VERSO LE REGIONALI IN UMBRA, SCHERMAGLIE A DESTRA E A SINISTRA: LAGO TRASIMENO E INFRASTRUTTURE I NODI ROVENTI E IRRISOLTI

VERSO LE REGIONALI IN UMBRA, SCHERMAGLIE A DESTRA E A SINISTRA: LAGO TRASIMENO E INFRASTRUTTURE I NODI ROVENTI E IRRISOLTI
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LA PROVINCIA DI PERUGIA STANZIA 50 MILA EURO PER STUDIARE LA RISTRUTTURAZIONE DELLA STRADA DEL FORNELLO
Non siamo ancora entrati in campagna elettorale per le Regionali, ma le schermaglie politiche in Umbria non mancano. E come ogni anno, quando il caldo fa calare il livello dell’acqua, si torna a parlare del lago Trasimeno, che oggi segna un -150 cm sullo zero idrometrico.
La Presidente Tesei, spalleggiata da FdI,  propone il Commissariamento del bacino. A stretto giro di posta è arrivata subito la controproposta del PD che attraverso la sua capogruppo in Consiglio Regionale SimonaMeloni, chiede una Legge speciale e bolla la proposta Tesei a pochi mesi dalle elezioni come una mossa elettoralistica “quasi una provocazione”.

In soccorso alla Tesei il sottosegretario Prisco assicura che parlerà della proposta con il ministro Musumeci. Insomma “A Roma, a Roma”.

Dunque il Lago Trasimeno diventa ancora una volta un luogo di battaglia politica, l’ennesima. Molti secoli fa se ne combatté una militare, quella di Annibale contro i Romani di Gaio Flaminio. Ebbe la meglio il cartaginese. Ora bisognerà capire chi ricoprirà questo o quel ruolo. Gaio Flaminio fu in sostanza lasciato solo dal Senato romano e nei giorni scorsi il centro destra che governa la Regione si è clamorosamente spaccato e adesso non è più il monolite compatto che vinse le regionali nel 2019 strappando l’Umbria al centro sinistra.
Il sottosegretario Prisco, dopo aver valutato «positivamente la sollecitazione della presidente», ricorda di aver presentato nel 2021 una proposta di legge che prevedeva misure straordinarie «in deroga alle norme che regolano i bacini lacustri, propedeutiche al vero e proprio commissariamento del lago». «A breve – aggiunge – incontrerò il ministro Musumeci per una valutazione di fattibilità delle misure straordinarie sollecitate dalla presidente della Regione per salvaguardare il Trasimeno, in maniera da pianificare azioni urgenti per salvaguardare un’area individuata con legge come sensibile, che presenta peculiarità e vulnerabilità dovute al suo ecosistema sensibile, a cui si può far fronte nell’immediato con una gestione commissariale straordinaria alla quale consapevoli nelle more della definizione di un intervento più strutturale nel medio – lungo periodo».
Nel duro confronto si è inserito subito il Sindaco di Passignano sul Trasimeno Sandro Pasquali, (Pd) che si è detto subito contrario ad una legge, quindi smentendo la stessa capogruppo Meloni. Lui insomma propende per il commissario ovviamente con un portafoglio rigonfio di banconote perché il Lago ha bisogno di interventi per opere piuttosto complesse e impegnative per far giungere al bacino un apporto di acqua su cui si può fare affidamento sempre. Ma non solo questo, esiste il problema del dragaggio dei fondali per rendere il lago più profondo quindi più vivibile,“ci sono – queste le sue parole – dei vincoli ambientali che finiscono per paralizzare qualsiasi attività di ripulitura. Vanno assolutamente allentati”. Anche nel centro smoistra insomma non sono rose e fiori e baci e abbracci. C’è chi spinge in una direzione, chi in un’altra.

La capogruppo dem ricorda poi che prima delle ultime politiche “abbiamo sentito la destra parlare di commissari per la siccità e di richieste di fondi ministeriali per interventi ambientali mai arrivati. Abbiamo chiesto più volte di mettere in campo – aggiunge – interventi urgenti anche per il sostegno delle imprese danneggiate dalla siccità, così da evitare che questa calamità determini il tracollo del sistema produttivo, con conseguenze dirompenti sulle filiere produttive, su quelle turistiche e zootecniche oltre che sul nostro sistema agroalimentare. Ma nulla è stato fatto. La verità è che il Lago Trasimeno non è mai stata una priorità per questa Giunta regionale e accorgersi di questa emergenza in piena stagione estiva e a ridosso della campagna elettorale è al limite della decenza politica”. “Più volte – sottolinea Simona Meloni – in questi anni ho avuto modo di illustrare atti nei quali evidenziavo le diverse criticità emergenti e venivano indicate soluzioni che potessero arginare i numerosi problemi che ancora oggi colpiscono il Lago Trasimeno”.  Ieri, 31 luglio Meloni ha chiesto che nell’ambito dell’assestamento di bilancio si trovino almeno le risorse per mettere in campo azioni urgenti e concrete tali da poter affrontare l’emergenza in corso oltre che assicurare stabilmente un’adeguata manutenzione mediante il rifinanziamento di quanto contenuto nel piano stralcio del lago Trasimeno.

Il Trasimeno è una entità territoriale  piuttosto complessa, certo c’è il problema lago, a cui è legato anche tutto il sistema turistico, ma non si può non rilevare che c’è un nord del Trasimeno che ha una economia piuttosto dinamica, una rete infrastrutturale di tutto rispetto, anche se come sempre, c’è bisogno di continui miglioramenti di cui in Regione se ne discute ampiamente e nel contempo c’è un sud del comprensorio lacustre, le cui popolazioni hanno visto dissolversi negli ultimi dieci anni, tutto il Polo industriale di grande eccellenza quale era quello che prosperava in Val Nestore. Almeno duemila posti di lavoro  che nel giro un lustro appena, si sono come volatilizzati. Con il collasso dell’economia e dell’occupazione nei servizi connessi, come il commercio. E questo lembo di Umbria è praticamente una terra di nessuno, di cui nessuno parla, né chi governa la Regikone, né le opposizioni. L’area che va dalla periferia ovest di Perugia (Castel del Piano) al confine con la Toscana (Chiusi) e che è atraversata dalla strada 220 Pievaiola è un territorio scomparso dai radar della politica. Nessuno si ricorda che esiste quando si parla di infrastrutture, di sanità, di attività produttive.

Ieri sera (mercoledì 31) ad una assemblea pubblica del Pd di Fontignano e Mugnano convocata per parlare del discusso progetto BRT (Bus Rapid Transit) o Metrobus che dovrebbe collegare Perugia con Castel del Piano e Tavernelle è stata data la notizia che la Provincia di Perugia ha stanziato 50 mila euro per uno studio di fattibilità riguardante l’adeguamento della provinciale 309 detta “del Fornello” o “moianese” che consentirebbe un più agevole sbocco dalla Pievaiola al nodo infastrutturale di Chiusi, tra Piegaro e Moiano.

Già oggi, con quella strozzatura di 10 km di tornanti, con la Pievaiola ristrutturata a tratti ma non completamente, con tutti i limiti di velocità,  autovelox e semafori, si va dalla stazione di Chiusi all’Ospedale ex Silvestrini di Perugia in 30-40 minuti al massimo. La distanza è di 39 km. Con qualche uteriore aggiustamento e con la ristrutturazione della “moianese”, i km potrebbero diventare meno di 35 e i tempi di percorrenza scendere abbondantemente sotto la mezz’ora. Stesso tempo per arrivare da Chiusi allo Stadio Curi-Pian di Massiano.

A Chiusi i perugini (del centro città e della periferia ovest) trovano la stazione ferroviaria, ma anche un casello A1 a 5 km e una strada veloce per raggiungere il casello di Fabro verso sud, distante 20 km.  Il Comune di Perugia finisce a Fontignano (dove morì il Perugino) che è a ridosso di Tavernelle e che dista da Chiusi 20 km o poco più.

La nuova sindaca del capoluogo umbro, anche sulla spinta dei cittadini e dei comitati che chedono un collegamento rapido con la Toscana che faccia uscire Perugia dall’isolamento e riporti la Valnestore ad essere un corridoio di transito e non un cul de sac dimenticato da tutti, dovrebbe forse cominciare a valutare con più attenzione dei suoi predecessori questa opportunità (dettata dalla carta geografica, più che da logiche politiche). Ci auguriamo che lo faccia e lo faccia al più presto. Allo stesso tempo la stessa capogruppo Pd in Regione Simona Meloni, che è peraltro espressione della Valnestore, dovrebbe anche lei affrontare la questione più di petto, uscendo  dal sostanziale silenzio che su queste questioni ha caratterizzato il suo agire politico. La destra ha sempre guardato altrove. Ma la scadenza elettorale ravvicinata potrebbe indurre anche il governo regionale a riconsiderare l’asse verso Chiusi e non solo quello verso le Marche o verso Arezzo. E c’è chi nelle assemblee piuttosto roventi di queste settimane ha sostenuto con una certa forza che il Trasimeno inteso come comprensorio comprende anche Corciano, la parte del comune di Perugia che arriva al confine con i due comuni della Valnestore di Panicale e Piegaro e arriva fino a Po’ Bandino di Città della Pieve che è a 500 metri dalla stazione di Chiusi e di Chiusi è diventata ormai la zona commerciale più frequentata.

Renato Casaioli
Nella foto (Gualdonews): Simona Meloni, capogruppo Pd in regione.
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