VERSO LE REGIONALI IN UMBRA, SCHERMAGLIE A DESTRA E A SINISTRA: LAGO TRASIMENO E INFRASTRUTTURE I NODI ROVENTI E IRRISOLTI
In soccorso alla Tesei il sottosegretario Prisco assicura che parlerà della proposta con il ministro Musumeci. Insomma “A Roma, a Roma”.
La capogruppo dem ricorda poi che prima delle ultime politiche “abbiamo sentito la destra parlare di commissari per la siccità e di richieste di fondi ministeriali per interventi ambientali mai arrivati. Abbiamo chiesto più volte di mettere in campo – aggiunge – interventi urgenti anche per il sostegno delle imprese danneggiate dalla siccità, così da evitare che questa calamità determini il tracollo del sistema produttivo, con conseguenze dirompenti sulle filiere produttive, su quelle turistiche e zootecniche oltre che sul nostro sistema agroalimentare. Ma nulla è stato fatto. La verità è che il Lago Trasimeno non è mai stata una priorità per questa Giunta regionale e accorgersi di questa emergenza in piena stagione estiva e a ridosso della campagna elettorale è al limite della decenza politica”. “Più volte – sottolinea Simona Meloni – in questi anni ho avuto modo di illustrare atti nei quali evidenziavo le diverse criticità emergenti e venivano indicate soluzioni che potessero arginare i numerosi problemi che ancora oggi colpiscono il Lago Trasimeno”. Ieri, 31 luglio Meloni ha chiesto che nell’ambito dell’assestamento di bilancio si trovino almeno le risorse per mettere in campo azioni urgenti e concrete tali da poter affrontare l’emergenza in corso oltre che assicurare stabilmente un’adeguata manutenzione mediante il rifinanziamento di quanto contenuto nel piano stralcio del lago Trasimeno.
Il Trasimeno è una entità territoriale piuttosto complessa, certo c’è il problema lago, a cui è legato anche tutto il sistema turistico, ma non si può non rilevare che c’è un nord del Trasimeno che ha una economia piuttosto dinamica, una rete infrastrutturale di tutto rispetto, anche se come sempre, c’è bisogno di continui miglioramenti di cui in Regione se ne discute ampiamente e nel contempo c’è un sud del comprensorio lacustre, le cui popolazioni hanno visto dissolversi negli ultimi dieci anni, tutto il Polo industriale di grande eccellenza quale era quello che prosperava in Val Nestore. Almeno duemila posti di lavoro che nel giro un lustro appena, si sono come volatilizzati. Con il collasso dell’economia e dell’occupazione nei servizi connessi, come il commercio. E questo lembo di Umbria è praticamente una terra di nessuno, di cui nessuno parla, né chi governa la Regikone, né le opposizioni. L’area che va dalla periferia ovest di Perugia (Castel del Piano) al confine con la Toscana (Chiusi) e che è atraversata dalla strada 220 Pievaiola è un territorio scomparso dai radar della politica. Nessuno si ricorda che esiste quando si parla di infrastrutture, di sanità, di attività produttive.
Ieri sera (mercoledì 31) ad una assemblea pubblica del Pd di Fontignano e Mugnano convocata per parlare del discusso progetto BRT (Bus Rapid Transit) o Metrobus che dovrebbe collegare Perugia con Castel del Piano e Tavernelle è stata data la notizia che la Provincia di Perugia ha stanziato 50 mila euro per uno studio di fattibilità riguardante l’adeguamento della provinciale 309 detta “del Fornello” o “moianese” che consentirebbe un più agevole sbocco dalla Pievaiola al nodo infastrutturale di Chiusi, tra Piegaro e Moiano.
Già oggi, con quella strozzatura di 10 km di tornanti, con la Pievaiola ristrutturata a tratti ma non completamente, con tutti i limiti di velocità, autovelox e semafori, si va dalla stazione di Chiusi all’Ospedale ex Silvestrini di Perugia in 30-40 minuti al massimo. La distanza è di 39 km. Con qualche uteriore aggiustamento e con la ristrutturazione della “moianese”, i km potrebbero diventare meno di 35 e i tempi di percorrenza scendere abbondantemente sotto la mezz’ora. Stesso tempo per arrivare da Chiusi allo Stadio Curi-Pian di Massiano.
A Chiusi i perugini (del centro città e della periferia ovest) trovano la stazione ferroviaria, ma anche un casello A1 a 5 km e una strada veloce per raggiungere il casello di Fabro verso sud, distante 20 km. Il Comune di Perugia finisce a Fontignano (dove morì il Perugino) che è a ridosso di Tavernelle e che dista da Chiusi 20 km o poco più.
La nuova sindaca del capoluogo umbro, anche sulla spinta dei cittadini e dei comitati che chedono un collegamento rapido con la Toscana che faccia uscire Perugia dall’isolamento e riporti la Valnestore ad essere un corridoio di transito e non un cul de sac dimenticato da tutti, dovrebbe forse cominciare a valutare con più attenzione dei suoi predecessori questa opportunità (dettata dalla carta geografica, più che da logiche politiche). Ci auguriamo che lo faccia e lo faccia al più presto. Allo stesso tempo la stessa capogruppo Pd in Regione Simona Meloni, che è peraltro espressione della Valnestore, dovrebbe anche lei affrontare la questione più di petto, uscendo dal sostanziale silenzio che su queste questioni ha caratterizzato il suo agire politico. La destra ha sempre guardato altrove. Ma la scadenza elettorale ravvicinata potrebbe indurre anche il governo regionale a riconsiderare l’asse verso Chiusi e non solo quello verso le Marche o verso Arezzo. E c’è chi nelle assemblee piuttosto roventi di queste settimane ha sostenuto con una certa forza che il Trasimeno inteso come comprensorio comprende anche Corciano, la parte del comune di Perugia che arriva al confine con i due comuni della Valnestore di Panicale e Piegaro e arriva fino a Po’ Bandino di Città della Pieve che è a 500 metri dalla stazione di Chiusi e di Chiusi è diventata ormai la zona commerciale più frequentata.
Il tema del momento è il lago, io ho voluto “scommettere” su una qualche soluzione, viste le prossime elezioni: infatti ho comprando una barca di dimensioni non trascurabili, avendo una famiglia numerosa, ma dalla poca immersione, tenendo conto del basso fondale. Finora sono riuscito ad uscire, ma se la situazione continua a peggiorare sarò costretto a spostarla.
Il lago è certamente una priorità. Dicono che a settembre potrebbe registrare il minimo storico di -170 cm sullo zero idrometrico. Livello più basso almeno dal 1968. Ma anche la questione infrastrutture è una priorità. Il collegamento rapido verso Chiusi può rappresentare una soluzione. Per Chiusi sarebbe una molla fondamentale per il rilancio della stazione e del suo ruolo di nodo strategico anche per i collegamenti stradali. Vista l’indifferenza senese per il sud della provincia, puntare su Perugia per Chiusi e paesi limitrofi è la carta migliore da giocare.
Sì, in effetti in ambito senese la parte sud della provincia è sempre stata trascurata, al che dalle nostre parti in passato si diceva, di sicuro esagerando, “A Siena hanno deciso che Chiusi deve morire perché le fa paura!” Questo quando Chiusi era Chiusi…
In un recente spettacolo che abbiamo allestito come primapagina, riguardante un fatto storico del ‘500 avvenuto a Chiusi, a difesa dela Repubblica di Siena, ad un certo punto il narratore dice “Chiusi avrebbe meritato più riconoscenza da parte di Siena, che rinoscente non è mai stata. Nei secoli fedele alla sua spocchia”…
Sicuramente positivo il finanziamento di un progetto di fattibilità per la moianese della provincia di Perugia.
Certamente positivo. Significa che la Provincia sta rimettendo le mani su un intervento rimasto sempre nei cassetti. Se ne parlava già 20 anni fa. attualmente la 309 “Moianese” che congiunge Moiano alla Pievaiola all’altezza di Piegaro è un tratto stradale di 10 km circa (il cartello indica 8, ma non è preciso) e si percorre, rispettando i limiti di velocità in 10 minuti netti. Da Chiusi per arrivare a Moiano ne servono 5. E siamo a 15. Dal bivio di Piegaro a Perugia (san Sisto, ospedale ex Silvestrini, stadio-Pian di Massiano) sempre rispettando i limiti e considerando semafori, autovelox, traffico, occorrono altri 20-25 minuti. Totale Chiusi Scalo-Perugia 35-40 minuti. Con un intervento radicale (ma anche parziale) sulla Moianese e completando l’ammodernamento, già previsto, della Pievaiola (quarto lotto), i km complessivi (39) potrebbero diventare 30 e i tempi di percorrenza Chiusi-Perugia e viceversa scendere intorno ai 20-25 minuti. Facile comprendere cosa significherebbe una cosa del genere sia per Perugia e i perugini, sia per la zona di Chiusi. Sì pensi all’Università, all’ospedale, allo sport, agli eventi culturali, e anche all’aggancio (per Perugia) alla linea Fs Milano-Reggio Calabria, all’alta velocità, e al casello A1 Chiusi Chianciano t.(5 km). Con il casello di Fabro a 20 km di strada abbastanza veloce… Sembra l’uovo di Colombo…