“SALVIAMO LA BELLEZZA!” AVRA’ SEDE A PIENZA UNA TASK FORCE PER LA TUTELA DEI SITI UNESCO IN TUTTO IL MONDO
PIENZA — Giusto nel 2016 Pienza ha celebrato i 20 anni del riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità, da parte dell’Unesco. La cittadina toscana fu individuata nel 1996 come “luogo di elevato valore universale”, valorizzando così il fatto che “Pienza rappresenta la prima applicazione della concezione umanistico rinascimentale dell’urbanistica. E che qui ha trovato forma il progetto della “città ideale” che ha giocato un ruolo significativo nei successivi sviluppi urbani in Italia e non solo”. Secondo l’Unesco, è lapplicazione di quel principio di città ideale che ha fatto di Pienza, ed in particolare del gruppo di costruzioni intorno alla piazza centrale, un capolavoro del genio creativo umano. Il tutto in un territorio, la Val D’Orcia, riconosciuto anch’esso patrimonio dell’Umanità nel 2004 come “eccezionale testimonianza del modo in cui fu riscritto il paesaggio del Rinascimento per rappresentare gli ideali di buon governo e per creare un quadro esteticamente piacevole”…
Il richiamo ai dipinti di Ambrogio Lorenzetti appare abbastanza esplicito. Adesso il Palazzo Piccolomini di Pienza diventerà il quartier generale di una rete di siti Unesco. Con un progetto ambizioso: creare un gruppo di lavoro, una vera e propria lobby in difesa del patrimonio culturale del pianeta. Una parte del palazzo continuerà a essere dedicata alle mostre, il resto degli spazi ospiterà attività didattiche, scambi culturali, laboratori d’idee, convegni…
Uno dei principali animatori e promotori di questo progetto è il geologo viterbese Claudio Margottini che è stato assessore al Comune di Orvieto, ha collaborato con l’Enea, il Cnr, ma anche con Onu e Unesco. Al momento è addetto scientifico presso l’ambasciata italiana in Egitto. Insieme a lui sta lavorando il vice sindaco di Pienza, Giampietro Colombini.
L’operazione sarà coordinata da una nuova cattedra all’Università di Firenze sulla gestione dei rischi naturali per i beni culturali, sotto l’indirizzo dell’Unesco. Pienza è una cittadina ricca di storia e dunque un posto ideale per dare i natali ad un progetto strategico e che tende a stringere relazioni sempre più stretta per l’assistenza di luoghi tanto belli quanto fragili. Molto spesso minacciati anche da situazioni di guerra o da calamità di vario genere. Si pensi a Palmira in Siria…
La task force di Pienza invece dovrebbe svolgere un lavoro studio, ma anche di pressione internazionale. L’obiettivo è quello di attivare nelle legislazioni dei singoli Paesi una serie di norme per la maggior protezione dei tesori culturali. Si parla infatti di una Carta dei Diritti dei Beni Culturali… Ed è su questa che si è già cominciato a lavorare proprio in un recente convegno tenutosi a Pienza.
Claudio Margottini, pienza, Unesco, valdorcia
….e pensare che anche Chiusi avrebbe potuto rientrare nella lista del patrimonio dell’Unesco…..anche perchè la peculiarità oltre al patrimonio etrusco del suo territorio è quella di possedere una specie ittica che abbonda solo lì e che avrebbe possibilità quasi illimitate per essere valorizzata : ” il boccalonis clusinum”, un piatto di tutto rispetto, i cui VALORI nutritivi lo pongono al top della scala della credulità popolare.Questo si mormorava, e quando si mormora lo sappiamo bene che ” vox populi vox dei”.Un occasione persa…..
se per questo nei giorni scorsi anche il sindaco di Castiglione del Lago Batino ha proposto di lanciare una campagna per far diventare il Trasimeno patrimonio dell’Umanità… Un sito Unesco non si nega a nessuno
Una volta si diceva che le pulci avevano la tosse tanto per indicare una caratteristica vantata da un soggetto insignificante come una pulce… ma ora parliamoci seriamente invece di scherzare….ma questa gente crede di essere al centro del mondo per grazia divina ? A parte che come tendenza le nomination a sito Unesco attualmente hanno avuto una flessione drastica in ogni parte del mondo, vuoi per la crisi che attraversa il mondo economico e quindi tenuto presente l’ONU stesso che ha sempre meno fondi da dedicare a tali iniziative e quindi prima di prendere in considerazione tali proposte sarebbe come aver la pretesa di paragonare il veterinario del mio gatto a Chris Barnard. Oltretutto negli ultimi anni hanno affibbiato il riconoscimento di sito unesco a cani e porci, svalutando una procedura che all’inizio riscuoteva un riconoscimento internazionale che mostrava caratteristiche di un sito o di un territorio atte ad essere considerate una unicità nella cultura mondiale con le caratteristiche dell’omogeneità culturale.La realtà è questa , c’è poco da dire, ed è quella che una genia politica di ” parvenu” che durante un segmento di vita loro che ancor oggi dura con in vista spesso la scalata sociale, usa ogni mezzo per l’autocelebrazione sposando delle battaglie già perse in partenza.
Sì, ma tanto per dire solo in Toscana i “siti Unesco” patrimonio dell’Umanità sono 7 (Firenze, la piazza dei Miracoli di Pisa, il centro storico di San Gimignano, quello di Siena, poi Pienza, la Valdorcia e le ville e giardini medicei…). Ci sarà anche la voglia e il tentativo di trovare “un quarto d’ora di celebrità” da parte di politici e amministratori locali, ma c’è stata anche una certa “disponibilità” dell’Unesco ad alimentare l’elenco dei siti… E in ogni caso, l’articolo riferisce di un progetto, con base a Pienza, non per creare NUOVI SITI PATRIMoNIO DELL’UMANITA’, ma per assicurare a quelli già esistenti, nel mondo, norme e soluzioni di maggiore tutela e valorizzazione, anche di fronte a minacce come… i bombardamenti e le cannonate. Mi sembra un progetto meritorio, se riuscirà a decollare. Lo sarebbe anche se non partisse da Pienza ma da qualsiasi altra località… Che poi faccia base a Pienza, è solo un elemento di interesse in più, per noi che abitiamo in questo territorio, un piccolo vanto, quasi a dimostrare che anche da queste arti non sempre si frigge con l’acqua…
Nessuno vuole criticare Pienza od altri siti della Toscana,ma in risposta al tuo articolo relativo all’area del Trasimeno,scusami ma a me appare come una cosa veramente sforzata un pretendere la candidatura a sito riconosciuto dall’Unesco.Mi chiedo solo a prima vista ed immaginazione quale possa essere la collocazione di un territorio pervaso dal cemento in maniera massiva di coloro che potrebbero decidere tale attribuzione.Via, siamo seri…. di parco naturale non ha nulla,di altre peculiarità come quelle della produzione del cibo è comune a tante altre di tutta italia, i borghi alle sponde del lago sono belli e si sposano bene col territorio ed hanno una storia-magari anche poco conosciuta per la propensione a sorvolare degli italiani-ma per il resto cibo,tradizioni,ed omogeneità d popolazione sai quanti ci passano avanti…..quindi credo che la mia riflessione tanto fuori luogo non sia.Su quella della genia politica che gestisce e che ha gestito tutto questo si potrebbero avere idee diverse ma di fronte ai risultati che sono sotto gli occhi di tutti credo che ci sia poco da scantonare.
La noticina sulla “battaglia del Trasimeno” per diventare sito Unesco, l’ho scritta per confermare quanto hai detto tu… Come ci provò Chiusi in maniera goffa e improponibile (con l’intercessione del controverso e supermassone Elia Valori), adesso ci vorrebbe provare anche il Trasimeno, per iniziativa di Batino…Anche solo provarci però, al di là del risultato, un po’ di battage lo garantisce e il quarto d’ora di celebrità in qualche modo può arrivare…
Io ritengo che attualmente l’Italia non abbia bisogno di questi teatrini e di affidarsi ai magnati di turno.Tutto il contrario di quello che succede. Ma tutto è riferibile alle menti.Quello che dicevamo prima.