LO SCANDALO SI ALLARGA, GIOCATORI DEL FOIANO PAGATI PER BATTERE IL CHIUSI NELLA SCORSA STAGIONE. IL SINDACO BETTOLLINI: PRONTI A COSTITURCI PARTE CIVILE…
“Il Chiusi, anche nella gara vinta in casa contro il Foiano, si trovò di fronte una squadra, che nonostante fosse già retrocessa e non avesse più nulla da chiedere, giocò alla morte impegnando severamente i biancorossi che ebbero la meglio solo nel finale”. Così scrivevamo il 22 luglio 2017. Il riferimento era alla partita giocata tra le due squadre il 23 aprile al “Frullini” di Chiusi nello scorso campionato di Eccellenza. E il 24 aprile, sempre su Primapagina si leggeva: “E è stato piuttosto evidente come la partita non fosse per nulla ‘accomodata’, come capita spesso nei finali di campionato. Il Foiano in versione tutt’altro che rassegnata e rinunciataria nonostante la già matematica retrocessione, sembrava doversi giocare la finale di Champions e spinta dall’ex Piccirillo e dall’esperto Zacchei ha messo più volte in difficoltà la retroguardia biancorossa, presa spesso d’infilata dai contropiedi avversari, fino al pareggio, tutto sommato meritato, con un colpo di testa in mischia”. Poi Mister Laurenzi, del Chiusi giocò la carta della fortuna, inserendo Serafini. Finì 3-1 con gol di Giustini alla prima azione dopo il cambio e rete dello stesso Serafini in contropiede. Ma il Foiano giocò una partita come raramente aveva fatto durante tutta la stagione.
Ora, al termine delle indagini preliminari dell’inchiesta che nell’estate scorsa portò all’arresto, tra gli altri, del presidente della Sestese, per illeciti sportivi anche in relazione allo spareggio con il Chiusi del 7 maggio scorso, emerge che due giocatori del Foiano furono contattati e “pagati” dai dirigenti della stessa Sestese per vincere proprio quella partita con il Chiusi.
Uno di questi giocatori sarebbe proprio “l’esperto Zacchei” citato nell’articolo di Primapagina come uno dei più assatanati, in quella strana partita. Nel calcio si è visto di tutto, anche in serie A, figuriamoci nelle categorie inferiori. E essere “pagati” per vincere è comunque diverso che essere pagati per perdere, come spesso è accaduto. In sostanza i giocatori del Foiano, pagati per vincere con il Chiusi, sarebbero stati indotti a fare semplicemente il loro dovere. Cioè a giocare al massimo delle proprie possibilità, senza tirare indietro la gamba, dato che la squadra non aveva più nulla da chiedere al campionato, essendo già virtualmente retrocessa.
Ma che il Chiusi sia stato “messo in mezzo” e penalizzato, al di là dei suoi demeriti, è ormai un dato appurato. Quella partita il Chiusi la vinse, nonostante tutto, ma faticò oltre misura. Poi perse in casa della capolista Montevarchi, che nonostante fosse già campione, non fece sconti. Poi perse anche lo spareggio con la Sestese, con un arbitraggio a dir poco scandaloso… Tant’è che l’arbitro, certo Masilunas, è finito anch’egli sotto inchiesta, dopo esser stato promosso alla categoria superiore…
La vicenda della “mazzetta” allungata all’esperto Zacchei per danneggiare i biancorossi chiusini non è che l’ennesimo tassello di una vicenda amara, che ha visto una squadra “massacrata” in campo e fuori e un campionato falsato. Si dirà che il Foiano, giocando alla morte contro il Chiusi ha solo “onorato il campionato”, e questo ci può stare, ma “pagare” dei giocatori perché si impegnino al massimo per neutralizzare un avversario è certamente atto antisportivo e illecito.
E se il Chiusi, retrocesso inusitatamente, anche in forza di questi episodi oggi fatica nei bassifondi della Promozione, è anche perché ancora sconta le conseguenze di tutto ciò (lunghe squalifiche e ambiente destabilizzato). Sarà mai risarcito per i torti subiti?
Questa mattina, il sindaco stesso, Juri Bettollini ha preso posizione sulla questione annunciando la possibilità per il Comune di costituirsi parte civile in un eventuale processo.
“Eh NO! Non può finire così! Convocheremo ufficialmente i vertici della Società Polisportiva Chiusi, decideremo come procedere insieme, ma, considerando quanto nella nostra città sia radicato il gioco del calcio, il danno è enorme e non solo sportivo. Dalle notizie che emergono si prefigura un disegno criminoso che non possiamo e non vogliamo accettare. Se dalla conclusione dell’indagine, partirà il processo, come amministrazione valuteremo la possibilità di costituirci parte civile. Lo faremo certo per la nostra Città, per la nostra Società Polisportiva, ma soprattutto – scrive Bettollini – per difendere la dignità del calcio dilettantistico che non può e non deve essere questo. Una presa di posizione che suona anche come appello a tutte le istituzioni sportive, affinchè prendano conoscenza della gravità dell’accaduto e chiedano con forza giustizia sportiva, civile e penale perché azioni come quelle che sembrano emergere ammalano il mondo del calcio, avvelenano la passione di tanti tifosi e mortificano gli sforzi di tante società che lavorano con dedizione e sano spirito agonistico”.
Chiusi insomma nel ruolo della vittima sacrificale non si sente a proprio agio. La presa di posizione del sindaco è un “atto politico” forte a difesa non solo di una società gloriosa, ma di tutto il calcio locale. Ed è anche un atto inusuale. Il calcio non è politica, ma quando le cose trascendono e finiscono in certi gineprai, la politica non può stare a guardare. E le istituzioni nemmeno. Dalla “giustizia sportiva”, così come da quella ordinaria, passa la credibilità del movimento, soprattutto per quei ragazzini che cominciano adesso a tirare i primi calci ad un pallone, con il sogno di giocare un giorno nella Juve o anche solo nella squadra del proprio paese. Che è già un bel traguardo.
M.L.