CHIUSI, IL CONSIGLIO COMUNALE CONFERMA: NIENTE FESTIVAL! LE OPPOSIZIONI ACCUSANO, BETTOLLINI TIRA DIRITTO…
CHIUSI – Toni forti, a tratti anche sprezzanti, ma nulla che non si sapesse già. E nulla su ciò che verrà nel futuro prossimo e in quello più a lunga gittata. Questo in estrema sintesi è ciò che è successo ieri sera al Consiglio comunale sulla questione Fondazione e festival Orizzonti.
Il sindaco Bettollini probabilmente, quando ha convocato la seduta, aveva messo nel conto il fuoco di fila delle opposizioni. E al di là di qualche scambio di battute acide, alla fine, come un pugile in difficoltà, ma capace di gestire le forze sul ring, ha incassato gli affondi degli avversari. Li ha definiti legittimi e comprensibili, ma ha tirato avanti, diritto, per la sua strada. Se ne riparlerà, se mai, tra 4 anni, alle prossime elezioni.
Unica “novità” emersa dalla seduta è la conferma ufficiale -che finora non era arrivata – che il festival Orizzonti 2017 non si farà. E non si farà solo il festival Orizzonti, quello “targato Cigni”, ha specificato Bettollini, mentre tutto il resto rimane in piedi: Lars Rock Fest, stagione invernale, attività nelle scuole, recupero del festival di fotografia…
Sulle motivazioni della scelta di fermare il festival, Bettollini ha confermato che si tratta di una “scelta politica” in ottemperanza all’indirizzo fornito dal Consiglio Comunale, cioè quello di mettere, prima di tutto, i conti in sicurezza. “Potevamo decidere di andare avanti, magari cercando di recuperare risorse da qui a dicembre, con una edizione ridotta, ma quando ho capito che non c’era la certezza della copertura finanziaria, neanche per l’edizione ridotta, non me la sono sentita d rischiare… “. Quindi stop.
“E questo – ha detto ancora Bettollini – non solo è stato l’indirizzo dellla maggiornaza del Consiglio Comunale, ma anche ciò che ci hanno chiesto i cittadini… “.
Insomma la decisione di stoppare il festival e chiudere l’esperienza Cigni, è a detta del sindaco-presidente della Fondazione, dovuta ad un problema finanziario, alla mancata copertura economica dell’evento che avrebbe fatto lievitare il debito consolidato, ma anche ad una “indicazione” dei cittadini. Bettollini e la sua maggioranza hanno dunque agito per “senso di responsabilità”, ma anche per timore di allargare la voragine debitoria e per rispondere alla “volontà dei cittadini”. E qui si apre un interrogativo: quali cittadini, quali ambienti hanno spinto e sollecitato per la chiusura del festival?
L’assessore Micheletti e il consigliere Agostinelli hanno provato a riequilibrare il discorso difendendo il festival, sottolinenadone il valore culturale, il coraggio e la carica innovativa, dicendo in sosntanza: abbiamo deciso solo per una questione di soldi. Ma una certa contraddizione tra le parole del sindaco e quelle dei suoi collaboratori è emersa in maniere lampante.
Era noto – e noi lo abbiamo scritto più volte – che una parte della popolazione e soprattutto dell’elettorato e del blocco sociale che ha sostenuto Bettollini alle elezioni 2016, non ha mai digerito il Festival, non lo ha amato, lo ha sempore considerato un “corpo estraneo” e una forzatura. Sono note anche certe pressioni degli ambienti più oscurantisti, affinché a quel tipo di festival fosse dato un taglio… Ecco Juri Bettollini ieri sera in qualche misura ne ha dato conferma. Così come ne hanno dato conferma gli interventi di Annulli e Daniela Masci.
Le opposizioni non hanno fatto sconti. Ci sono andate già dure. Hanno accusato il sindaco e la giunta di non aver controllato come era doveroso fare il bilancio della Fondazione, di non aver preso provvedimenti, di aver creato un “sistema” e un carrozzone che ha fatto acqua da tutte le parti. Il capogrupo dei Podemos Scaramelli ha ricordato come solo pochi mesi fa lo stesso Bettollini presententando l’edizione 2017 di Orizzonti, parlava di “scommessa vinta, di festival tra i più importanti d’Italia, di festival che era riuscito a convincere anche i cittadini più critici…” per poi dire che i cittadini ne chiedono la sospensione… Hanno pigiato molto sul tasto delle incongruenze sia Possiamo che i 5 Stelle fino a dire al sindaco, all’assessore alla cultura e alla giunta, che “siccome siete concausa del disastro dovreste chiedere scusa ai cittadini e fare un passo indietro, ammettendo il fallimento. Chi è causa della malattia, non può fare anche il medico e decidere la terapia…“.
La consigliera dei 5 Stelle Bruna Cippitelli, nella replica finale, ha anche chiesto le dimissioni del sindaco e dell’assessore Lanari. Ma una mozione di sfiducia vera e propria non è sata presentata. E Bettollini ha alzato le spalle. Si è segnato la cosa e ha tirato avanti, spiegando che la decisione di riprendere le redini della Fondazione come Comune, con l’assunzione della presidenza da parte del sindaco, è una cosa che le stesse opposizioni avevano nei loro programmi elettorali, che lui le redini della Fondazione le ha assunte di fatto solo il 2 maggio e solo dopo quella data ha potutro mettere mano alla questione. Non solo: il sindaco ha spiegato che una scelta così drastica, come quella di stoppare la manifestazione più rilevante, poteva essere presa solo da un soggetto forte. Il sindaco, appunto. Non sarebbe stato giusto, a suo avviso, far decidere una cosa del genere al management privato della Fondazione.
Con le spalle coperte dalla mozione della maggioranza che lo invitava a prendere le misure necessarie a risanare i conti, Bettollini si è assunto la reponsabilità dei ritardi e della scelta finale, “con la serenità di chi sa di aver operato secondo gli interessi della comunità, magari contro il gusto e il sentire personale”…
Quanto al futuro della Fondazione, in assenza del festival, le opposizioni si sono chieste se serva ancora tenere in piedi un tale apparato. E questo probabilmente sarà tema di discussione anche in futuro.
Ma alla fine, dopo il Consiglio di ieri sera, quale è il quadro? come ne escono i protagonisti?
Pur vestendo i panni del “buon padre di famiglia” che prima di tutto mira a far quadrare i conti, Bettollini & C. escono sconfitti. Come tutta la città. Sono stati loro per primi ad esaltare il festival versione Cigni. A decantarne le lodi e i riconoscimenti ministeriali e regionali, a parlare di grande successo ecc. Deciderne lo stop, senza preavviso e seza una dicussione ampia e aperta, dà il senso di una resa incondizionata alle regole del mercato, ma anche di fronte ad una opinione pubblica poco incline alle novità, alla cultura “alta”, all’innovazione e più attratta dalla sagre paesane e e cose simili. La decisione di fermare la “macchina da debiti” può essere anche largamente condivisa, ma è chiaro che lo stop alla manifestazione più importante, più celebrata, più costosa della città, è una sconfitta, un passo indietro, una sconfessione di quanto affermato ed esaltato fino a poche settimane prima…
Così come la decisione del Comune di riprendere in mano la guida della Fondazione e di commissariarla di fatto, è una sconfessione della linea politica e dell’impostazione precedente. Bettollini dice “non mi sentirete mai prendere le distanze da Stefano Scaramelli”, ma nella realtà lo ha fatto e pesantemente. La Fondazione attuale è cosa assai diversa da quella pensata emessa in piedi nel 2012. Sembra già un ente a termine. E sembrfa avviarsi nella dorezione chiesta un anno fa in campagna elettorale dai Podemos, per esempio…
Ma tutto questo è materia per “analisti”. Il popolo di Bettollini fa equazioni più semplici (lo ha detto chiaramente il sindaco): il “fumus” sui soldi che mancano e sui soldi spesi male copre ogni altra considerazione e le stesse opposizioni (soprattutto i 5 stelle) hanno spesso battuto su questo tasto in maniera quasi ossessiva. Ovvio che andasse a finire così…
In Consiglio, ieri sera, le opposizioni hanno tenuto il punto, hanno alzato la voce più che in altre occasioni, hanno puntato il dito su responsabilità, ritardi, omissioni e incapacità… ma non hanno affondato il colpo. E soprattutto non hanno proposto nulla sul che fare, in alternativa al festival che non si farà. Si sono limitate alla schermaglia politica, più sul metodo che sul merito, consentendo a Bettollini e ai suoi di uscirne un po’ acciaccati, ma sostanzialmente indenni. Anche loro immersi, però, in una mare di nebbia per quanto riguarda il futuro…
Il clima teso rimarrà latente e difficilmente consentirà un dialogo nelle prossime settimane e mesi. E invece ora che è chiaro che il festival non si farà più, il ragionamento dovrebbe spostarsi immediatamente sul dopo. Sul che fare adesso e negli anni a venire.
Bettollini (ma anche altri della maggioranza) hanno parlato di recupero di un rapporto con le realtà culturali locali e valorizzazione delle stesse, di un recupero di “popolarità” rispetto alla cultura d’elite o di nicchia… Che significa?
Certo dopo la figuraccia in mondovisione con lo stop al festival sarà assai complicato riproporsi ad artisti di livello nazionale come quelli che hanno partecipato ad Orizzonti in questi anni, e dopo aver fatto terra bruciata con le compagnie del territorio, non sarà facile neanche rivolgersi a loro… Molte preferiscono da anni lavorare altrove e non è detto che rispondano di sì, ad una eventuale chiamata per salvare la baracca…
Quindi una riflessione su questo andrà fatta, e alla svelta, per non rischiare di fare buchi nell’acqua e i conti senza l’oste. Perché la realtà, amara e impietosa, è che Chiusi aveva un festival estivo dal 2003, un festival che negli ultimi 3 anni aveva fatto un salto di qualità (se non altro come originalità della proposta artistica) e adesso non lo ha più. E non lo avrà neanche in futuro, perché certe cose ammazzate in questo modo, non si possono resuscitare.
Fermo restando che ogni forza politica e ogni cittadino può fare le valutazioni che ritiene più opportune e può segnarsi questa debacle come pietra miliare da tenere in considerazione alle prossime elezioni nel 2021, adesso il nodo è: che si fa? Una città come Chiusi, già di per sé in difficoltà, fuori dai grandi circuiti turistici nonostante la gran mole di risorse, può permettersi un anno o due di “purgatorio” (o di deserto) in attesa di capire cosa si può rimettere in piedi? E chi deve stilare la proposta? Ancora una volta solo la Fondazione? o la Giunta? Ecco, forse sarebbe il caso che ognuno (Fondazione, Comune, opposizioni, associazioni e singoli cittadini che abbiano una qualche idea) facciano mente locale al problema e comincino a pensare a come uscirne…
Senza scomodare ancora una volta gli Stati Generali, un’assemblea pubblica a larga partecipazione potrebbe fornire qualche indicazione interessante.
Intanto tra un mese ci sarà il Lars Rock fest che presenterà quest’anno due band britanniche di grande impatto, non solo musicale, ma anche sociale e politico. Si tratta di una band storica del post punk, una di quelle che arroventarono l’Inghilterra ai tempi di Margareth Tatcher e di una di costituzione più recente che canta la vicende dei minatori e dei lavoratori massacrati dal neoliberismo e dalla globalizzazione… Ecco dopo l’exploit di Jeremy Corbyn che ha riportato il Labour Party oltre il 40% (la sinistra trova consenso se fa la sinistra), l’appuntamento si annuncia ancora più interessante. Chissà se ci sarà qualcuno che protesterà, che chiederà di darci un taglio, perché certe cose sono diseducative e “non in linea”, come le performances di certe compagnie chiamate da Andrea Cigni ad Orizzonti…
m.l.
5 STELLE, chiusi, Festival Orizzonti, Possiamo
Lo statuto del comune richiede la firma di cinque consiglieri per presentare una mozione di sfiducia al sindaco, quindi quanto richiesto dal gruppo 5 stelle era il massimo possibile. Tra l’altro per le mancanze del sindaco su questa vicenda e soprattutto per l’atteggiamento tenuto e per la sottovalutazione dei fatti il gruppo Possiamo si associa alla richiesta fatta dal gruppo 5 stelle. Ufficializzeremo su questo è su altro la nostra posizione con un comunicato che uscirà a breve, e lo faremo anche con una conferenza stampa di tutte le opposizioni durante la prossima settimana.
Questo è quello che dichiarava il sindaco Bettollini appena qualche mese fa ai vertici della Fondazione:
“Vi chiedo di scommettere sulle nostre risorse. Possiamo ambire ad essere il Festival più importante d’Italia. Io ho l’ambizione che questa città determini un sorpasso su uno dei festival più importati al mondo, cioè Spoleto”. Verbale del Consiglio di Indirizzo del 19/9/2016.
Ora, se un sindaco di un paesino di 8.000 abitanti si lascia andare a certe affermazioni che, inevitabilmente, diventano di dominio pubblico e dopo qualche mese chiude baracca e burattini, qualche problema c’è.
Inutile far finta di niente.
a maggior ragione, dopo dichiarazioni del genere, un po’ troppo roboanti e senza la percezione di cosa sia il festival di Spoleto, il festival Orizzonti, in qualche modo (almeno come “marchio”, come evento e come opportunità) andava salvato. Con o senza Cigni e con qualuque format si ritesesse possibile e compatibile con le risorse. Ora non sarà più possibile e qualunque cosa si faccia avrà il sapore e il colore del rattoppo… Quanto alle opposizioni e alla richiesta di dimisioni del sindaco e dell’assessore alla cultura, mi sembra normale e doveroso che questa venga formalizzata quantomeno con un comunicato o conferemza stampa. Ma personalmente mi piacerebbe sentire le opposizioni annunciare anche qualche idea sul che fare, quest’anno e negli anni a venire. Mi piacerebbe che elaborassero ognuna una loro proposta di festival entrando nel merito degli eventi (che tipo di eventi, quale taglio dovrebbero avere, con quali finalità, quanto spendere ecc…) senza fermarsi solo agli aspetti gestionali e all’atteggiamento della giunta e del management della Fondazione. Cose importanti, naturalmente, sulle quali si discuterà fino alle prossime elezioni comunali. Ma la priorità vera, adesso, a mio avviso, è quella di ridare alla città, ai cittadini, una manifestazione culturale che eviti la sensazione del deserto… A meno che la scelta non sia quella di lasciar avanzare il deserto, di lasciar seccare ogni rivolo d’acqua e di linfa vitale, per dimostrare le responsabilità altrui. Sarebbe una scelta legittima. Ma dopo, dalle macerie e nel deserto sarà molto difficile ricostruire qualcosa… Già le dune affiorano e qua e là svolazzano nelle strade quei cespugli secchi, come nei film western…
Che il problema ci sia non ci piove, ma chiaramente il problema a monte è nella gente che decide chi porre alla guida del proprio paese, così come a Chiusi e così come in tutti gli altri paesi.A Chiusi da questo punto di vista però è ancora più speciale e riguarda quelle peculiarità tipiche di un paese che nel tempo -soprattutto per ignoranza e menefreghismo, mancanza di senso civico,tendenza alla gravitazione associativa dalla quale trarre vantaggio di voto e quindi politico,si è manifestata la tendenza a non far partecipare la gente, già arretrata per conto proprio nella sua interezza,tranne pochi come in ogni luogo chiaramente. E questi sono i risultati.Si girino come si voglia, ma il risultato è questo.Ogni iniziativa presa dal settore pubblico è risultata nel tempo non rispondente alle attese, prefigurate queste solo a discorsi. Ed allora, per l’ennesima volta in maniera quasi ossessiva ritorno a dire: tale popolo tali politici.Probabilmente- e mi ripeto- se qualcosa di profondo dovrà cambiare a Chiusi così come in Italia, sarà la liberazione dal giogo politico-clientelistico destra-sinistra-che camuffate sono un unica identica realtà operante e producente.Questo probabilmente non avverrà che in futuro, quando la tendenza dell’economia sempre più dominata da fattori internazionali non potrà soddisfare le aspettative della gente, che sceglierà e toccherà con mano l’inganno semplice in cui è caduta.”E l’inganno semplice” è quello della democrazia, che è democrazia fino a quando si ha le sostanze economiche per tirare avanti, dopo è un movimento che originando dalla stessa paventata democrazia passa al populismo.Ma il tutto è il frutto soprattutto culturale di quella democrazia che democrazia non è. E così il sistema continua a produrre i suoi effetti.Ecco perchè è responsabilità diretta della gente tutto questo.
X Marco Lorenzoni.”…..a meno che la scelta non sia quella di lasciare avanzare il deserto, far seccare ogni rivolo d’acqua e linfa vitale per lasciare evidenti le responsabilità altrui” ? Ma perchè non sono evidenti le responsabilità di chi ha guidato fin’ ora? E se sono evidenti come credo che smentibili non siano, codesto discorso che fai vuole forse essere una specie di ”monito” a coinvolgere chi si è sempre opposto a quello stato di cose? Ma non si diceva che la maggioranza è maggioranza e debba governare con le proprie indicazioni, tendenze, idee e se queste poi non raggiungano i risultati sarebbe opportuno ed etico farsi da parte? Ora si paventerebbe quasi un inciucio che poi col gergo moderno si chiamerebbe ”partecipazione collaborativa” visto che in nome del deserto che avanza-di cui porta responsabilità chi ha guidato-ci si possa chiedere quasi che non si debba definire un inciucio in nome della salvezza del paese? E’ estremistico parlare come parlo io? Forse lo è, ma almeno sarebbe chiaro a parecchi il cielo sopra la testa, condividere le responsabilità e non avere voce in capitolo perchè si è minoranza, quello sì che sarebbe un errore politico senza pari e che si riverserebbe nel macchiare anche le opposizioni, poichè spingerebbe la gente a pensare e dire che ”tanto sono tutti uguali”.O che discorsi sono codesti ? La Democrazia Cristiana faceva in quel modo anche col Partito Socialista, poi tutti e due hanno pagato lo scotto mi sembra di ricordare mentre intanto governava.A lei la guida, agli altri i ”fronzoli” intanto tutto continuava come prima ed aumentavano anche i consensi a tale stato di cose, in un paese mafioso come è l’Italia.Caro Marco, sarebbe ora di dire basta, ma se non lo dice la gente il basta,è destinata come sembra a sopportarne le conseguenze.C’è poco da fare, i discorsi non sono tanto complicati.
Sarebbero più complicati ed avvolti dal fumo se si avesse l’indicazione che forse auspichi nelle tue parole.Fuori Italia quando un politico fallisce l’obiettivo si dimette.In Italia tantissime forze, stampa compresa, gli costruiscono intorno un fortino per farlo resistere.Questo sai come si chiama ? Penso che lo sappia anche tu.O no? Ricominciare da capo penso innazitutto che possa essere il fatto di poter contare sulle proprie forze, è un cammino lungo, ma certo che come ”proprie forze” non si debba intendere che le sostanze economiche , i soldi di tutti,possano essere dati a pioggia soprattutto all’associativismo, perchè quelli sono serbatoi di voti e non sono cultura.Sono tutto il contrario di ”cultura” in queste fasi politiche che stiamo attraversando.
Invece pervicacemente il sistema olia quelli, i propri amici, getta occhiate rassicuranti a chi gli conviene. E come dice un detto popolare in epoca di scarsità di risorse:” se è vero che i soldi non fanno la felicità, figuriamoci la miseria… ”.Ma è per la miseria creata da chi guida la nave mandato col consenso della gente a guidarla che avvengono tali cose.Ecco perchè la gente attraverso anche grande fatica certamente si dovrebbe liberare, ma è un processo lungo, ed i questo processo non mancano ”le sirene ”ad ogni angolo……ma si sà e non ci si stupisce che sono” sirene”,anche perchè quell’acqua dove vivono è comandata dall’apertura e chiusura di quel rubinetto, che è il sistema dei soldi.Qualcuna ci sguazza in quell’acqua, qualche altra ci boccheggia,ma tutte comunque servono a quello scopo:”Cumannari è’ ghiù mejo che futteri” diceva il Gattopardo….e spesso oggi quando si scuote la testa pensando alle opposizioni ritengo-appunto perchè è un processo lungo quello della costruzione- che giorno dopo giorno la gente dovrebbe capire e partecipare il più possibile a chi si oppone al sistema che è stato costruito.Al di là delle mancanze, insufficienze, errori, una cosa salta fuori e si afferma: che il contrasto alla fine è fra chi vuol cambiare e chi non vuole il cambiamento.A convincere la maggioranza che sembra oggi che soggiaccia alla seconda eventualità-alla luce anche delle elezioni di ieri- credo che ci penseranno le condizioni di vita delle persone, delle proprie famiglie e dell’avvenire dei figli.Per proporre il futuro bisogna essere credibili,ecco perchè la natura di tale sistema si difende cercando di costruire qualsiasi ostacolo alla propria defenestrazione.A questa dovranno pensare le sue vittime.Apocalittico? Non mi sembrerebbe poi tanto tanto…..forse noi a Chiusi viviamo in un mondo” ovattato” rispetto alle città,ma occorrerebbe viverci nelle città e vedere come la gente nel suo complesso vive.Da lì si capirebbe forse che le esigenze siano altre da quelle che ci propongono tutti i giorni i media.Ecco perchè prima di ogni cosa occorrerebbe liberarci politicamente dal loro giogo.E questo non è populismo, il populismo vero e reale è quello dei media.
Certo che le responsabilità sono evidenti (come è evidente il danno, e mi pare di averlo scritto in tutte le salse)… Ma una cosa è fermarsi a quelle e lasciare incancrenire la situazione ancora di più, altra cosa è fare le proprie proposte per uscirne. E siccome si sostiene che chi ha guidato la carrozza finora si è dimostrato incapace, a maggior ragione credo che gli altri debbano essere i primi a proporre la loro ricetta… Se no si fa politica a metà.
P.S. mi pare poi che le elezioni amministrative di ieri dicano che un certo “vento di cambiamento” si è già affievolito parecchio, al nord, al centro e al sud…
Quale ricetta se non si ha la minima idea delle risorse disponibili? Ricominciamo con la solita fiera delle vanità?
Le proposte si possono fare, indicandone il costo… Per passare poi alla verifica del budget e delle compatibilità e confrontandole con tutte quelle che saranno sul tappeto… Questa mi pare semplicemente politica, non fiera delle vanità. Vanità di che e di chi?
Marco, teoricamente dovrebbe essere come dici tu, ma solo teoricamente, e che riguardi qualsiasi amministrazione di questo mondo, ma a questi punti si ricalca lo stesso binario da dove è già passata la macchina cavigliatrice-per restare in gergo ferroviario-che ha prodotto il guasto.Non è facile riposizionare i binari fra di loro ad una distanza giusta,ma credo che lo si debba fare, ma certo che se tu come condivido hai detto che la politica non è incline a fare autocritica, con le maggioranze che esistono me lo dici te dove si va? Per il vento che tira in Italia la risposta ce l’ho, visto che scavalchia piè pari le ragioni che ho espresso nei precedenti interventi.C’è da gioire forse? Lascia che gioiscano Renzi e Berlusconi per adesso e tirino un respiro di sollievo, moderando il loro terrore e prorogando la cambiale , poi vedremo alle politiche se ci arriviamo come la pensa il popolo italiano e da lì si vedrà.E’ bene non farsi illuisioni, ma mi spieghi il motivo- guardando tutti i titoli dei giornali- che tutti esaltino l’arresto di Grillo ?Può darsi che mi possa sbagliare ma quando ci sono tali schieramenti difensivi in un paese la situazione non promette nulla di buono, soprattutto alla sedicente sinistra,che attraverso mascheramenti da una parte per far passare l’idea di sinistra al punto di allearsi con liste civiche e cani e porci e guardare strabicamente a Pisapia con prese di posizione tarde al punto di ritornare a fare alleanze con i fuggiaschi rottamati, si scava la fossa,mentre il cavaliere gode insieme a loro,che non vedono l’ora di poter dimostrare che sia l’unica chanc.he per l’italia.Ancora non siamo al punto dei socialisti in Francia ma ci vuole poco a fare come loro, e sinceramente glielo auguro, per il semplice motivo che le vere politiche di destra per la gente le hanno fatte passare loro, col sostegno di coloro che fino a poco tempo fa gli hanno retto le stampelle.In quanto a Grillo ritengo che il percorso non sia e non è mai stato facile,ma per strutturare un partito e farlo apprezzare dalla gente è un cammino lungo e durante il cammino si avanza e si arretra.Ma mi basta sapere chi siano coloro che gioiscono del loro arretramento e quali siano stati e continuino ad essere i loro interessi, soprattutto rivolti alla riforma dello Stato.Ci vogliono altri esempi più di quelli che abbiamo visto in un recente passato ? Lì è lo spartiacque.
Detto che tutto questo c’entra poco con la questione Orizzonti… caro Carlo quando un candidato del vituperato Pd prende più del doppio dei voti dei tre candidati alternativi messi insieme, vuol dire una cosa sola: che i tre candidati alternativi non erano tanto credibili e quindi il problema è lì, più che nel candidato che ha vinto e nell’atteggiamento degli elettori creduloni… No?
Quindi quando vinceva Berlusconi il problema era la credibilità delle opposizioni.
E secondo te la proposta più credibile che si possa immaginare da parte delle opposizioni potrebbe servire a cancellare il disastro di questi improvvisatori. In sostanza te pensi che sia più importante avere un bel festival alternativo o sottolineare l’inconsistenza delle amministrazioni di questi anni. La domanda è retorica ovviamente.
Sottolineare l’inconsistenza e anche gli errori e le omissioni dell’amministrazione è un dovere per le opposizioni. Avere un festival è una opportunità di crescita della città, fare proposte in tal senso qualificherebbe le opposizioni come alternativa credibile e concreta. Certo che quando vinceva Berlusconi il problema era la credibilità delle opposizioni. Quando sono state più credibili hanno vinto…
ahahahahahahahahahahah
L’opposizione credibile contro Berlusconi sarebbe Renzi? Uno mai votato?
E rimanendo a noi, rinnegare il progetto principale delle ultime due amministrazioni, dichiararne il fallimento sarebbero errori e omissioni? o la dimostrazione della mancanza della minima capacità amministrativa?
E quindi la dimostrazione del non poter avere titolo a riparare gli enormi danni provocati
E se il problema è solo avere un festival mi chiedo a questo punto se arrivasse un mecenate che pagasse un festival meraviglioso potremmo dimenticare tutto? potremmo ancora dare la minima credibilità a chi ha provocato un buco finanziario di questo tipo facendo finta di non sapere fino a dieci giorni fa?
MI sa che non ci capiamo. Chi ha detto che l’alternativa a Berlusconi sarebbe Renzi? Ho scritto che i competitors di Berlusconi (quando vinceva lui) e cioè i vari Rutelli, Veltroni, Bersani non sono stati molto credibili e infatti hanno perso. Renzi non è mai stato un competitor di Berlusconi, non essendosi mai preentato alle elezioni politiche.
Quanto a Chiusi ho già abbontantemente scritto e ribadito quello che penso sulla debacle epocale costituita dallo stop al festival. E su come la cosa è stata gestita (male). Non ho mai scritto, né pensato che basterebbe un bel festival per dimenticare tutto (errori, omissioni, responsabilità politiche e buchi di bilancio) ho solo scritto e ribadito che avere un festival è meglio che non averlo. Per la qualità della vita dei cittadini e per l’appeal dellla città. E non averlo più è un colpo duro all’immagine di Chiusi. Poi ho scritto che mi piacerebbe che anche le opposizioni (a maggior ragione vista la debacle dell’amministrazione) facessero le loro proposte in tal senso, dimostrandosi così alternativa credibile e concreta. Propositiva. Se tu ritieni, come leader di una delle due forze di opposizione, che ciò non serva o sia addirittura un favore alla giunta, liberissimo di non farle continuando a pigiare su altri tasti (secondo me l’una cosa non esclude l’altra, anzi)..Poi però non ci lamentiamo se la gente al momento del voto o vota per chi comanda o va al mare….
Si, penso che sia arrivato davvero il momento di prefigurare altri scenari possibili e non solo di stigmatizzare l’accaduto. E’ la differenza tra essere Minoranza oppure Opposizione; la prima fa le pulci alla Maggioranza, la seconda, oltre a quello, disegna anche alternative e le propone, per candidarsi a prendere il posto degli attuali amministratori. Tra i vari doveri c’è anche quello di arare il campo elettorale in modo da far germogliare piante diverse dalla monocultura imperante; altrimenti al momento del voto, con la solita pianta si potrà cucinare solo il solito piatto.
La Fondazione Orizzonti è stato un altro pessimo piatto cucinato ma il sindaco Bettollini (che pure era uno dei cuochi) verrà ricordato dagli elettori per colui che ha evitato lo sperpero di soldi pubblici per un Festival che il “popolo” non ha granchè amato. Il resto, elettoralmente, conta poco. Uno dei miei Maestri mi avvertiva con il cinismo di chi ormai aveva alle spalle una lunga carriera: “Ricordati ragazzo, fai bene la prima scena e l’ultima; al pubblico piace essere sorpreso all’inizio e andar via con un bel ricordo…quello che sta in mezzo conta meno”. Ovviamente non ero e non sono d’accordo con lui ma, pur cercando di fare bene anche il resto, riconosco che inizio e fine rimangono decisivi.
Non sono affatto d’accordo Marco con la tua risposta.La gente ingurgita quello che c’è, senza fare tante storie e dà il consenso- e lo è dimostrato- senza fare tante storie e chiedersi tanti perchè. il problema semmai sarebbe quello di poter educare la gente, ma credi che possa affermarsi tale tendenza in una ragnatela creata appositamente per la sopravvivenza sia di chi dirige, sia di chi è subalterno? Questo è il problema, e non è vero che c’entra poco con Orizzonti. Non scindere le questioni, perchè l’una è la conseguenza dell’altra.solo chi non le vuol vedere non le vede, ma sà che esistono e dispiegano tutte le loro ragioni.Siamo di fronte ad un comportamento quantomai da stigmatizzare, e lo è stato stigmatizzato mi sembra. Cosa vuol dire quando ” una persona prende tre volte tanto i voti che possono prendere tre partiti?” Quando ho detto sempre che il problema in primis sia la gente prova a pensare se a me o ad altri venissero a chiedere il voto ed il consenso nei modo di come lo chiedono, quanto realizzerebbero. Ma non è per mettere in raffronto le mie le ragioni o quelle di altri, è proprio per il meccanismo indifendibile messo in atto anche nell’occasione di Orizzonti. Se è indifendibile-come lo è- è indifendibile e basta. Dovrebbero trarne le conclusioni, invece è tutto il contrario, anzi, mi sembra che stiano tentando di portare fra il ”sommesso”, ” il chiotto chiotto e quatto quatto” e cercando di dare una coloritura di ragionevolezza alle loro posizioni, la strenua difesa delle loro ragioni.Ecco perchè oltre al debito esistente è il modo che fa incazzare.Perchè il modo- non dimenticartelo- è sempre ”sostanza” e quì la sostanza neanche a cercarla con il microscopio esiste.Quella del perdurare del loro governo però esiste e si afferma sopra l’interesse della gente gabbata che si butta dietro le spalle tale fatto e che come vedremo continuerà a votarli, nonostante il tutto.Ecco perchè insisto sempre ”sulla gente”.E’ lei la principale forza della palude.E non mi ridire come sempre dici. ”allora che si fà, si elimina la gente?”.No, ci si sforza per produrre qualcosa per insegnare alla gente quiale possa essere la strada più giusta, che è il contrario esatto di quella che è stata scelta da loro. E non si può pretendere dalle opposizioni quello che per questioni di forza e di rappresentatività non possono fare.se la gente questo non lo capisce sarà sempre pendente dalla volontà di chi la macchina la porta fuori strada.Anzi, spesso li osanneranno e gioiranno.E’ la morte della politica e la vita di chi la politica l’ha ammazzata.Rendiamocene conto.
Le opposizioni non possono fare proposte su un festival o su altro? e come mai? Si sono candidate a governare la città, mica solo a fare le bucce al sindaco e alla giunta (cosa che è giusto fare, ma serve anche andare oltre se no resti alle bucce)…
P.S. Sul festival intanto la pproposta l’ha fatta Bettollini, resuscitandolo. E così le opposizioni se l’è messe in tasca un’altra volta, perché come dice Micciché, la gente si ricorda solo l’inizio e la fine… quello che sta nel mezzo conta poco…
https://www.primapaginachiusi.it/2017/06/chiusi-bettollini-resuscita-il-festival-orizzonti-confermato-lo-stop-cigni-ma-lestate-culturale-e-salva/