INTANTO IL GOVERNO DECRETA LA CONDANNA A MORTE DELLE AREE INTERNE: DECLINO IRREVERSIBILE
Ieri mattina una folta delegazione di sindaci e assessori della Valdichiana senese, del Trasimeno/Valnestore, dell’Orvietano e del viterbese ha manifestato a Roma, davanti al palazzo delle FS. Per protestare contro i tagli, lo spostamento degli IC sulla linea lenta e in generale contro una politca che penalizza le aree interne e le stazioni intermedie, quindi anche il diritto alla mobilità dei cittadini. Presenti tra gli altri i sindaci di Chiusi, Città della Pieve, Cetona, Panicale, Orvieto, Parrano… Per Cortona e Torrita di Siena c’erano i rispettivi assessori ai trasporti. Più numerosa la “componente” degli orvietani.
Assenti i primi cittadini di Chianciano, Sarteano, Sinalunga e Montepulciano così come i loro colleghi di Castiglione del Lago, Piegaro, Paciano. Tutti evidentemente alle prese con altri impegni inderogabili o con le ferie.

Con gli amministratori locali, alcuni di centro sinistra, alcuni di centro destra e alcuni civici, anche il senatore senese Silvio Franceschelli, che è sindaco di Montalcino, il senatore umbro Valter Verini, la consigliera regionale toscana Elena Rosignoli. Tutti del Pd.
Sulla questione linea lenta ha fatto alcune dichiarazioni anche la vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani (PD) e la deputata Emma Pavanelli (M5S). «Condivido la protesta dei sindaci per il diritto alla mobilità che viene negato da mesi ai cittadini del Centro Italia, umbri compresi. Un danno – ha detto Ascani – a chi ogni giorno si muove per motivi di lavoro e studio e che si aggiunge a una situazione già compromessa, fatta di ritardi e cancellazioni costanti, bus sostitutivi non adeguati, assenza di servizi e comunicazioni a chi viaggia. È una questione che va oltre partiti e appartenenze politiche: l’esecutivo faccia sentire la sua voce, solleciti Trenitalia, trovi una soluzione al caos che da mesi l’Umbria e il Centro Italia subiscono. E lo faccia subito».
L’onorevole umbra del M5s ha fatto apere di aver presentato un’interrogazione al ministro Salvini ed ha aggiunto “
Non possiamo più attendere di fronte al silenzio e all’assenza di soluzioni”, denunciando il fatto che oramai si è dinnanzi
“all’assenza di una strategia credibile per il ripristino dei servizi, l’isolamento crescente dei territori e la compromissione del diritto alla mobilità per migliaia di persone”. 
Una delegazione ristretta composta dagli amministratori di Amelia, Chiusi, Cortona, Orte e Orvieto è stata ricevuta dal Direttore Affari Istituzionali e Comunicazione di Fs Aldo Isi e da Daniele Moretti, amministratore delegato e direttore generale di RFI.
Per il sindaco di Chiusi Sonnini l’incontro segna un passo positivo, quantomemno er l’apertura di un confronto, mentre da parte del gestore ferroviario si afferma che “durante l’incontro, che si è svolto in un clima propositivo e cordiale, si è discusso di alcune richieste degli amministratori locali sollevate dai cittadini. Dal trasporto ferroviario degli ultimi mesi, in modo particolare la programmazione dell’offerta dei treni che viaggiano sulla linea direttissima Roma – Firenze, alla qualità del servizio erogato. Da ambo le parti si è convenuto di ragionare sulla programmazione a breve, medio e lungo periodo, e soprattutto sono stati illustrati gli ingenti investimenti che FS e RFI stanno mettendo in campo per rendere il servizio di trasporto ferroviario più efficiente e in linea con le aspettative di chi usa il treno per lavoro e per turismo. Interventi importanti, volti a garantire la manutenzione su tutta la rete ferroviaria ed a perseguire gli sfidanti obiettivi di investimento, correlati ai target PNRR”. Anche secondo Fs “quello di oggi è stato un primo passo di un dialogo costruttivo tra Ferrovie dello Stato e sindaci con l’obiettivo comune di dare un servizio migliore ai cittadini e ai pendolari”
Insomma pare che almeno con Fs ci sia la possibilità di aprire una trattativa. Meno con il Ministero, che non ha ricevuto la delegazione, né larga né ristretta dei sindaci. Anzi, davanti al Ministero c’è stato pure qualche momento di tensione con alcuni agenti di pubblica sicurezza, per l’insolito “assembramento”, e questo nonostante sindaci e assessori avessero tutti indosso la fascia tricolore.
Il minstero guidato da Salvini da questo orecchio non ci sente. Ma è tutto il governo che mostra sintomi di sordità piuttosto accentuati e anche un certo strabismo nelle scelte. E’ stato diffuso in questi giorni un documento governativo approvato a marzo, il Piano Strategico Nazionale 2021-2027 (PSNAI) con il quale ha di fatto firmato la condanna a morte delle aree interne.
Nel documento si legge testualmente: “Queste aree ma nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un n un ”.
Il capogruppo Pd alla Regione Umbria Cristian Betti definisce tale affermazione “una vergogna”.
“Una linea di indirizzo totalmente irrispettosa non solo delle migliaia di cittadini italiani che vivono in questi Comuni, ma anche del loro diritto costituzionale di eguaglianza, creando un divario sempre più ampio tra centri urbani e zone rurali, per cui non saranno stanziati più fondi per lo sviluppo o i servizi.
Di fatto, il Governo Meloni dice al 23 % della popolazione italiana: arrendetevi, lo spopolamento dei vostri Comuni è irreversibile, noi non possiamo fare altro che accompagnarvi sul viale del tramonto.
Tutto questo quando basterebbe guardare poco oltre i nostri confini nazionali – conclude Betti – per scoprire aree interne ovunque come una ‘risorsa preziosa per l’agricoltura, l’economia, la cultura”.
Alla luce di questa chiara linea del Governo, meglio non farsi troppe illusioni anche sulla questione del trasporto ferroviario, portata ieri a Roma dai sindaci di un territorio a cavallo di tre regioni (Toscana, Umbria e Lazio) che è, appunto, un’area interna e che per Meloni, Salvini & c. deve rassegnarsi al suo declino.
La delegazione dei sindaci arrivata nella capitale era, come abbiamo già detto, piuttosto folta (almeno una venticinquina i sindaci e assessori presenti, in rappresentanza di almeno 40 comuni) ed era pure trasversale dal punto di vista politico. Il sindaco di Chiusi Sonnini ha sottolineato l’intesa e l’unità di intenti con la sindaca di Orvieto, con l’amministrazione di Cortona e con il pievese Risini, che non sono sindaci Pd…
Il Ministero non può chiudersi a riccio e fare orecchi da mercante, perché a protestare sono anche i sindaci della sua parte politica, non solo quelli che fanno riferimento all’opposizione. Rischia di perdere consenso anche in casa propria.
Parlando, durante il viaggio in treno e davanti ai palazzi romani, tutti gli amministratori locali hanno espresso perplessità sulla fantomatica stazione in linea per l’alta velocità e interesse, al contrario, per la valorizzazione delle stazioni esistenti. In particolare quella di Chiusi-Chianciano Terme che è baricentrica e da sempre punto di riferimento per una vasta zona toscana e una vasta zona dell’Umbria. Interesse anche per un collegamento stradale veloce tra Chiusi e il capoluogo umbro che toglierebbe certamente Perugia dal suo storico isolamento, collegamdola anche con Siena e ridarebbe centralità, ruolo, e prospettiva a Chiusi come nodo ferroviario per il trasporto persone e merci e anche come porta per due caselli A1 (Chiusi-Chianciano e Fabro).
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L’abbandono a suo tempo del progetto di collegamento ferroviario Perugia-Chiusi riattivarlo la tratta smantellata nel dopoguerra fino a Tavernelle e successivo prolungamento per Chiusi,od in alternativa la creazione fi una bretella tra Tuoro e la Linea Terontola Castiglione del Lago,è stato deleterio. In quella maniera si sarebbero create le vere condizioni per Alta Velocità a Chiusi. Ma forse altri erano e sono gli interessi diffusi.