a favore del potere gestendolo anche nella fase di crisi acquisendo larghe fette di elettorato sociale presente anche nelle periferie cittadine che una volta erano il feudo della sinistra e che la stessa sinistra non ha saputo gestire.Questa della costruzione ad oltranza della resistenza e dell’arroccamento è stata l’azione del berlusconismo che ha potuto allontanare sempre l’ipotesi di cambiamento dela natura sociale del sistema, con i mezzi ma soprattutto con l’applicazione mediatica ed i suoi condizionalmenti alla politica. Ed allora come la mettiamo? Non sò dove arriveremo perchè nessuno lo sà questo,nessuno può dirlo, ma al punto in cui la sinistra era caduta così in basso da essere detronizzata e polverizzata e cancellata,mi sono sentito di guardare da un altra parte sentendo anche che molti contenuti erano paralleli a quelli della sinistra stessa, anche e proprio perchè il percorso è passato anche attraverso pulsioni più piccole del tipo Ingroia rivelatesi inutili a rialzare le sorti di milioni di persone orfane di una grande madre.e se tutto questo può portare soprattutto ad un corretto sguardo verso il bisogno sociale ben venga e ben vengano le riforme fatte attraverso una forte redistribuzione dei pesi economicamente parlando che adesso la società subalterna ha dovuto supportare.E ti dico anche un altra cosa che è quella che se il primo partito ha polarizzato queste istanze di cambiamento il suo merito è anche quello di non aver fatto sconfinare la protesta sociale in modo incontrollabile nelle piazze,mantenendo chiari i cordoni dell’area del bisogno dove intervenire da dentro la democrazia e con gli strumenti della democrazia.Vedo che comunque il sistema mediatico stà variando i suoi schemi nei confronti di tali novità ed i suoi modi di mettersi a raffronto con essa, ma credo però che occorra essere sempre vigili e non sottovalutare le volontà di rivincita che oggi sono malcelatamente sopite e che possono rispuntare fuori ad ” ogni piè sospinto”, perchè caro Emanuele stiamo parlando se tu come altri se lo fossero dimenticato, si come si dipanino gli interessi e di come ci si possa o meno dividere la torta. Ed allora a di fronte a quanti ti vorrebbero circuire dicendo che questi interessi non esistono più e sono polverizzati e quasi annebbiati, si capisce bene che agitano forsennatamente le coperte peggio degli indiani Sioux per mandare segnali di fumo al popolo affinchè sia proprio quel fumo a celare la loro presente e perenne volontà di prevalere. Ed il partito che hai scelto era quello che maggiormente agitava la coperta sopra la cenere perchè si faceva chiamare sinistra con milioni di seguaci ma faceva ed ha fatto una politica che era tutto fuorchè quella di sinistra.Occorre fare diversamente ma lo deve decidere quella gente, perchè il fumo fa male agli occhi ed anche , anzi quasi sempre ai polmoni. L’aria deve essere pura.Ciao Emanuele.