LO SFONDO DELLA GIOCONDA E’ IN VALDICHIANA? SEMBRA PROPRIO DI SI’…

sabato 25th, maggio 2024 / 10:01
LO SFONDO DELLA GIOCONDA E’ IN VALDICHIANA? SEMBRA PROPRIO DI SI’…
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Sulla “Gioconda” di Leonardo da Vinci si è detto, scritto e letto di tutto. E’ il quadro più famoso del mondo. Ed è anche pieno di … enigmi. Per esempio c’è una disputa che va avanti da anni su quale sia nella realtà il ponte a più campate che figura sulla destra, guardando la Monna Lisa. Perché Leonardo avrebbe immortalato un ponte vero, che egli conosceva. Alcuni, tra cui la studiosa Ann Pizzorusso sostengono che si tratti di un ponte nel lecchese… Altri che la struttura dipinta dal genio di Vinci sia il Ponte Romito nei pressi di Laterina. E altri ancora, in maniera particolare l’architetto Massimo Ricci, toscano ma docente a Valencia, che invece si tratti del Ponte a Buriano sempre nei dintorni di Arezzo. Anzi proprio nel comune di Arezzo, nel punto in cui l’Arno incontra il Canale Maestro della Chiana. Un territorio che Leonardo stesso aveva studiato e disegnato (famosissima la carta geografica a volo d’uccello, custodita nei Musei Vaticani) lavorando anche alla bonifica, poi portata a compimento alla fine del ‘700 dal Granducato di Toscana in convenzione con lo Stato Pontificio. E infatti se a destra di Monna Lisa Leonardo ha dipinto il ponte, a sinistra ha “fotografato” uno specchio d’acqua che, secondo Ricci, sarebbe proprio il punto di sbocco della Chiana.

Per questo territorio che dopo la Bonifica settecentesca ha preso il nome di Valdichiana (c’è quella aretina a nord, quella senese nel mezzo e quella romana, cioè papalina a sud) e corre appunto da Arezzo fino quasi ad Orvieto, passando in mezzo alle colline di Monte San Savino, Foiano, Sinalunga, Torrita, Montepulciano, Cortona e Chiusi per finire dove gli orvietani intorno a 1050 fecero costruire il “Muro Grosso”, che portò all’impaludamento di tutta la vallata, trovarsi immortalato nientepopodimenoche sulla Gioconda, non è certo una cosuccia banale. Ma motivo di “vanto e gloria” come dicono i versi dell’inno della Fiorentina…

A far propendere le ipotesi dalla parte della tesi dell’arch. Ricci ci sarebbero alcun dettagli: 1) Leonardo studiò e lavorò per regimare le acque della Chiana quindi è molto probabile che conoscesse benissimo il luogo di Ponte a Buriano; 2) è vero che in quel punto la Chiana si allarga (e sicuramente si allargava anche all’aepoca) fino a formare una sorta di lago; 3 il ponte a Buriano di fattura medievale presenta una caratteristica architettonica particolare e rara, le campate sono a sesto ribassato, cioè non perfettamente circolari rispetto alla linea dell’acqua e questo lo rende anomalo e anche il ponte dipinto da Leonardo sullo sfondo della Gioconda sembra avere le campate a sesto ribassato. Ci sarebbe anche un disegno realizzato da Leonardo della mappa della Valdichiana nel quale quel punto è descritto in maniera assai precisa. Tale mappa è conservata nel castelo di Windsor in Inghilterra..

Qualcuno ha contestato questa lettura facendo notare che lo specchio d’acqua nel dipinto è più stretto rispetto alla realtà, ma a questo proposito lo stesso Ricci sottolinea che ai tempi di Leonardo ancora non avevano costruito la diga della Penna, quindi è per questo motivo che nel dipinto il corso d’acqua è più stretto… E così è, in effetti.

Insomma diciamolo, al di là di quella che sia la verità su quale sia il ponte e lo specchio d’acqua, fa un certo effetto immaginare che Leonardo da Vinci abbia voluto come sfondo per la sua Monna Lisa , che secondo Vasari è Monna Lisa Ghirardini, un luogo che è parte integrante e simbolo della Valdichiana. Quando dipinse la Gioconda, tra il 1503 e il 1506, probabilmene lo stesso Leonardo non sapeva e non poteva neanche immaginare che quel dipinto peraltro di dimensioni abbastanza ridotte (77 cm x 53), sarebbe diventato il più famoso e discusso del mondo e all’apoca la Valdichiana era ancora, nonostante i suoi sforzi e i suoi studi, una immensa palude, non esattamente un luogo idilliaco.

Nello spettacolo teatrale “Tradire! La notte prima dell’assedio” che come primapagina abbiamo allestito e presentato in alcuni paesi della zona (Chiusi, Città dela Pieve, Castiglione del Lago, Bettolle e di nuovo Città della Pieve) da agosto 2023 ad oggi, si parla del tentato assedio di Chiusi da parte delle truppe di Ascanio Della Corgna e Ridolfo Baglioni e della battaglia che avvenne al Passo alla Querce, nei pressi di quella che oggi è la frazione chiusina di Montallese, cioè in uno dei punti di passaggio obbligati per attraversare l’acquitrinio della Chiana. I chiusini e i franco senesi aspettarono fiorentini, perugini e imperiali nel punto più stretto, e li massacrarono. Proprio come fece Annibale coi Romani al Trasimeno. Il fatto avvenne 50 anni dopo l’opera di Leonardo, nel mese di marzo del 1554 e l’acqua della Chiana fu di nuovo colorata in rosso come l’Arbia a Montaperti nel 1260…

La Valdichiana intesa nel suo complesso (cioè da Arezzo a Fabro) ha un motivo di interesse, di curiosità e di richiamo in più. E oggi quello che era il corso del Clanis si può ripercorrere a piedi o in bicicletta, lungo il Sentiero della Bonifica realizzato interamente seguendo le strade di bonifica e e gli argini del Canale Maestro e dei suoi “allaccianti”: una settantina di km, tutta pianura, da Arezzo fino a Chiusi Scalo (passando anche dai due laghi di Montepulciano e Chiusi) e altri 20 circa da Chiusi Scalo al “Muro grosso” di Fabro. C’è anche la possibilità di fare dei tratti in treno, con bici appresso, utilizzando la linea Siena-Chiusi e anche la Firenze-Roma. Pedalare o camminare nel paesaggio della Gioconda non capita mica tutti i giorni. Consigliato un manuale di Storia dell’arte nello zaino…

m.l.

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